Ministro Giorgetti: 'gli-eSport rovinano il cervello dei ragazzi, meglio gli sport tradizionali'
Parole molto dure, quelle pronunciate dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (Lega) in un talk a margine degli Internazionali d'Italia in corso al Foro Italico
di Rosario Grasso pubblicata il 13 Maggio 2022, alle 15:31 nel canale Videogames
55 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoovvio che se uno sta seduto davanti al pc per ore e ore ,magari strafogandosi di hamburger gelati e cagate varie fa male....
ed è ovvio che lo sport reale fa bene ,non quello virtuale.....
forse è stato estrapolato il contesto in cui l'ha detto....
a me piace molto giocare al pc, ma faccio anche sport....
non ci vedo nulla di strano a quello che ha detto...
con tutti i giovani sovrappeso che fanno sempre meno sport per spippolarsi davanti ad un pc ,play o cellulare che dir si voglia....cosa doveva dire?
ps.
spero non passi mai quella enorme cagata di paragonare olimpiadi reali con qualsiasi altra cagata virtuale....ma stiamo scherzando?
Se lo vendessero in qusti anni in edicola ci sarebbe un casino assurdo, un 25 anni fa era la norma.
Se non lo conoscete googlate pure, era il top
Ripubblicato nel 2019
https://fumettologica.it/2019/04/cl...re-manga-j-pop/
Più che altro cosa avrebbe fatto meglio a non dire, primo articolo trovato con "giorgetti esport"
"Come in tutte le materie, prima di aprire bocca bisognerebbe conoscere il fenomeno non diciamo a fondo, ma perlomeno nei suoi contenuti essenziali. Invece, i due personaggi hanno contrapposto le loro idee, l’uno (Giorgetti) sostenendo che gli esport “rovinano il cervello dei ragazzi”, l’altro (Cozzoli) che sono un “traino per avvicinare allo sport”, ma sbagliando di grosso entrambi.
L’errore di fondo che commettono è di non considerare che gli eSport sono una attività di tipo professionale (che possa piacere o no) e come tale, fin dai livelli di “base”, richiedono impegno, costanza e sacrificio. C’è dunque una netta dicotomia fra il videogiocatore comune e il praticante di eSport, come potrebbe esserci fra il calciatore di serie A e quello che partecipa ai tornei amatoriali.
Allora, se come dice Giorgetti praticare gli eSport manda in pappa il cervello, altrettanto lo fanno tutti quei mestieri in cui il computer è l’elemento di base. La colpa non è dello strumento ma dei contenuti? Anche se così fosse, il ministro è sempre sulla strada sbagliata. Confrontarsi con un videogioco, qualunque esso sia, comporta la presenza e lo sviluppo di abilità strategiche, manuali e mnemoniche, la velocizzazione dei processi decisionali, l’improvvisazione e il rischio calcolato. Se tutto ciò è nocivo, molto peggio è, per un ragazzo, perdere tempo a cambiare inutili messaggi sui social, spesso di cattivo gusto.
Quanto a Cozzoli, lui esagera “coscientemente”.
Al Coni, così come a qualsiasi altra organizzazione sportiva, farebbe ultra-comodo inquadrare gli eSport come vera e propria disciplina sportiva, perché ciò porta tesserati, soldi, sponsor e via dicendo. Se ne parla da tanto, di questa ipotesi, ma per ora siamo giunti a una sorta di riconoscimento sulla carta, con la costituzione di un comitato promotore all’interno del Coni stesso, il quale però, seguendo le indicazioni del Comitato Olimpico Internazionale (che è l’organo che comanda e decide per tutti), restringerebbe il campo ai soli videogiochi di simulazione sportiva. Andrebbe bene anche così, giusto per cominciare. Ma illudersi che il vivere lo sport sulle console induca il (giovane) giocatore a praticarlo effettivamente è un’ingenuità bella e buona.
Certo, esistono giovanissimi calciatori, cestisti, pallavolisti ecc. che quando tornano a casa desiderano proseguire la loro esperienza con lo sport preferito smanettando sui controller. Però, si tratta di attività del tutto indipendenti e scollegate, che non hanno assolutamente nulla in comune se non la passione per una determinata disciplina sportiva."
Gli esports e tutte le attività videoludiche stanno rinchiudendo una caterva di ragazzi e bambini in casa. È un errore gravissimo per loro e per lo sviluppo della società in toto.
È palese quindi che c'è un problema ed è un problema legato al fatto che stando dietro a un PC molti si sentono in diritto di dire, scrivere e fare di tutto specialmente ai livelli di massa dove non c'è poi così tanta attenzione e nei quali tutto sommato se anche dovessi perdere un account bannato non è niente di così irreparabile.
Quindi in questo senso ha ragione. Infine trovo che ormai la sedentarietà stia realmente arrivando a livelli dannosi e in questo il passare ore su eSport o in generale al PC non fa bene a nessuno.
Inoltre perché uno deve necessariamente escludere l'altro?
oggi sono gli esport: +1 alla lista
avanti il prossimo.
Beh, a ben vedere, molti genitori di oggi (anni '70, probabilmente miei coetanei, e anni '80) non sanno fare i genitori e la stessa società ha preso una strana piega ... se poi sia colpa dell'elenco che hai fatto o di altro non saprei
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