Microsoft ai giocatori dell'Asia: cosa sbagliamo con voi?
Microsoft lancia una nuova campagna pubblicitaria nel tentativo di risollevare le sorti commerciali di XBox 360 nei territori asiatici.
di Rosario Grasso pubblicata il 06 Febbraio 2007, alle 09:02 nel canale VideogamesMicrosoftXbox
65 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoInvece abbiamo la Fiat e Lapippo Elkan :|
Sì, però non ci suicidiamo.
Comunque sono d'accordo con te: se gli italiani fossero giapponesi, sarebbero giapponesi.
allora mi sa ke ultimamente sei stato altrove^^
in italia ce un fottio di gente ke lavora per vivere..solo ke i servizi fanno anche cagare...li se il treno ritarda di un minuto ti rimborsano il biglietto e si prostrano pure a 90 a chiedere scusa...
Si suicidano perchè il fallimento è un disonore inaccettabile....qui il fallimento, il parassitismo, l'incompetenza, il lassismo sono molto più ben accetti, anzi si "fa quadrato" intorno a questi atteggiamenti... sbagliano loro a togliersi la vita ma la filosofia che c'è dietro forse è più sana....
cmq è una ricerca di mercato, mica le ha scoperte MS ste cose ci sono da anni
Non solo di solito certe cose si fanno PRIMA di progettare (quindi prima ancora di commercializzare) un prodotto.. il fatto che lo facciano solo ora,denuncia enorme superficialità
Se un giapponese non può mantenere la famiglia perchè perde il lavoro va a fare il barbone per non accettare il disonore di chiedere il sussidio di disoccupazione..
Qua si fa il possibile per averlo anche se non è necessario
Ed è vero che ci sono molti italiani costretti al doppio lavoro o farsi un mazzo tanto per 2 lire al mese. La classe media giapponese è molto + benestante di quella italiana. Sarà che non hanno ne Prodi-san ne Berlusco-san (per non scontentare nessuno)
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".