La NASA usa PlayStation VR per studiare come manovrare i robot spaziali

La demo è studiata per aiutare gli operatori a manovrare i robot che si trovano in location nello spazio come la Stazione Spaziale Internazionale.
di Rosario Grasso pubblicata il 16 Dicembre 2015, alle 09:01 nel canale VideogamesSonyPlaystation
Secondo Road to VR, Sony e la NASA hanno lavorato insieme su Mighty Morphenaut, una demo per PlayStation VR che consente agli operatori della NASA di allenarsi nel controllo di robot umanoidi che si trovano nello spazio.
La demo ricrea l'ambiente dove si trova il robot, sostanzialmente riproducendo gli interni della Stazione Spaziale Internazionale. Gli operatori così possono imparare a manovrare il robot, cercando di capire come farlo muovere nella maniera più efficiente possibile in modo anche da tenersi a distanza di sicurezza dagli ostacoli.
Da diversi anni la NASA sta lavorando su una tecnologia in grado di controllare dalla Terra umanoidi impegnati nelle esplorazioni spaziali. Si tratta del cosiddetto progetto Robonauts, con cui si intende creare deli umanoidi abili ad aiutare l'uomo nello spazio o, in certi casi limite, a sostituirlo interamente. "Gli umanoidi potranno occuparsi dei compiti ripetitivi e pericolosi in luoghi come la Stazione Spaziale Internazionale", si legge in una documentazione della NASA.
La NASA ha già mandato sulla ISS i primi robot umanoidi, ma ha ancora difficoltà a manovrarli dalla Terra, principalmente per l'importante latenza che si genera nelle reazioni del robot rispetto all'input degli operatori.
La demo Mighty Morphenaut intende simulare queste difficoltà, in modo che gli operatori possano capire cosa significa manovrare un robot che si trova nello spazio. Questa demo gira su una PS4 e fa uso del controller PS Move insieme al caschetto di realtà virtuale PlayStation VR, prima conosciuto come Project Morpheus.
La demo prende in considerazione anche la latenza all'input del robot che si trova in remoto. Senza fare pratica con una simulazione del genere, infatti, gli operatori farebbero fatica a interagire con gli oggetti che si trovano sulla ISS.
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