L'IA ci toglie la possibilità di sfamare i nostri figli: lo sfogo di una doppiatrice di videogiochi
Mentre lo sciopero degli artisti indetto dal SAG-AFTRA continua ormai da oltre un mese, la doppiatrice Jennifer Hale ha espresso le proprie preoccupazioni in merito all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nella produzione di videogiochi.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 02 Settembre 2024, alle 15:05 nel canale Videogames
83 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe avendo un'AI i costi diminuiscono a fronte di un pari guadagno o superiore ma hai anche licenziato/non offerto lavoro a X persone, paghi una tassa pari almeno al 50% della somma che avresti dovuto pagare assumento professionisti del settore dove la AI ha svolto il suo lavoro.
Esempio:
Se per fare il doppiaggio di Tizio per 10h di lavoro equivale a 1200€ di media, chi userà una AI per doppiare il gioco/film, dovrà versare almeno 600€ di tassa.
A quel punto le società che voglino risparmiare (perché fanno economia) lo faranno a prescindere ma pagheranno un "dazio" mentre chi vorrà fare le cose di qualità, prenderanno un doppiatore che costerà il doppio ma non hanno necessità di assumere altra gente che seguirà lo sviluppo della AI (dev, ingegneri, analisti, ecc...)
Concordo.
L'inserimento di nuove tecnologie non va visto nell'esperienza del singolo lavoratore, ma nel più ampio contesto della società.
Le tecnologie hanno sempre portato ad una perdita di posti di lavoro, ma al contempo hanno ridotto la spesa del cittadino, che quindi ha bisogno di lavorare meno per vivere. E' tutto un circolo.
L'avanzamento ideale dovrebbe portare ad un futuro dove non è necessario lavorare per vivere, in quanto tutti i lavori possono essere svolti gratuitamente dalle macchine.
Certo, per molti è una visione troppo utopistica, ma non c'è motivo che non possa realizzarsi.
Il problema, semmai, è come sempre il periodo di adattamento.
Ossia il momento in cui i tot lavoratori rimarranno a casa, ma i benefici di una produzione più tecnologica non saranno ancora concreti.
Allora dovrebbe pensarci la società, sotto forma di enti governativi, ad ammorbidire il passaggio, magari con tassazioni supplementari sui maggiori risparmi di queste aziende.
Soldi che poi vengano reinvestiti nel sociale per ammortizzare questi passaggi.
L'inserimento di nuove tecnologie non va visto nell'esperienza del singolo lavoratore, ma nel più ampio contesto della società.
Le tecnologie hanno sempre portato ad una perdita di posti di lavoro, ma al contempo hanno ridotto la spesa del cittadino, che quindi ha bisogno di lavorare meno per vivere. E' tutto un circolo.
L'avanzamento ideale dovrebbe portare ad un futuro dove non è necessario lavorare per vivere, in quanto tutti i lavori possono essere svolti gratuitamente dalle macchine.
Certo, per molti è una visione troppo utopistica, ma non c'è motivo che non possa realizzarsi.
Il problema, semmai, è come sempre il periodo di adattamento.
Ossia il momento in cui i tot lavoratori rimarranno a casa, ma i benefici di una produzione più tecnologica non saranno ancora concreti.
Allora dovrebbe pensarci la società, sotto forma di enti governativi, ad ammorbidire il passaggio, magari con tassazioni supplementari sui maggiori risparmi di queste aziende.
Soldi che poi vengano reinvestiti nel sociale per ammortizzare questi passaggi.
secondo me non può funzionare: se non serve lavorare, non ci saranno differenze sociali.
Per molti, moltissimi, la cosa non è accettabile. La società dell'uomo da sempre è basata sulla disuguaglianza.
Se nessuno lavora, perchè uno dovrebbe avere una villa a saint tropez e un altro un monolocale in periferia a milano ?
Il motivo è che ci sono e ci saranno sempre gruppi di persone che vogliono sempre di più e che faranno in modo da poter sottomettere tutti gli altri (metterli in condizione di povertà così da poterli sfruttare).
Il lavoro di doppiaggio lo reputo a mala pena un lavoro.
Se con l'Ai si può fare di meglio o uguale ben venga.
Il lavoro di doppiaggio lo reputo a mala pena un lavoro.
Se con l'Ai si può fare di meglio o uguale ben venga.
Sul serio ???
E infatti, potenzialmente potrebbe rendere obsoleto il concetto di lavoro e di soldi.
E quindi? Questo modello di società consumistica sta andando avanti da un po' e prima o poi finirà. A noi sembra strano perchè è l'unico mondo che conosciamo, ma non è mica l'unico mondo possibile. Come finirà e da cosa sarà sostituita? Boh, vedremo.
Io nel mio piccolo mi sto comprando un appezzamento di terreno in montagna. E magari passerò per scemo o per vecchio sclerotico, ma:
1) non sono vecchio
2) magari tra 30 anni i nuovi ricchi saranno quelli che avranno un appezzamento di terreno in cui piantare patate. O magari no, e lo userò solo per andarci nel weekend come si fa adesso.
Per capirsi, costruire una linea produttiva robotica per costruire un'auto, basta circa 1 anno, ma nello stesso tempo l'operaio che salda il telaio a mano della stessa fabbrica non ha il tempo di studiare per diventarne il manutentore dello stesso robot. Pertanto quel dipendente verrà sostituito da un manutentore, ma 10 robot saldatori che sostituiscono 30 saldatori (10 operai x 3 turni) hanno bisogno di 3-4 manutentori, non di 30 manutentori.
Quindi capisci che non è un'economia (per gli operai) facile da gestire.
Chi lavorava come saldatore in FIAT sicuramente sarà andato a fare il saldatore nell'azienda più piccola, ma anche lei visti i costi in dimiunuizione delle macchine robotizzate compreranno linee sempre più tecnologiche e quindi i saldatori spariranno gradualmente. MA, l'operaio di 50 anni difficilmente passa dal saldatore al manutentore elettrotecnico/meccanico così dall'oggi al domani, magari senza avere le giuste compenze.
L'unico modo per fermare l'emorraggia creata dai nuovi strumenti, è formare gli ex operai ma come? A spese di chi? Delle stesse aziende che inizialmente hanno fatto il cambio tra operai->macchine, in modo che il loro guadagno a fine anno, vada a coprire i costi degli operai "persi".
Per come la vedo io dovrebbe essere prioritario migliorare la produttività aumentando la produzione, quando un lavoro viene automatizzato si produce quanto prima o di più con meno lavoratori, e tra quelli che perdono il posto almeno una parte troverà un nuovo lavoro aumentando la produzione e il benessere complessivi, e poi si può pensare a redistribuire in modo che chi non ha più un lavoro non resti indietro.
Se ostacoliamo chi aumenta l'efficienza il meccanismo s'inceppa e restiamo indietro noi come paese rispetto a chi non lo fa, e nel complesso avremo meno tutti.
Anche se mi rendo conto che chi perde il lavoro non si rallegra con questo ragionamento astratto
a Francesco Pannofino piace questo elemento.
Il lavoro di doppiaggio lo reputo a mala pena un lavoro.
Se con l'Ai si può fare di meglio o uguale ben venga.
Mamma mia tosi, che chiusura
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