John Carmack: 'la realtà virtuale così non va bene'
Il guru tecnico di Oculus VR è intervenuto al recente Oculus Connect, lamentando un deficit qualitativo per quanto riguarda le esperienze VR rispetto a quelle tradizionali.
di Rosario Grasso pubblicata il 12 Ottobre 2016, alle 11:09 nel canale VideogamesOculus Rift
Uno sprone per gli sviluppatori a osare di più e a colmare il gap oggi esistente tra esperienze VR ed esperienze tradizionali. Da parte di John Carmack, CTO di Oculus VR, che è intervenuto a Oculus Connect 3, evento durante il quale è stato annunciato il nuovo visore standalone.
"Stiamo puntando troppo sul fattore novità", ha detto Carmack a San Josè. "Ci siamo concentrati esclusivamente sulla meraviglia iniziale che la realtà virtuale crea in coloro che non l'hanno mai provata prima. Ma adesso abbiamo bisogno di lavorare su noi stessi e di guidicarci, in senso assoluto. Dobbiamo chiederci: possiamo fare qualcosa in realtà virtuale che offra effettivamente un valore aggiunto rispetto alle tradizionali esperienze non-VR?"
Servono misure oggettive per giudicare la qualità dei prodotti in realtà virtuale, rimarca Carmack. Bisogna migliorare anche dal punto di vista delle interfacce utente e per quanto riguarda il controllo vocale all'interno delle applicazioni VR. Anche i tempi di caricamento andrebbero ridotti: alcuni sviluppatori stanno lavorando affinché i caricamenti non superino i 29 secondi, ma secondo Carmack questa soglia andrebbe abbassata almeno a 20 secondi.
"Ci sono applicazioni che mi sarebbe piaciuto continuare a giocare, ma mi sono scoraggiato proprio perché i tempi di caricamento erano troppo prolungati", ha detto il guru della grafica all'evento.
Carmack, d'altronde, non è stato solamente critico, anzi ritiene che l'incarnazione mobile della VR sarà il traino dello sviluppo, mentre il PC rappresenterà il "laboratorio" della realtà virtuale dove nasceranno e saranno modellate le nuove idee.
Carmack è semplicemente preoccupato del fatto che gli sviluppatori sembrano più impegnati "a creare nuovi prodotti, piuttosto che grandi prodotti. Questo modo di procedere ha un impatto sulle performance e sulla qualità della grafica. Non è la cosa giusta da fare".
John Carmack da tempo sta lavorando su un videogioco tarato sulla realtà virtuale, ma allo stesso tempo deve affrontare la battaglia legale con Zenimax, che lo accusa di aver trafugato dei progetti legati proprio alla realtà virtuale quando lavorava in id Software.
7 Commenti
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Puntare troppo sul fattore novità senza puntare alla qualità delle applicazioni di solito è devastante... Succede nelle console (es. virtual boy), succede nel mobile (es. windows phone), e succederà nella realtà virtuale, a meno che non ci si metta sotto seriamente con la qualità, come fece nintendo con il ds, i cui titoli di lancio servivano solo a far prendere confidenza col touch, poi arrivarono subito i pezzi da 90 nel software.
C'è più corsa alla realizzazione di questi visori che a fornire contenuti che facciano davvero la differenza rispetto alla "tradizionale" esperienza con monitor, tastiera e mouse.
Se è vero che è necessario, come da tradizione, creare una massa critica di hw per poter spingere allo sviluppo del sw, d'altro canto resta sempre la paura di comprare un qualcosa che, tolto l'entusiasmo iniziale, si rischia di riporre nel cassetto dopo poco tempo.
Vogliamo cominciare magari creando qualche standard magari open per la vr e smetterla con la storia delle esclusive? Cosi da poter giudicare oggettivamente l'esperienza vr e non soggettivamente?
Sto VR mi sà tanto di 3D con occhialini, oppure di Kinect. Sventagliate novità rivoluzionarie che in fondo non piacciono a nessuno perché scomode da usare.
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