L'azione legale di Zenimax ora accusa direttamente John Carmack di furto
Zenimax ha modificato la sua azione legale contro Oculus VR, puntando il dito direttamente contro John Carmack, accusato di aver trafugato documenti e informazioni sull'allora in sviluppo tecnologia Zenimax VR.
di Rosario Grasso pubblicata il 23 Agosto 2016, alle 13:01 nel canale VideogamesOculus RiftBethesda
Zenimax torna alla carica nell'azione legale contro Oculus VR, tirando direttamente in mezzo John Carmack. L'azione era partita nel 2014, ma adesso Zenimax ne aggiorna i termini accusando Carmack di aver trafugato documenti e dev tools relativi alla tecnologia di realtà virtuale che il guru della grafica stava sviluppando per la compagnia americana quando ha deciso di abbandonare id Software (di proprietà di Bethesda e, dunque, di Zenimax) per passare a Oculus VR.
Secondo l'ultima versione delle denunce di Zenimax, negli ultimi giorni di lavoro per Zenimax Carmack avrebbe portato con sé migliaia di documenti, prelevandoli da uno dei computer dell'azienda tramite una memoria USB. Inoltre, dopo aver ufficialmente abbandonato il lavoro, Carmack sarebbe ritornato negli uffici di Zenimax per recuperare una delle unità di sviluppo per le nuove tecnologie di realtà virtuale.
L'ultimo documento legale di Zenimax, inoltre, si riferisce esplicitamente a Palmer Luckey, il fondatore di Oculus VR, che viene accusato di far proprie idee e tecnologie di Zenimax relative alla realtà virtuale. "Luckey si è posto nei confronti dei media e del pubblico come visionario sviluppatore della tecnologia VR di Rift, la quale fondamentalmente è stata invece sviluppata da Zenimax senza alcun coinvolgimento di Luckey".
Secondo le accuse di Zenimax, la storia secondo la quale Luckey avrebbe portato avanti gli studi su Oculus Rift nel garage dei suoi genitori, supportata anche dal CEO di Oculus VR, Brendan Iribe, sarebbe totalmente infondata, visto che quella tecnologia esisteva già negli uffici di Zenimax.
"Oculus e Brendan Iribe hanno diffuso alla stampa la storia falsa e fantasiosa secondo la quale Luckey sarebbe il geniale inventore delle tecnologie VR e che le avrebbe sviluppate nel garage dei suoi genitori", si legge nel documento presentato da Zenimax in tribunale. "Quella storia è completamente falsa, in quanto Luckey non aveva la formazione, le competenze, le risorse e il know-how per creare una tecnologia di VR che potesse essere commercializzabile. Le sue abilità di programmazione erano rudimentali, e solo sfruttando codice e giochi di proprietà di Zenimax è riuscito a gestire le dimostrazioni dei primi prototipi di Rift.".
È prontamente arrivata la risposta di Oculus VR: "La denuncia presentata da ZeniMax è unilaterale e trasmette solo l'interpretazione di ZeniMax della storia. Continuiamo a credere che questo caso non abbia alcun fondamento, e ci occuperemo di tutte le accuse di ZeniMax in tribunale".
È molto difficile tirare delle somme su un caso talmente intricato. Zenimax potrebbe voler salire sul carro dei vincitori, approfittando del successo, perlomeno mediatico, che la VR sta avendo. D'altra parte, è verosimile che Carmack avesse iniziato a fare degli studi sulla realtà virtuale quando ancora lavorava per id Software. Bisogna anche valutare il coinvolgimento di Facebook in tutto questo, visto che Luckey ha ceduto alla compagnia alla base del noto social network Oculus VR per circa 2 miliardi di dollari. Secondo Zenimax, questo accordo violerebbe un NDA siglato tra Zenimax e Luckey, come individuo e non come dipendente di Zenimax.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDevi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".