Il CEO di Riot Games denunciato per molestie sessuali

Il CEO di Riot Games denunciato per molestie sessuali

Il CEO di Riot Games Nicolo Laurent è stato citato in giudizio dall'ex dipendente Sharon O'Donnell. La donna sostiene che Laurent abbia commesso ripetuti atti di molestie sessuali nei suoi confronti e non solo.

di pubblicata il , alle 15:01 nel canale Videogames
 
38 Commenti
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kamon10 Febbraio 2021, 18:15 #31
Originariamente inviato da: canislupus
Quindi fammi capire...
Io ho un posto di rilievo da affidare ad una persona.
Davanti a me ho due esseri viventi, uno di genere femminile e uno di genere maschile.
Le loro carriere e competenze sono perfettamente identiche, dovrei scegliere la donna per non rischiare accuse di sessismo?
E se il CV fosse a "favore" dell'uomo?


...Ma come hai fatto a capire questo da ciò che ho detto?

La presenza di dirigenti donna non prova nulla e non significa che non possano esserci discriminazioni sessuali. Il mio commento significava solo questo.
canislupus10 Febbraio 2021, 18:25 #32
Originariamente inviato da: kamon
...Ma come hai fatto a capire questo da ciò che ho detto?

La presenza di dirigenti donna non prova nulla e non significa che non possano esserci discriminazioni sessuali. Il mio commento significava solo questo.


E allora perchè la querelante Sharon O'Donnell ha detto questa frase?

"Le dipendenti donne, inclusa la querelante, sono discriminate, molestate e trattate come cittadini di seconda classe. Ci sono pochissime donne dirigenti in Riot"

E' una affermazione che non ha alcun senso se si partisse con l'idea che non vi sia una corrispondenza diretta tra molestie e presenza femminile nei ruoli apicali.

Una azienda in cui vi sono tante donne può ugualmente riscontrare degli episodi di abusi.

Quindi quella parte del discorso poteva essere omessa [B][U]a mio avviso[/U][/B], dato che non rappresenterebbe nè una giustificazione nè un'aggravante.
randy8810 Febbraio 2021, 23:10 #33
Originariamente inviato da: amd-novello
quindi sei d'accordo che ci sia una denuncia penale nei confronti degli uomini ma quando si parla di "molestie" da parte di donne invochi l'educazione? visto che in francia si parla di reato.

o è reato o educazione per entrambi.


La denuncia penale secondo me è esagerata.
Di certo qualcuno di questi cascamorti rompe le palle, ma addirittura a denunciarlo penalmente ce ne corre...

Ho parlato di educazione perchè è un problema che riguarda al massimo quella, per quanto mi riguarda.

In ogni caso, la questione che ho sollevato non riguarda questo, ma riguarda il fatto che si parla solo del "cat calling"(ma chi la decide questa terminologia di merda?) che subiscono le donne, e non quello che subiscono gli uomini. E' la differenza di trattamento che mi da fastidio.
canislupus10 Febbraio 2021, 23:55 #34
Originariamente inviato da: randy88
La denuncia penale secondo me è esagerata.
Di certo qualcuno di questi cascamorti rompe le palle, ma addirittura a denunciarlo penalmente ce ne corre...

Ho parlato di educazione perchè è un problema che riguarda al massimo quella, per quanto mi riguarda.

In ogni caso, la questione che ho sollevato non riguarda questo, ma riguarda il fatto che si parla solo del "cat calling"(ma chi la decide questa terminologia di merda?) che subiscono le donne, e non quello che subiscono gli uomini. E' la differenza di trattamento che mi da fastidio.


Per me la denuncia deve esserci, se si reputa di aver subito delle molestie.
Poi una citazione in giudizio non significa automaticamente condanna.
Quella avviene solo se i fatti descritti vengono appurati dai dati oggettivi.
Negli USA se non ricordo male vale il principio del "oltre ogni ragionevole dubbio"... in pratica non è semplicemente sufficiente sostenere una tesi accusatoria per avere ragione e quindi ottenere una condanna.
Dvd81011 Febbraio 2021, 16:50 #35
Semplicemente non bisogna assumere donne.
Sono un problema e le false denunzie sono dilaganti.
canislupus11 Febbraio 2021, 18:39 #36
Originariamente inviato da: Dvd810
Semplicemente non bisogna assumere donne.
Sono un problema e le false denunzie sono dilaganti.


Beh.. nel dubbio tornerei anche al MedioEvo... basta con tutta questa modernità....

Senza arrivare agli eccessi che non portano a nulla.
Devono esserci sempre delle tutele in ogni direzione.
Le donne hanno tutto il diritto di presentare denunce ed arrivare a processo qualora siano vittime di abusi di ogni tipo.
L'importante è che il giudice non abbia dei pregiudizi e tutto sia avvalorato da fatti e non congetture.
amd-novello12 Febbraio 2021, 20:05 #37
Originariamente inviato da: Dvd810
Semplicemente non bisogna assumere donne.
Sono un problema e le false denunzie sono dilaganti.


alcuni hanno seguito quel consiglio

come non fare più pranzi di lavoro o tenere la porta dell'ufficio chiusa per le denuncie finte.

altro che medioevo
cdimauro14 Febbraio 2021, 08:12 #38
Originariamente inviato da: ferste
Tu valutando la questione sai che entrambi potrebbero essere colpevoli o innocenti, d'altronde a parte un paio di forumisti noi non c'eravamo , ma millenni di retaggio maschilista

Ed ecco puntuale la dottrina neo-femminista che spunta fuori quando ci sono tematiche di questo tipo.

Fai una cosa: quando parli di maschilismo fallo a tuo titolo personale, e non coinvolgere gli altri del tuo stesso genere. Mi stai sembrando l'ex-presidente del senato, Pietro Grasso, che una volta ebbe l'arroganza di scusarsi a nome di tutti (!) gli uomini per le violenze sulle donne.
cosa ti hanno istintivamente portato a pensare? Come ha potuto lei non registrare? Mica sarà successo una volta!
E negli altri post? Stesso andazzo da parte di quasi tutti, un po' per solidarietà di genere, un po' per impronta culturale.

O semplicemente per autotutela:
False accuse agli ex mariti: le dichiarazioni di 10 donne addette ai lavori
[I][INDENT]"[B]Solo in [U]due casi su 10[/U] si tratta di maltrattamenti veri[/B] – analizza il pm Pugliese -. Il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione."[/INDENT][/I]

LE FALSE ACCUSE DI STALKING
[I][INDENT]"Percentuale di False Denunce per Stalking: oltre il 50% (fonte: Ministero dell’Interno)"[/INDENT][/I]
La matrice che tutti noi abbiamo ti ha detto subito, di pancia, lui è una vittima, la Ragione poi ti ha subito suggerito "in realtà cosa ne sappiamo?".
Eppure sappiamo che molestie e violenze sessuali sono statisticamente denunciate poco, e che a commetterle sono uomini...alla luce di questo l'istinto non dovrebbe dirci subito "è colpevole"?

Ancora altra falsa propaganda neo-femminista.

Sexual Victimization by Women Is More Common Than Previously Known
[I][INDENT]"the CDC’s nationally representative data revealed that over one year, [B]men and women were [U]equally likely[/U] to experience nonconsensual sex[/B], and most male victims reported female perpetrators. Over their lifetime, 79 percent of men who were “made to penetrate” someone else (a form of rape, in the view of most researchers) reported female perpetrators. Likewise, most men who experienced sexual coercion and unwanted sexual contact had female perpetrators.
[...]
We found that, contrary to assumptions, the biggest threat to women serving time does not come from male corrections staff. Instead, female victims are more than three times as likely to experience sexual abuse by other women inmates than by male staff."[/INDENT][/I]
Da notare l'ultima parte: nelle carceri le donne che sono 3 (TRE) volte più violente su altre donne, rispetto a quanto facciano gli uomini.

Non solo donne vittime di violenza: in Italia molestati 4 milioni di uomini ogni anno
[I][INDENT]"Il dato è allarmante soprattutto per i giovani: nel 2014 gli abusi hanno riguardato il 39% dei ragazzi rispetto al 35% delle coetanee italiane.
[...]
Parlando di violenza sugli uomini c’è una mancanza di informazione e di cultura. Ci sono dei blocchi: l’imput culturale di non rappresentarsi l’uomo come vittima è forte. Ecco spiegato perché in molti casi l’uomo tace"[/INDENT][/I]
Quindi abbiamo avuto più abusi sui ragazzi che sulle ragazze.

A cui aggiungiamo che gli uomini hanno la tendenza a denunciare meno le violenze subite.

Femminicidio e violenza maschile: falso binomio
[I][INDENT]"In realtà, oggi, gran parte della violenza e della conflittualità nella coppia, non deriva affatto di una ideologia di sopraffazione dell’uomo sulla donna e non ha alcuna specificità di genere
[...]
l messaggio che viene invece implicitamente veicolato dai media è quello che l’uomo, in quanto maschio, sia violento a priori e, come noto, [B]il rischio degli stereotipi è che divengano una [U]chiave di lettura riducente e distorcente della realtà[/U][/B].

Questo preconcetto gravissimo e fuorviante che attribuisce un sesso alla violenza e ne relega le cause a presunte caratteristiche innate e “naturali”, pone, di fatto, le basi per un estremo pregiudizio, annullando il ruolo e la responsabilità personali.
[...]
Come ben spiega e documenta nel suo libro, “La bestia dentro di noi” Adriano Zamperini, docente di Psicologia della violenza, di Psicologia del disagio sociale e di Relazioni interpersonali all’Università di Padova: «…non esiste una presunta molla aggressiva alla quale ascrivere le azioni violente verso gli altri e non esistono supporti empirici che possano dimostrarla"[/INDENT][/I]
Non diciamolo in giro, ma in California se non hai un certo numero di donne in ruoli dirigenziali fioccano multe a svariati zeri.

Un'altra distorsione creata dal neo-femminismo: le quote rose al posto della meritocrazia.

Che dire: non ti fai mancare niente. Sei stato completamente plagiato dalla propaganda neo-femminista, che non soltanto ti ha fatto convincere di essere naturalmente carnefice e violento in quanto maschio, ma che ti fa pure veicolare informazioni false sulla quantità e natura della violenza.

Con te hanno fatto un capolavoro. Complimenti!

E visto ci siamo, riporto un altro dato significativo e che viene taciuto artatamente dalle neo-femministe.
DISCRIMINAZIONE GIUDIZIARIA contro gli uomini:
[I][INDENT]"Che vi sia una differenza tra uomini e donne (a scapito degli uomini) nelle pene e nell'incarcerazione a parità di reato e movente è cosa risaputa (riscontrabile nelle sentenze e misure di polizia, infatti la donna tende ad essere ritenuta più "debole" e "inoffensiva" ) ed è testimoniata da diversi studi:
Una ricerca dell’Università di San Francisco, pubblicata anche sul Berkeley Journal of Gender, Law & Justice, afferma:
“Abbiamo anche esaminato, attraverso questo studio e precedenti studi della California, i dati più generali sulle disparità di genere nel condannare a morte e abbiamo trovato una sostanziale disparità riguardante il genere-dell’-imputato e il genere-della-vittima. Le donne colpevoli di omicidio capitale hanno molte meno probabilità degli uomini di essere condannate a morte, e gli imputati che uccidono le donne hanno di gran lunga maggiori probabilità di essere condannati a morte degli imputati che uccidono gli uomini. Noi sosteniamo che tutti questi risultati sono in linea con le norme cavalleresche, e possiamo concludere che, nelle decisioni dei pubblici ministeri di chiedere la morte e nelle decisioni delle giurie di imporla, la cavalleria sembra essere viva e vegeta.”
FONTE: [Shatz, Steven F. and Shatz, Naomi R., Chivalry is Not Dead: Murder, Gender, and the Death Penalty (February 19, 2011). Univ. of San Francisco Law Research Paper No. 2011-08; Berkeley Journal of Gender, Law & Justice, Vol. 27, No. 1, 2012.].
Sonja B. Starr dell’Università del Michigan ha riscontrato che “le arrestate femmine hanno significativamente più probabilità di evitare accuse e condanne del tutto, e due volte più probabilità di evitare il carcere se condannate”, e che a parità di reato e movente, gli uomini subiscono, mediamente, pene del 63% più severe rispetto alle donne.
FONTE: [Starr, Sonja B., Estimating Gender Disparities in Federal Criminal Cases (August 29, 2012). University of Michigan Law and Economics Research Paper, No. 12-018.]
Theodore R. Curry e colleghi dell’University of Texas hanno “trovato l’evidenza che i delinquenti che vittimizzavano femmine ricevevano condanne sostanzialmente più lunghe dei delinquenti che vittimizzavano maschi. I risultati mostrano anche che gli effetti del genere delle vittime sulla lunghezza delle sentenze sono condizionate dal genere dell’autore del reato, in modo tale che i delinquenti maschi che vittimizzavano le femmine ricevevano le condanne più lunghe di qualsiasi altra combinazione genere della vittima/genere dell’autore del reato”.
FONTE: [Theodore R. Curry, Gang Lee, S. Fernando Rodriguez (2004). Does Victim Gender Increase Sentence Severity? Further Explorations of Gender Dynamics and Sentencing Outcomes. Crime & Delinquency 50:319–43.]
Addirittura secondo le statistiche del Dipartimento di Giustizia statunitense (che inizialmente non divise questo dato a seconda del genere, ma grazie ad Alan Dershowitz del Washington Times, che chiese agli autori di farlo, vennero alla luce i risultati), le donne che uccidono i propri mariti hanno il 12,9% di probabilità di essere assolte e il 17% di ottenere la libertà condizionale, mentre i mariti che uccidono le mogli hanno solo il l’1,4% di possibilità di essere assolti e appena l’1,6% di ottenere la libertà condizionale. Inoltre, le donne colpevoli di aver ucciso i propri mariti ricevono una condanna media di 6 anni, mentre gli uomini colpevoli di aver ucciso le proprie mogli ricevono una condanna media di 17 anni. (Per comparazione, la sentenza media per l’omicidio di un non-familiare, negli USA, è di 14,7 anni).
FONTE: [Michael Weiss, Cathy Young. Feminist Jurisprudence: Equal Rights Or Neo-Paternalism? Policy Analysis No. 256, Cato Institute, June 19, 1996.]
Anche fonti femministe, come uno studio del 2012 su “Feminist Criminology” confermano il dato, mostrando che a parità di crimine, nei reati sessuali, gli uomini ricevono condanne più lunghe:
“L’ipotesi “donna cattiva” affermerebbe che le donne siano condannate più duramente, ma i dati mostrano che gli uomini ricevono condanne più lunghe per i reati sessuali rispetto alle donne. Il supporto è fornito per l'”ipotesi cavalleria” per spiegare l’immediata disparità di condanna”.
FONTE: [Embry R & Lyons Jr. PM. (2012) Sex-based sentencing: sentencing discrepancies between male and female sex offenders. Feminist Criminology, 7(2):146-162.]
In aggiunta, uno studio del 2013 afferma che “non è sorprendente che Mellor e Deering (2010) abbiano trovato atteggiamenti differenti nei confronti di abusi sessuali infantili perpetrati da maschi e da femmine in un campione di 231 psichiatri, psicologi, psicologi in prova e operatori di protezione dell’infanzia. I perpetratori femminili avevano più possibilità di essere trattati con clemenza, portando ad una minimizzazione degli abusi sessuali commessi da donne su bambini […]. Inoltre, il sistema di giustizia penale sembra essere discriminante nei confronti dei maschi. Sandler e Freeman (2011) hanno trovato che al sesso femminile si riduce significativamente la probabilità di incarcerazione per i trasgressori condannati per reati sessuali. Deering e Mellor (2009) hanno confermato un minor tempo di carcere e un più breve periodo di fermo per le pedofili femminili nel loro studio australiano. In termini di politiche di arresto, Felson e Pare (2007) hanno dimostrato che è particolarmente improbabile che la polizia arresti donne che aggrediscono i loro partner maschili. Gli stessi risultati sono stati precedentemente riportati da Brown (2004).”.
FONTE: [Koller, Jürgen. “The ecological fallacy” (Dutton 1994) revised. Journal of Aggression, Conflict and Peace Research 5.3 (2013): 156-166.]
Secondo uno studio dell’Università di Harvard, non si salverebbero da questo gap sessista (che viene paragonato a quello razzista nelle percentuali) neanche gli omicidi veicolari:
“In particolare, le caratteristiche delle vittime sono importanti determinanti della condanna tra gli omicidi veicolari, dove le vittime sono fondamentalmente casuali e dove il modello ottimale di punizione prevede che le caratteristiche delle vittime debbano essere ignorate. Tra gli omicidi veicolari, i conducenti che uccidono donne ottengono il 56 per cento di sentenze più lunghe. I conducenti che uccidono neri ottengono il 53 percento di sentenze più corte.”.
FONTE: [Bruce Sacerdote and Edward Glaeser. “Vengeance, Deterrence, and Incapacitation.” The Journal of Legal Studies 32, 2 (June 2003).]
Una ricerca statunitense del 2001 su 77.236 casi federali ha esaminato le differenze nelle sentenze per quanto riguarda i reati di rapina in banca, traffico di droga, possesso/traffico di armi, furto, frode e immigrazione, trovando che maschi e neri avevano meno probabilità di ottenere assoluzione quando questa opzione era disponibile, meno probabilità di ricevere diminuzioni di pena e più probabilità di ricevere aumenti di pena rispetto a bianchi e a femmine.
FONTE: [Mustard, D. (2001). Racial, ethnic and gender disparities in sentencing: Evidence from the U.S. federal courts. Journal of Law and Economics, 44, 285-314.]
Uno articolo del 2000 su Criminal Justice Policy Review mostra come ancora nel 2000, a Chicago, Miami e Kansas City, le donne continuavano ad avere minori percentuali di incarcerazione. Inoltre, sebbene la discriminazione colpisse maggiormente gli uomini di colore rispetto ai bianchi, non vi era differenza nel trattamento a seconda dell’etnia per quanto riguardava le donne.
FONTE: [Spohn C and Beichner D (2000) “Is Preferential Treatment of Females Offenders a Thing of the Past? A Multisite Study of Gender, Race, and Imprisonment”. Criminal Justice Policy Review vol 11 no 2 pp 149–84.]
Questo stesso risultato è stato confermato da una ricerca del 2006 sul Journal of Quantitative Criminology.
FONTE: [Darrell Steffensmeier, Stephen Demuth. Does Gender Modify the Effects of Race–ethnicity on Criminal Sanctioning? Sentences for Male and Female White, Black, and Hispanic Defendants. J Quant Criminol (2006) 22:241-261.]
Minore possibilità di incarcerazione per le donne e sentenze più lunghe per gli uomini sono state trovate anche per quanto riguarda i dati del Sud dell’Australia, come riportato da uno studio del 2010 su Current Issues in Criminal Justice.
FONTE: [Jeffries, Samantha & Bond, Christine (2010) Sex and sentencing disparity in South Australia’s higher courts. Current Issues in Criminal Justice, 22(1), pp. 81-97.]
Addirittura nel Regno Unito le linee guida hanno richiesto ai giudici di sentenziare le donne colpevoli di crimini in maniera più leggera rispetto agli uomini( http://www.dailymail.co.uk/.../Judg...red-mercy-women...)
N.B: Ovviamente questo vale in tutto il mondo perchè in tutto il mondo vige lo stereotipo "uomo forte e rude/donna debole, inerme e inoffensiva". Inoltre va detto che sicuramente in Italia questo gap a sfavore degli uomini è ancora maggiore di quanto avviene negli USA, cioè in un nazione in cui la giustizia verso le donne è più severa a confronto rispetto alla giustizia italiana verso le donne, infatti negli USA il "gap" percentuale tra uomini e donne carcerate (92% uomini, 8% donne) è minore del relativo "gap" in Italia (97% uomini, 3 % donne), quindi in Italia in Italia la sproporzione di severità tra donen e uomini è ancora maggiore. Questo significa che in Italia tale disparità a scapito maschile nella giustizia è sicuramente ancora più netta rispetto alla pur già drammatica disparità a scapito maschile negli USA."[/INDENT][/I]
Per la serie: la legge è uguale per tutti. Ma i "maiali" sono più uguali degli altri...
Originariamente inviato da: silvanotrevi
L'ho detto, dobbiamo stare attenti che qui fra poco anche solo guardare una donna per strada con insistenza diventerà molestia. E vedrete che nel giro di qualche decennio lo diventerà. Ormai comandano le donne, e noi uomini siamo anche d'accordo. Ci hanno fatto il lavaggio del cervello su tutto. Il se, il come, l'inizio e la fine di una relazione sono tutti decisi dalle donne, noi non contiamo un cavolo. Dobbiamo solo accodarci. Se provi a far valere le tue scelte, le emozioni per il gentil sesso (che tanto gentile non è spesso è considerata molestia. Quindi occhio ragazzi, il mio consiglio è nella società di oggi vedetevi i fatti vostri, non provateci con nessuna, lasciatele stare tutte perché non potete mai sapere cosa passa nella loro testolina pazza. Se vogliono si fanno avanti loro, altrimenti amen.

Povero illuso. Rischi non solo una denuncia, ma anche una condanna per violenza sessuale anche se poco prima del rapporto hai fatto firmare alla ragazza un documento di assenso a consumare un rapporto.

Lei può sempre dire (anche senza alcuna prova: per la normativa attuale è sufficiente che il suo racconto sia "credibile" di averci ripensato anche all'ultimissimo momento. E tu rimani fregato...
Originariamente inviato da: canislupus
Per me la denuncia deve esserci, se si reputa di aver subito delle molestie.
Poi una citazione in giudizio non significa automaticamente condanna.
Quella avviene solo se i fatti descritti vengono appurati dai dati oggettivi.
Negli USA se non ricordo male vale il principio del "oltre ogni ragionevole dubbio"... in pratica non è semplicemente sufficiente sostenere una tesi accusatoria per avere ragione e quindi ottenere una condanna.

Qui, invece, ti basta che il racconto di una donna sia "credibile" per essere considerata una prova contro di te, e quindi finire in galera.

Specialmente dopo il famigerato "codice rosso", la parola di una donna vale più di quella di un uomo. E sei già condannato con annesse restrizioni alla tua libertà personale prima ancora che un giudice abbia letto un qualunque fascicolo sulla vicenda.
Originariamente inviato da: amd-novello
alcuni hanno seguito quel consiglio

come non fare più pranzi di lavoro o tenere la porta dell'ufficio chiusa per le denuncie finte.

altro che medioevo

Esattamente. E' sempre meglio che ci sia qualcun altro in ufficio, e che sia di genere maschile. Se rimani solo con una donna sei sempre a rischio.

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