Google deve rimborsare 19 milioni di dollari per gli acquisti in-app dei bambini

Secondo la Federal Trade Commission, Google rende troppo facile fare degli acquisti in-app.
di Rosario Grasso pubblicata il 08 Settembre 2014, alle 10:01 nel canale VideogamesLa Ftc ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Google a proposito della vertenza sugli acquisti in-app fatti dai bambini senza l'autorizzazione dei genitori. Google era sotto indagine fin dal 2011, quando ha iniziato a rendere possibili gli acquisti all'interno delle app che si trovano sull'Android Market. Secondo la Ftc, gli acquiti in-app sarebbero eccessivamente agevolati dalla struttura del market e delle app stesse.
"Per milioni di famiglie americane smartphone e tablet sono parte integrante delle loro famiglie", dice Edith Ramirez, presidente della Ftc. "Vista la costante diffusione dei dispositivi mobile, è doveroso ricordare alle aziende che le misure di protezione nei confronti delle famiglie restano applicabili. I genitori non dovrebbero pagare per acquisti che non hanno autorizzato".
La commissione, inoltre, intima a Google di modificare le sue pratiche di fatturazione, in modo che gli acquirenti vengano opportunamente informati prima di dare il via a qualsiasi tipo di pagamento legato agli acquisti in-app. Inoltre, devono poter ritirare il loro consenso in qualsiasi momento.
"Siamo felici di metterci alle spalle questa faccenda, in modo da poterci ancora concentrare sulla crescita dei nostri servizi", ha detto un portavoce di Google, che ha anche rimarcato come la compagnia di Mountain View si sia già adeguata alle nuove direttive della Ftc.
Già a luglio Google aveva ricevuto una sanzione dell'Unione Europea, che ha imposto di rimuovere la dicitura "gratuito" per quelle app che presentano al loro interno degli acquisti da fare separatamente.
La Ftc, infine, aveva preso a gennaio una decisione similare nei confronti di Apple, la quale ha dovuto rimborsare 32,5 milioni di dollari ai genitori i cui figli avevano fatto acquisti in-app senza autorizzazione. Anche Amazon è sotto indagine, ma fino a oggi non ha raggiunto un accordo con la Ftc perché sostiene di avere applicato delle adeguate politiche per prevenire questo fenomeno sin dal lancio dei suoi servizi digitali.
18 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoDall'altra però è pure un po' colpa di chi mette in mano il tasblet/smartphone ai bimbi.
Voglio dire, quando fai un acquisto ti viene richiesta una password.
No password no shopping.
Dall'altra però è pure un po' colpa di chi mette in mano il tasblet/smartphone ai bimbi.
Voglio dire, quando fai un acquisto ti viene richiesta una password.
No password no shopping.
Ma infatti dovrebbe essere un dovere del genitore accertarsi che il proprio figlio non faccia cose "sbagliate", evidentemente vengono messi davanti ad un giochino basta che non rompono le pelotas...
Esistono miliardi di Parental Control ma capisco anche che l'ignoranza della vecchia generazione è grande in questo settore e nolente o volente è trasmessa pure alle nuove generazioni.
Vorrei proprio vedere se i genitori dessero una carta di credito ad un figlio che gli acquista migliaia di euro di oggetti per vedere se poi il negoziante o la banca emettono rimborso....
Comunque, 19 milioni di $ probabilmente Google li sta fatturando nel tempo che io ci metto a scrivere questo messaggio, quindi anche per farsi buona pubblicità, li rimborserà senza troppi problemi.
Colpa delle banche? Dei siti di e-commerce? Del fornitore della linea dati?
Hermes
Temo che sia un espediente poco sicuro a meno di figli particolarmente
Il kindle ha il controllo genitori integrato, permette di mettere una password e scegliere cosa bloccare (browser, installazione di app, attivazione wifi, ecc.)
Io sono più per le soluzioni analogiche: spezzo le ditine!
Proprio perché non sa leggere non dovrebbe cliccare a caso, per ora quando si aprono finestre che non capiscono chiamano e chiedono.
Oppure premono "freccina indietro".
Bisogna dire che non vengono mai abbandonate con il tablet in mano chissà dove, lo usano sempre quando ci siamo anche noi nei paraggi.
-carta di credito;
-PayPal;
-carte prepagate per Android Google Play;
-Direct Carrier Billing, ossia fatturazione dell`acquisto sull`abbonamento del provider telefonico oppure fatturazione sulla carica prepaid (possibile solo con pochi provider).
Per poterlo fare devono essere non così piccoli e devono avere anche in mano le passwords/login per farlo e/o i soldi addirittura e questo perché li hanno ottenuti dai genitori e molto probabilmente la maggior parte di questi bambini possiede uno smartphone che glielo hanno regalato i genitori stessi. Perciò generalmente secondo me il problema non esiste.
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