Epic Games, l'affronto ad Apple viene da lontano: Project Liberty è una sfida al sistema
Si torna a discutere del "Caso Fortnite", ovvero della battaglia legale che coinvolge Epic Games e Apple. Come dichiarato da Tim Sweeney, CEO di Epic, lo sviluppatore è pronto ad affrontare il colosso informatico per ottenere la "libertà" delle piattaforme software.
di Pasquale Fusco pubblicata il 11 Febbraio 2021, alle 17:41 nel canale VideogamesEpicAppleFortnite
28 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoQuando compri il telefono i servizi li paghi al momento dell'acquisto; non mi risulta che a seconda delle App proprietarie di Apple che vuoi nel dispositivo puoi scegliere il "pacchetto" che vuoi e spendere cifre diverse di volta in volta. E comunque parli di inesattezze quando sei il primo a propinarle: il 30% di Apple non è a carico di chi compra l'iPhone, ma dell'azienda che mette sullo store l'App. Così alla stessa maniera del Play Store.
Poi se vogliamo, l'azienda che vende la App potrebbe rincarare il prezzo che aveva in mente per "azzerare" il minor introito dovendo dare il 30% ad Apple, ma in quel caso IO UTENTE darei la colpa ad Apple... alla stessa maniera, per fare un esempio, dell'equo compenso della SIAE.
Ma immagino che la Apple sia brava e buona, mentre per la SIAE vi scagliate con forza.
Quanto al sistema chiuso, continuate a girare intorno al problema: puoi farlo chiuso quanto vuoi, ma nel momento in cui assumi POSIZIONE DOMINANTE nel mercato (e ripeto: sarà il giudice a stabilirlo) tu NON PUOI attuare pratiche di un certo tipo, perchè devi poter dare EQUE E PARI OPPORTUNITA' a chiunque agisca nello specifico mercato.
Che invece è esattamente quello che Apple non fa costringendoti a passare per il suo Store.
Ma come non installi nessuna app, spotify, netflix non hanno le loro app come gli altri?
No non è un'inesattezza Apple prende il 30% dell'importo pagato poi sta allo sviluppatore decidere se compensare aumentando il prezzo (e quindi ricadere sull'utente) o meno.
In caso di posizione dominante sicuramente l'antitrust potrebbe prendere dei provvedimenti, ma Apple non è assolutamente in posizione dominante (Windows aveva più del 90% dei sistemi desktop, Apple non arriva al 30%) seconda cosa non puoi sapere cosa farebbe l'antitrust, magari consentirebbe a player alternativi tipo Google di aprire uno store parallelo, non è detto che farebbe installare le app liberamente.
L'antitrust è a favore della concorrenza non della libertà
Se devi pagare per avere una funzionalita' in piu' (es. sbloccare livelli in un gioco o filtri in una fotocamera) DEVI passare dall'app store e quindi devi pagare il 30%, non puoi farlo esternamente.
Esternamente puoi solamente pagare l'abbonamento al servizio, come fa Netflix che ti reindirizza al loro sito, mentre se lo fai in-app DEVI ancora una volta pagare il 30$.
E nessuno sta criticando i prezzi per pubblicare sull'App store, si sta criticando il fatto che NON esiste un modo alternativo di installare le app come succede negli altri sistemi, anche a rischio dell'utente, ed e' questo anticoncorrenziale.
Sì i costi li conosco, in generale dicevo che per aggirare il problema si può cambiare modello di business.
La questione però è sulla parola "anticoncorrenziale" verso chi Apple si comporterebbe in maniera anticoncorrenziale?
Verso Google sicuramente no perchè è Android in posizione dominante tipo 71% a 27% (in teoria è Google che se abbassasse le sue percentuali rischierebbe di essere accusata di essere anticoncorrenziale).
Verso gli sviluppatori neanche, può essere considerata una politica ingiusta, ma non limita la concorrenza sia tu che il tuo concorrente avete le stesse condizioni.
Secondo il vostro parere Anche il Playstore, Xbox store e Nintendo store dovrebbero essere bypassabili e farti installare quello che vuoi perchè limitano la concorrenza? Cosa cambia, che lo fanno tutti?
Non dovrebbero poterlo fare neanche lì visto che sul PC c'è libertà
Ma per favore...
Sul pc tutti a cliccare sui banner "hai vinto un iPhone" e poi su iPhone tutti a lodare il fatto che le app sono controllate.Certo, non avere virus è bello, ma a che prezzo? E non è solo una questione di virus perché nei termini non c'è solo quello. È una limitazione delle libertà e basta, se non voglio virus installo un antivirus come abbiamo sempre fatto da 30 anni a questa parte.
Mi sembra una scusa un po' poco valida per limitare la libertà delle persone fino a quel punto. E ripeto, la questione dei virus è marginale, i termini di servizio sono molto lunghi.
E comunque il fatto che su quella piattaforma non ci sia altro modo di installare le app rende il pagamento della percentuale obbligatorio, quindi è anti concorrenziale
Falso.
In primis bisognerebbe vedere le quote di mercato, e quindi se Apple sia o meno in posizione dominante.
Secondo, e non meno importante, bisognerebbe vedere se, a fronte di uno status di posizione dominante, sia dimostrabile un ABUSO (di tale posizione).
E qui casca l'asino: Apple ha la STESSA politica (anzi, di recente l'ha pure ammorbidita) politica fin da quando il suo store è nato e, quindi, aveva zero applicazioni all'attivo e quote di mercato a dir poco ridicole (visto che aveva iniziato da poco).
Dunque NON è configurabile alcun abuso. Con buona pace di Epic e chi vorrebbe limitare la libertà di impresa ad Apple soltanto ADESSO che è riuscita a conquistare notevoli quote di mercato "semplicemente" perché ha saputo fare molto bene...
Uno dei principali punti di forza del business di Apple è sempre stato quello di integrare nei suoi prodotti quelle che ritiene essere le scelte migliori sia sul piano dell’hardware che del software, in base a valutazioni che in parte evita all’utente finale. È in qualche modo legato, secondo Ball, alla pretesa di Apple di saperla più lunga dei clienti, della comunità di sviluppatori e del mercato in generale sia in ambito di tecnologie da usare che in materia di sicurezza, privacy e protezione dei dati.
Questo ha portato a una rigida restrizione del mercato disponibile sui suoi dispositivi, declinata secondo limitazioni di tre tipi. C’è una limitazione nella distribuzione delle applicazioni: non possono essere scaricate al di fuori dello store di Apple (App Store). C’è poi una limitazione nell’approvazione delle applicazioni, subordinata alla conformità rispetto a un lungo elenco di requisiti stabiliti dall’azienda. E c’è infine una limitazione nelle possibilità di guadagno economico, che devono rientrare nel sistema di fatturazione interno all’App Store: e per ogni acquisto o abbonamento fatto sull’app, Apple trattiene una commissione fino al 30 per cento.
Non c’è una ragione «tecnica» che renda inscindibili queste tre limitazioni, spiega Ball. La possibilità per uno sviluppatore di utilizzare un certo driver di un sistema operativo (iOS è quello di Apple per i dispositivi mobili) non c’entra con la sua possibilità di poter poi distribuire un’applicazione né con quella di poter addebitare dei costi. Nel caso di Apple non c’è alternativa: ciascuna condizione implica le altre due. Questa integrazione è anche una delle ragioni del successo dell’azienda, perché ha permesso tra le altre cose di offrire un’esperienza d’uso dei dispositivi mobili omogenea, migliore e più coinvolgente anche per i meno esperti. Ma è un successo economico senza precedenti e, per le sue stesse dimensioni, problematico: iPhone occupa una quota di mercato del 66 per cento negli Stati Uniti e del 25 per cento circa in tutto il mondo.
Potrei postare questo messaggio in metà dei topic dove si parla di iPhone
No non è un'inesattezza Apple prende il 30% dell'importo pagato poi sta allo sviluppatore decidere se compensare aumentando il prezzo (e quindi ricadere sull'utente) o meno.
In caso di posizione dominante sicuramente l'antitrust potrebbe prendere dei provvedimenti, ma Apple non è assolutamente in posizione dominante (Windows aveva più del 90% dei sistemi desktop, Apple non arriva al 30%) seconda cosa non puoi sapere cosa farebbe l'antitrust, magari consentirebbe a player alternativi tipo Google di aprire uno store parallelo, non è detto che farebbe installare le app liberamente.
L'antitrust è a favore della concorrenza non della libertà
Per "posizione dominante" non si intende che debba per forza avere il 50%+1 del mercato, ma tale da influenzarlo in maniera piuttosto estesa. Tant'è che si profila come tale anche avendo quote intorno al 40%.
Citi Android, ma "guarda caso" su Android non ho la limitazione di installazione di App che ho su iPhone. Ora su, facciamo il solito discorso circolare che su Apple il sistema è sicuro e non ti becchi malware, e così via in un circolo vizioso infinito.
In primis bisognerebbe vedere le quote di mercato, e quindi se Apple sia o meno in posizione dominante.
Secondo, e non meno importante, bisognerebbe vedere se, a fronte di uno status di posizione dominante, sia dimostrabile un ABUSO (di tale posizione).
E qui casca l'asino: Apple ha la STESSA politica (anzi, di recente l'ha pure ammorbidita) politica fin da quando il suo store è nato e, quindi, aveva zero applicazioni all'attivo e quote di mercato a dir poco ridicole (visto che aveva iniziato da poco).
Dunque NON è configurabile alcun abuso. Con buona pace di Epic e chi vorrebbe limitare la libertà di impresa ad Apple soltanto ADESSO che è riuscita a conquistare notevoli quote di mercato "semplicemente" perché ha saputo fare molto bene...
Le "limitazioni imposte" (chiamiamole così a chi ha posizione dominante valgono quando la ottieni tale posizione. Le limitazioni all'installazione di App su un iPhone sono possibili fintanto possiedi quote marginali di mercato, altrimenti non avrebbe neanche senso parlare di abuso di posizione dominante.
Semmai si dovrebbero porre dei paletti più evidenti tali per cui quando raggiungi tale situazione devi avere la possibilità temporale di modificare i tuoi servizi al fine di non incorrere in sanzioni.
Ma resta il fatto che le scelte fatte 10 anni fa erano lecite con la situazione di allora. Adesso la situazione è del tutto diversa, non si possono applicare gli stessi criteri di un tempo... o per lo meno non avrebbe alcun senso (alla fine decide il giudice).
Altrimenti potrei dirti che quando Windows è uscito sul mercato aveva una quota minima sul mercato, ma comunque ti proponeva già allora il suo browser di default senza suggerirti di usarne un altro. Eppure dopo alcuni anni Microsoft venne multata dalla Commissione Europea (per una situazione molto più border line).
Per le percentuali ripeto: è negli USA che sicuramente Apple ha posizione dominante, nel resto del mondo la cosa è discutibile al momento.
Il discorso NON è di sicurezza. E tralascio il fatto che ad Apple non interessa un fico secco della sicurezza sulla questione, sebbene la sbandieri come giustificazione... perchè ad Apple interessa avere quel 30% di introiti, altro che la sicurezza.
Il discorso è che partecipando al mercato, io produttore software di App per smartphone devo poter avere la libertà di poter vendere i miei prodotti, ovviamente nel rispetto delle leggi vigenti negli stati in cui opero.
Apple a me IMPEDISCE di far installare le mie App sugli iPhone se non passo dal suo store, quindi limitando tale libertà.
E se questo determina il non poter compenetrare fino alla metà del potenziale mercato (in USA circa la metà di smartphone sono iPhone, in altre zone del mondo mediamente il 25-30%) allora è un abuso di posizione dominante.
Ricordo che per un caso dissimile ma molto meno grave la Microsoft si è beccata una multa salatissima dalla Commissione Europea... e in quel caso si trattava semplicemente di un browser installato di default senza alcun impedimento da parte dell'utente di installarne un altro o di un'azienda di commercializzarlo su Windows come meglio credeva.
Era solo installato di default e non diceva: ehi, guarda che ce ne sono altri.
In caso di posizione dominante tu la possibilità di fare come voglio me la devi dare. Poi sarà scelta del produttore software se inserire la sua App sullo store Apple (cosa che avrebbe comunque i suoi vantaggi, primo di tutti la compenetrazione nel mercato), su quello di qualcun'altro o su nessuno di essi. Così come è una scelta del possessore dell'iPhone scegliere da dove ottenere le App che vuole, con tutti gli eventuali rischi del caso.
E di sicuro, lato utente, voglio essere IO a scegliere cosa fare, non Apple in mia vece.
Tra l'altro: come Google, anche Apple elimina e/o impedisce l'accesso alle App che possono avere problemi (di qualunque tipo); che poi Apple sia più furba e rimanga abbottonata sulla questione è un altro paio di maniche. Riguardo alla necessità di dove inserire le App gratuite (e non capisco perchè ti sei messo a parlare solo di quelle) fai di tutta un'erba un fascio che non ha senso, ogni produttore di App ha le sue esigenze e obiettivi (oltre che spese da sostenere). Il fatto che store alternativi possono non essere sicuri non centra (lo ripeto, forse questa volta guarderemo alla Luna) NULLA col discorso in essere.
E tutto questo è a prescindere da Epic, che per quanto mi riguarda può sprofondare.
Prima di tutto perché ad Apple non dovrebbe importare della sicurezza? Se per caso permettessero la pubblicazione di app con scopi malevoli verso l'utente finale, chi pensi che ne risentirebbe? Sicuramente Apple, che verrà vista con un altro occhio, per cui ne risentirebbero anche le vendite dei loro prodotti a cui è direttamente collegato il sistema operativo.Molte persone acquistano l'iPhone considerando parecchio questo aspetto, specie se di tanto in tanto escono notizie dove addirittura Apple nega l'accesso ai dispositivi in mano a FBI e simili (che poi ci siano altre aziende che riescono ad accedervi tramite tool particolari è un altro conto), quindi c'è la percezione che i propri dati siano al sicuro più che su altri sistemi operativi e di certo se permettessero l'apertura di nuovi store dove non ci sarebbe più un controllo diretto di Apple, tutto ciò si svaluterebbe.
Capisco la questione etica della libertà lato utente, ma non capisco perché tutta questa voglia matta di uno store alternativo, per fare cosa? per trovare le app di quelli che non vogliono pagare le tasse ad Apple che gli sta mettendo a disposizione un sistema operativo e un pubblico enorme di persone? Le uniche app che non possono essere pubblicate sullo store sono quelle che non rispettano determinati contenuti (es: app di emulatori, app di file sharing p2p, pornografia, ecc), tutte le altre, per scopi leciti possono essere tranquillamente pubblicate, nessuno lo vieta, inoltre alla maggior parte degli utenti interessa trovare le app che cercano, non come trovarle.Discorso diverso per i furbetti che vogliono tutto gratis.
Sì, esatto. A meno che non porti a una situazione di monopolio.
Semmai si dovrebbero porre dei paletti più evidenti tali per cui quando raggiungi tale situazione devi avere la possibilità temporale di modificare i tuoi servizi al fine di non incorrere in sanzioni.
Il nocciolo della questione è proprio questo: perché si dovrebbero modificare i servizi che hanno funzionato bene e ti hanno portato in quella posizione, soltanto perché è scattato un numerino?
Sei partito da zero, hai investito capitali enormi, hai fatto tutto bene, hai acquisito una notevole posizione frutto del tuo lavoro (che nessuno fino ad allora aveva contestato), a un certo momento arriva UN utente che compra il tuo prodotto, fa scattare un numerino e.. ti ritrovi automaticamente a essere identificato come un criminale?
Io questa "logica" non la riesco ad accettare, mi spiace. Non si può essere in regola o criminali in base a una quantità, che peraltro viene determinata esternamente in modo aleatorio (dai consumatori che comprano o meno qualcosa).
Veramente la situazione non è affatto cambiata, se non in positivo: Apple ha pure allentato le restrizioni del suo store (prima non era possibile usare linguaggi "di scripting" per le app), e ridotto le richieste per milioni di piccoli sviluppatori.
Poi è chiaro che debba decidere un giudice, ma per me è una questione di principio (sono contro leggi che funzioni in quel modo, come ho chiarito prima).
No, Windows ha avuto un enorme successo nel 1990, con Windows 3, e non esisteva alcun browser su quella piattaforma.
IE è stato integrato in una successiva versione di Windows '95, se non erro.
Diciamo che la Commissione Europea ha dimostrato di essere costituita da burocrati che vivono distaccati dalla realtà.
IE è stato integrato in Windows quando internet era già esploso da un pezzo, e gli utenti avevano l'esigenza di navigare sui siti web, per l'appunto.
Ed è il motivo per cui Microsoft l'ha integrato: installi Windows, hai già il browser a disposizione, e e puoi navigare immediatamente.
Cosa che peraltro hanno fatto anche altri produttori di s.o., ed esattamente per le stesse ragioni.
L'unica discriminante che ha portato alla multa a Microsoft è stata la sua posizione dominante nel mercato dei s.o.. Il che è semplicemente ridicolo, proprio perché Microsoft ha soltanto risposto a una comune esigenza dei propri clienti, esattamente come hanno fatto gli altri.
Se la commissione avesse voluto dare la possibilità a tutti gli sviluppatori di browser di poter competere nel mercato, allora avrebbe dovuto imporre a tutti i produttori di s.o.. di non fornire un browser in bundle. Questo sarebbe stato un principio più giusto (ma che continuo a non condividere per quanto detto sopra: le esigenze dei clienti/consumatori dovrebbero essere di primaria importanza quando si sviluppa un prodotto).
Per me rimane indifferente, per quanto detto sopra.
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