Dante VR: la Divina Commedia rivive in realtà virtuale
Dalla collaborazione fra la start up italiana Beyond the Gate e il Collegio San Carlo nasce il gioco educational Dante VR - La Porta dell’Inferno
di Rosario Grasso pubblicata il 17 Febbraio 2020, alle 11:21 nel canale VideogamesLa start up italiana Beyond the Gate ha sviluppato un progetto che unisce videogiochi ed educazione incentrato sulla Divina Commedia. Realizzato in collaborazione con il Collegio San Carlo di Milano, Dante VR - La Porta dell’Inferno è la prima esperienza immersiva in realtà virtuale,fedelmente ispirata al canto di apertura del poema dantesco, tanto da aver ricevuto il prestigioso patrocinio de La Società Dante Alighieri.
Dante VR dà l'opportunità di vivere in prima persona la Divina Commedia, impersonificando Dante stesso. L'utente si addentra man mano nel primo Canto, come fosse un luogo reale attorno a lui, affrontando le fiere, per poi ritrovare la strada che sale verso il monte, arrivando fino alla porta dell’Inferno grazie a una guida speciale, Virgilio.
La sfida è sicuramente quella di utilizzare il potenziale offerto dal digitale adattandone la complessità progettuale al contesto educativo, con l’obiettivo di valorizzare e diffondere contenuti culturali attraverso modalità nuove vicine al linguaggio dei più giovani. Dante VR - La Porta dell’Inferno è infatti solo il primo capitolo della partnership fra Beyond the Gate e il Collegio San Carlo, che proseguirà anche per i Canti del Purgatorio e del Paradiso con nuove narrazioni in realtà virtuale.
Della durata di circa 15 minuti, il gioco è stato realizzato nell’arco di sei mesi grazie a un vero e proprio lavoro di squadra che ha visto il coinvolgimento dei docenti del Collegio San Carlo e degli esperti di Beyond the Gate. Per Dante VR il team di lavoro ha potuto infatti avvalersi delle preziose indicazioni di una docente del Collegio San Carlo esperta dantista e di altre figure specializzate nel campo dell’innovazione digitale.
In questo contesto si inserisce Dante VR - La Porta dell’Inferno che, come avviene di norma nei giochi, prevede diversi livelli di fruizione: nella prima parte il percorso si snoda all’interno della selva oscura, fino alla porta dell’Inferno dove Virgilio narra alcuni canti dell’Eneide. Lungo il tragitto, il giocatore potrà anche perdersi ma sarà proprio questa l’occasione per trovare alcuni artefatti rari nascosti, piccole scoperte per appassionati pensate per arricchire l’esplorazione con alcune informazioni in più su Dante e sulla Divina Commedia. Arrivati alla porta dell’Inferno si arriva alla fine del gioco. Seguono alcune domande sul Poema dantesco e, immancabilmente, un punteggio finale calcolato sulla base del tempo impiegato per arrivare alla Porta dell’Inferno, degli oggetti trovati lungo il percorso e delle risposte alle domande conclusive.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAdesso pero' devono fare anche gli altri 99 canti.
Il film "la solita commedia" non è poi così lontano da come forse Dante intendeva la sua commedia...
La "mia" prima cantica:
Stavo facendo un'escursione nel bosco, quando a un certo punto mi resi conto che, assorto com'ero nei miei pensieri, avevo inavvertitamente lasciato il sentiero, e mi ero ritrovato nel fitto della boscaglia, senza più riuscire a capire da che parte ero venuto. E la vegetazione era così fitta che quasi non lasciava passare i raggi del sole.
Non è facile spiegare come mi sentii. Mi vennero subito in mente i racconti terrificanti di mio nonno quando, da bambino, cercava di dissuadermi dall'andare in giro da solo nel bosco vicino casa. "Pensa a quando ti svegli nel cuore della notte, comodamente sdraiato nel tuo bel lettuccioo caldo, ma è così buio che se ti passi una mano davanti agli occhi, non riesci a vederla", diceva. "E ora immagina lo stesso buio, ma nel bosco, dove ad ad ogni passo potresti mettere un piede in una buca, o su un serpente, o sul ciglio di un burrone."
Una sensazione spaventosa quasi quanto l'idea della morte, eppure in quella disavventura trovai anche qualcosa di buono, come andrò a raccontare in queste note.
Non avendo idea della direzione da cui ero venuto, feci ancora qualche passo in direzione di dove il bosco sembrava un po' diradarsi, perchè intravedevo un po' di luce tra gli alberi; arrivai così ai piedi di una collina; la luce dell'alba già ne illuminava ampiamente la cima, il che mi tranquillizzò un po', specie quando mi voltai indietro e vidi quanto era fitto e buio il bosco da cui ero appena uscito!
Dopo essermi riposato qualche minuto, iniziai a risalire la collina, nella speranza di riuscire ad orientarmi meglio una volta arrivato in cima. Ma quasi subito ecco comparire una strana bestia dal pelo maculato, molto magra, qunindi presumibilmente molto affamata, e che non accennava affato ad allontanarsi impaurita, ma al contrario sembrava del tutto intenzionata a sbarrarmi la strada. Quindi dovevo scegliere se scappare a rifugiarmi nel bosco da cui ero appena uscito, o affrontare quell'animale per arrivare in vetta alla collina.
L'ottimismo che il sole nascente mi aveva infuso stava presto lasciando il posto alla paura indotta dalla bestia, che oltretutto iniziò ad avvicinarsi con fare minaccioso.
Come se non bastasse, a quel punto comparve anche un lupo, anch'esso magro e visibilmente affmato, e cominciai a dubitare che sarei mai riuscito a raggiungere la cima della collina: il temibile bosco si faceva ora sempre più attraente; mi incamminai in quella direzione, quando mi sembrò di intravedere una persona al limitare degli alberi, così confusa nella penombra da sembrare un fantasma. Quindi ora potevo scegliere se perdermi nel bosco, farmi sbranare o chiedere aiuto a un fantasma...
"Ehi, chiunque tu sia, npuoi aiutarmi? cioè... se sei una persona... o anche no..."
"In effetti no", rispose quello. "Una volta lo ero, però. 'Una volta', nel senso 'ai tempi di giulio cesare, dell'imperatore augusto e dei pagani'. Ero un poeta, e scrissi di Enea in fuga da Troia. Ma tu, piuttosto, perchè vai verso il bosco? Non è un posto molto raccomandabile, è talmente fitto che persino gli animali della zona ci si perdono, o lo evitano."
"Cioè tu saresti... Virgilio? 'Quel' Virgilio, quello dell'Eneide?", chiesi perplesso. Forse avevo capito male... ma visto come sembrava conoscere bene quel bosco, doveva essere del posto, quindi probabilmente poteva anche tirarmi fuori di lì. "Senti", gli dissi allora, "perchè non mi spieghi meglio questa cosa, mentre ce ne andiao da qui?", gli dissi quasi piangendo, osservando con la coda dell'occhio quelle due bestie che si avvicinavano.
"In realtà, se vuoi uscire da qui, dovrai fare un bel viaggio", mi disse con mia grande sorpresa, "perchè non c'è verso di evitare quelle bestie, se non aspettare che arrivi un bel cane da caccia bene addestrato che le metta in fuga".
"E.... quindi, che si fa?", chiesi perplesso.
"Vieni con me. L'unico modo per uscire di qui è passare per l'oltretomba".
"L'oltretomba", ripetei piattamente.
"Ti farò io da guida, non ti preoccupare. Vedrai le anime dei dannati, sentirai le loro grida disperate, sentirai gente invocare la morte, ma vedrai anche gente contenta di soffrire: sono quelli che stanno nel Purgatorio, che sanno che più soffrono, più si avvicinano alla salvezza. Gli altri, invece, quelli dell'Inferno, per quanto possano patire e soffrire, non si salveranno mai. Se poi vorrai salire ancora più su, fino al Paradiso, non ti potrò però accompagnare io, perchè il proprietario, Dio, non mi vede di buon occhio, visto che non ho mai seguito le sue leggi."
"Guarda", gli dissi allora, "qualunque cosa pur di andare via da qui. Fammi vedere i dannati, portami fino alle porte del Paradiso... basta che ce ne andiamo!"
Allora si incamminò, e io gli tenni dietro.
Adesso pero' devono fare anche gli altri 99 canti.
Splendida idea.
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