Carriera nel mondo dei videogiochi con AIV
L'Accademia Italiana Videogiochi è una delle poche realtà italiane che mirano alla creazione di figure professionali all'interno del panorama videoludico.
di Rosario Grasso pubblicata il 08 Luglio 2006, alle 08:46 nel canale Videogames
71 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIo l'anno scorso dovevo decidere se continuare gli studi all'università e sono andato pure a visitarla.L'impressione non è stata brutta, prezzo a parte, ma la cosa che mi ha fatto desistere è il fatto che non sono previste credenziali di accesso.
Volgio dire, io laureato mi sarei potuto trovare con uno che ha appena finito il 5° superiore o con uno di 50 anni che improvvisamente ha deciso di cambiare lavoro.
Per il resto è da lodare l'inziativa, unica nel territorio italiano!
In Italia le lauree tecniche di questo tipo sono delle baggianate! A bologna insegnano (a informatica pura, non ingegneria) solo vaccate da 3^ superiore ITIS!!!
Chi si iscrive a questo corso è motivato e appassionato... non serve altro per cominciare ad imparare a far videogiochi.
Programmazione aiuta... ma si può aver imparato da soli senza alcun certificato... e molti di questi soggetti son più bravi di quelli che sanno programmare "scolasticamente".
Un VG prima si progetta(ideazione e scrittura...da parte di persone in grado...nn i soliti programmatori tuttofare), POI si disegna(idem come prima), POI si programma e tutti insieme si sviluppa. Da noi succede perfettamente il contrario...e i risultati sono assolutamente deludenti soprattutto dal punto di vista della parte progettuale senza la quale difficilmente un VG raggiunge il successo.
Prendiamo l'esempio di Ghotic e dei Pirhana Byte: gruppo di persone appassionate capaci nel proprio specifico settore e con poche risorse, idea interessante, game design ottimo, programmazione votata alla funzionalità e alla godibilità di gioco più che all'estetica...risultato eccellente.
C'è poco da fare un buon progetto si può permettere disinvoltamente un impatto estetico medioso, un progetto inesistente o punta tutto sulla tecnica o nn avrà neanche l'appoggio degli abbagliati cultori dell'unto.
Alla fine quindi ok, una scuola di VG, ma solo per la parte tecnica del progetto...e il resto??
cmq è un inizio.
In Italia le lauree tecniche di questo tipo sono delle baggianate! A bologna insegnano (a informatica pura, non ingegneria) solo vaccate da 3^ superiore ITIS!!!
E pensa che ingegneria informatica è pure peggio (sempre parlando di Bologna).
In Italia le lauree tecniche di questo tipo sono delle baggianate! A bologna insegnano (a informatica pura, non ingegneria) solo vaccate da 3^ superiore ITIS!!!
Chi si iscrive a questo corso è motivato e appassionato... non serve altro per cominciare ad imparare a far videogiochi.
Programmazione aiuta... ma si può aver imparato da soli senza alcun certificato... e molti di questi soggetti son più bravi di quelli che sanno programmare "scolasticamente".
Anche se a informatica a bologna ti spiegano vaccate che hai sentito al 3° superiore ITIS, non significa che quelle vaccate non siano importanti. C'è chi il 3° superiore ITIS non l'ha fatto, e quelle cose le deve sapere, e poi certamente il modo e i dettagli non sono certo da scuola superiore.
Se poi trovi una scuola superiore che ti insegna a calcolare la complessità di un algoritmo o a produrre codice di programmazione dinamica, oppure ti spiega come si affronta un progetto software di un certo peso per un'azienda, e tante altre vaccate su sistemi operativi, reti, linguaggi, ... allora direi che l'università non serve
io sono un ex studente AIV dell'anno 2004/2005 (posso dimostrarlo con tanto di attestato) che si è fermato dopo i primi 4 mesi. Tutto okie per la prima parte del corso ma poi, quando le cose hanno cominciato a farsi serie (pianificazione delle attività mirate alla sviluppo di videogiochi, seminari di Design praticamente "inesistenti", sviluppo vero e proprio del gioco) tutto ha cominciato a venire alla luce: chiacchierano molto e fanno poco. Il Sig. De Dominicis parla molto, si entusiamsma, ma poi combina quasi nulla. Lo sconsiglio vivamente: è una cosa fatta tutta all'italiana (in tutti i sensi). Sono simpatici, c'è gente che è molto brava, ma la gestione è fatta per prendere soldi e sovvenzioni e non per tirare fuori professionisti seri (vedi l'assenza di test d'accesso). Chiedete dove sta il gioco sviluppato dai miei ex compagni...io non sono riuscito a saperne nulla. Ciao
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