Activision Blizzard, caso molestie: più di 1.500 dipendenti protestano contro i dirigenti
A pochi giorni dalla denuncia elaborata dal DFEH, Activision Blizzard viene attaccata dai suoi stessi dipendenti in una lettera di protesta. Sono più di 1.500 gli ex e attuali impiegati dell'azienda che condannano il comportamento dei leader del publisher californiano.
di Pasquale Fusco pubblicata il 27 Luglio 2021, alle 11:41 nel canale VideogamesActivisionBlizzard
Hanno avuto molta risonanza le recenti accuse mosse contro Activision Blizzard. Il colosso americano, ricordiamo, è stato denunciato dal California Department of Fair Employment and Housing (DFEH) per molestie e abusi nei confronti delle sue lavoratrici, prese di mira dai colleghi di sesso maschile e da alcuni superiori. Episodi raccapriccianti quelli descritti dai testimoni, che includono ex e attuali dipendenti della compagnia videoludica.
Activision Blizzard ha negato tutte le accuse: a detta della società, quella del DFEH è una "visione distorta" dei fatti. La risposta dei dirigenti ha innescato un'ulteriore ondata di polemiche all'interno dell'azienda, spingendo centinaia di dipendenti a protestare.
Activision Blizzard nell'occhio del ciclone: la rivolta dei dipendenti
Nelle ore successive alla denuncia del DFEH, i leader di Activision Blizzard hanno avuto le reazioni più disparate: il presidente J. Allen Brack, coinvolto in prima persona, ha dichiarato che le accuse sono "estremamente preoccupati" e ha promesso di incontrare i dipendenti per discutere della questione; la responsabile di conformità Frances F. Townsend ha invece definito la causa "infondata" in una lettera di richiamo inviata all'intero staff dell'azienda.
Il rimprovero della Townsend è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I dipendenti di Activision Blizzard si sono riuniti per firmare una lettera di protesta: dopo le prime 800 firme, la lettera conta ora più di 1.500 adesioni, da parte di ex e attuali impiegati della compagnia.
Dopo aver preso le distanze dai suddetti commenti, i dipendenti si sono rivolti ai leader dell'azienda con le seguenti parole: "Noi sottoscritti concordiamo che le dichiarazioni di Activision Blizzard e del loro consulente legale in merito alla causa DFEH, nonché la successiva comunicazione interna di Frances Townsend, sono ripugnanti e offensive per tutto ciò che crediamo che la nostra azienda dovrebbe rappresentare".
La lettera prosegue: "Riteniamo che queste dichiarazioni abbiano danneggiato la nostra continua ricerca di uguaglianza all'interno e all'esterno del nostro settore. Classificare le affermazioni che sono state fatte come 'distorte, e in molti casi false' crea un'atmosfera aziendale che non crede alle vittime". I dipendenti condannano la condotta dell'azienda e, in particolare, l'incapacità dei dirigenti di promuovere un ambiente sicuro per i suoi lavoratori.
Le parole di Frances Townsend sono state definite "inaccettabili", oltre che nocive nei confronti delle vittime di molestie. "Chiediamo a Frances Townsend di mantenere la sua parola di dimettersi da sponsor esecutivo dell'ABK Employee Women's Network a causa della natura dannosa della sua dichiarazione", si legge in un altro estratto della lettera. Gli impiegati di Activision Blizzard hanno infine richiesto la piena collaborazione dei dirigenti, con l'obiettivo di garantire "un posto sicuro" dove poter parlare apertamente di cattiva condotta.
Poco prima della diffusione della lettera, il direttore operativo di Activision Joshua Taub ha tenuto una controversa riunione con 500 membri dello staff in cui, come riporta UppercutCrit, ha incoraggiato i dipendenti a lasciare che la gestione di questi problemi rimanesse interna. Stando al medesimo report, Activision Blizzard si sta preparando alla battaglia in tribunale. L'azienda non ha ancora fornito dichiarazioni in merito alla lettera di protesta.
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6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infola reazione delle aziende IT a sti casini: no more women.
L'eterna lotta tra Activision, EA, Ubisoft e SE su chi sia la peggiore ha un nuovo caso di studio.
A quanto pare a quest'ultime non basta eccellere nella produzione di videogiochi di merda, nello sfruttamento senza scrupoli dei propri utenti e nella distruzione continua di intere saghe videoludiche...
Non vedo l'ora di vedere il prossimo capitolo di questa entusiasmante competizione!
Parole Sante!
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