Kingdom Come: Deliverance 2 è il modo migliore per vivere il Medioevo

Kingdom Come: Deliverance 2 è il modo migliore per vivere il Medioevo

Kingdom Come: Deliverance 2 porta i giocatori nel cuore della Boemia del XV secolo. Il livello di realismo, la complessità delle meccaniche e l'attenzione ai dettagli rendono questo titolo un viaggio senza filtri nella brutalità e nella bellezza del Medioevo. Un vero e proprio simulatore di sfortune che spinge a riconsiderare la comodità della vita moderna

di pubblicato il nel canale Videogames
Plaion
 

Vivere nel Medioevo non è mai stato così autentico: Kingdom Come: Deliverance 2 non si limita a raccontare un'epoca, ma la fa sperimentare in prima persona con una fedeltà impressionante. Ogni elemento, dalle condizioni di vita all'economia, dalle interazioni sociali alle battaglie, è progettato per immergere completamente il giocatore in un mondo spietato e affascinante.

E conferma come i videogiochi siano lo strumento migliore per far rivivere un'epoca passata e per coinvolgere massimamente nei fatti e nelle storie che raccontano. Questo titolo, sviluppato dalla software house della Repubblica Ceca Warhorse Studios, conferma quanto ci aveva fatto vedere il predecessore, migliorandone gli aspetti tecnici, e immergendo nella realtà simulata in maniera così efficace che lo si può considerare più un simulatore di vita che un semplice videogioco.

Un Medioevo senza compromessi

L'aspetto più sorprendente di Kingdom Come: Deliverance 2 è la sua capacità di trasportare il giocatore nella quotidianità medievale senza edulcorazioni. Ogni scelta ha conseguenze tangibili e nulla viene regalato. La fame è un problema costante, il denaro è sempre insufficiente e la minima disattenzione può portare alla rovina. La Boemia del XV secolo non è un luogo che accoglie a braccia aperte: per sopravvivere occorre adattarsi, apprendere nuove competenze e accettare che la sfortuna è parte integrante dell'esperienza.

Il giocatore è chiamato a esplorare luoghi tipici del Medioevo, dalle più umili capanne disperse nei boschi ai castelli più sfarzosi, sempre con un livello di realismo e di dettaglio grafico elevatissimo. La sensazione di essere proprio lì è ai massimi livelli, mentre bisogna procurarsi cibo, medicine e armi per poter sopravvivere alla guerra in corso.

Il gioco porta avanti la storia di Henry, un giovane fabbro coinvolto in intrighi politici e nel conflitto bellico in corso in Boemia. La narrazione è uno dei punti di forza del gioco, e si basa sull'intreccio tra scelte morali e battaglie epiche. Parliamo di una trama coinvolgente e ben scritta, che offre momenti di azione e riflessione e si sofferma su diversi dettagli storici, dalle architetture degli edifici alle dinamiche sociali.

Ci troviamo nel tardo Medioevo, precisamente nel 1403, all’interno del Regno di Boemia, che all’epoca faceva parte del Sacro Romano Impero. Il conflitto principale ruota attorno alla lotta di potere tra Venceslao IV di Lussemburgo e suo fratello Sigismondo di Lussemburgo, due eredi della dinastia che governava l’Impero.

Venceslao IV era Re di Boemia dal 1378 e, inizialmente, anche Re dei Romani (cioè il titolo dato all'erede dell'Imperatore del Sacro Romano Impero). Il suo regno, però, fu caratterizzato da inefficienza, debolezza politica e lotte con la nobiltà e il clero. Non era considerato un sovrano forte e molti principi tedeschi lo vedevano come inadatto a governare.

Nel 1400, i principi elettori lo deposero come Re dei Romani e, pochi anni dopo, Sigismondo iniziò a muoversi per prendere il controllo della Boemia. Sigismondo, fratello di Venceslao, era un leader molto più attivo e ambizioso. Nel 1401 fece prigioniero Venceslao, ma quest'ultimo riuscì a fuggire. Nel 1403 Sigismondo organizzò un'invasione della Boemia con un esercito di mercenari cumani (guerrieri nomadi di origine ungherese) e soldati tedeschi. Il suo obiettivo era prendere il controllo del regno e neutralizzare il fratello.

Sigismondo giustificò l'invasione sostenendo che la Boemia fosse nel caos sotto il governo di Venceslao e che fosse suo dovere riportare l’ordine. Tuttavia, molti nobili boemi rimasero fedeli a Venceslao e si opposero all’occupazione.

Nel gioco, questo conflitto fa da sfondo agli eventi principali. Il protagonista si trova coinvolto nella guerra tra le due fazioni: da un lato ci sono i sostenitori di Venceslao, che vedono Sigismondo come un usurpatore e combattono per difendere il loro re legittimo. Dall’altro ci sono le forze di Sigismondo, composte da mercenari feroci e sostenute dal Sacro Romano Impero e dal Regno d’Ungheria.

Il mondo di gioco riflette il caos dell’epoca: città assediate, castelli occupati, villaggi devastati dai saccheggi dei mercenari, e una popolazione divisa tra lealisti e invasori sono solamente alcuni dei luoghi che il giocatore si troverà a esplorare durante l'avventura.

Storicamente, Sigismondo non riuscì a consolidare il suo dominio sulla Boemia subito. Dopo l’invasione del 1403, il conflitto si trascinò per anni e si intrecciò con le Guerre Hussite (una serie di guerre religiose che scoppiarono più tardi). Alla fine, Sigismondo divenne imperatore del Sacro Romano Impero solo nel 1433, ma il suo controllo sulla Boemia rimase instabile fino alla sua morte nel 1437.

La storia di Kingdom Come: Deliverance 2 sfrutta questa lotta fratricida per creare un’ambientazione storicamente accurata e realistica. Il giocatore si trova in mezzo alla guerra civile: Henry è il figlio di un fabbro del villaggio di Skalitz, che viene devastato durante l'invasione di Sigismondo nel 1403, durante la quale il protagonista perde entrambi i genitori. All’inizio della storia, Henry non ha una posizione politica chiara: il suo obiettivo principale è sopravvivere e vendicare la distruzione del suo villaggio. Tuttavia, nel corso del gioco, si ritrova al servizio di Lord Hanush di Leipa, un nobile fedele a Venceslao IV e oppositore di Sigismondo.

Quindi, Henry si schiera con i lealisti di Venceslao, combattendo contro gli invasori e i mercenari al soldo di Sigismondo. Al di là di questo, però, come nel primo gioco la narrazione lascia spazio a scelte personali: può, infatti, comportarsi da fedele servitore di Hanush e combattere per la causa di Venceslao; può adottare un approccio più opportunista e pensare alla propria sopravvivenza; e può anche fare scelte morali che influenzano il suo ruolo nel conflitto.

Anche se la trama principale lo porta inevitabilmente a contrastare Sigismondo, le scelte del giocatore possono determinare il modo in cui Henry affronta il conflitto, le alleanze che stringe e il suo destino all’interno della guerra. Nella parte iniziale di Kingdom Come: Deliverance 2, Henry è in missione di perlustrazione insieme all'amico Hans Capon, il quale fa anche lui parte del seguito di Hanush. Dispone delle migliori armature e delle armi più efficaci, ma quando il gruppo viene assalito da una banda di briganti tutti vengono uccisi ad eccezione di Henry e Hans, che si ritrovano senza armi.

È da qui che il giocatore dovrà ricominciare la sua progressione da zero, in termini di abilità e di equipaggiamento, come aveva fatto nel primo Kingdom Come: Deliverance. Henry e Hans hanno perso anche le loro identità e non possono dimostrare il loro lignaggio nobiliare (perlomeno quello di Capon), ma hanno un'opportunità partecipando a un matrimonio locale, per il quale devono procurare gli inviti. Solo per questa missione iniziale, Kingdom Come: Deliverance 2 richiede decine di ore.

Henry dovrà cominciare proprio dal nulla, anzi dovrà proprio mendicare per ottenere le prime monete anche per vestirsi. Le sue scelte nei dialoghi, inoltre, determineranno quanto sarà ardua la sua risalita. Questo seguito si prende i suoi tempi per raccontare tutto questo: pensate che i titoli iniziali appaiono dopo circa 2 ore di gioco e di tutorial.

Il gameplay

Rispetto al suo predecessore, questa nuova avventura introduce armi come balestre e le prime forme di armi da fuoco, oltre a migliorare il sistema di combattimento e ampliare le abilità del personaggio. Il mondo aperto offre un'esperienza immersiva, con missioni che possono essere affrontate in modi diversi, i quali influenzano le reazioni dei personaggi non giocanti e lo sviluppo del protagonista.

Il mondo intorno al giocatore è vivo e dà la sensazione di progredire anche senza l'intervento del giocatore stesso. Ad esempio, dopo aver rubato la chiave della propria casa al legittimo proprietario, dopo qualche giorno questi cambierà serratura. Anche se non ci coglie direttamente in flagrante, infatti, la gente potrebbe sospettare che l'abbiamo derubata. Se qualcuno ci sorprende a curiosare nei pressi della propria abitazione, potrebbe assicurarsi che non machi niente. Se, invece, comprometteremo la nostra reputazione per ripulirla avremo bisogno di rivolgerci a un prete o partire per un pellegrinaggio penitenziale. O, ancora, pagare per un'indulgenza in chiesa.

In Kingdom Come: Deliverance 2 bisogna anche nutrirsi e prendersi cura del proprio corpo. Per salvare, invece, occorre disporre della grappa del salvatore, oppure riposarsi in un letto o raggiungere un momento saliente della campagna. Questa decisione è stata presa dagli sviluppatori per evitare il salvataggio e il caricamento aggressivo, il che può rendere parecchio difficoltosi alcuni punti e costringere a ripetere porzioni lunghe di gioco.

Meccaniche profonde e punitive

L'approccio al gameplay premia la pazienza e la dedizione. Il sistema di combattimento, basato su colpi precisi e gestione della resistenza, richiede pratica e concentrazione. Le abilità del protagonista non migliorano magicamente: ogni progresso avviene attraverso l'uso e l'apprendimento sul campo. Persino cucinare o rubare non sono azioni immediate, ma processi che vanno affinati nel tempo. Migliorare le abilità, come nel primo capitolo, è fondamentale, e per questo ci sono degli insegnanti in giro per il mondo che, in cambio di qualche Groschen (la valuta dell'epoca), sono disposti a trasmetterci degli utili consigli per acquisire nuove abilità.

Il sistema di combattimento è molto accurato, perché il giocatore deve gestire non solo la direzione lungo la quale si propagano i colpi ma anche la posizione in cui si trova l'arma quando si è a riposo, prima di sferrare il colpo. Il risultato sono dei combattimenti molto realistici ed efferati, dove il giocatore può agire anche in tanti modi strategici e causare la resa degli avversari, piuttosto che ucciderli.

Warhorse si è concentrata proprio sul concretizzare il massimo realismo possibile perché il suo principale scopo con questo titolo, così come con il suo predecessore, è proprio quello di trasmettere le sensazioni che un normale cittadino aveva nel Medioevo. E questo non solo nei combattimenti, ma anche quando affila le armi su una mola, quando si lava in una tinozza, scava una fossa con una vanga per riporvi un cadavere, prepara delle ricette mischiando liquidi ed ingredienti e facendo bollire l'infuso con il mantice, senza dimenticare di prestare attenzione a rispettare i tempi di cottura giusti attraverso una clessidra.

In Kingdom Come: Deliverance 2 potrà capitare di dover eseguire i lavori più umili, come portare dei sacchi di farina nella dispensa di una locanda senza che si bagnino o forino. Ogni cosa ha un suo prezzo, e il risparmio è sempre una strada caldamente suggerita: ad esempio, si può riparare un'arma da taglio su una mola, eseguendo una complessa operazione che richiede precisione, invece di pagare per farla riparare da un professionista o comprarne un'altra.

Nel corso del gioco, inoltre, si otterranno punti talento da usare per migliorare attributi, abilità e arte bellica. Si possono sbloccare talenti come "opportunista" e "affascinante", che aiutano nei dialoghi e nelle trattative, mentre altri talenti sono disponibili per le voci Forza, Agilità, Vitalità e Dialogo. I punti talento si possono spendere anche nelle abilità come alchimia, artigianato, bevitore, cavallerizzo, cinofilo, erudizione, furtività, sopravvivenza e furto. Anche il combattimento si può migliorare con i talenti, relativamente a spade, armi pesanti, armi ad asta, corpo a corpo e tiro dalla distanza. I punti talento si ottengono ripetendo delle azioni affini: ad esempio, andare spesso a cavallo consente di disporre di punti da cavallerizzo. In questo modo, ci sono sufficienti voci per personalizzare a fondo il proprio alter ego, e renderlo efficace in vari ambiti, non solo combattimento ma anche dialogo e contrattazioni, strategie e altro, il tutto in dipendenza da ciò che si apprende nella vita quotidiana.

La componente di furtività è molto importante, perché spesso consente di risolvere le missioni con un consumo di risorse minimo. È più difficile essere individuati a grandi distanze e le persone devono avvicinarsi a noi per vederci chiaramente, il che ci dà la possibilità di nasconderci. Se dobbiamo uccidere qualcuno ben armato e difeso, magari all'interno di un campo presidiato dalle sue guardie, sarà meglio farlo nottetempo, quando il grosso del gruppo sta dormendo.

Inoltre, l'alchimia permette di ricavare pozioni da erbe e altri ingredienti. Per prepararle, servono una ricetta, un banco alchemico e gli ingredienti giusti. Preparare queste ricette è uno degli aspetti più realistici di questa avventura, visto che bisogna compiere operazioni come pestare gli ingredienti dentro un mortaio, mettere l'infuso sul calderone e aspettare i giusti tempi di cottura. E per finire, compiere la necessaria procedura per la decantazione. Tra l'altro, per preparare gli infusi servono delle erbe fresche che, se non opportunamente trattate in un essiccatoio, marciscono poco dopo essere state raccolte.

Anche forgiare richiede un po' di pratica, come spostare il pezzo da lavorare sulla fucina per riscaldarlo in modo uniforme, pompare aria nella fornace per attizzare il fuoco, poi colpire il pezzo da lavorare sull'incudine con il martello. A seconda di come si è lavorato, il pezzo risultante potrà essere più o meno efficiente.

In un altro ambito, equipaggiare un borsello o una cintura permette di portare con sé maggiori quantità di cibo, così come armi, scudi e munizioni. Arma, scudo e munizioni si possono equipaggiare in più slot, in modo da creare set di armi diversi. Per esempio, si può combinare lo stesso scudo con armi diverse, creando un set spada e scudo, ascia e scudo, e così via. Configurare diversi set di equipaggiamento è molto comodo, perché ci consente di preparare Henry alle varie circostanze che si troverà ad affrontare: dovrà essere vestito in maniera elegante per partecipare a un banchetto nuziale, dovrà essere fortemente armato e protetto quando è in procinto di imbattersi in combattimento e dovrà essere agile e poco rumoroso quando dovrà infiltrarsi in un campo nemico.

L'equipaggiamento è naturalmente fondamentale, perché solo se ben armati e protetti si potrà andare in giro con un minimo di sicurezza, dato che le insidie si nascondono dietro a ogni angolo. Per poter indossare alcuni pezzi di equipaggiamento come un elmo occorrerà mettere qualcosa a protezione della testa, come una calotta, mentre per una corazza a piastre sarà necessario proteggersi con un gambesone. Tutti questi pezzi possono danneggiarsi e logorarsi, per cui vanno periodicamente cambiati. Inoltre, ciascuno di loro produce un dato rumore: non solo il giocatore percepirà rumori distinti per ogni pezzo di armatura, ma lo stesso varrà per i nemici. Non si potrà, quindi, agire in maniera furtiva se si indossa un'armatura troppo rumorosa. Gli indumenti, inoltre, incidono sugli attributi del personaggio: solo con vestiario di alto livello, ad esempio, guadagneremo in carisma. Inoltre, questi vestiti devono essere tenuti in ordine e puliti da eventuali tracce di sangue o sporcizia.

Oltretutto, c'è una sorta di ciclo circadiano da rispettare. Non solo Henry ha bisogno di riposare e di mangiare, ma questo gli consente di recuperare risorse vitali e forze. Inoltre, svolgere certe missioni di notte è impossibile (mentre per altre è consigliato agire al buio), per esempio quando si deve parlare con qualcuno che sta ancora dormendo, per cui quasi inevitabilmente ogni giorno, quando si fa tardi, è meglio che Henry si rechi nel suo alloggio per dormire un po'. Oltretutto, il fatto di non poter salvare in qualsiasi momento aumenta l'importanza e la crudezza di qualsiasi fase di gioco: cadere in un'imboscata o precipitare in un fosso, quando magari non si salva da diversi minuti, può rivelarsi così tanto spiacevole da tenere costantemente il giocatore sulle spine.

Questo tipo di ciclo circadiano, inoltre, riguarda anche i personaggi non giocanti. Se forzeremo qualcuno ad allontanarsi dai suoi bisogni primari, come mangiare o dormire, infatti, ne potremo valutare le conseguenze sul suo atteggiamento e sulle sue espressioni facciali. Ad esempio, ci renderemo conto se ha sonno o se ha acceduto nel bere alcol.

Naturalmente le missioni facoltative sono tantissime, e determinanti per potenziare il personaggio e affrontare le sfide più ardue. Henry può compiere indagini su casi di assassinio e decidere se uccidere il colpevole o consegnarlo alla giustizia, ovvero al balivo del villaggio, stabilendo cosa rivelare e quali indizi fornire per orientare le successive indagini.

A volte succedono cose completamente imprevedibili. Ad esempio, mi sono imbattuto nel mastro cacciatore del villaggio mentre percorreva un sentiero, l'ho gentilmente salutato ed entrambi abbiamo continuato sulle nostre strade. Qualche giorno dopo, sempre per caso, incontro la moglie del suddetto cacciatore che mi dice di non aver tracce del marito appunto da quando è partito per la sua battuta di caccia. Ovviamente, come missione facoltativa, dovremo trovare l'uomo e riferire alla moglie del suo destino.

La struttura di queste missioni è talmente complessa, così come lo è il modo in cui si incastrano tra di loro, che purtroppo qualche bug di tanto in tanto può affiorare. Mi è capitato di non poter procedere in una missione facoltativa che magari ne bloccava un'altra, la cui risoluzione era però fondamentale per avere un minimo di risorse, soldi ed equipaggiamento per dotare Henry delle prerogative indispensabili per affrontare gli scontri.

Quel che è certo è che Kingdom Come: Deliverance 2 non fa sconti a nessuno. Le umiliazioni sono all'ordine del giorno, le difficoltà economiche opprimenti e le disavventure dietro ogni angolo. Chi si aspetta una progressione eroica resterà deluso: qui l'eroismo è sopravvivere un altro giorno, magari con qualche moneta in più e senza un osso rotto. Bisogna comprare cibo e vestiti per poter sopravvivere e, per farlo, spesso bisogna lavorare.

Certo, si può sempre propendere per la strada più facile. Compiere illegalità per procedere più velocemente, come rubare i vestiti a un nobile per partecipare al matrimonio di cui prima parlavamo, è molto più semplice: spetterà alla nostra coscienza decidere come comportarci. Qualora, però, si venisse colti dalle autorità si rischierebbero multe, essere esposti alla gogna o, addirittura, finire in carcere.

Oltretutto, per le prime 10 ore di gioco almeno si combatte poco o niente, e se si tenta di farlo si muore. E se si combatte è per lunghe sessioni di allenamento dove acquisire pratica e talenti. Solamente possedendo abilità, forza e armature costose, infatti, si potrà cercare di risolvere le diatribe con la forza. Nel medioevo le armature e l'armamentario per le battaglie erano considerati un possedimento da ricchi: non c'erano le Ferrari o altri oggetti di lusso, per cui cotte di maglia e cavalli poderosi per la battaglia erano tra i beni più preziosi e costosi.

Un'opera senza eguali per il contesto storico

Nessun altro videogioco riesce a far percepire il Medioevo con questa intensità. Le ambientazioni, le professioni, le tradizioni e persino i passatempi dell'epoca sono riprodotti con un'accuratezza che non ha paragoni. Che si tratti di un fabbro, un prete o un cavaliere, ogni ruolo è caratterizzato con una precisione maniacale, facendo sentire il giocatore parte di un mondo vivo e credibile.

Questo è possibile anche grazie al fatto che Kingdom Come: Deliverance 2 è infarcito da una base testuale che si compone di 2,2 milioni di parole, secondo i dati forniti da Warhorse. Il che lo rende uno dei giochi con più testo di tutti i tempi, superando anche Baldur's Gate 3.

In termini di coinvolgimento, sono molto importanti i rapporti con i personaggi non giocanti. Non solo il giocatore può interagire con loro con svariate opzioni di dialogo, ma può indurli a rivelare informazioni o a cedere nella conversazione sfruttando le statistiche conferite al personaggio. C'è anche una funzione che permette di seguire automaticamente gli NPC, senza dover continuamente aggiustare la velocità del proprio personaggio. Se molti giochi costringono i giocatori a faticose sequenze di accompagnamento, con NPC che camminano troppo lentamente o troppo velocemente, rendendo il tutto frustrante, KCD2 risolve il problema con un semplice pulsante che consente di seguire un NPC senza dover gestire manualmente il movimento, migliorando l'immersione e l'esperienza di gioco. Questa funzione si estende anche ai viaggi a cavallo, dato che permette di seguire un compagno automaticamente, mentre nel frattempo si possono scegliere con calma le opzioni di dialogo più congeniali in funzione di come si sviluppa la conversazione.

Comparto tecnico

Kingdom Come: Deliverance 2 è uno dei pochi titoli basati su CryEngine, lo stesso motore che usava il suo predecessore, ora aggiornato agli hardware moderni e in grado di offrire una grafica particolareggiata e credibile. Non dimentichiamo che, al momento della sua uscita, Kingdom Come: Deliverance era uno dei giochi più esigenti in termini di hardware, oltre a essere visivamente impressionante. E questo seguito continua su questi propositi: con una grafica talmente dettagliata, il DLSS 4, disponibile tramite l'app NVIDIA e ovviamente la scheda video adeguata, può rivelarsi fondamentale per garantire le prestazioni adeguate a immergere il giocatore nel contesto storico offerto da questo titolo.

Rispetto al primo capitolo, sono di molto migliorati i volti e la loro espressività, il che è molto importante per godersi la storia. Inoltre, Kingdom Come: Deliverance 2 gira in maniera incredibilmente fluida anche su configurazioni non recentissime, impressionante se si considera l'elevato dettaglio poligonale che offre, l'ampiezza dei suoi mondi di gioco, la distanza di rendering e il realismo che trasmette al giocatore. Tutto è realistico in Kingdom Come: Deliverance 2: dal lavoro pratico che Henry svolge nelle botteghe fino all'attraversamento di un bosco, sempre credibile per vegetazione e fauna, e dove solo sporadicamente c'è un duello ad attenderci dietro l'angolo. Detto questo, la maggior parte degli spostamenti avverrà a cavallo, con quest'ultimo che disporrà di un inventario parallelo a quello di Henry, e che potrà quindi trasportare oggetti. Il cavallo può avere una sua bardatura e altri tipi di personalizzazioni.

Tra gli altri aspetti più suggestivi, il cambiare delle condizioni di illuminazione in funzione del momento della giornata. Si può distinguere tra il sole pallido del mattino al mezzogiorno maggiormente assolato, mentre di notte, non essendoci illuminazione artificiale, tutto è al buio e bisogna ricorrere alle torce anche per non essere malvisti dalle guardie. Alcune missioni, inoltre, si svolgono a un preciso orario, per cui bisognerà presentarsi al momento giusto o attendere (lo si fa con il tasto "T"). Può anche piovere e gli NPC se ne accorgeranno, con opportune linee di dialogo ed eventuali imprecazioni.

Il gioco si prende cura anche di contestualizzare sonoramente tutto ciò che si trova intorno al personaggio: potrà udire le voci nelle conversazioni di chi gli sta incontro (anche se non parlano direttamente con lui) mentre ogni oggetto produce un suono posizionale.

Conclusioni

Kingdom Come: Deliverance 2 non è per tutti. Chi cerca un'esperienza immediata e accessibile potrebbe trovarlo frustrante. Ma per chi desidera immergersi completamente nel XV secolo, affrontando la durezza e la bellezza della vita medievale, questo gioco è un'esperienza imprescindibile.

Anche perché parliamo di un gioco di ruolo incredibilmente profondo, che richiede almeno 80/90 ore poter essere completato, ma che può offrire un'avventura anche di 200 ore se lo si affronta con calma e ci si dedica alle attività facoltative. Una forchetta grande che si addice particolarmente bene a un gioco di ruolo che deve lasciare massima libertà al giocatore nel decidere come progredire e affinare il proprio personaggio. Per mole di contenuti, profondità nell'esplorazione e immersione nel mondo di gioco, Kingdom Come: Deliverance 2 può essere paragonato ai migliori esponenti di sempre del genere degli RPG, come Baldur's Gate 3 e The Witcher 3.

Al tempo stesso, però, Kingdom Come: Deliverance 2 è un'esperienza che va ben oltre il semplice videogioco. I suoi dialoghi, ad esempio, sono molto più lunghi rispetto a quelli di qualsiasi altro titolo, al punto da poter essere noiosi. Il suo obiettivo, per l'appunto, è quello di farci vivere una realtà alternativa, di immergerci completamente in Henry e nelle sue vicissitudini nel Medioevo. Per certi versi, quindi, Kingdom Come: Deliverance 2 è più un passo in avanti nel concetto di videogioco inteso come simulazione e riproduzione della vita reale che un'esperienza ludica di per sé.

1 Commenti
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GianMi27 Febbraio 2025, 11:47 #1
Non ho provato questo nuovo capitolo, ma il primo sì, regalato da Epic. C'erano già tutta l'atmosfera e i meccanismi di gioco che vengono descritti. Gran gioco, mi è piaciuto molto. Anche semplicemente andare a cavallo nei boschi era un'esperienza appagante.

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