Recensione Indiana Jones e l'Antico Cerchio: il sogno di vivere come Indy è realtà
Indiana Jones e l'Antico Cerchio è finalmente disponibile e non potevamo esimerci dal provarlo. L'opera di MachineGames presenta tutte le carte in regola per essere una delle migliori avventure degli ultimi anni, oltre ad essere probabilmente il miglior gioco di Indiana Jones. Con un comparto tecnico all'avanguardia e una struttura che ruota intorno al mistero e ai puzzle, Indiana Jones e l'Antico Cerchio è stato una vera rivelazione che ci ha sorpreso ed emozionato.
di Vittorio Rienzo pubblicato il 06 Dicembre 2024 nel canale VideogamesBethesdaMicrosoftXbox
Il momento è finalmente arrivato e Bethesda ci ha fornito una copia per la recensione di Indiana Jones e l'Antico Cerchio, ultima opera dei ragazzi di MachineGames. Si tratta di un'avventura in prima persona che cronologicamente si posiziona tra "I Predatori dell'Arca Perduta" e "L'ultima Crociata".
Avevamo già provato il gioco a Londra e, come riportato nella nostra anteprima, il gioco ci aveva convinto ed ha alzato significativamente le nostre aspettative. Una volta che abbiamo potuto mettere le mani sulla versione completa, possiamo dirvi che non solo ha soddisfatto le aspettative, ma le ha anche abbondantemente superate.
Indiana Jones e l'Antico Cerchio è più di un'avventura ispirata al noto archeologo, è una vera e propria lettera d'amore all'esperienza cinematografica capace di ricreare le stesse atmosfere e generare le stesse emozioni della saga partorita dalla mente di George Lucas.
Tuttavia, l'obiettivo di MachineGames era consentire ai giocatori di vestire i panni di Indy fornendo un livello di immersione impensabile per un film. È una delle ragioni per cui è stata scelta la visuale in prima persona, oltre che per la lunga esperienza dello studio in questo ambito.
E se, anche in seguito alla prova di Londra, eravamo piuttosto combattuti in merito a questa scelta, dopo aver provato il gioco completo non riusciamo più a immaginare Indiana Jones e l'Antico Cerchio in terza persona. Ma con calma vi spiegheremo perché.
La storia
Gli eventi di Indiana Jones e l'Antico Cerchio hanno luogo nel 1938, subito dopo "I Predatori dell'Arca Perduta". La scena di apertura, infatti, è stata una gradita sorpresa, poiché rende omaggio proprio alla pellicola di Steven Spielberg. Per tale ragione, non vi diremo altro.
L'avventura inizia quando un gigante fa irruzione nel Marshall College e ruba un artefatto, all'apparenza insignificante. Così Indy decide di mettersi sulle tracce del ladro, non solo per riottenere la proprietà dell'istituto, ma anche per comprendere le ragioni che si celano dietro il furto.
La prima tappa è Città del Vaticano, un'ambientazione con la quale ci eravamo approcciati già durante la prova, ma chiaramente per un tempo limitato. Giocandola approfonditamente e con tutto il tempo a disposizione per esplorarla, dobbiamo ammettere che si tratta di uno degli scenari più belli e suggestivi del gioco. È qui che conosceremo la nostra compagna di avventura: la reporter italiana Ginetta Lombardi.
Gina ha una missione ben diversa da quella del Professor Jones, ovvero ritrovare sua sorella scomparsa. Essendo un'esperta di lingue antiche, vecchia conoscenza dello stesso Indy, il gruppo nazista impegnato nella ricerca dell'Antico Cerchio potrebbe averla rapita per indurla a collaborare nelle attività. Sarà la caccia a questi elementi del regime a far unire le forze di Indy e Gina per arrivare a capo del mistero.
Indagando tra le stanze della Santa Sede, scopriremo che dietro al furto del manufatto vi è un ordine che ha come scopo quello di preservare il potere dell'Antico Cerchio per il quale, come premesso, i nazisti avevano già avviato le ricerche.
A fare le veci del Terzo Reich c'è un poco stimato collega di Indy, l'archeologo Emmerich Voss, assetato di potere e conoscenza. Voss si presenta come il tradizionale antagonista di Indiana Jones: spietato, ossessionato, carismatico e mai sprovveduto.
Saranno questi tre gli attori principali dell'intera storia, seppur durante il cammino incontreremo nuovi alleati e nuovi nemici, non solo nazisti, ma anche fascisti e Benito Mussolini in persona.
I paesaggi sono semplicemente incredibili
Come per la maggior parte delle missioni, verremo catapultati in una mappa aperta di dimensioni generose, ma mai vuota. In ogni angolo ci sono misteri da svelare, oggetti da raccogliere o missioni secondarie che rendono l'esplorazione sempre avvincente.
In particolare, ci hanno stupito le catacombe sotto il Vaticano che, attraversate con la visuale in prima persona, ci hanno trasmesso una sensazione di pathos e claustrofobia facendoci immergere completamente nei panni di Indy. Peraltro, quasi ogni sezione contiene un enigma che sblocca nuove ricompense.
Subito dopo ci siamo spostati a Giza, ambiente ricostruito minuziosamente. La mappa si caratterizza per i suoi numerosi siti archeologici messi in piedi dai nazisti che setacciano l'intero territorio. Qui le meccaniche stealth si fanno praticamente indispensabili, anche se qualche scontro diretto sarà quasi inevitabile.
Inutile dire che in questo caso l'esperienza più affascinante è l'esplorazione delle piramidi che aggiungono alcuni elementi di gameplay che caratterizzano il luogo, come gli scorpioni a cui bisognerà prestare attenzione.
In realtà, uno degli aspetti che più abbiamo apprezzato sono proprio gli elementi tipici di ogni ambientazione. Tutti i luoghi, infatti, si distinguono per una caratterizzazione incredibilmente meticolosa. In Italia, ad esempio, gli NPC parleranno un italiano fluente e dalle tavole potremo raccogliere cibi tipici del posto come i cantucci toscani o i limoni. In Egitto, invece, sulle tavole degli operai troveremo pane aish baladi e biscotti kahk.
Peraltro, in ogni ambientazione sarà disponibile un travestimento che consentirà a Indy di mimetizzarsi con gli autoctoni. Anche questi sono stati realizzati concentrandosi sull'accuratezza storica e la rilevanza culturale per realizzare una rappresentazione fedele del posto.
Inoltre, ogni luogo risulta diverso, architetturalmente accurato e interessante da esplorare. L'intero gameplay è condizionato dalla sensazione di essere fisicamente nell'ambientazione rappresentata, complice un comparto tecnico impressionante – di cui, però, parleremo più avanti.
L'equipaggiamento di Indy
Come avevamo già potuto vedere a Londra, il giocatore ha a disposizione l'intero equipaggiamento di Indiana Jones, dalla A alla Z. Per gli scontri a fuoco avremo sempre a portata di mano il nostro fedelissimo revolver, insieme alla frusta che svolge un ruolo fondamentale nell'esplorazione e nel combattimento.
Durante gli scontri, infatti, la frusta assume diverse funzioni: con uno schiocco possiamo disarmare i nemici o allontanare i cani con il suo rumore, poiché saranno in grado di fiutarci e sentirci da una distanza maggiore, a prescindere dall'orientamento rispetto a loro.
Tuttavia, è nell'esplorazione che la frusta rappresenterà una compagna indispensabile. Questo perché, innanzitutto, consentirà di scegliere l'approccio con il quale affrontare le missioni. Sfruttando percorsi alternativi e arrampicandoci sui punti alti è possibile evitare gli scontri mantenendo la distanza dallo sguardo sospettoso delle guardie.
Inoltre, la frusta è indispensabile per la risoluzione di alcuni rompicapi – soprattutto secondari – che richiedono una strattonata per estrarre un perno o tirare una leva, ad esempio.
Il nostro più fedele compagno di avventure, però, è l'indispensabile diario di Indy. Il taccuino sarà sempre al centro della nostra avventura con quattro sezioni che ci consentono di tenere traccia di ogni progresso, scoperta e ritrovamento.
La prima sezione è quella della mappa, dalla quale potremo verificare la posizione di obiettivi primari e secondari, segreti ed enigmi. Inoltre, la mappa ci consentirà di viaggiare rapidamente da un luogo all'altro poiché, anche dopo aver completato l'obiettivo principale, potremo tornare nelle ambientazioni precedenti in qualsiasi momento.
La sezione avventura, invece, è una specie di albero delle abilità che terrà traccia di tutte quelle apprese e di tutti i libri ritrovati che consentono di potenziare le caratteristiche dell'archeologo. Cinque le sottosezioni: Sopravvivenza, Forma Fisica, Lotta, Combattimento, Trasporto.
Queste abilità consentono di adattare il personaggio al nostro stile di gioco, massimizzando le capacità di trasporto e la resistenza per un approccio stealth e orientato all'esplorazione, ad esempio, o migliorare nella lotta corpo a corpo e con le armi per affrontare l'avventura con uno stile più action.
Durante i nostri viaggi, inoltre, acquisiremo ulteriori oggetti essenziali per completare al 100% il gioco, come l'accendino da acquistare da una mercante a Giza. Gli oggetti aggiuntivi, inoltre, saranno necessari per completare alcuni obiettivi secondari lasciati indietro.
Per quanto riguarda, invece, quelli trovati in giro per la mappa, si tratta per lo più di oggetti consumabili che si usurano in poco tempo. Tuttavia, è possibile utilizzare i kit di riparazione per ripristinarli, purché lo si faccia prima che l'oggetto sia completamente distrutto.
Mazze, bastoni, tubi o fucili non potranno essere mantenuti nell'inventario per cui, una volta esauriti, andranno buttati via. Le armi da fuoco, in particolare, potranno essere utilizzate anche come armi corpo a corpo una volta esauriti i proiettili.
Combattimenti
È proprio il combattimento corpo a corpo la parte più soddisfacente degli scontri in Indiana Jones e l'Antico Cerchio, poiché ricordano le immancabili scazzottate dei film. Ogni abbattimento si conclude con una "battuta alla Indy" e non mancano le mosse finali caratterizzate dalla stessa ironia del personaggio hollywoodiano.
Il combattimento corpo a corpo non richiede semplicemente di sferrare pugni a non finire, ma, soprattutto alla difficoltà più alta, richiederà tecnica e ponderazione. Ogni colpo sferrato, infatti, consuma resistenza che, una volta esaurita, espone ai danni nemici.
Inoltre, i nemici non sono compassionevoli, non attaccano uno per volta e diventa fondamentale osservare i movimenti di ognuno di loro. Parata e schivata sono tecniche da padroneggiare per sferrare contrattacchi ed evitare di subire danni eccessivi.
Questo significa anche che va valutato attentamente l'ambiente circostante e la quantità di nemici che ci si appresta ad affrontare. Tenere testa a più di due nemici, alla difficoltà più alta, risulterà complesso e talvolta la scelta migliore è semplicemente scappare.
Come premesso, il Dottor Jones può sempre contare su frusta e revolver, ma per quest'ultimo dobbiamo dire che le munizioni da raccogliere risultano piuttosto scarse. Insomma, l'approccio da FPS non si sposa con il gameplay del gioco, una scelta che abbiamo apprezzato dato che il focus è sull'avventura.
Gli enigmi: il cuore pulsante del gioco
Ad accompagnarci lungo tutto il viaggio ci sono gli enigmi, puzzle e rompicapi che variano per dimensione e portata degli obiettivi. Ognuno è fortemente influenzato dall'area in cui è stato posizionato per rispecchiare l'ambiente e dare maggiore contesto al luogo e alla storia.
È notevole, infatti, la loro varietà oltre che il livello di difficoltà che, tuttavia, può essere selezionato. Attraverso l'opzione "Esperienza dell'avventura" è possibile scegliere tra due livelli di sfida, Facile e Normale, il che consente ai più frettolosi di godere esclusivamente della storia trasformando il gioco quasi in un film interattivo.
Tuttavia, anche a livello "Normale", gli enigmi risultano piuttosto gestibili. Certo richiederanno un po' di impegno per essere risolti, ma nella maggior parte dei casi, se proprio la lampadina non dovesse accendersi, non sono troppi i tentativi necessari per giungere alla soluzione.
Anche in questo caso abbiamo apprezzato la scelta di MachineGames: alcuni enigmi sono complessi, ma mai frustranti. In questo modo, si lascia spesso nelle mani del giocatore la scelta di impegnarsi per arrivare alla soluzione corretta o semplicemente tentare tutte le combinazioni possibili. In buona sostanza, la difficoltà è stata egregiamente tarata per offrire un buon livello di sfida ai più temerari, ma senza rinunciare all'accessibilità.
Inoltre, è evidente la differenza tra i puzzle indispensabili per progredire nella storia e quelli invece appartenenti alle missioni secondarie. I primi, infatti, risulteranno più agevoli da affrontare, mentre alcuni di quelli facoltativi daranno indubbiamente filo da torcere.
Insomma, un lavoro certosino da parte degli sviluppatori per garantire un'esperienza dinamica capace di adattarsi alle esigenze del singolo giocatore. Da questo punto di vista, i complimenti a MachineGames sono d'obbligo, sia per la struttura dei puzzle sia per la loro quantità davvero elevata.
Un comparto tecnico d'eccellenza
Indiana Jones e l'Antico Cerchio è stato sviluppato con lo stesso motore utilizzato per DooM e Wolfenstein, l'ID Engine. In linea di massima, il comparto tecnico dà molte soddisfazioni: la maggior parte dei personaggi principali sono al limite del fotorealismo e le animazioni vantano una fluidità e una naturalezza notevole.
Tuttavia, le espressioni facciali, seppur ben realizzate in generale, talvolta risultano poco incisive. Vi sono scene che richiamano profondamente i momenti di ironia presenti nei film, ma nelle quali le espressioni di Indy non rendono abbastanza giustizia al contesto.
Si tratta però di casi sporadici che non influenzano l'esperienza generale. Anzi, è lodevole la capacità del gioco di non far percepire la differenza tra le cutscene e il gameplay. Questo perché i modelli e le texture sono davvero eccellenti.
Se da un lato, infatti, gli NPC sfruttano modelli più semplici ed essenziali, gli ambienti adottano un approccio estremamente dettagliato. Anche l'illuminazione è gestita in maniera ottimale: i raggi del sole così come le fonti di luce artificiale offrono un livello di realismo notevole, oltre che un'interazione con i personaggi ben realizzata.
In particolare, stupisce la naturalezza di alcune ombre, come quella di Indy, che sono incredibilmente fluide e dettagliate. Lo stesso si può dire delle ombre degli edifici e della vegetazione. D'altronde il ray tracing (implementato attraverso l'Illuminazione Globale) è sempre attivo. Manca, nella build review, il path tracing che invece sarà aggiunto con la patch D1 che, come ci ricorda NVIDIA, arriverà il 9 dicembre.
Colpiscono anche gli abbigliamenti. La pelle del giubbino di Indy è estremamente naturale sia da asciutta che da bagnata. Peccato che, in ambedue i casi, la si vedrà in frangenti specifici e per poco tempo, ovvero in quelle occasioni in cui il gioco passerà in terza persona.
In conclusione, salvo piccole e trascurabili incertezze, il comparto tecnico del gioco arriva quasi a imporre un nuovo standard e, talvolta, abbiamo avuto davvero la sensazione di stare guardando una scena del film piuttosto che di un videogioco.
Un'ottimizzazione da 10 e lode
Uno degli aspetti che più ci ha colpito di Indiana Jones e l'Antico Cerchio è stato il grado di ottimizzazione raggiunto dagli sviluppatori. Per la prova, abbiamo utilizzato una configurazione con CPU AMD Ryzen 7950X e GPU Radeon RX 7900 XTX insieme a 32 GB di memoria RAM.
In realtà il titolo gode di alcune ottimizzazioni specifiche per la gamma GeForce RTX, ma come accennato in precedenza funzionalità come il path tracing (o full ray tracing) saranno disponibili solo successivamente.
Ad ogni modo, con una risoluzione di 1440p in nativo e qualità Suprema, il titolo ha superato agevolmente i 100 fps in ogni contesto. Ci sono state scene in cui il framerate è stato leggermente più basso, soprattutto negli spazi aperti come Giza, ma sempre nell'intorno dei 100 fps.
Non è solo il framerate medio ad essere eccellente, però, ma la sua stabilità. Non abbiamo quasi mai riscontrato bruschi cali di prestazioni, l'esperienza è stata incredibilmente fluida considerando che si tratta di una build precedente alla patch.
Conclusioni
Non rimane che tirare le somme di un titolo che, speriamo, sia solo l'avvio di una nuova saga. Indiana Jones e l'Antico Cerchio è stata un'esperienza sorprendente che ha superato le nostre già rosee aspettative per diverse ragioni.
In primis il gameplay: inizialmente la prima persona non ci sembrava la scelta più azzeccata per un gioco simile, ma dopo averlo giocato ci siamo resi conto di essere in errore. Nonostante avremmo apprezzato vedere Indy durante tutto il viaggio, dobbiamo riconoscere che la visuale in soggettiva offre un'immersione che in terza persona sarebbe stata impossibile.
Abbiamo avuto più volte la sensazione di essere all'interno del gioco e non di comandare un personaggio. Questo ha reso l'esperienza stealth molto più naturale, istintiva più che una scelta ragionata.
La trama è appassionante e, così come per i film, mantiene un tono leggero senza risultare mai noiosa o scontata. Non mancano, infatti, alcuni colpi di scena interessanti, che mantengono il livello di curiosità sempre molto alto. Merito anche di ambientazioni, scoperte e gameplay ben variegati che allontanano il titolo dalla monotonia.
Al termine del nostro viaggio, non possiamo che condividere in pieno le parole del direttore artistico Axel Torvenius, Indiana Jones e l'Antico cerchio non è un action-adventure, ma un adventure-action. L'intera esperienza si concentra sull'investigazione, sul mistero e sulla risoluzione degli enigmi.
È evidente l'ispirazione alle vecchie avventure grafiche di LucasArts. È proprio questo che ci ha particolarmente convinto del gioco: si colloca in un genere quasi tutto suo che riesce a coniugare il divertimento di alcuni titoli del passato, con un comparto tecnico e un gameplay moderni.
La produzione di MachineGames è l'esperienza di Indiana Jones definitiva: avventuroso e affascinante come i film, ma immersivo (quasi) come un titolo per la realtà virtuale. In estrema sintesi, Indiana Jones e l'Antico Cerchio è meraviglioso.
40 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infotra l altro beffa nella beffa il raytracing in modalita performance funziona perfettamente sulle gtx di punta. giocabilissimo su tutti i crysis remastered.
non si capisce perche qui sarebbe diverso se non obbligarti a gettare nel ce$$0 hardware funzionante.
Viva il progresso tecnologico.
tra l altro beffa nella beffa il raytracing in modalita performance funziona perfettamente sulle gtx di punta. giocabilissimo su tutti i crysis remastered.
non si capisce perche qui sarebbe diverso se non obbligarti a gettare nel ce$$0 hardware funzionante.
I numeri dicono che la gran parte delle gpu mondiali sono gtx non so in che mondo vivi tu non nel mio
Ottimo, ero certo fosse stato un gran gioco visto lo sviluppatore, ma così va oltre ogni aspettativa.
edit, mi sono informato da solo, niente che non supporti il ray-tracing via hardware, quindi tagliate fuori tutte le nVidia della seria GTX.
Vedo che è già il primo aprile qui in Redazione
tra l altro beffa nella beffa il raytracing in modalita performance funziona perfettamente sulle gtx di punta. giocabilissimo su tutti i crysis remastered.
non si capisce perche qui sarebbe diverso se non obbligarti a gettare nel ce$$0 hardware funzionante.
Eh purtroppo il tempo passa per tutti.... e per tutto...
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