Star Wars Outlaws e il nuovo Canone

Star Wars Outlaws e il nuovo Canone

Ecco qualche considerazione sull'ultimo videogioco di Star Wars, Outlaws, e sui suoi rapporti con il Canone di Star Wars. Accolto in maniera troppo severa, al limite di qualche difetto tecnico Outlaws si rivela interessante in termini di nuove tecniche di narrazione.

di pubblicato il nel canale Videogames
UbisoftStar Wars
 

All'interno della dimensione crossmediale che ormai contraddistingue Star Wars, i videogiochi sono molto importanti. Se i film raccontano i momenti più epici, i romanzi e i fumetti approfondiscono tutti gli aspetti collaterali, mentre le serie TV ci permettono di seguire l'azione da una prospettiva più ravvicinata, i videogiochi permettono di esplorare e di toccare con mano come sono mondi, navi spaziali, personaggi e situazioni storiche dell'ormai infinita cronologia dell'immaginario.

Vediamo qualche esempio. In Episodio VIII ci troviamo brevemente sul pianeta di Cantonica, dove gli affaristi sfruttano le opportunità di guadagno date dal gioco sporco, per costruire imperi commerciali, principalmente nella città di Canto Bight. In Episodio IX, invece, conosciamo il personaggio di Zorii Bliss come leader di una banda di contrabbandieri sull'innevato pianeta di Kijimi. Ma questi personaggi e queste situazioni non possono avere la profondità che oggi l'appassionato si aspetta se non è possibile esplorare e interagire con i luoghi che li hanno resi tali.

Star Wars Outlaws, l'ultimo videogioco sviluppato da Ubisoft Massive con il motore grafico Snowdrop, si prefigge di svolgere questo ruolo per gli appassionati della nuova dimensione di Star Wars. Mette a disposizione, infatti, 5 mondi liberamente esplorabili in una struttura open world che risulta molto diversa rispetto a quella vissuta nei due capitoli della serie Jedi, ovvero Fallen Order e Survivor. Questi due titoli, che rappresentano le ultime incursioni del media videoludico nel Canone di Star Wars prima di Outlaws, sono dei titoli d'azione con possibilità esplorative limitate. La storia alla loro base è sicuramente intrigante, ed è interessante impersonare un Jedi e usare le spade laser, ma come prospettive di gioco sono di gran lunga inferiori (proprio a livello di struttura di base) rispetto ad Outlaws, visto che quest'ultimo ha un sistema di stealth, equilibri da gioco di ruolo, missioni principali e facoltative con struttura articolata, e, come detto, 5 mondi aperti da esplorare.

Volendo fare un paragone ardito, si potrebbe rispolverare Star Wars Knights of the Old Republic, sottolineando ancora una volta che non stiamo qui facendo un ragionamento tecnico (ancora) ma stiamo riflettendo su quale può essere il valore aggiunto di un videogioco in un contesto crossmediale come quello del nuovo Canone di Star Wars. Anche in KOTOR i giocatori potevano esplorare e vivere in maniera immersiva, e libera, l'immaginario di Star Wars (considerando che oggi KOTOR è Legends, mentre i titoli della serie Jedi e Outlaws sono canonici).

Sorprendentemente, quindi, Star Wars Outlaws si rivela un prodotto molto immersivo, che permette all'appassionato di vivere la galassia in maniera decisamente coinvolgente. Può giocare al famoso Sabacc con i figuri più loschi della galassia, interagire con i leader delle organizzazioni criminali come l'Alba Cremisi, il Cartello degli Hutt o i Pyke, guidare degli speeder e pilotare delle navi spaziali, esaminare e usare in vari modi oggetti tipici dell'immaginario di Star Wars. E tutto questo non è ovviamente possibile con un romanzo, un fumetto o un film.

Certo, Outlaws non è esente da difetti. I mondi di gioco sono molto meno ampi di quanto ci si potesse immaginare (con lo speeder si percorrono interamente in 4-5 minuti), mentre alcuni aspetti di gioco sono evidentemente riciclati da altri prodotti Ubisoft. In particolare, se la componente stealth è ottima, le parti da sparatutto e platforming sono di evidente derivazione da altri titoli Ubisoft che oggi risultano ampiamente logori per quante volte sono stati riproposti.

A questo si aggiungono alcuni problemi tecnici e prestazionali, che richiedono di passare ai preset grafici inferiori anche su configurazioni piuttosto importanti. Ubisoft ha voluto gestire mondi di grandi dimensioni, riempiendoli di tanti modelli poligonali per simulare personaggi e oggetti, e questo ha inevitabilmente delle ripercussioni sulle prestazioni. Probabilmente un lavoro di ottimizzazione può rendere più fluidi alcuni aspetti tecnici in una fase successiva rispetto a quella a ridosso del lancio (fermo restando che dal day one a oggi sono già stati compiuti dei progressi).

Se ci si aspettava una sorta di Starfield a tema Star Wars, bisogna subito dire che Outlaws non è questo. Non c'è la libertà di esplorazione della galassia che abbiamo nel titolo Bethesda, con Massive che piuttosto si è concentrata sulla parte stealth. È proprio quest'ultima la componente più speciale di Outlaws, e di gran lunga la più riuscita. Questo perché riesce a introdurre degli elementi di innovazione rispetto alla ormai imponente produzione di giochi che rientra nel genere, principalmente in relazione al personaggio di Nix, una creatura di specie Merqaal che la protagonista Kay Vess ha conosciuto da giovane e con cui è cresciuta e ha condiviso tantissime avventure.

Kay può chiedere a Nix di recuperare oggetti distanti, di attivare meccanismi, di distrarre le guardie che deve aggirare, di rubare e di attaccare. La parte stealth di Outlaws è molto punitiva, e l'uso saggio di questa creatura diventa fondamentale per non far scattare gli allarmi, spesso requisito obbligatorio per poter portare a termine le missioni. Anche il fatto che un titolo di Star Wars rientri nel genere stealth è motivo di plauso: sarebbe risultato, infatti, incompatibile con il resto del Canone un gioco in cui i protagonisti possono uccidere centinaia di persone (come può capitare in uno sparatutto in prima persona) perché diventerebbe così una figura troppo rilevante per non essere citata nelle altre opere esistenti, compromettendo quella coesione che invece il progetto crossmediale richiede.

Star Wars Outlaws è magnifico nell'immergere gli appassionati nel sottobosco criminale di Star Wars. Queste vicende sono ambientate tre anni dopo la Battaglia di Yavin e un anno prima rispetto alla Battaglia di Endor, in un periodo fortemente presidiato soprattutto dai fumetti. In particolare, La Guerra dei Cacciatori di Taglie, Regno Cremisi e Impero Segreto raccontano l'ascesa dell'Alba Cremisi di Lady Qi'ra come sindacato criminale di riferimento fino a insediarsi in alcune posizioni dirigenziali dell'Impero, e all'inevitabile disfatta di Qi'ra per mano di Vader e dell'Imperatore Palpatine (non senza il sostegno dei Cavalieri di Ren).

Gli appassionati che hanno letto questi fumetti troveranno tantissimi riferimenti di natura crossmediale, come la citazione del sindacato criminale della Sesta Stirpe e del suo leader Wen Delphis, che opera nei bassifondi di Canto Bight. E proprio di questa città è originaria Kay, un personaggio che sta già entrando nei cuori di chi vive di pane e Star Wars. Lei è una canaglia che è solita intraprendere lavori ad alto rischio e ad alta remunerazione per guadagnarsi il favore delle più famose organizzazioni criminali della galassia.

Quando Kay si mette contro il sindacato degli Zerek Besh (ideato appositamente per il videogioco e basato su Cantonica) e del suo leader Sliro Barsha, non senza intromissioni dell'Alleanza Ribelle, è costretta a stringere alleanze con altri sindacati per poter fuggire e difendersi. Tra questi, fa la conoscenza di Jaylen Vrax, un criminale originario di Corellia, il quale si fa accompagnare da ND-5, un droide commando BX delle Guerre dei Cloni riprogrammato e ora sorvegliante di Kay. Quando Vrax fa la sua proposta alla ragazza, infatti, vuole assicurarsi che lei rispetti la sua parte dell'accordo, e usa ND-5 per sorvegliarla.

Con l’aumento dei contratti, aumentano le abilità di Kay, la quale deve anche occuparsi di mantenere rapporti fruttuosi con gli altri sindacati criminali. Con le sue scelte e le sue azioni sul campo, infatti, la protagonista potrebbe avere una buona reputazione con un sindacato e cattiva con un altro. Questo vuol dire che eseguire una certa azione di infiltrazione presso il distretto di un sindacato potrebbe diventare più o meno facile in funzione della reputazione di Kay con il sindacato stesso. Se i rapporti sono buoni a Kay potrebbe essere consentito l'accesso in una parte del distretto (il che vuol dire dover realizzare meno azioni stealth), mentre accedere alle parti più riservate ovviamente richiederà comunque della strategia.

La gestione delle parti stealth in un gioco del genere è complessa, perché per il giocatore da una parte non devono essere eccessivamente frustranti, dall'altra deve provare l'adrenalina di intrufolarsi in luoghi altamente sorvegliati dove un minimo errore può compromettere tutto. E, a mio modo di vedere le cose, Massive ha gestito molto bene tutto questo. In una struttura che fondamentalmente ricalca il canovaccio tipico di questo tipo di giochi, se veniamo visti dalle guardie queste ci riaccompagneranno fuori dalla struttura e dovremo ricominciare da capo. Si tratta di inserire un po' di ripetività, ma con l'ausilio per il giocatore di conoscere parte della struttura, e come è sorvegliata, con la possibilità quindi di agire diversamente rispetto ai precedenti tentativi.

In tutto questo, Kay ha poi degli accessori che le semplificano la vita. Come avrete capito, Star Wars Outlaws è molto rigoroso sul piano delle meccaniche stealth, il che rende il lavoro di ricognizione determinante. Quando deve assaltare una base, come può essere un'installazione imperiale, con il suo elettrobinocolo Key può infatti contrassegnare le minacce, in modo da poterle tracciare poi durante il vivo dell'azione.

Fra i tantissimi collegamenti alle altre opere di Star Wars, sicuramente i fan dei vecchi film rimarranno colpiti dalla fattoria degli zii di Luke Skywalker, Owen Lars e Beru, oppure dal Palazzo di Jabba, dove potranno incontrare anche Boba Fett e Han Solo nella lastra di carbonite. Ma chi segue Star Wars in maniera più completa noterà dei collegamenti ancora più sottili, che poi sono il pane per i fan che seguono tutto a 360 gradi. In una taverna a Kijimi City, infatti, Kay verrà indirizzata verso una figura oscura in cerca di informazioni. Ma quando le si avvicina, nota che è circondata da molte guardie. Non è una persona normale, ma è Lady Qi'ra, ora leader dell'Alba Cremisi.

Qi'ra prova a portare Kay dalla sua parte rimuovendo il leader di un altro sindacato criminale, il Clan Ashiga, per mettere al suo posto un leader a lei allineato. Questo è perfettamente coerente con le serie di fumetti che prima abbiamo menzionato, visto che in questa fase Qi'ra sta complottando per mettere l'Alba Cremisi a capo di tutte le organizzazioni, criminali e non, della galassia, collocando figure di fiducia nei posti di comando. Dopo l'incontro, quando Kay ne parla al droide ND-5, lui le rivela di sapere poco di Qi'ra, ma di aver sentito di un'asta finita male, organizzata proprio dall'Alba Cremisi. Nei fumetti, infatti, abbiamo appreso come l'Alba sia riuscita a sottrarre la lastra di carbonite con Han Solo a Boba Fett e l'abbia offerta all'asta a tutte le principali organizzazioni della galassia. Tutto finì nel più totale trambusto, e Fett riuscì a tornare in possesso di Solo nella carbonite.

Altri interessanti collegamenti sono quelli con la trilogia di romanzi Aftermath, che racconta il dopo Endor fino alla Battaglia di Jakku. Questi collegamenti sono relativi ad Akiva, il pianeta boscoso e umido che ha dato i natali all'eroina della Ribellione Norra Wexley, e a suo figlio Temmin, conosciuto come "Snap" e visto anche nella Trilogia Sequel. In particolare, i giocatori faranno il loro incontro con uno dei personaggi citati nei romanzi, il gangster sullustano Surat Nuat, che dalla sua taverna, L'Alcazar, gestisce un traffico di affari loschi.

Passando alle conclusioni, dunque, i maggiori punti di debolezza di Star Wars Outlaws attengono alla natura tecnica. Se è piacevole assistere al ritorno di personaggi che abbiamo visto nei film, come Lady Qi'ra o Temmin "Snap" Wexley, è molto disturbante non poterli praticamente neanche riconoscere, visto che i loro modelli poligonali sono talmente approssimativi. Inoltre, i mondi di gioco non sono ampi come ci si poteva aspettare, anche in considerazione del fatto che solo Toshara, Akiva e Tatooine sono dei veri mondi aperti.

Detto questo, da appassionato del Canone di Star Wars, mi sono divertito parecchio a esplorare, indagare e interagire con i personaggi nei mondi di gioco preparati da Massive. La struttura aperta è molto congeniale per immergere il giocatore nella quotidianità dell'immaginario di Star Wars, il che è la cosa più importante per gli appassionati. Con una durata di circa 30 ore, che possono aumentare se si dedica tempo ai contratti facoltativi offerti dalle varie organizzazioni criminali, Outlaws è comunque consistente.

Come tutti i contenuti di Star Wars ormai, d'altronde, anche Outlaws sarà giudicato in un certo modo da chi segue nella sua interezza il Canone e in un altro da chi non si è lasciato affascinare. Alla luce di questo, la libertà di esplorazione che offre, e la metto in confronto anche a quella - molto più striminzita - dei giochi della serie Jedi di Respawn, rimarrà nei nostri ricordi per un bel po'.

2 Commenti
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futu|2e23 Settembre 2024, 16:18 #1
"Accolto in maniera troppo severa"

https://www.youtube.com/watch?v=eSoHdzKBVZ8
StylezZz`23 Settembre 2024, 17:53 #2


Considerando il prezzo ufficiale di 70€ solo per il gioco base (si sale oltre i 100€ con la ultimate), giustamente si pretende un titolo AAA fatto bene...invece è il solito open world copia e incolla ubilol, e non si può nemmeno nuotare!

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