Destiny 2: La Forma Ultima, l'espansione definitiva raccontata da tre Guardiani

Destiny 2: La Forma Ultima, l'espansione definitiva raccontata da tre Guardiani

Dopo ben dieci anni, il ciclo narrativo di Luce e Oscurità inaugurato da Destiny nel 2014 giunge alla sua epica conclusione. Con La Forma Ultima, Bungie ha realizzato l'espansione definitiva di Destiny 2. Gli autori di Halo e Marathon hanno tenuto fede all'impegno assunto nei confronti dei suoi pazienti ed esigenti giocatori. Oggi vi raccontiamo la fine di questo viaggio.

di , Rosario Grasso, Vittorio Manti pubblicato il nel canale Videogames
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Non lo nascondiamo: Destiny 2 è un titolo che abbiamo coperto in più occasioni su queste pagine, ma per un motivo ben preciso. Nonostante sia stato a lungo - e, in parte, giustamente - criticato per la sua limitata accessibilità nei confronti dei nuovi giocatori e per gli annosi problemi legati al bilanciamento, lo Shared World Shooter di Bungie può vantare uno dei cicli vitali più lunghi per quanto concerne un videogioco online. Escludendo dal conteggio il primo capitolo uscito nel 2014, Destiny 2 sta infatti intrattenendo migliaia di giocatori da circa sette anni e non accenna a fermarsi, nemmeno dopo aver proposto la sua ultima grande espansione.

La Forma Ultima (The Final Shape), per l'appunto, è il capitolo conclusivo della saga di Luce e Oscurità, un'avventura che fa calare il sipario su una storia inaugurata un decennio fa e che al tempo stesso spalanca le porte verso un futuro tanto radioso quanto inedito per il franchise. Un add-on semplicemente gargantuesco, non solo per la mole di contenuti, ma anche per i livelli qualitativi raggiunti sul fronte narrativo e soprattutto su quello artistico.

Un'espansione che rappresenta anche una pericolosa scommessa per una software house che di recente è stata al centro di polemiche e dibattiti a causa della condotta della sua leadership. I licenziamenti di massa, i lanci posticipati, le incertezze sui progetti in cantiere e il timore di perdere, ancora una volta, la propria indipendenza. Una situazione a dir poco catastrofica. Insomma con La Forma Ultima, i creatori di Halo e Marathon si sono giocati il tutto per tutto.

A poco più di un mese dal fatidico rilascio del DLC, vogliamo raccontarvi la nostra esperienza con La Forma Ultima e, riproponendovi un format già utilizzato in passato, lo faremo attraverso le parole di tre nostri autori. Tre giocatori che vi daranno la loro personalissima opinione sul 'canto del cigno' di Destiny 2, sui principali punti di forza di questo massiccio add-on, su ciò che ha funzionato bene e su quello che, con ogni probabilità, ha funzionato meno.

NB: l'articolo contiene spoiler minori sulla Campagna de La Forma Ultima e sui contenuti dell'Incursione 'Orlo della Salvezza'.

Il Titano - di Vittorio Manti

Cosa significa 'innovare' nel mondo dei videogiochi? La risposta a questa domanda è cambiata radicalmente nel tempo, anche cercando di mantenere un approccio oggettivo e quindi senza prendere in considerazione i pareri soggettivi che ognuno di noi, chiaramente, si porta dentro.

Per lungo tempo l'innovazione in campo videoludico è stata legata all'avanzamento tecnologico. 8-bit contro 16-bit, questa era la battaglia di campo della console war che si è combattuta, soprattutto fra Nintendo e Sega, a cavallo fra la fine degli anni '80 e tutti gli anni '90. Chi ha avuto modo di giocare con Super Nintendo e Mega Drive sa bene che da quel momento in poi l'avanzamento tecnologico ha portato a incredibili passi in avanti in termini prettamente tecnici.

È migliorato praticamente tutto: la risoluzione grafica, la potenza elaborativa, la qualità dell'audio. In quel periodo sono usciti giochi con dinamiche geniali che, in alcuni casi, offrivano un'esperienza di gioco anche migliore rispetto ad alcuni titoli attuali - mi vengono in mente i vari titoli 2D della serie Metroid. Questi giochi, però, erano decisamente limitati dal punto di vista grafico e oggi pretendiamo che la qualità tecnica dei titoli permetta di offrire delle esperienze molto realistiche, in termini visivi e di audio.

Nel frattempo, il mercato dei videogiochi è cresciuto esponenzialmente, si è differenziato e da diversi anni è il settore dell’entertainment che genera più ricavi. Insieme a questa crescita, un po' come avvenuto in vari momenti per l'industria cinematografica, il settore si è anche 'appiattito', con titoli sempre più simili a sé stessi che vengono lanciati sul mercato. Se l'evoluzione tecnologica non si è mai fermata, invece, in parte, si è persa quella vena creativa che negli ultimi tre decenni ha permesso a tanti appassionati, come noi, di vivere delle esperienze fantastiche.

Un'esperienza che mi ha accompagnato negli ultimi dieci anni è stata sicuramente la saga di Destiny, vivendo momenti di pura esaltazione che però si sono mischiati anche a grande insofferenza e qualche delusione. È indubbio, riprendendo la domanda iniziale, che Destiny abbia portato delle significative evoluzioni nel genere - e si potrebbe aprire una discussione anche su quale sia il genere specifico di Destiny. Graficamente non è forse mai stato il gioco da prendere ad esempio come la massima espressione della tecnologia, ma è stato il primo, vero, Game-as-a-Service. O GaaS, per abbreviare.

Con tutti i suoi pro e i suoi contro, Destiny ha creato un universo, molto caratterizzato e riconoscibile. Per certi versi, ha fatto in campo videoludico quello che Star Wars ha fatto nel cinema, e oggi anche su altri mezzi. Destiny ha coinvolto una community intorno a questo universo, ha creato delle dinamiche di gioco innovative, essendo di fatto il primo titolo online - escludendo gli MMO più 'puri' - a proporre stratificate attività di gioco cooperative, come le Incursioni, i raid da sei giocatori con dinamiche molto complesse che rendono necessario un grande coordinamento del team. Un'altra cosa che da sempre è riconosciuta a Destiny è di avere il gunplay migliore in assoluto nell'ambito dei first-person shooter online, restituendo sensazioni molto immersive e diverse a seconda dell'arma che si sta utilizzando.

Per Destiny è sempre stato molto importante, in teoria, anche la 'lore', ossia tutti gli elementi narrativi che accompagnano missioni e gameplay. Dico in teoria, perché per quanto il lore di Destiny sia affascinante, non sempre è stato presentato in una forma intellegibile e, sono sincero, anche avendo giocato dal day one di Destiny 1 e avendo complessivamente accumulato 1500 ore di gioco fra i due capitoli, alcune trame della storia mi continuano a risultare oscure.

È in questo contesto e con queste premesse che mi sono avvicinato a The Final Shape, quella che è presentata come l'ultima espansione di Destiny 2. Ci sono molti rumor sul futuro del franchise; non è questo il momento per parlarne, ma una cosa è certa: The Final Shape è l'ultimo capitolo della saga narrativa della lotta fra Luce e Oscurità, in cui i guardiani si apprestano al confronto finale con il Testimone, il principale avversario degli ultimi anni. Nel concludere la saga Bungie è riuscita, dal mio punto di vista, a portare una delle più significative innovazioni nel mondo dei videogiochi degli ultimi dieci anni, almeno.

Questa innovazione non riguarda gli aspetti tecnici, dopotutto quella di The Final Shape è la stessa grafica a cui ormai siamo abituati dal lancio di Destiny 2. Non riguarda neanche tanto il gameplay, per quanto la nuova sottoclasse Prismatica sia interessante. Portare a termine il ciclo di imprese principale di Destiny 2 permette di vivere un'esperienza assolutamente originale, che raggiunge un livello di coinvolgimento del singolo giocatore e, allo stesso tempo, dell'intera community che non si era mai visto in un titolo del genere. È un'affermazione ambiziosa e non è semplice raccontare le sensazioni che si provano nel vivere questa esperienza.

Un paragone calzante è quello del primo ciclo di film Marvel legato agli Avengers. La cutscene prima della missione finale ricorda molto la scena finale di Avengers: Endgame (2019), quando Captain America guida una moltitudine di eroi nella battaglia finale contro Thanos. L'innovazione non sta tanto nella storia vera e propria, quindi possiamo anche evitare spoiler, ma nel meccanismo narrativo. Giocare e finire la campagna di The Final Shape è come vivere in modo interattivo e in prima persona una vicenda epica come quella del suddetto Endgame.

L'elemento 'geniale' è stato quello di inserire nella narrazione ciò che avviene nel nuovo raid, Orlo della Salvezza, che per definizione è un'attività limitata - soprattutto al day one, a un numero molto ristretto di giocatori. Come si fa a coinvolgere tutta la community se la fine dell'arco narrativo della guerra tra Luce e Oscurità, che ci portiamo avanti da diversi anni, vede protagonisti solo pochissimi giocatori? Bungie ci è riuscita perché quel gruppo ristretto è come la Principessa Leia in Episodio IV - per citare nuovamente Star Wars - che ruba i piani della Morte Nera; quel gruppo si intrufola nella fortezza del Testimone e permette a tutti gli altri Guardiani di sferrare l'attacco finale. E noi quindi diventiamo tutti un po' Luke Skywalker in quell'attacco finale, una missione dalla struttura inedita, in cui 12 giocatori contemporaneamente sferrano il colpo decisivo. Poi, come dicono gli americani, "God is in the details" e quindi come non sottolineare che pochi minuti dopo che il raid è stato concluso per la prima volta è apparsa una notifica in-game che avvertiva tutti i Guardiani connessi online: era finalmente giunto il momento, il Testimone andava sconfitto.

Non avevo mai vissuto un'esperienza del genere. Forse Helldivers 2 recentemente era riuscito a coinvolgere l'intera community verso un obiettivo comune, ma mai avevo assistito alla capacità di coordinare in modo così coerente e fluido attività tanto diverse all'interno del gioco e poi riuscire a soddisfare, contemporaneamente, i giocatori super 'hardcore' che hanno fatto il raid al day one e tutti i 'comuni mortali', come me, che però sono essenziali e devono unirsi per raggiungere l'obiettivo finale. Chi ha completato il raid è un po' come Captain America o Iron Man. Io ero come uno fra le migliaia di abitanti di Wakanda che hanno sferrato l’attacco finale. Sempre evitando spoiler, ritengo che Bungie abbia fatto un buon lavoro anche nel chiudere la storia vera e propria di Luce e Oscurità, lasciando la porta aperta, comunque, per futuri sviluppi.

Queste sono le esperienze uniche che un videogioco, fatto bene, può offrire e che nessun'altra forma artistica o di intrattenimento potrà mai eguagliare. Una sceneggiatura degna di Hollywood applicata a un mezzo che vede nell'interazione del giocatore un elemento essenziale. Bungie è davvero maestra nel padroneggiare il mezzo e ha creato un meccanismo narrativo mai visto prima e che rappresenta, d'ora in poi, un punto di riferimento con cui tutti dovranno confrontarsi.

Lo Stregone - di Rosario Grasso

I colleghi Pasquale e Vittorio mi hanno 'trascinato' in Destiny 2 ormai da qualche mese. Devo dire che prima del loro invito non apprezzavo molto lo Shared World Shooter di Bungie, spaventato dalla sua ripetitività e dalle meccaniche così difficili. Ma in seguito, con la pratica e dopo aver dedicato molte ore di gioco - adesso ne conto circa 400 - ho cambiato radicalmente prospettiva su Destiny 2. È una delle esperienze online più complete - con modalità di gioco single player, co-op, PvP e tantissime ramificazioni - e ha un endgame che semplicemente non esiste in altri prodotti per profondità e potenziale in termini di longevità.

Con La Forma Ultima, Bungie è riuscita a portare a compimento con successo un arco di 10 anni di progressi realizzati con Destiny. L'espansione è stata accolta con grande entusiasmo dagli appassionati e ha concluso la storia in maniera efficace, anche perché semplifica alcuni dei concetti che erano rimasti piuttosto inespressi con le precedenti espansioni. La lotta contro il Testimone, una misteriosa entità che tiene sotto scacco l'umanità e il suo ultimo difensore, il Viaggiatore, coinvolge alcuni dei personaggi più amati di questo lunghissimo arco narrativo, quelli con cui i giocatori hanno empatizzato di più, 'riportando in vita', peraltro, anche Cayde-6.

L'aspetto che più mi ha colpito della nuova campagna introdotta da La Forma Ultima è quello relativo al level design. Nonostante Destiny 2 non abbia certo una grafica al passo con i tempi, un motore non così esoso in termini di richiesta di risorse hardware permette agli sviluppatori di compiere esperimenti molto interessanti. Non solo è possibile inserire molti nemici contemporaneamente sullo schermo senza perdere eccessivamente in prestazioni, ma si possono costruire i livelli con grande libertà. A volte è sorprendente aver percorso un lungo livello di gioco, intrufolarsi in una fessura come può esserlo una fenditura in una roccia, e trovarsi nuovamente al cospetto di una distesa infinita, con altre enormi possibilità di gioco.

Il finale emotivo di questa storia, inoltre, rimarrà per molto tempo impresso nelle menti dei fan di Destiny 2. Attinge ad alcuni cliché cinematografici che sono stati particolarmente popolari nel recente periodo. Ma non è tanto questo che mi ha colpito quanto il fatto che, una volta finita la storia, si apre dinnanzi al giocatore un ventaglio di opportunità di gioco che ha dell'incredibile. È quell'endgame infinito di cui parlavamo, ovvero la massima esplicitazione di un titolo Game-as-a-Service come questo e proprio l'obiettivo finale che un prodotto del genere dovrebbe avere.

Non solo è possibile ripercorrere tutta la campagna in modalità Leggenda e cooperativa, con alcune divertenti meccaniche di gioco da esplorare insieme agli amici, ma altre Imprese e possibilità di miglioramento del proprio personaggio sono disponibili nella nuova mappa principale di questa espansione, il Pallido Cuore. Tra il Percorso di Scoperta, che prevede di portare a compimento certe sfide - simili alle Taglie, ovvero, ad esempio, uccidere un certo numero di membri dell'Alveare o fare uccisioni con una certa arma - per ottenere ricompense uniche, e Rovesciamento, ci sono molte possibilità di gioco.

Rovesciamento, ad esempio, prevede di portare a termine gli Eventi pubblici che si trovano nel Pallido Cuore e affrontare certi boss per sbloccare armi ed equipaggiamento Esotico. Per quanto longeva, non è la migliore delle attività endgame che ho visto con le espansioni di Destiny 2 che ho provato: quelle su Neomuna, ad esempio, coinvolgevano decine di giocatori e spettacolari boss, mentre Rovesciamento la si affronta da soli o, al più, con i membri della propria squadra.

Le missioni della Campagna in co-op sono altrettanto divertenti. In una di queste, ad esempio, i giocatori devono scambiarsi un debuff che colpisce uno di loro ogni 10 secondi circa. Quindi, si tratta non solo di affrontare i nemici e sbrogliare le meccaniche che molto spesso sussistono per scardinare i loro scudi, ma anche avere consapevolezza della posizione sulla mappa degli altri giocatori e passare loro il debuff in tempo, pena la non riuscita della missione.

Naturalmente la personalizzazione del personaggio è un altro aspetto su cui Bungie non ha lesinato attenzioni. Oltre ai nuovi sblocchi del Manufatto (basati su una logica simile al passato), sono le nuove sottoclassi Prismatiche che promettono di cambiare alla radice la logica di personalizzazione delle build di Destiny 2. In pratica, permettono di combinare abilità, Super, Frammenti e Nature di tutte le sottoclassi fin qui disponibili in Destiny 2, ovvero Vuoto, Solare, Arco e Telascura. Poter usare contemporaneamente le abilità di sottoclassi differenti non solo è divertente, ma può produrre effetti a cascata che rendono il nostro Guardiano ancora più efficiente.

Nonostante le Nature e i Frammenti originali siano stati pensati per funzionare all'interno di una logica propria della sottoclasse, con quella Prismatica si possono avere insieme i bonus di diverse sottoclassi. Ad esempio, si può essere contemporaneamente Amplificati e Radianti, oltre a prendere il meglio dei vari frammenti e aspetti. O, ancora, combinare Divoramento del Vuoto - che consente di ripristinare l'energia vitale con un'uccisione - con la capacità di circondarsi di Tessutoidi della Telascura - ovvero dei piccoli alleati sempre pronti ad arrecare danni.

Un altro aspetto dell'endgame particolarmente apprezzato è quello riconducibile ai nuovi oggetti di classe Esotici. L'armatura Esotica in Destiny 2 è cruciale per qualsiasi build, grazie ai potenti vantaggi che spesso determinano l'intera configurazione del personaggio. Questi pezzi di armatura sono così potenti che il gioco limita i Guardiani a equipaggiarne uno solo alla volta e sono specifici per ogni classe, il che restringe ulteriormente le possibilità di creazione delle build.

Tuttavia, i nuovi oggetti di classe Esotici rompono le regole convenzionali degli esotici in Destiny 2. Essi ottengono vantaggi casuali da un pool e possono includere due perk su un singolo pezzo di armatura; questi possono derivare dalle armature Esotiche esistenti di tutte e tre le classi. Il principale limite di questi nuovi oggetti è che funzionano solo con la nuova sottoclasse Prismatica. Per sbloccare gli oggetti di classe Esotici bisogna completare la missione esotica Dual Duality, sbloccabile tramite una quest 'nascosta' che non si è rivelata anche piuttosto tediosa, richiedendo il completamento di tre Rovesciamenti in un'unica sessione.

Ottenere gli oggetti di classe esotici non è l'unica grande sfida dell'endgame de La Forma Ultima. Anche ottenere tutti i frammenti prismatici è bello tosto - se non li avete non potete configurare la sottoclasse Prismatica con la stessa efficacia che della vostra sottoclasse di Luce o Oscurità. Solo alcuni frammenti si ottengono con le missioni della Campagna, altri si trovano in zone non facilmente raggiungibili del Pallido Cuore e altri ancora nelle Imprese offerte da Micah-10.

Un'altra sfida particolarmente ardua è quella legata allo sblocco del Khvostov 7G-0X, un'arma Esotica basata sul primissimo fucile automatico imbracciato dai giocatori nelle battute iniziali della Campagna originale di Destiny 2. Questa bocca da fuoco si è rivelata strepitosa in PvE, grazie al suo perk unico, e particolarmente efficace in PvP, dove per un periodo - almeno fino all'inevitabile nerf - l'arma ha dominato nel Crogiolo e anche nella playlist delle Prove di Osiride. L'Impresa del Khvostov 7G-0X è ostica, perché molto spesso i vari 'step' sono nascosti e si basano sulla raccolta di oggetti, la cui ubicazione richiede una consultazione sulla rete.

Prima di imbarcarsi in questa e altre Impresa occorre aver completato la Campagna, aver sbloccato le missioni di Micah e le Cisti - un'altra serie di missioni secondarie. Bisogna dapprima rinvenire dei bit di crittografia smarrita aprendo tutte le casse che si trovano nella regione del Pallido Cuore. Poi, in alcune Cisti, dopo aver ucciso il boss, si aprono dei passaggi prima chiusi, con dentro i frammenti che ci servono. Con tutti i frammenti avremo la chiave cifrata con cui potremo aprire la cassa con il Khvostov 7G-0X; che però sarà Leggendario: per trasformarlo in Esotico ci sarà dell'altro lavoro da fare, che per questo articolo vi risparmio.

Alcune di queste meccaniche non sono certo semplici da padroneggiare, ma chi ha giocato Destiny 2 lo sa: Bungie cerca continuamente di variare le modalità con cui si affrontano i boss o si trovano gli elementi Esotici, portando i giocatori a ragionare - molto spesso secondo tempistiche molto stringate - per trovare le strade giuste. Il tutto per arrivare alle meccaniche dei Raid, per le quali vi lascio al buon Pasquale, che è l'unico che possa comprenderle e padroneggiare - o l'unica persona che io conosca, perlomeno - perché in molti casi sono veramente 'fuori di testa' per un giocatore occasionale come il sottoscritto.

Destiny 2: La Forma Ultima è un degno finale per una delle serie più amate (e odiate?) degli ultimi anni. Con una trama avvincente, gameplay migliorato e un'abbondanza di contenuti, Bungie ha creato un'espansione che soddisfa sia i veterani che i nuovi giocatori.

La combinazione di narrazione epica, grafica suggestiva e audio coinvolgente rende questa espansione un autentico must have per tutti i fan.

Il Cacciatore - di Pasquale Fusco

Credo di aver regalato troppe ore a Destiny 2, e non ne vado mai particolarmente fiero. Vi basti pensare. Vi basti pensare che un sito web molto popolare tra i giocatori di questo simil-MMO - che calcola il tempo di gioco accumulato in questo titolo - si chiama 'Time Wasted on Destiny', che si traduce letteralmente in 'Tempo Sprecato su Destiny'. Quando qualcuno mi chiede se vale la pena dare una chance a questo sparatutto onlne, a questo fantomatico Shared World Shooter, la mia risposta è sempre la stessa: "Sarà il gioco che amerai e odierai di più".

Del resto, per me è andata proprio così. Ci sono state le buone annate, come quella de I Rinnegati o de La Regina dei Sussurri, e anche quelle brutte. Spesso coincidono con il lancio di un'espansione o con un altro corposo aggiornamento contenutistico, perché è in queste occasioni che i 'veterani' scelgono di tornare a visitare la Torre nella speranza di trovare qualcosa di nuovo, di inedito, qualcosa per cui vale la pena tuffarsi nuovamente nel selvaggio e tedioso grinding.

Nel caso de La Forma Ultima, credo di poter affermare con assoluta serenità che si tratta della migliore espansione mai realizzata per l'amato e odiato Destiny 2.

I miei colleghi vi hanno parlato già a sufficienza delle novità più rilevanti e degli evidenti punti di forza di questa espansione, il che mi consente di spendere qualche parola per ciò che ho preferito maggiormente giocando nei panni del mio Cacciatore: i dettagli. Del resto, un buon Cacciatore deve avere una vista molto acuta, un 'occhio di lince', per intenderci.

Il Pallido Cuore è pieno zeppo di dettagli, quelli più squisiti, che attraverso una ricerca stilistica inaspettata e talvolta incomprensibile riesce a raccontare l'intera storia di Destiny. Quella iniziata circa 10 anni fa con il primo capitolo e che è, tra alti e bassi, è giunta a questo emozionante capitolo conclusivo. Esplorando la nuova destinazione de La Forma Ultima mi sono ritrovato tra le strade dell'Ultima Città, nel Cosmodromo, nelle distese ghiacciate di Europa. Con la creazione di questo setting, Bungie deve essersi posta l'obiettivo di puntare alla nostalgia, mirando proprio al cuore di chi, negli anni, ha dedicato mente e corpo a questo complesso videogioco.

Una scelta che per giunta riterrei assolutamente coerente, se non inevitabile nell'ottica di regalare un'ultima epica avventura ai giocatori di Destiny. Certo, non manca la contestualizzazione sul fronte narrativo: dobbiamo pur sempre ricordarci che ci troviamo all'interno del Viaggiatore, questa misteriosa e potente entità che ci accompagna sin dal principio, da quando l'umanità è stata privilegiata della sua protezione. È in questo sfaccettato luogo che Luce e Oscurità convivono, un ammaliante mix incarnato tanto dai nostri avversari - quelli della nuova fazione dei Terrori, controllata dal Testimone in persona - quanto dai Guardiani stessi, con le sottoclassi Prismatiche.

Mi piace pensare che nella 'lista della spesa' di Bungie per lo sviluppo di The Final Shape c'era anche un punto che recitava qualcosa del tipo: "Dobbiamo rendere i giocatori 'OP' (overpowered)". Non c'è altra spiegazione con cui poter giustificare l'introduzione delle sottoclassi Prismatiche, che sbloccano combinazioni potenzialmente infinite di perk e abilità e, dunque, un modo del tutto nuovo di approcciarsi alle dinamiche di Destiny 2.

Se ciò non bastasse, alcuni nuovi pezzi d'equipaggiamento hanno del tutto stravolto gli equilibri del gioco già al lancio dell'espansione. Non posso non accennare a Caccia Immobileterna, un fucile di precisione Esotico che replica l'effetto, e i devastanti danni, della Super 'Pistola d'oro' della sottoclasse Solare del Cacciatore. Un'arma che ha avuto ripercussioni inimmaginabilii sul cosiddetto 'meta' di Destiny 2 e che, per forza di cose, è diventata la prima scelta per le fasi più ostiche dell'endgame. Tutto questo, anche in questo caso, fino all'ineluttabile nerf.

A proposito di endgame, forse è arrivato il momento di parlarvi brevemente di Orlo della Salvezza, l'Incursione che ha messo in difficoltà anche i giocatori più abili della community di Destiny 2, al punto da diventare il raid più lungo di sempre. Pensate, la squadra che è riusita a completare per la prima la nuova Incursione ha impiegato 19 estenuanti ore, Il record precedente apparteneva a Ultimo Desiderio, uno dei raid più amati di sempre, 'battuto' di soli 12 minuti.

Un raid da primato, su tutti i fronti. Ho esplorato le gigantesche stanze del Leviatano, mi sono addentrato negli antri più oscuri della Città Sognante, ho visitato la misteriosa Cripta di Pietrafonda. Eppure, nulla di tutto questo poteva prepararmi allo scontro finale con il Testimone.

Il colossale tempio dove dimora l'arcinemesi dei Guardiani è un intricato e imprevedibile labirinto che si sviluppa prevalentemente in verticale. La principale difficoltà risiede nelle sue meccaniche, indecifrabili ad un primissimo approccio e alquanto complesse nella loro effettiva risoluzione. La meccanica in questione, che si basa sullo stabilire una connessione tra diverse piattaforme e sulla raccolta di determinati simboli, verrà replicata e resa sempre più 'complicata' negli step avanzati dell'Incursione, con una piccola clamorosa eccezione: Verità.

Nella storia delle Incursioni di Destiny 2, non si è mai visto qualcosa di simile al quarto encounter di Orlo della Salvezza - e non mi riferisco solo all'ipnotica estetica di quest'area del gioco. Si potrebbe dire che Verità è lo step meno impegnativo del raid per quel che concerne il combattimento e, dunque, la sopravvivenza dei giocatori, ma è al tempo stesso un vero e proprio incubo dal punto di vista prettamente meccanico. La risoluzione di questo encounter si basa interamente sulla logica e sulla comunicazione tra tutti i membri del team. Non vi nascondo di aver perso interi giorni nel decifrare, insieme ai miei compagni di squadra, gli enigmi di Verità. Una volta 'assimilata' la meccanica, questo step diventa alquanto semplice, ma la casualità con cui vengono determinate alcune sue regole lo rende perennemente ostico.

Qualcuno se ne potrebbe lamentare, è stato inevitabile per chi ha rincorso il primato della sfida del World First; ma i giocatori di lunga data, compreso il sottoscritto, non hanno potuto fare a meno di gioire, di strabuzzare continuamente gli occhi e di domandarsi: "Come ha fatto Bungie a concepire qualcosa di talmente folle ed incredibile?". Non so come ha fatto, ma ci è senz'altro riuscita, e questa è stata solo la ciliegina su una deliziosa torta che mi ha generosamente saziato.

Riferendomi a La Forma Ultima, parlavo di una buona annata, ma sarebbe più corretto parlare dell'inizio di una buona annata. Come ha più spesso sottolineato il buon Rosario, l'ultima corposa espansione di Destiny 2 bombarda gli utenti con innumerevoli attività di gioco, siano esse le missioni della Campagna da giocare in solitaria o in cooperativa, oppure le piccole e grandi quest secondarie ambientate nel Pallido Cuore o ancora la missione 'segreta' che, oltre ad essere strepitosa nella sua realizzazione, ricompensa il giocatore con il primo oggetto di classe Esotico di Destiny 2. Occorre però specificare che chi ha già speso innumerevoli ore in questo gioco può 'consumare' tutte queste attività in un lasso di tempo relativamente ridotto.

Entrano quindi in gioco i contenuti post-lancio, quelli promessi da Bungie con la roadmap disegnata per gli Episodi. Rimpiazzando le criticate Stagioni, queste 'unità narrative' introdurranno nuove storie secondarie da scoprire al termine della Campagna di The Final Shape, oltre a sbloccare ricompense inedite e talvolta molto ghiotte per i giocatori che rincorrono il god roll di turno. Tuttavia, con il primo di questi Episodi (Echi), non ho visto nulla di particolarmente entusiasmante per l'immediato futuro di Destiny 2 - e qui la maggioranza concorderà con me.

Bungie ha accolto il feedback dei giocatori correggendo il tiro con l'Atto II di Echi, rendendo immediatamente disponibili tutte le parti della nuova storia che ruota intorno alla fazione dei Vex e che, dal nostro lato del campo, vedono protagonisti Osiride, Saint-14 e Failsafe.

In ogni caso, da appassionato di Destiny 2, se posso momentaneamente tranquillizzarmi per le attività che mi attendono in uno dei miei sparatutto preferiti, non posso essere altrettanto sereno pensando al futuro del franchise. Per il 2025, la software house di Bellevue sta preparando il progetto 'Frontiers', che inaugurerà l'undicesimo anno di vita della serie e che, tuttavia, sembra ancora strettamente legato al secondo capitolo della serie. Una nuova espansione? Un altro sistema di contenuti stagionali? Di certo non sarà un ipotetico Destiny 3, purtroppo.

Destiny 2: La Forma Ultima, considerazioni finali

Se il futuro di Destiny sembra ancora piuttosto fumoso, i nostri autori concordano nell'affermare che La Forma Ultima rappresenta la massima espressione del concetto di Shared World Shooter ideato da Bungie dopo essersi dedicata per anni all'iconico Halo. Per i fan dello sparatutto fantascientifico non ci sono motivi per cui evitare l'acquisto di questa espansione - anche perché, molto probabilmente, quest'acquisto è già stato fatto poco più di un mese fa.

Per coloro che guardano con interesse e curiosità all'opera di Bungie, consigliarvi l'approccio a The Final Shape diventa difficile. Nonostante le varie rielaborazioni dei contenuti dedicati alle Nuove Luci, questo Game-as-a-Service continua a essere davvero ostico nei confronti dei novizi, a causa delle sue complesse meccaniche di gioco - anche quelle più basilari - e di una 'lore' che negli anni è diventata sempre più stratificata e, per certi versi, indecifrabile.

Destiny 2: La Forma Ultima è disponibile ufficialmente dallo scorso 4 giugno. Mentre la versione base del gioco può essere scaricata senza costi aggiuntivi, l'espansione ha un prezzo consigliato al pubblico di €49,99 su PC (Steam, Epic Games Store), PlayStation (PS5, PS4) e Xbox (Xbox One, Series X/S). Parliamo della stessa cifra con cui vengono venduti molti giochi completi e che viene qui giustificato dall'enorme mole di contenuti inclusa nell'add-on.

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