Dead Island 2: dopo nove anni poteva andare meglio, ma anche molto peggio. La recensione
Dopo quasi nove anni dal suo annuncio, abbiamo avuto modo di provare Dead Island 2, nuova iterazione del survival horror che tende a non prendersi troppo sul serio. Il titolo mantiene la tradizione e, quindi, tutti gli aspetti che caratterizzano il predecessore senza osare troppo. Le novità non mancano, seppur non troppo incisive, rappresentando più un perfezionamento del primo capitolo che un vero e proprio nuovo gioco della saga.
di Vittorio Rienzo pubblicato il 12 Maggio 2023 nel canale VideogamesDeep SilverPlaystationXbox
Eh sì, l'attesa per scoprire l'offerta di Dead Island 2 è durata quasi nove anni dalla presentazione di quel trailer che ha emozionato i fan del primo capitolo per la sua bellezza. Il titolo di Dambuster Studios rappresenta uno dei più travagliati di sempre: uno sviluppo iniziato anni addietro e che ha visto diversi studi susseguirsi nel tentativo di realizzare un gioco che non eccelle, ma talvolta riesce nella sua semplicità a sorprendere.
Sì, possiamo anticiparvi che il titolo ci è piaciuto e le nostre aspettative, invariate rispetto a nove anni fa, sono state soddisfatte. Certo, si sarebbe potuto fare di meglio, ma considerando la storia dietro questo gioco e l'andamento dei nuovi rilasci, non possiamo che complimentarci con Dambuster per il lavoro svolto.
Benvenuti a Hell-A
La nostra avventura si svolge a nella Città degli Angeli, il cui acronimo (L.A.) viene mutato in Hell-A, idea simpatica e piuttosto azzeccata. Naturalmente, la città è completamente massacrata dall'epidemia. Il nostro obiettivo sarà scappare da quest'ultima destreggiandoci tra i vari quartieri di Los Angeles e affrontando i numerosi non morti che popolano l'area.
Il primo merito va proprio all'ambientazione che Dambuster ricrea in maniera decisamente efficace. La fedeltà e i dettagli delle varie zone non stupiscono, ma la loro struttura, i colori e gli elementi catturano in pieno l'atmosfera losangelina condita dalla desolazione e dal pericolo che ogni produzione del genere dovrebbe avere.
Non ci è dispiaciuto neanche dover rinunciare a una struttura open world: per passare da una zona all'altra della città vi sono i tradizionali caricamenti che, grazie all'SSD, sono piuttosto rapidi e difficilmente spezzano il ritmo. Questo ha consentito di aggiungere una maggiore varietà di spazi che, pur essendo coerenti, danno l'idea di ritrovarsi davvero tanto da esplorare. Una scelta saggia da parte degli sviluppatori che riescono a offrire un numero adeguato di ambientazioni, senza che la natura open world evidenzi uno stacco netto nel passaggio dall'una all'altra area.
Chi vuoi essere? A te la scelta!
In Dead Island 2 saremo chiamati a scegliere quale dei sei personaggi vogliamo interpretare. Ognuno di loro si caratterizza non solo per il background, ma anche per le capacità in combattimento. I cosiddetti "attributi" che differenziano i protagonisti sono sette: Robustezza, Resistenza, Recupero Salute, Danno Critico, Agilità, Salute Massima e Resilienza.
Nei fatti questi attributi non influenzano incisivamente l'esperienza di gioco. Certo, le differenze si notano, ma non c'è da preoccuparsi: non si tratta di un gioco di ruolo e sarete in grado di portare avanti l'intera avventura anche da soli a prescindere dal personaggio scelto. Anche perché – come vedremo più avanti – il proprio stile può essere plasmato in altri modi.
In ogni caso, la differenza maggiore si evidenzia nel carattere dei sei sopravvissuti all'incidente aereo che determinerà l'inizio della nostra impresa. Nello specifico, ogni personaggio avrà un modo di parlare, di relazionarsi con gli altri e un atteggiamento che lo distinguono. Non siamo di fronte a una caratterizzazione profonda come si potrebbe riscontrare in un titolo story-driven, ma d'altronde non è quello a cui Dead Island 2 punta. Siamo onesti, ciò che più ci ispira in questi casi è massacrare zombi nei modi più disparati.
Armi in spalla, si torna a combattere
Ci siamo, è il momento di immergerci nell'unica attività che ci fa amare questo genere di giochi e che, nella sostanza, rappresenterà quasi la totalità del tempo che trascorreremo a Hell-A: uccidere (una volta per tutte) i non morti.
Qui Dead Island 2 inizia a mostrare qualche leggera debolezza, nel complesso ben mitigata però da alcune furbizie apprezzabili. Il sistema di combattimento, infatti, rimane sostanzialmente lo stesso del primo Dead Island, con pregi e difetti invariati.
Una scelta che nel contesto funziona, ma che a 12 anni di distanza non appare al passo coi tempi. Il combattimento corpo a corpo non si interrompe mai, non saranno i fendenti a fermare gli attacchi degli zombi, né i loro arti (e altre parti del corpo) a rallentare i nostri.
Le armi, come nel precedente capitolo, possono essere personalizzate con bonus e caratteristiche che ne influenzano le prestazioni: potremo migliorarne la durabilità sacrificando la velocità dell'attacco, o massimizzare la rapidità dei colpi al costo di un danno inferiore. Sarà possibile aggiungere i vari effetti di stato come l'elettricità, la causticità o l'infiammabilità. Inoltre, occhio al livello, poiché non tutti gli armamenti saranno utilizzabili sin da subito.
La varietà di armi corpo a corpo, così come delle bocche da fuoco che andranno ad aggiungersi successivamente all'arsenale, non è poi così ampia. La scelta è sufficiente, ma a distinguere uno strumento di morte dall'altro sarà soprattutto la "qualità". Le armi hanno un grado che andrà da comune a esotica, le cui caratteristiche rimangono sostanzialmente le stesse ad esclusione dei valori che invece aumentano. In più, la maggiore "rarità" dell'arma consente di aggiungere un numero sempre più alto di attributi bonus.
Da questo punto di vista, forse, qualcosa di più articolato era lecito aspettarselo. Soprattutto, nel complesso, le differenze tra i tipi di arma sono ben strutturate, quindi una varietà maggiore avrebbe sicuramente dato un ulteriore motivo per sperimentare combinazioni più creative. Su questo fronte, Dead Island 2 lascia poco spazio alla creatività e il tutto si riduce a scegliere semplicemente quella più adatta al contesto e al proprio stile di gioco.
Lo stesso discorso può essere esteso alle trappole e ai vari oggetti di supporto recuperabili all'interno dell'ambiente (taniche d'acqua, di benzina, barili di liquido caustico ecc.). Con l'avvento del primo Dead Island, combinare una pozza d'acqua con la nostra arma elettrificata per friggere interi gruppi di zombie aveva il sapore di qualcosa di nuovo e soprattutto divertente.
Sfortunatamente, chi ha trascorso molte ore sul primo Dead Island, non riscontrerà grandi novità su questo fronte. In generale, il team di Dambuster non ha osato con il sistema di combattimento che adotta una formula senza dubbio funzionale e rodata, ma che risulta piuttosto insipida – e forse anche un po' vintage – affidando il grado di sfida al mero avanzamento dei livelli.
Gli zombi sono come le cipolle…
Si avete letto bene: cipolle. Perché in Dead Island 2, i non morti si compongono di strati ed è forse uno degli aspetti più divertenti in assoluto dell'intero titolo. Ogni zombi, a seconda poi del tipo specifico, si compone di vestiti – eventualmente protetti da una corazza – pelle, muscoli fino ad arrivare a ossa e interiora. Per quanto le reazioni dei modelli siano prestabilite, ogni massacro sembra diverso dall'altro. In particolare, a colpire, è la cura con cui Dambuster ha scelto di far interagire le armi con questi "strati".
Un fucile a pompa, ad esempio, tenderà a "sfogliare" in più punti lo zombie, effetto dovuto alla dispersione dei pallettoni. Con le armi contundenti, invece, i danni saranno concentrati nella parte del corpo a cui stiamo mirando. Dead Island 2 è l'apoteosi dello splatter e da questo punto di vista non possiamo che fare i complimenti al team: ci siamo divertiti.
Purtroppo, manca però una varietà di nemici in grado di differenziare in maniera apprezzabile gli scontri. Seppur le tipologie di zombie sono diverse, le modalità con cui li affronteremo saranno sempre le stesse. Non mancano alcuni boss con peculiarità specifiche che in alcuni casi hanno anche saputo metterci in difficoltà, ma sono pochi e segnano in maniera marginale quella che è l'esperienza di gioco nel suo complesso.
Il gameplay, insomma, è poco variegato e anche in questo caso lo sviluppatore si è affidato a quanto avevamo apprezzato nel 2011. Tuttavia, nel frattempo, sono trascorsi 12 anni e in considerazione di ciò si sarebbe potuto fare di più.
Va comunque riconosciuto che anche il gameplay è di buon livello: il gioco non annoia mai e i ritmi sono sufficientemente serrati. Gli scontri si susseguono con frequenza e l'esplorazione, ben congeniata, offre sempre qualcosa da fare. Scoprire armi più potenti, modifiche di qualità superiore e raccogliere le risorse per assemblare il tutto fornisce la spinta giusta per continuare a girovagare tra le varie aree di Hell-A.
Questo è senza dubbio un merito del gioco che nella sua semplicità e quantità non gigantesca di contenuti, riesce a mantenere sempre alta la voglia di continuare a giocare. Noi abbiamo trascorso oltre trenta ore sul gioco a fronte di una campagna che in realtà ne occupa circa dieci. Insomma, in Dead Island 2 non viene meno il piacere della scoperta, il che garantisce un buon numero di ore da investire nella Hollywood pandemica.
Ti andrebbe di fare un massacro insieme?
Come da tradizione per il titolo Deep Silver, anche questa volta non manca la modalità cooperativa che è probabilmente la parte migliore dell'intera offerta. Nulla vieta di intraprendere il gioco come un normale survival horror in solitaria, ma giocato in compagnia è molto più piacevole.
Non avevamo amici con cui giocarlo, ma non per questo ci siamo preclusi la possibilità di provarlo in compagnia di qualche altro sopravvissuto casuale intercettato tramite "partita rapida". Un aspetto interessante, così come per il precedente capitolo, è che nel caso in cui decidiamo di accedere a una partita pubblica, il matchmaking tenderà a inserirci in un contesto dove i livelli dei nostri compagni sono vicini al nostro. Lo stesso vale per l'avanzamento della storia: verremo catapultati nella partita di un giocatore che ha raggiunto più o meno il nostro stesso punto.
Ad ogni modo, giocare in compagnia è il modo migliore di intraprendere la nostra avventura su Dead Island 2. Le varie missioni risultano più divertenti e talvolta anche più agevoli da affrontare (alcune sono piuttosto ostiche in solitaria). Inoltre, combinare le diverse abilità dei protagonisti amplia quelle possibilità di sperimentazione che con le armi risultano limitate.
Abbattuto l'albero per fare le carte
La progressione del personaggio in Dead Island 2 abbandona l'albero delle abilità in favore di un sistema basato sulle carte. Una soluzione già proposta in altri giochi, come Back 4 Blood, che può piacere o meno. In sostanza, Dead Island 2 non vi consentirà di diventare degli dei dell'apocalisse, ma cercherà di bilanciare sempre il livello e le capacità del giocatore con quelli dell'IA.
Questo vale anche per le abilità che sono di due tipi: in comune tra tutti i personaggi e specifiche per ognuno di loro. Nei fatti, il sistema delle carte forse risulta perfino meno incisivo dell'albero presente sul primo Dead Island. Si tratta di vantaggi modesti pensati più che altro a indirizzare il gameplay verso il proprio stile di gioco.
La differenza, infatti, la fanno proprio le carte esclusive che invece determinano le capacità specifiche di ogni sopravvissuto. Da questo punto di vista, il gioco aggiunge quasi una componente GDR che consente di generare interessanti combinazioni a seconda del sopravvissuto utilizzato dai nostri compagni d'avventura. Un aspetto non determinante, ma che offre qualcosa in più a un gameplay che di fatto rimane sempre uguale a sé stesso.
Ciò che tuttavia non abbiamo particolarmente apprezzato è stata la scelta di tenere separate la schivata e la parata. Si tratta di due abilità anch'esse dipendenti dalle carte, ma il gioco impone di scegliere una delle due: in sintesi, o pari o schivi. Potrebbe trattarsi di una scelta mirata, così da aumentare il livello di sfida che bene o male si mantiene buono in ogni caso, ma che non varia nel tempo.
Dal nostro punto di vista, la possibilità di utilizzare tanto la parata quanto la schivata avrebbe rappresentato un interessante must al sistema di combattimento che, come detto in precedenza, risulta piuttosto semplice e fermo a qualche anno fa. Non è una mancanza così grave, ma una maggiore dinamica negli scontri ci sarebbe piaciuta.
Conclusioni
Dead Island 2 è tutto sommato il gioco che ci aspettavamo. Gli sviluppatori utilizzano sapientemente il motore di gioco, ma non osano, fornendo un'esperienza di ottimo livello così come fu per il primo capitolo della saga. Va anche detto, però, che mantiene le aspettative che avevamo al momento dell'annuncio.
In pratica, ci avrebbe ampiamente soddisfatto se fosse stato rilasciato qualche anno dopo la sua prima iterazione del 2011. Aggiunge diversi nuovi elementi senza prendere distanze marcate dal suo predecessore: nei fatti è un tradizionale secondo capitolo che perfeziona quanto visto nel primo.
Tuttavia, dodici anni sono un lasso di tempo importante ed era lecito aspettarsi uno sforzo in più, un rischio che Dambuster chiaramente non ha voluto correre. Questo non vuol dire che sia un gioco brutto o qualitativamente scadente, anzi se paragonato ad altre recenti uscite il gioco fila egregiamente.
Forse è proprio questo il merito maggiore di Dead Island 2: non riserva grandi sorprese, soprattutto negative. Il gioco scorre liscio senza particolari bug o limiti sul fronte delle prestazioni, una produzione che nella sua semplicità funziona (quasi) sempre alla perfezione. Peccato per il 32:9 che non viene gestito proprio al meglio, ma trattandosi di un titolo in prima persona è quasi giustificato.
Da affrontare in solitaria sicuramente risulterà ripetitivo, un aspetto che passa in secondo piano quando si accede alla modalità multiplayer. È un titolo che punta sul divertimento puro e sulla leggerezza, una formula che si adatta piuttosto bene al genere. Il nostro consiglio, quindi, è quello di riunire una squadra e fare caciara in compagnia, piuttosto che affrontarlo come survival horror che in realtà non è.
Nonostante una componente visiva che soddisfa su ogni fronte, mostra qualche debolezza tecnica non al passo con i tempi. In particolare, è la quantità di zombi a schermo che non trasmetterà mai l'idea di orda, al pari delle strade di Hell-A che risulteranno sempre un po' desolate piuttosto che popolate dai non morti. Limite che si evidenzia soprattutto durante gli scontri più frenetici, i quali lasciano sotto l'occhio del giocatore lo spawn (la generazione) casuale degli zombie.
Ma allora è un gioco che consigliamo? Beh, dipende. Se avete amato il capitolo del 2011, allora apprezzerete anche questo. Non rivoluziona l'esperienza offerta dall'originale Dead Island, piuttosto la amplia trasmettendo una sensazione di familiarità che caratterizza ogni aspetto del titolo. In breve, se avete voglia di giocare a un nuovo Dead Island è senza dubbio il gioco che fa per voi.
Se invece siete alla ricerca di un survival horror, di una trama più profonda e di una struttura più articolata, allora forse è meglio rivolgere lo sguardo altrove. Dead Island 2 è un titolo che trova le sue radici nell'ironia e nella leggerezza, da affrontare se possibile in cooperativa insieme a qualche amico in chat vocale con cui fare battute e chiacchiere in relax.
Per quanto ci riguarda, il divertimento non è mai venuto meno senza alti né bassi, ma mantenendo un livello costante dall'inizio alla fine. Un lavoro nel complesso ben riuscito, soprattutto in considerazione delle problematiche affrontate durante tutto l'arco dello sviluppo. I complimenti a Dambuster sono sicuramente meritati.
Allo stesso tempo, però, speriamo che il gioco venga espanso quantomeno nei contenuti: il potenziale c'è e non ci dispiacerebbe vedere aumentare la quantità di armi o abilità. Forse un terzo capitolo sarebbe la scelta ideale per esprimere una maggiore creatività e donare al gameplay una varietà che al momento risulta mancante. Ad ogni modo, però, il gioco soddisfa e probabilmente ne approfitteremo di qualche nuova run con un personaggio diverso per distendere i nervi tra uno sparatutto competitivo e l'altro.
PRO
- Struttura semplice, ma molto divertente
- Ambientazioni e atmosfera
- Modalità cooperativa
- Splatter all'ennesima potenza
CONTRO
- Sistema di combattimento fermo a qualche anno fa
- Gameplay ripetitivo
- Arsenale troppo poco variegato
5 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoGiocato e mi soddisfa meglio il primo, "forse l'ambientazione" non possiamo chiamare un gioco "Dead Island" e poi metterlo Hollywood, non so, non mi sconfifera.
Tra l'altro l'assenza di potersi spostare con le auto che faceva ridere un sacco.
Pochissime armi e nessuna vera arma spacca tutto che puoi trovare solo nelle mega quest.
I super poteri (che ci appiccicano a fare)...
Non so, è un gioco secondo me che vuole entrare con una meccanica vecchia e agginge cose strane per cercare di prendere i più giovani.
A mio avviso peggio di Dead Island 1 sotto tantissimi punti di vista.
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