Spider-Man: uno dei migliori videogiochi tratti dai fumetti
Marvel’s Spider-Man è il nuovo progetto realizzato da Insomniac Games, la casa di sviluppo californiana già nota per la prima trilogia di Spyro, le saghe di Ratchet & Clank e Resistance, ma anche per Sunset Overdrive. Pur con qualche lacuna, il gioco è riuscito a trasmetterci con efficacia l’atmosfera dei fumetti e delle pellicole cinematografiche dedicate all’integerrimo arrampica muri di quartiere
di Davide Spotti pubblicato il 03 Ottobre 2018 nel canale VideogamesSonyPlaystation
Se la mettiamo sul piano dell’esperienza, pochi studi contemporanei possono vantare una presenza continuativa ultraventennale nell’industria dei videogiochi come Insomniac Games. In questo lasso di tempo i brand sui quali ha lavorato la compagine californiana non sono stati molti, ma le battute a vuoto sono state tutto sommato poche in rapporto alla quantità di titoli che lo studio di Burbank ha realizzato dalla fine degli anni ’90 ad oggi.
Tutto ha avuto inizio con la trilogia di Spyro per la prima PlayStation, poi è stata la volta del dinamico due composto da Ratchet e Clank, al quale peraltro è stata data nuova linfa con l’ottimo reboot di due anni fa. In mezzo abbiamo avuto i tre capitoli dello shooter fantascientifico Resistance e poi Sunset Overdrive, creato grazie a un accordo in esclusiva finalizzato per la prima volta con Microsoft. Un progetto che nel complesso fu apprezzato più dalla critica che dal pubblico, complici le difficoltà affrontate da Xbox One nelle prime fasi della generazione attuale.
Come spesso accade quando un team percepisce di aver raggiunto la maturità, Insomniac Games è andata a caccia di un progetto che potesse, per scopo e clamore mediatico, metterla in luce nel mercato ancor più di quanto non sia avvenuto con i precedenti titoli realizzati al fianco di Sony. Proprio da queste basi è nata l’idea di realizzare Marvel’s Spider-Man, nuovo gioco d’azione ispirato al celebre eroe dei fumetti, che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto reinterpretare le avventure partorite dal genio creativo di Stan Lee e riformularle in chiave attuale, con il fine di plasmare la migliore esperienza interattiva di sempre all’interno dell’iconico universo targato Marvel.
Marvel’s Spider-Man si può considerare l’avventura più convincente vissuta nei panni dell’agile Uomo RagnoUn progetto fortemente desiderato da Insomniac Games ma anche dalla stessa Sony, come racconta il game director del progetto, Bryan Intihar. La casa giapponese, infatti, ha garantito supporto costante, ma pure la libertà di spaziare dal punto di vista contenutistico, permettendo di riformulare dettagli e operare cambiamenti senza che l’editore interferisse nel normale processo creativo. Che poi se vogliamo è un po’ quello che sta accadendo – elevato all’ennesima potenza – con lo sviluppo di quel grande oggetto misterioso che risponde al nome di Death Stranding.
Partendo dal presupposto di ideare un’esperienza interattiva di qualità, Insomniac Games è riuscita nell’intento di farsi notare, mettendoci tra le mani quella che può considerarsi l’avventura più convincente vissuta nei panni dell’agile Uomo Ragno. Alle ottime premesse di natura interattiva e contenutistica, fanno eco gli egregi risultati di vendita raggiunti dal gioco sul mercato internazionale durante il mese di settembre. Sì perché Marvel’s Spider-Man è andato letteralmente sold out in Giappone al lancio, ma si è anche insediato stabilmente in vetta alla classifica software del mercato britannico. L’ultima fatica di Insomniac Games è così diventata l’opera venduta più rapidamente di quest’anno, superando anche gli ottimi risultati raggiunti da God of War di Santa Monica Studio durante la finestra primaverile. Secondo NPD, peraltro, Marvel’s Spider-Man è destinato a diventare anche uno dei dieci prodotti più venduti del 2018 negli Stati Uniti.
Insomma, ci troviamo al cospetto di un successo commerciale su tutta la linea, che trae senz’altro beneficio dal momento d’oro che il Marvel Cinematic Universe sta vivendo da almeno dieci anni a questa parte. Al di là dei vantaggi rappresentati dalla licenza, Insomniac ha cercato di fare scelte oculate sul piano squisitamente contenutistico, a partire dalla rappresentazione del personaggio all’interno del gioco. Gli sviluppatori sono partiti dall’idea che la vita di Spider-Man e quella di Peter Parker dovessero essere rappresentate proporzionalmente all’interno della loro avventura. Di conseguenza i giocatori avrebbero dovuto, di tanto in tanto, svestire i panni del supereroe per tornare a indossare quelli del bravo ragazzo di quartiere, l’amico della porta accanto di cui nessuno sembra davvero sospettare nulla, o quasi.
La storia che ci viene raccontata in Marvel’s Spider-Man non è dunque legata direttamente al primo Peter Parker. Non è la vicenda del giovane che, non avendo metabolizzato la morte dell’adorato zio Ben, sta ancora provando a capire come gestire i propri poteri per mettersi al servizio della comunità mosso da sani principi. All’inizio del gioco quella fase si è conclusa da tempo. Già nei primi istanti in cui lo ritroviamo, intento a muoversi per i tetti di Manhattan, scopriamo che sono trascorsi otto anni dalla mutazione che ne ha cambiato per sempre l’esistenza. Sono stati anni durante i quali Peter ha dovuto vedersela con cattivi di ogni risma, imparando a muoversi con estrema agilità nei suoi sgargianti costumi attillati, coadiuvato da quei gadget all’ultimo grido che la sua attività di scienziato in erba gli permette di procurasi e di mettere a punto tra una rapina sventata, una sparatoria per le strade della Grande Mela o un attentato dinamitardo evitato all’ultimo istante.
In altre parole, in Marvel’s Spider-Man ci si trova di fronte a un Peter Parker ancora nel pieno della verve giovanile, ma con una certa esperienza alle spalle. Siamo d’innanzi a un eroe che ormai sa il fatto suo, pur rimanendo il solito, inguaribile guascone che adora interagire a suon di battute e sarcasmo spicciolo anche con chi lo vorrebbe tanto vedere di fronte a sé, in posizione orizzontale, possibilmente freddo. Ma Peter è così, è più forte di lui. Il nostro prode eroe in calzamaglia non può proprio esimersi dal dispensare impressioni personali a ogni piè sospinto, anche nelle situazioni palesemente meno opportune. E allora via con i commenti più improbabili sulle velleità di quei brutti ceffi che, quotidianamente, anelano a mettere a ferro e fuoco l’Upper East Side, le stade di Harlem, o persino il cuore del distretto finanziario.
È un lavoro sporco ma qualcuno dovrà pur farlo, no? E Peter Parker sa quello che fa. D’accordo, magari talvolta si spinge un po’ oltre il seminato, ma non c’è davvero molto di cui discutere, nemmeno quando il vulcanico James Jonah Jameson inizia a spendersi nei suoi interminabili sermoni sulla pericolosità intrinseca di un uomo in calzamaglia che agisce al di sopra della legge. Ne fa le spese persino Wilson Fisk, altrimenti noto come Kingpin, quando il nostro dinamico maestro delle ragnatele si vede costretto a intervenire per porre fine ai loschi piani orditi dal super criminale e assicurarlo alle cure del Raft, il penitenziario di massima sicurezza situato al largo della laguna di Manhattan.
La ricostruzione di Manhattan è di qualità, con una mappa ripartita nei vari quartieri che compongono il centro nevralgico della metropoliÈ solo l’inizio di un’escalation che porterà il nostro eroe a vedersela con una sequela di minacce assortite e ben equipaggiate. Ad alcune vecchie conoscenze - che preferiamo comunque non anticiparvi - si avvicenderanno nuove e temibili minacce. Come ricorderete, nel caso abbiate seguito la massiccia campagna promozionale che ha preceduto il lancio del gioco, il filo conduttore principale è rappresentato dalla presenza di Mr. Negative, uno dei principali antagonisti della nuova avventura, intrecciato a doppio filo a un torbido passato. Un soggetto dalla personalità camaleontica, di cui si approfondiranno tratti e storia personale, un passo alla volta, fino alla rivelazione finale che metterà tutti i pezzi del mosaico al loro posto.
Il cast dei personaggi che ruota attorno all’eroe è quello a cui ci siamo abituati nel corso degli anni. Non manca ovviamente la dolce Zia May, in questo caso impegnata a tempo pieno nel sostegno dei più bisognosi presso le strutture di soccorso cittadine gestite da Martin Li. E poi Mary Jane Watson, che dopo aver deciso di prendersi una pausa dalla relazione con Peter ha deciso di tornare sui propri passi, più che altro a causa delle indagini che la coppia dovrà svolgere insieme nel corso dell’avventura. Logicamente non poteva mancare nemmeno Norman Osborne, il danaroso padrone della Oscorp nonché sindaco di New York, coinvolto come di consueto in traffici ai limiti della legalità e campagne di mistificazione con il prezioso supporto dei media. Harry Osborne, viceversa, lo ritroviamo solo di richiamo, citato dagli altri personaggi o presente negli audiolog di alcuni incarichi secondari. C’è invece Yuri Watanabe, capitano del New York Police Departement e personaggio comparso piuttosto tardivamente nella saga a fumetti.
Una delle caratteristiche di Marvel’s Spider-Man che abbiamo apprezzato di più riguarda il dinamico sistema di spostamento che è stato implementato per spostarsi di gran carriera da un capo all’altro della Grande Mela. Oltre alla normale oscillazione, demandata alla pressione del grilletto destro del pad, è stata introdotta una seconda mossa che sostanzialmente funge da collante tra una fase e l’altra delle rapide evoluzioni che Spider-Man riesce a effettuare quando si trova a mezz’aria. Lo strumento si è rivelato ideale per bilanciare le fasi esplorative, specialmente quando i palazzi ai quali ci si dovrebbe attaccare si trovano piuttosto distanti dalla propria posizione. Premendo uno dei pulsanti frontali è quindi possibile sparare in paio di colpi di ragnatela ben assestati in direzione orizzontale, così da raggiungere le superfici più prossime e darsi una maggiore propulsione in avanti.
È letteralmente un piacere starsene lì ad osservare il proprio personaggio adoperarsi in evoluzioni che vanno contro le regole più elementari della fisicaA ciò si aggiungono le meccaniche d’interazione parkour ad alta quota. Quando ci si trova in prossimità degli ostacoli è sufficiente tenere premuto il pulsante della corsa per attivare in automatico una serie di spettacolari mosse che servono a collegare gli spostamenti a corpo libero tra i grattacieli, le corse a perdifiato sui muri dei palazzi o i salti dietro la soglia dei cornicioni per arrivare fin sui tetti, e da lì riprendere nuovamente slancio verso lo strapiombo successivo, senza perdere nemmeno un briciolo di dinamismo. Logicamente nei primi istanti bisogna assumere un minimo di familiarità con le meccaniche, così da sviluppare il corretto tempismo. Le scelte più pratiche si rendono però necessarie specialmente quando ci si trova impegnati negli inseguimenti tra i palazzi. Durante l’esplorazione priva da vincoli, invece, è letteralmente un piacere starsene lì ad osservare il proprio personaggio adoperarsi in evoluzioni che vanno contro le regole più elementari della fisica, e farlo con quello stile e quella buona dose di noncuranza che sono perfettamente in linea con la natura del personaggio.
La ricostruzione di Manhattan è di qualità, con una mappa ripartita nei vari quartieri che compongono il centro nevralgico della metropoli: dal distretto finanziario, posizionato a sud dell’isola, fino al quartier di Harlem nella porzione situata più a nord. Come è stato spiegato dagli sviluppatori, la struttura della mappa open world è stata ripartita in varie sezioni perché l’intera isola non avrebbe potuto girare correttamente sfruttando la memoria limitata di PS4. Proprio per questo l’area di gioco è stata suddivisa in 800 settori, della dimensione di 128 metri quadrati ciascuna. Peraltro la velocità di caricamento degli asset è così rapida che nel corso dell’esplorazione non si percepiscono problemi di pop up o limitazioni del campo visivo, nonostante la velocità di spostamento mediante l’uso delle ragnatele sia particolarmente sostenuta. Per di più, grazie a questa nuova tecnica, Insomniac è riuscita a mettere insieme un’area di gioco sensibilmente più ampia rispetto a quella che fu costruita all’epoca di Sunset Overdrive.
Mentre ci si muove da un luogo all’altro, in vista della missione successiva, ci si imbatte spesso nella divertente trasmissione radiofonica “Solo i Fatti”, in compagnia del già citato JJ James. L’uomo come da tradizione non perderà occasione per sparare a zero sul nostro apprezzato Spider-Man di quartiere, perennemente mosso da un incrollabile scetticismo che per larghi tratti riesce a strappare sorrisi e a intrattenere durante le fasi esplorative. Dopotutto si parla di brutti ceffi abituati a svolazzare per aria in calzamaglia. E che diamine, non siamo mica in un fumetto!
In Marvel’s Spider-Man c’è tanto da fare e soprattutto nelle prime ore non si ha praticamente un attimo di respiro. Ogni incarico viene puntualmente indicato sulla mappa al termine dell’incarico precedente, senza che il giocatore venga lasciato in balia dei tempi morti. Gli incarichi secondari arricchiscono le attività disponibili, ma la loro gestione resta legata esclusivamente alla mappa, mentre nel diario del menù di gioco ci si concentra sulla trama principale. Malauguratamente all’estremo dinamismo del sistema di spostamento e di gestione delle missioni non corrisponde una struttura altrettanto virtuosa che regoli la gestione delle attività riempitive della mappa, nella fattispecie la ricerca di elementi statici come gli zaini o dinamici come i piccioni, o ancora gli scatti fotografici dei luoghi simbolo, le sfide a tempo, la gestione delle stazioni di ricerca e dei covi nemici da liberare. Materiale già visto e decisamente ripetitivo da fruire, figlio di un tipo di esperienza open world che inizia ad essere superata.
La seconda componente di Marvel’s Spider-Man che ci sentiamo di promuovere – pur con qualche piccolo difetto che ci sembra comunque il caso di evidenziare – è senz’altro il sistema di combattimento. Spider-Man è dotato di una ricca varietà di mosse destinata ad ampliarsi progressivamente di pari passo con il potenziamento delle abilità. Insomniac Games ha messo davvero tanta carne al fuoco e il risultato è per molti versi degno di nota e apprezzabile. Le alternative messe a disposizione del giocatore durante gli scontri corpo a corpo sono davvero numerose: Spidey è in grado di colpire con valanghe di cazzotti e calci rotanti, può sfruttare le ragnatele per imbrigliare i nemici, scagliarli per aria e poi rimandarli rovinosamente al tappeto con una scarica di botte, lanciare una ragnatela per muoversi a gran velocità in direzione di un bersaglio, o ancora servirsi dello scenario per usufruire di trappole e oggetti contundenti, per non parlare delle bombe rispedite al mittente o degli stessi nemici utilizzati come strumento d’attacco ai danni del loro stesso gruppo. Ecco, quelle che abbiamo elencato sono comunque solo alcune delle varianti che possono essere concatenate per incrementare il più possibile il proprio indicatore delle combo e ricevere in cambio una gran quantità di Concentrazione.
Una volta accumulata energia a sufficienza nell’apposita barra, è possibile spendere punti effettuando efficaci mosse finali sui cattivi situati più in prossimità. In alternativa si può decidere di ristabilire la propria energia vitale, che è anche l’unico metodo previsto dal gioco per evitare di rimanere a secco e finire al tappeto. A tutto questo si aggiunge il Senso di Ragno, indispensabile per capire quando si renda necessario schivare i colpi di arma da fuoco o gli altri attacchi inferti dalla controparte ostile, anche qualora la minaccia provenga dalle spalle o al di fuori dal campo visivo, come nell’ipotesi dei cecchini.
Il combat system è interessante da fruire e in grado di stimolare anche la fantasia e la creatività del fruitoreIn questo senso Insomniac Games ha introdotto molte variabili interessanti, che aiutano a rendere il combat system di Marvel’s Spider-Man interessante da fruire e in grado di stimolare anche la fantasia e la creatività del fruitore. Con un po’ di pratica è possibile variare l’approccio delle proprie incursioni, lanciandosi anche in qualche folle sperimentazione o variazione sul tema di sicuro interesse sul piano prettamente stilistico. Il rovescio della medaglia risiede in quella sensazione di avere a disposizione fin troppe varianti da dover gestire, al punto da restare spaesati qualora si voglia provare a sfruttare l’intero spettro di alternative di cui si disposizione. Ciò avviene specialmente in quelle porzioni delle missioni che non si svolgono all’interno agli edifici ma sui tetti dei grattacieli o in generale per le strade della città. La sensazione di caos controllato migliora accumulando esperienza e prendendo le misure rispetto alle caratteristiche peculiari del combat system, tuttavia l’impressione di non avere sempre tutte le opzioni perfettamente sotto controllo permane e non manca di creare qualche sentimento di frustrazione in alcune fasi del racconto. Sia chiaro che questo discorso esula dal livello di difficoltà, perché nel complesso il gioco non presenta grossi ostacoli dal punto di vista della sfida, data anche la presenza di frequenti checkpoint.
L’albero delle abilità è ampio e si sviluppa lungo tre direttrici: Innovatore, Difensore e Lanciatele. Le tre voci consentono di impostare a piacimento l’ordine di progressione del proprio alter ego virtuale, anche se va detto che completando la storia e buona parte degli incarichi secondari si riesce comunque a sbloccarlo quasi per intero. A tutto questo si aggiungono i poteri speciali dei costumi e il potenziamento dei gadget tecnologici. Per quanto riguarda la prima categoria, raccogliendo uno serie di risorse è possibile sbloccare indumenti alternativi dotati di abilità peculiari che possono essere sprigionate nel momento in cui il proprio livello di Concentrazione raggiunge il massimo livello. Le capacità speciali sono piuttosto varie, prevedendo ad esempio di lanciare una scarica di ragnatele in grado di immobilizzare tutti i nemici presenti nelle vicinanze o un’onda di energia, solo per citare le prime due che ci vengono in mente. Per quanto concerne i gadget, si tratta di strumenti selezionabili attraverso il tradizionale menù radiale con cui si ha accesso alla pausa tattica. Anche queste voci sono passibili di miglioramento investendo una serie di risorse reperibili dalle missioni secondarie o dalla raccolta dei collezionabili.
Sulla falsa riga di quanto avviene nella saga di Batman Arkham di Rocksteady, anche in Marvel’s Spider-Man l’approccio diretto può essere alternato a fasi di gioco in cui è preferibile non farsi individuare dal nemico. Nel loro complesso le sezioni stealth nei panni di Spider-Man ci hanno abbastanza convinto, nonostante in alcuni casi i nemici non abbiano dimostrato estrema reattività nell’individuare la minaccia che albergava nei paraggi. Ma si sarebbe senz’altro potuto fare uno sforzo ulteriore anche nella gestione dei boss. Come abbiamo già accennato, nel corso della storia Spider-Man dovrà vedersela con vari nemici e tutti questi incontri si risolveranno con un faccia a faccia in piena regola. Quello che non ci ha convinto appieno è stata la scarsa varietà nell’approccio a questi combattimenti. Dall’inizio alla fine, infatti, le tecniche da adottare per mettere fuori causa i super criminali si ripetono senza soluzione di continuità, con minime variazioni sul tema che tra l’altro in alcuni casi attengono al mero computo numerico degli avversari. Si tratta peraltro di margini di miglioramento che poggiano su un’ottima base produttiva e che probabilmente saranno messi in pratica in un probabile sequel che diamo quasi per scontato, considerando il notevole gradimento che il gioco ha ottenuto non appena ha fatto capolino nei negozi.
Quando abbiamo accennato al contesto narrativo, è stata rimarcata l’idea di Insomniac di dare risalto non solo alla figura di Spider-Man, ma anche al ruolo di Peter Parker. Nel corso dell’avventura capita pertanto di svestire i panni dell’eroe e di svolgere alcune attività che esulano dall’esplorazione e dai combattimenti. Più nello specifico, ogni volta che Peter fa ritorno al laboratorio del Dr. Octavius, è possibile accedere a una serie di mini giochi legati alle sperimentazioni in corso presso la struttura di ricerca. Completando questi progetti si ottengono ulteriori punti esperienza e una serie di ricompense legate ai gadget. L’idea nel complesso è interessante, ma come per i boss avrebbe meritato di essere sviluppata e ampliata negli scopi, con una maggiore varietà di scelta delle attività da svolgere e un’incidenza più marcata sull’esperienza ludica nel suo complesso. Ci auguriamo che anche quest’ambito possa espandersi in futuro, così da spezzare in maniera più tangibile il ritmo del racconto.
E poi ci sono le fasi di gioco durante le quali capita di vestire i panni di altri due personaggi che ruotano attorno alla figura di Spider-Man. In questi momenti non è sostanzialmente prevista nessuna forma diretta d’ingaggio delle ronde nemiche, ma viene richiesto di utilizzare metodi per distrarre le guardie e trovare il modo di passare verso la meta successiva senza essere individuati. Di nuovo, l’idea di base è interessante allo scopo di variare le forme d’interazione disponibili, ma si è rivelata per larghi tratti molto lineare rispetto alla ricchezza interattiva che possiede il gioco durante le sezioni principali. A meno di compiere errori marchiani, difficilmente si verrà individuati, anche in quelle situazioni in cui si dovrebbe finire nel cono visivo delle guardie più vicine. In questi segmenti non è possibile mettere fuori causa gli avversari, se non poco prima dell’epilogo. Peraltro anche i metodi utili a far distogliere l’attenzione dal punto in cui si trova soffrono di qualche problemino. Capita ad esempio di ricorrere a un sensore sonoro, che deve essere lanciato nelle vicinanze del bersaglio per farlo spostare. La portata del dispositivo non solo è ingiustificatamente limitata, ma talvolta varie di efficacia a seconda della zona in cui viene lanciato. Tirandolo alle spalle del soldato di turno, ad esempio, capiterà di non sortire l’effetto sperato, mentre a parità di distanza un lancio frontale sortirà spesso più risultati.
Dal punto di vista tecnico l’impatto di Marvel’s Spider-Man non raggiunge l’eccellenza ma è comunque più che buono, anche in virtù della fluidità che il gioco offre durante le fasi più votate all’azione. In questo caso Insomniac Games ha fatto ricorso a una tecnica denominata “Temporal Injection”, impiegata per arrivare a una risoluzione a 4K su PS4 Pro senza appesantire eccessivamente l’hardware e mantenere comunque un frame rate fluido. Sulla console ammiraglia di Sony il gioco gira a una risoluzione di 2816x1584 pixel, scendendo a 2560x1440 pixel nelle situazioni più affollate, con un frame rate di 30 fotogrammi al secondo. La sopracitata tecnica di rendering permette poi di migliorare l’anti-aliasing, restituendo un’immagine più pulita. Chi possiede il modello base dovrà ovviamente accontentarsi della tradizionale risoluzione a 1920x1080 pixel.
Insomniac Games ha fatto ricorso a una tecnica denominata “Temporal Injection”I modelli dei personaggi sono discreti ma palesemente inferiori ad altre esclusive blasonate di Sony, ciò nondimeno l’impatto complessivo, specialmente durante le fasi di spostamento e combattimento, ci ha lasciato buone sensazioni. Buona anche la resa del doppiaggio, che mette efficacemente in luce le caratteristiche dei personaggi. Qualche voce si è rivelata migliore di altre, ma nel complesso non ci si può lamentare. La longevità è sostanzialmente in linea con il genere d’appartenenza: qualora si desideri portare a termine tutti gli incarichi principali e le missioni secondarie, oltre alla raccolta degli oggetti sparsi per Manhattan, si rendono necessarie all’incirca 25 ore di gioco.
Se avete letto con attenzione ogni passaggio dell’articolo e siete arrivati fin qui, avrete già intuito che Marvel’s Spider-Man è un buon titolo, divertente da fruire ed è anche un acquisto obbligato per chiunque abbia (o abbia avuto) interesse per le avventure dell’Uomo Ragno. Ciò nonostante sussistono alcuni margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda i contenuti che fanno da contorno all’esperienza interattiva principale. In un periodo in cui si corre il rischio di inneggiare con troppa superficialità al capolavoro, ci sentiamo di affermare che Marvel’s Spider-Man non possiede tutti i crismi per iscriversi al club, ma ciò non significa che non meriti di essere fruito anche da chi magari non è uno strenuo sostenitore dell’universo di riferimento. Dal canto suo Insomniac Games ha già supportato il titolo con alcuni aggiornamenti dei contenuti. La patch 1.06 è servita ad apportare una serie di correzioni e miglioramenti specifici, tra cui l’eliminazione di alcuni bug, l’introduzione di una serie di nuovi filtri per la modalità fotografica e di alcune variazioni dell’interfaccia utente. Già confermato, inoltre, l’arrivo della modalità New Game Plus, che verrà messa a disposizione prossimamente, mentre è già stato rivelato anche il contenuto dei DLC post lancio previsti tra fine ottobre e dicembre.
PRO
- È il miglior gioco dedicato a Spider-Man
- Spostamenti molto fluidi
- Sistema di combattimento ricco e vario
- Buona longevità
- Alternanza tra fasi di combattimento e altre forme d’interazione
CONTRO
- A tratti caotico
- Boss fight simili tra loro
- Sezioni stealth nei panni di altri personaggi molto lineari
11 Commenti
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non è il topic di halo questo
Con il combat system mal scopiazzato dai Batman di Rocksteady ed elementi
open world di AC. La solita noiosissima salsa blockbuster tripla A.
quindi secondo la tua logica anche God of War, The Last of Us, *Inserisci nome di un qualsiasi gioco*, sono giochini dai 14 in giù visto che tutti prima o poi si ripetono.
Quali sono secondo te i giochi "per maggiorenni"?
Comunque tutti sti giochi da console ormai li ritengo quasi tutta roba da ragazzini, che io avendo ormai passato agli anta non riesco più a giocare.
Quali sono secondo te i giochi "per maggiorenni"?
God of war per grafica e fascino è su un altro pianeta, last of us tema più maturo e drammatico, se a te è piaciuto spiderman e hai sui 14 anni non sentirti in colpa, ti assicuro che è veramente una bimbo min kiata, ci ho giocato per 20 minuti con mio nipotino e dopo l'ho supplicato di mettere su gta v per sfogarmi ad ammazzare gente per la strada
Comunque tutti sti giochi da console ormai li ritengo quasi tutta roba da ragazzini, che io avendo ormai passato agli anta non riesco più a giocare.
come ti capisco, ormai i gichi tripla a sono tutte bimbo min kiate, trattasi per lo più di premere freneticamente pulsanti sul joypad spegnendo accuratamente i neuroni, per fortuna esistono ancora perle come: Inside, prison architect, Shooter ultimate. Odio i giochi 3d che mi fanno venire la nausea per noi "vecchietti" per fortuna c'è ancora tanta roba per rilassarsi, spremere il cervello e allenare un pò l'inglese, ti piacciono gli hidden object? io li adoro, sono eccezionali per ripassare l'inglese e ricordarsi tante parole di oggettistica comune, ci rimango inoltre tanti bellissimi adventure
Io ormai sono più per i giochi riflessivi, gestionali, strategici e gdr a turni, city builder.
Sono veramente pochi i giochi action che riescono a prendermi, giusto i GTA (speriamo che anche RDR2 non mi deluda) e stranamente i souls (dato che c'è più da ragionare sulle tattiche che non da smanettare col pad).
Sia Spiderman che GOW mi hanno rotto dopo un'oretta di gioco (gow poi lo trovo dannatamente frustrante come combat system, molto più dei souls).
Ma mi rendo conto che è sopratutto un fattore personale e di età, obiettivamente sono entrambi dei buoni giochi.
Poi ora sto giocando a DQ11 dato che mi ricorda tanto (troppo) i vecchi JRPG a turni con i quali son cresciuto, ma anche lui pienissimo di minchiatine che ti fanno davvero cadere le OO.
gta sa del 2004 era per adulti o ragazzini? da adulti non si gioca?
mah
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