Onrush è un gioco di guida arcade al di fuori degli schemi

Onrush è un gioco di guida arcade al di fuori degli schemi

Nato dalla collaborazione di Codemasters con gli ex sviluppatori di Motorstorm e Driveclub, Onrush propone un’interpretazione del genere racing in chiave arcade decisamente al di fuori degli schemi consolidati. Ne emerge un prodotto divertente, non esente da difetti ma comunque efficace nel trasmettere un’atmosfera sopra le righe e una riuscita sensazione di caos controllato

di pubblicato il nel canale Videogames
Koch Media
 

Negli ultimi anni il genere dei giochi di guida arcade ha vissuto di alti e bassi. A tenerne alta la bandiera sono state soprattutto Playground Games e Codemasters con titoli affermati come Forza Horizon e DiRT, ma indubbiamente il genere ha vissuto momenti migliori nelle epoche passate. Chi ha seguito l’evoluzione – o forse sarebbe il caso di definirla involuzione – del genere negli ultimi dieci anni ricorderà senz’altro la chiusura di studi apprezzati come Bizarre Creations (Project Gotham e Blur), Turtle Rock (Split/Second) e più di recente Evolution Studios, la software house che si è occupata dei vari capitoli di Motorstorm e di Driveclub per PS3 e PS4. Tra un Need for Speed che sembra aver definitivamente smarrito la trebisonda, un The Crew mai troppo convincente e qualche remaster di qualità come quella di Burnout Paradise, l’universo dei racing arcade aveva la necessità di percorrere nuove strade, di uscire in qualche modo dal seminato per ridestare l’interesse del pubblico.

Partendo dal presupposto di mettersi al passo con l’attualità, ponendo in risalto l’esperienza multiplayer e la condivisione la community dei giocatori, Codemasters ha provato a mettere in piedi una nuova proprietà intellettuale. Su queste basi è nato Onrush, coraggioso esperimento che il publisher inglese ha messo in cantiere reclutando proprio gli ex sviluppatori di Evolution. Presentato per la prima volta lo scorso autunno, in occasione della Paris Games Week, può essere definito come un nuovo modo di celebrare la sensazione di adreanalina e l’atmosfera spiccatamente sopra le righe tipica di titoli come Burnout e i vecchi FlatOut.

Le gare di Onrush non tengono minimamente conto di parametri come la posizione o la necessità di raggiungere la fine di un percorso prestabilito davanti ad altri concorrenti
Già al primo sguardo si coglie però che Onrush, dal punto di vista visivo, strizza chiaramente l’occhio soprattutto a Motorstorm, con cui condivide le discese a rotta di collo tra canyon, foreste e impervi paesaggi investiti da tormente di neve. Il divertimento e la spettacolarità dell’azione continuano a essere due pilastri imprescindibili anche nella nuova esperienza interattiva plasmata dal game director Paul Rustchynsky e dal resto del suo team. A maggio si è svolta l’open beta nella quale i giocatori hanno avuto modo di testare i primi contenuti, mentre l’edizione definitiva è disponibile su PC, PS4 e Xbox One dai primi di giugno.

Purtroppo, a dispetto degli sforzi creativi messi in campo, a due mesi dal lancio Onrush ha già imboccato un binario morto. Un vero peccato, perché gli spunti interessanti non mancano ma la risposta del pubblico si è rivelata davvero tiepida. Nel Regno Unito i dati parlano chiaro: nella prima settimana di presenza sul mercato sono state vendute solamente 1000 copie fisiche e il titolo è uscito dalla top 40 dei giochi più venduti già a partire dalla settimana successiva. Risultati che peraltro si sono rivelati per lo più scoraggianti sia nei territori europei che sul mercato nord americano. In tutta risposta, Codemasters ha preferito ridimensionare lo studio di sviluppo mettendo fine alla collaborazione con il game director e le altre figure chiave del progetto, garantendo lo stesso il supporto post lancio ma preferendo convogliare il grosso delle risorse a supporto di progetti di stampo più tradizionale, considerati “meno rischiosi”.

Quindi cosa contraddistingue Onrush dagli altri esponenti del genere racing di stampo arcade? Innanzitutto l’esaltazione del gioco di squadra e l’eliminazione degli abituali punti di riferimento individuati dalla presenza di un punto di partenza o di una linea del traguardo. Le gare presentate nel gioco non tengono minimamente conto di parametri come la posizione o la necessità di raggiungere la fine di un percorso prestabilito davanti ad altri concorrenti. Viceversa si ha la necessità di selezionare e padroneggiare varie classi di veicoli dotati di peculiarità esclusive, cercando di collaborare il più possibile con gli altri cinque compagni che compongono la propria squadra.

Dal punto di vista visivo, strizza chiaramente l’occhio soprattutto a Motorstorm
Il gameplay si fonda sul cosiddetto Stampede System, per mezzo del quale si viene costantemente coinvolti nell’azione frenetica che contraddistingue tutte le modalità di gioco. Qualora si rimanga troppo indietro o troppo avanti rispetto al resto del gruppo, sulla schermata compare un messaggio che informa il giocatore di colmare o ridurre il gap che si è creato. Ciò nondimeno, qualora il divario dovesse crescere eccessivamente, il sistema prevede di far ricomparire il veicolo nel vivo dell’azione. Una situazione che peraltro si verifica piuttosto di rado. Come è stato spiegato dagli sviluppatori, la realizzazione di queste meccaniche ha richiesto un certo impegno soprattutto in termini di bilanciamento, anche in funzione delle particolari modalità di gioco disponibili e delle caratteristiche variabili di ciascuna delle vetture potenzialmente coinvolte in una singola gara.

I Takedown, tanto apprezzati nelle precedenti generazioni grazie ai capitoli di Burnout, sono diventati un elemento centrale anche in Onrush. Quando ci si trova in gara è infatti possibile speronare gli avversari spedendoli contro barriere, rocce, alberi e altri ostacoli presenti negli scenari, oppure farli finire con violenza fuori pista, giù dai dirupi o dentro ai corsi d’acqua con tanto di replay panoramico con cui rivedere i violenti scontri tra veicoli.

Normali azioni di gioco come l’eliminazione dei gregari, ovvero quei veicoli che sono presenti sul tracciato solo al fine di essere investiti, permettono di riempire la barra del turbo e incrementare esponenzialmente la propria velocità o sfruttarla in specifici momenti, ad esempio quando si vuole provare a speronare un avversario o piombargli in testa dopo un lungo salto. L’altro indicatore da riempire è la Barra del Rush, una sorta di ultra che può essere attivata solo dopo aver raggiunto il 100% di caricamento. Una volta sprigionata, questa proprietà permette di travolgere con molta più immediatezza e semplicità gli altri giocatori presenti in pista e attiva una serie di proprietà che sono strettamente legate alle caratteristiche del veicolo che si sta pilotando. La particolarità di questo strumento è che non è possibile dosarne la violenza, pertanto bisogna avere l’accortezza di utilizzarlo nei momenti salienti della partita, in modo da trarne un vantaggio concreto e tangibile.

I Takedown, tanto apprezzati nelle precedenti generazioni grazie ai capitoli di Burnout, sono diventati un elemento centrale anche in Onrush
In Onrush sono disponibili ben otto classi di vetture, ognuna dotata proprie caratteristiche e abilità distintive. I modelli più leggeri, ovvero le motociclette Blade e Vortex, sono maggiormente soggetti ai Takedown ma in compenso vantano qualità esclusive come la possibilità di accecare gli avversari o rilasciare una potente turbolenza al contatto col terreno dopo aver superato ogni salto. Tra i modelli a quattro ruote si può optare per l’Outlaw, il Charger, il Dynamo o l’Enforcer, che è anche la vettura più possente tra quelle presenti nel gioco. L’Outlaw, ad esempio, è in grado di fornire turbo supplementare ai compagni presenti nelle vicinanze, mentre il Charger può incrementare gli attacchi Rush rimanendo a stretto contatto con i membri della formazione avversaria. L’Enforcer, per contro, può abbagliare gli avversari o accumulare Rush supplementare quando si elimina direttamente uno dei tanti gregari presenti lungo il percorso.

L’approccio innovativo di Onrush si riflette anche sulle caratteristiche delle quattro modalità selezionabili. In Overdrive i membri delle due squadre devono eseguire una serie di scatti in successione per incrementare il punteggio complessivo della squadra e raggiungere per primi la soglia dei 10.000 punti. In questo caso il dosaggio del Rush e la capacità di mantenersi a lungo in partita sono fondamentali per il buon esito dell’incontro. Selezionando Countdown bisogna attraversare una serie di portali contrassegnati da luci verdi, incrementando così il tempo residuo a disposizione della propria squadra. Switch pone tutti i partecipanti a bordo di motociclette e pone l’accento sulle eliminazioni: ad ogni uscita di pista si passerà alla categoria di veicolo successiva, arrivando progressivamente a pilotare quella più massiccia. In questo caso avrà la meglio la formazione in grado di conservare più a lungo le vetture rimanenti. Optando per Lockdown si ha invece a che fare con la cattura e la gestione di una piccola area che si muove a velocità sostenuta lungo il tracciato. Sostanzialmente si tratta della modalità dove la collaborazione con i propri alleati viene maggiormente esaltata, dal momento che è necessario occupare l’area con una quantità di veicoli superiore rispetto alla concorrenza.

Durante i nostri test abbiamo apprezzato la frenesia che si instaura nel corso delle partite, una sorta di caos controllato che tuttavia in alcuni momenti finisce per andare persino troppo oltre e creare qualche complicazione, specialmente durante le sessioni online. Spesso, infatti, capita di essere speronati da dietro senza che venga nemmeno dato il tempo di veder sopraggiungere la minaccia alle proprie spalle. In alcune fasi della partita si ha la sensazione che la gestione dei Takedown risulti un po’ approssimativa rispetto al posizionamento del proprio veicolo sul tracciato. Capita ad esempio di lanciare la propria vettura a velocità sostenuta verso la fiancata da speronare, ma non sempre l’approccio scelto si rivela efficace come sarebbe potuto sembrare valutando la propria direzione e la velocità di percorrenza. In questi frangenti, anche qualora il proprio veicolo sia sufficientemente equipaggiato per avere la meglio durante l’impatto, può avvenire l’imponderabile. In altre situazioni può capitare semplicemente di sbagliare la misura della propria manovra e di finire per schiantarsi, praticamente da soli, contro gli oggetti presenti ai bordi o al centro delle piste. Fin qui niente di strano, se non fosse che molte volte è capitato di vedere comunque assegnato il punto eliminazione al proprio bersaglio, che in realtà non aveva fatto praticamente nulla di concreto per meritarsi quel tipo di riconoscimento.

Onrush sfrutta l’ultima versione dell’EGO Engine
Al netto di queste imprecisioni, la formula di gioco di Onrush è risultata efficace e in grado di divertire fin da subito, una volta assimilati i concetti alla base del gameplay. Per il momento la componente multiplayer del gioco è basata sulla selezione della partita veloce, che associa l’utente in automatico a una lobby selezionando i propri compagni e avversari in ragione del livello raggiunto. In alternativa è possibile propendere per la partita personalizzata, con cui creare competizioni su misura insieme ai propri amici. Al momento non è stata ancora inserita la modalità competitiva, che Codemasters prevede ancora di rendere disponibile prossimamente, a prescindere dal riassetto che ha subito lo studio di sviluppo a causa delle scarse vendite.

Per migliorare la propria padronanza dei veicoli appartenenti a ciascuna categoria considerata è possibile selezionare l’Esercitazione, ma è stata predisposta anche una modalità single-player denominata Superstar. Sulla falsa riga di quanto accadeva in Motorstorm, le competizioni presenti in questi biglietti dalla difficoltà progressiva permettono di prendere parte a una moltitudine di sfide ed eventi da completare contro avversari controllati dalla CPU, mentre cinque bot fungono da alleati. In ogni tappa sono state predisposte una serie di sfide, fisse e giornaliere, che devono essere portate a termine per incamerare punti e poter accedere alle competizioni più avanzate, oppure per sbloccare gli oggetti cosmetici previsti per i dodici personaggi selezionabili e i vari veicoli. Da ricordare inoltre la presenza della Photo Mode, con cui condividere i momenti migliori di ciascuna partita e i Takedown più stilosi ed esaltanti. In sintesi, sebbene la formula di gioco di Onrush risulti assimilabile rapidamente già dopo le prime partite, riuscire a padroneggiare costruttivamente il gioco di squadra e le regole di ciascuna modalità richiederà un po’ più di tempo e attenzione da parte del fruitore. Di base l’opera di Codemasters rimane comunque aderente a un modo ben preciso di intendere il mondo dei videogiochi di guida arcade, premiando l’elevato tasso di spettacolarità e la condivisione con gli amici. Ci saremmo aspettati uno sforzo in più per quanto riguarda le mappe: alcuni tracciati ci sono parsi più ispirati di altri, ma nel complesso i percorsi finiscono per essere assimilati in fretta e per diventare un po’ troppo ripetitivi nel lungo periodo.

Onrush sfrutta l’ultima versione dell’EGO Engine. Le nuove caratteristiche del motore grafico supportano fino a un massimo di 24 veicoli in contemporanea senza che si perda dettaglio nella gestione dei danni e nella distruzione degli elementi presenti nello scenario. L’uso del rendering dinamico ha permesso inoltre di introdurre condizioni meteorologiche dinamiche e il passaggio in tempo reale dal giorno alla notte (e viceversa) nel corso delle singole gare. Il grosso del lavoro è stato svolto sulla gestione delle superfici e le loro variazioni in base alle condizioni ambientali, includendo tempi di caricamento veloci in qualsiasi situazione della partita. Capita pertanto di iniziare su un tracciato baciato dalla luce del sole e di terminare la gara sotto la pioggia in notturna, oppure vedere sopraggiungere una violenta tormenta di neve.

Onrush propone quindi un’interpretazione del genere racing in chiave arcade decisamente al di fuori degli schemi consolidati. Ne emerge un prodotto divertente, non esente da difetti ma comunque efficace nel trasmettere un’atmosfera fortemente sopra le righe e una riuscita sensazione di caos controllato. Dispiace per lo scarso interesse del grande pubblico, perché un prodotto coraggioso avrebbe meritato miglior sorte ed entusiasmo da parte degli appassionati. Ciò nonostante Codemasters ha garantito che manterrà fede al già pianificato supporto post lancio con una serie di nuovi contenuti che dovrebbero arrivare su tutte le piattaforme prossimamente.

PRO

  • Approccio innovativo al genere racing arcade
  • Tante classi di veicoli con abilità esclusive
  • Premia il gioco di squadra
  • Colorato e fuori di testa

CONTRO

  • A tratti fin troppo caotico
  • Per il momento manca una modalità multiplayer competitiva
  • Ci sarebbe piaciuto avere accesso a più tracciati
6 Commenti
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Max_R30 Agosto 2018, 15:33 #1
1nsane?!
sbaffo30 Agosto 2018, 16:56 #2
@ redazione:
si sta diffondendo,non solo qui, la moda di fare recensioni di giochi senza neanche un video di gameplay.
Ci vuole tanto? Le foto servono a poco per rendere l’idea di un gioco.
Una recensione senza un video è come leggere della partita sul giornale invece che guardarla.
Gnubbolo30 Agosto 2018, 17:17 #3
arrivato a stampede ho quittato. insomma sto gioco è una chat e basta.
29Leonardo30 Agosto 2018, 21:29 #4
Originariamente inviato da: Gnubbolo
arrivato a stampede ho quittato. insomma sto gioco è una chat e basta.


chat?
mrk-cj9430 Agosto 2018, 23:07 #5
Originariamente inviato da: Gnubbolo
arrivato a stampede ho quittato. insomma sto gioco è una chat e basta.


cos?
tmx01 Settembre 2018, 12:09 #6
^ scusa ma Mario Kart è realistico? Burnout Paradise? Gli stessi Need For Speed?
Quando erano fatti bene, vendevano. Mica tutti vogliono le simulazioni 1/1.

Recentemente cercavo qualcosa sul genere, per PC, ma sono rimasto abbastanza deluso dal panorama attuale.

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