Cinema e videogiochi sempre più vicini
Nell'ultimo periodo assistiamo a film che assomigliano sempre più a videogiochi e a videogiochi che assomigliano sempre più a film. Analizziamo il fenomeno attraverso Avengers: Age of Ultron, Mad Max: Fury Road e The Witcher 3: Wild Hunt.
di Rosario Grasso pubblicato il 01 Giugno 2015 nel canale VideogamesTutto è partito da The Avengers: in quel film si rinuncia quasi completamente alla sceneggiatura per dare spazio a un ritmo forsennato, alle trovate comiche e all'azione. E il suo seguito, appena uscito nelle sale cinematografiche, Avengers: Age of Ultron, per quanto conceda più spazio all'introspezione psicologica dei protagonisti, finisce per esaltare ancor più quell'impostazione. Il fulcro dei due film, infatti, è un altro: mostrare agli spettatori come i loro beneamini preferiti del mondo dei fumetti se la cavino nelle situazioni più difficili.
Ovvero come usino i loro poteri personali per sconfiggere i cattivi e riportare l'ordine. Insomma, un compito che all'interno dello spettro del mondo dell'intrattenimento solitamente è assolto da un altro media, quello dei videogiochi appunto.
Se la rinuncia alla sceneggiatura è vista in chiave negativa da una certa critica cinematografica, bisogna dire che la velocizzazione è elemento imprenscindibile dell'evoluzione del media. I film diventano sempre più rapidi e i ritmi sono sempre più incalzanti, al punto che, se vedete un film degli anni '60 o '70, anche se allora poteva essere considerato di avanguardia da questi punti di vista, oggi vi sembrerà incredibilmente lento. Il discorso fa parte della tendenza per cui oggi siamo bersagliati da molti più stimoli e non ci piace più aspettare: vogliamo subito arrivare al dunque.
Ma c'è un altro punto di vista che quella critica non considera. Dare un giudizio a un'opera di intrattenimento vuol dire anche collocarla in un percorso che conduce al continuo perfezionamento del media perché è l'elemento dell'innovazione e della creatività che distingue un'opera riuscita da un'opera non riuscita. Insomma, bisogna mettersi nella condizione mentale per cui l'intrattenimento è una questione di continuo cambiamento: che i gusti di ieri non saranno i gusti di domani. Il cinema è sempre più veloce, anche se questo va a scapito della sceneggiatura, e certe forme di cinema rischiano di diventare antiquate: i film del Festival di Cannes, ad esempio, oggi sono rivolti a una piccola nicchia.
Mentre Avengers viene visto dalla maggior parte del pubblico come un successo, che lo premia oltretutto con voti importanti. Il primo film della serie su Imdb ha, infatti, una media di 8,2 e il seguito di 8,0. Detto in altre parole sono due film di successo che, in un modo o nell'altro, segnano un'epoca della storia dell'evoluzione del cinema.
Questi concetti sono portati alle estreme conseguenze da un altro film recente, Mad Max: Fury Road, anch'esso osannato dai fan, soprattutto d'oltreoceano. Diretto dal regista della serie originale, George Miller, il nuovo Mad Max incarna perfettamente lo spirito dei vecchi film con Mel Gibson, con i suoi personaggi disperati e la lotta tremenda per le ultime risorse rimaste, che retrocede l'uomo al livello delle bestie tanto è forte la competizione all'interno di quello che rimane della società.
L'uomo che mangia la sabbia e che ingoia la benzina erano sensazioni che nei vecchi Mad Max provavamo dopo lunghe sequenze di dialogo atte a descrivere il mondo post-apocalittico ideato da Miller. Nel nuovo film, invece, non è così: tutte le sensazioni e la ricostruzione dello scenario sono affidate a una lunga sequenza d'azione, visto che il film sostanzialmente non si compone d'altro. Rinuncia, in altri termini, quasi interamente alla sceneggiatura.
Un concetto molto importante del film riguarda la follia di Max, ben diversa rispetto a quella degli altri personaggi perché in questo caso è soprattutto stordimento e rassegnazione. Ma Max pronuncia pochissime parole nel nuovo film, ovviamente per una precisa scelta del regista, e parla per la prima volta dopo decine di minuti dall'inizio della pellicola. Lo spettatore, infatti, avverte il suo malessere attraverso i personaggi altisonanti, e stavolta folli nel vero senso della parola, che lo circondano. Ma avverte anche la sua fermezza a riportare il mondo in equilibrio dalla donna che gli sta affianco, l'Imperatrice Furiosa interpretata da Charlize Theron.
Abbiamo ancora il già famosissimo chitarrista scatenato. Questo personaggio, conosciuto come Doof Warrior e interpretato dalla rockstar australiana iOTA, è già entrato nell'immaginario collettivo dei fan del genere come uno dei personaggi più inamovibili. E anche lui non pronuncia neanche una parola in tutto il film, ma sviscera al meglio l'efferatezza e la concitazione che una situazione di degrado completo della società umana come quella raccontata in Mad Max portino a un tale livello di declino per la società umana.
Insomma, lo scenario disturbante dei vecchi Mad Max, e la profondità del contesto post-apocalittico, possono essere raccontati anche solo con una lunga sequenza d'azione, e non hanno bisogno di lunghi e laboriosi dialoghi. E anche in questo caso la gente apprezza (perlomeno la maggior parte della gente) se è vero che Mad Max ha un voto di 8,7 su Imdb.
I film tendono quindi a esprimersi più attraverso l'azione che tramite i dialoghi, un po' come fanno i videogiochi. O forse sarebbe meglio dire facevano?
Cosa succede, infatti, nello stesso tempo nel mondo dei videogiochi? Il titolo "da 8,7" dell'ultimo periodo nell'ambito videoludico è The Witcher 3 Wild Hunt. Che, come sanno bene coloro che lo stanno giocando a fondo in questo periodo, offre invece dialoghi lunghissimi, quasi alla maniera del cinema europeo più impegnato, anche perché accompagnati da scorci paesaggistici letteralmente mozzafiato. Dando quasi la sensazione che i videogiochi stiano attraversando un percorso opposto rispetto a quanto accade nell'ultimo periodo nel mondo del cinema.
Quella di The Witcher 3 è un'esperienza di intrattenimento, a mio modo di vedere le cose, ancora più completa di quella cinematografica, perché da una parte immerge in un mondo fatto di regole e tradizioni completamente diverse dalle nostre, dall'altra è in grado di accelerare diventando adrenalinica e spettacolare nei punti giusti. Oltretutto si tratta di un'esperienza lungamente continuata nel tempo, visto che servono diverse decine di ore per completarla. Un'immedesimazione netta, totale, alla quale in certi momenti pensi non sia più possibile rinunciarvi proprio perché riproduce in una maniera incredibilmente fedele delle emozioni che normalmente dovresti avere nella realtà.
Mi rammarico che questa sia un'esperienza di intrattenimento meno alla portata del grosso del pubblico, che si limiterà probabilmente a Mad Max. I videogiochi presentano ancora delle importati barriere all'ingresso, individuabili principalmente nel dover padroneggiare il gameplay, che escludono buona parte del pubblico meno impegnato da questo punto di vista. Ma, semplicemente, il cinema non può competere né sul piano dell'immersione né sul piano delle tecniche narrative.
Se la narrazione videoludica ha avuto un impatto così importante sui film di maggior successo dell'ultimo periodo, sembra adesso fissare un nuovo stadio in quel percorso di continua evoluzione dei media di intrattenimento che prima abbiamo visto. L'autore di intrattenimento oggi non può prescindere da queste considerazioni: deve formulare le sue opere sulla base dei ritmi moderni e declinare il tutto sulla base delle nuove esigenze di velocità.
Fermo restando che uno degli elementi più apprezzabili di The Witcher 3, e di Dragon Age Inquisition che l'ha preceduto, riguarda proprio la capacità che ha il giocatore di influire sui fatti e di personalizzare il contesto che avvolge l'intrattenimento. Tutte cose che, ahimé, al cinema sono molto più difficili da riprodurre.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPoi scendendo, e molto di livello, a livello cinematografico ci sono le produzioni che ci propina CieloTv con le sue serie, credo al momento sia Armageddon o qualche boiata simile. Chiaro esempio della direzione intrapresa: produrre qualsiasi cosa a basso budget.
E se proprio vogliamo toccare il fondo, bhe, c'è Uwe Boll che ha voluto regalarci le peggiori trasposizioni da una forma di entarteinment all'altra.
E lui era pure convinto.
Hermes
Tempo due anni a il mondo dei videogiochi cambierà
uno ha tirato l'altro, e l'altro ha tirato l'uno.
per il resto, un altro esempio è il film che sta per uscire di World of Warcraft.
Per me è già una battaglia persa in partenza.
la serie di Warcraft è un unico film lungo mesi di gioie e bestemmie. non si può pensare di "farlo vedere in 2 orette.".
Il problema sorge quando uno vuole fare quello che fa l'altro.
Io sono stanco di vedere film che sono un tripudio di effetti speciali (fintissimi), filtri sparati a cacchio (provate a vedervi 300 l'alba di un impero, o lo Hobbit e la luce vi sembrerà quanto di più finto ed irreale possa esistere... e no, non ha nulla di artistico), scene d'azione strapiene di rallenty e accelerazioni dove non si capisce come si sta svolgendo l'azione e non si riesce più a distinguere chi sta dando mazzate a chi. E questo solo tenendo in considerazione il genere action e senza parlare del vuoto pneumatico del resto dei generi e dei film di successo.
D'altro canto, invece, i videogiochi tentano il più possibile di imitare questo genere di cinema commerciale fatto dai soliti incapaci e pochi capiscono che la forza del videogioco non è la scena spettacolare o la sequenza interattiva dove devi premere il tasto giusto al momento giusto (ed attenzione c'è davvero qualcuno che è convinto che questo genere di realizzazione sia "arte" ), ma tutto il resto, cioè quell'amalgama incredibile tra interazione con lo scenario, gameplay, grafica, sonoro e trama che solo un videogioco può concedere.
Via il cinema commerciale dai videogichi e via il videogioco commerciale dal cinema e forse si potrà tornare a fare qualcosa di buono (anche se c'è da dire che qualcuno che ancora ci prova c'è ).
uno ha tirato l'altro, e l'altro ha tirato l'uno.
per il resto, un altro esempio è il film che sta per uscire di World of Warcraft.
Per me è già una battaglia persa in partenza.
la serie di Warcraft è un unico film lungo mesi di gioie e bestemmie. non si può pensare di "farlo vedere in 2 orette.".
Sono 2 cose diverse, come tutti quelli che si ostinano a giudicare i film perchè
non rispecchiano i libri da cui sono tratti.
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