SimCity Reloaded: una seconda chance per il gestionale Maxis

SimCity Reloaded: una seconda chance per il gestionale Maxis

Non lo so, non ho idea del perché, ma è successo: ho reinstallato SimCity. Ero su Steam in cerca del predecessore (che ancora oggi foraggio con nuovi layout e nuovi metodi mascalzoni per ricevere tanto con poco), ed ecco un'epifania. Come se la stava passando Simcity?

di pubblicato il nel canale Videogames
Steam
 

Reinstall

Dal giorno della disinstallazione sono passati 5 mesi; dopo le 50 ore di gioco per la recensione nient’altro che Tabula Rasa. Nessun vincitore e molti vinti: la fiducia nel brand, il mio divertimento.

Il reinstall di Simcity non poteva cominciare nel migliore dei modi. Poco dopo aver cominciato il caricamento dei 12 Gb sono andato in cerca dei forum ufficiali per leggere pareri, patch e nuove tattiche di gioco; inutile dirvi che mi sono trovato davanti ad una folta schiera di discussioni che denunciavano tempi di installazione folli. In alcuni casi ho letto addirittura 1 giorno d’installazione! Legenda metropolitana? forse, ma non ho avuto il piacere di metterla alla prova. Difatti la mia installazione è andata liscia come l’olio, tempo 1 ora ed ero già nel pieno dei miei poteri.

Anche i problemi dei server sono spariti. Un buon auspicio! Mi connetto da un continente all’altro come se nulla fosse. Volevo con tutto me stesso che il periodo buio di Simcity sparisse dalla mia testa. Scelgo l’Atollo per la costruzione del mio impero, e comincio con la solita città petrolifera. Sono un po’ abitudinario nei Simcity, mea culpa.

Le cose sembrano funzionare bene. Adesso c’è il mercato Globale, ogni tanto “poppano” gli achievement, i servizi non impazziscono dopo 10 minuti, vedo meno Simcittadini bloccati per strada…I ricordi del passato lentamente svaniscono.

Per la città petrolifera creo una piccola metropoli, sufficiente a malapena a far funzionare le dannate trivellatrici. Non mi serve altro. Il mio pallino è sempre stato la costruzione di una Megalopoli basata su gioco d’azzardo, turismo e Hightech. Il petrolio e la città sovrastante sono solo un bacino d’utenza da spremere.

Le prime re-impressioni sono piacevoli. La piccola città funzionava bene, senza grossi problemi. Decido di fare il salto di qualità. Abbandono Petrol City (la banalità del nome vi fa capire quando attaccato io sia a lei) e decido di fondare con raffinato gusto la città di Gran Mega Vegas.

In Mega Vegas riverso tutte le attenzioni del mondo: intersezioni a T per il traffico, bus, tram, aeroporto e stazione dei treni, nonché università, stazione avanzata di polizia e pompieri.

Il turismo va a gonfie vele. I treni mi portano 24 mila vittime al giorno. I casinò piccoli fanno il loro lavoro e le navi da crociere sbarcano turisti come non ci fosse un domani.

Inutile dirvi che tutte le costruzioni avanzate mi erano possibili grazie ad un bilancio davvero ridicolo (in senso positivo, naturalmente).

Downtown era felice, gli albergatori continuavano a mandarmi ceste di vino e formaggio mentre il gli armatori andavano in brodo di giuggiole per la mole di navi ancorate al porto.

Ma mentre la popolazione ignava glorificava il consumismo fatto a città, il male si addensava in periferia.

Dottor Vu? Il Joker? Forse Doom?

 
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