Svilupparty: l’erba del vicino è sempre più verde
Svilupparty è una festa, un evento nato per celebrare il lavoro degli sviluppatori italiani. Ecco quali sono stati i topic principali dell'edizione di quest'anno.
di Silvia Mandrioli pubblicato il 14 Maggio 2013 nel canale VideogamesLe realtà indie
È terminata domenica la tre giorni bolognese dello Svilupparty 2013, l’evento videoludico che ha radunato più di 50 sviluppatori indie italiani in un ciclo di conferenze serrate presso la Cineteca di Bologna.
Il ‘party’, interamente gratuito, ha visto anche un momento sponsorizzato da H-Farm, la venture incubator perennemente a caccia di nuovi talenti, in cui studenti del Politecnico di Milano hanno messo alla prova dei giurati Giuseppe Folonari, Investment Manager di H-Farm, Giovanni Bazzoni, CEO di Digital Tales e Ivan Venturi, fondatore di TiconBlu, i loro progetti in soli 4 minuti di tempo!
Svilupparty, per stessa ammissione di Ivan Venturi, organizzatore e presentatore, «è una grande festa» e il clima gioviale e sereno era palpabile. A differenza di grandi fiere in cui farsi le scarpe è probabilmente un must. In quest’occasione, infatti, tutti i partecipanti ne sono sicuramente usciti arricchiti, soprattutto gli studenti del Politecnico che cominciano a muovere i primi passi nel mondo videoludico.
Gli speech hanno visto alternarsi i membri di Studio Evil che hanno presentato la loro esperienza nella nicchia degli shoot ‘em up, Digital Tales che ha messo in evidenza l’importanza di commisurare i costi pubblicitari a quelli di prodotto, UNAgames ha, invece, illustrato i vantaggi dell’utilizzo di strumenti di analisi di mercato adeguati per valutare l’ARM, ossia l’Acquisition, la Retention e la Monetization.
A seguire Interactive Project ha messo in guardia contro l’utilizzo di marchi già registrati per i propri prodotti e TiconBlu ha presentato le opportunità offerte dalla creazione di prodotti per diversamente abili e i pro e i contro del self publishing.
Imagimotion ha parlato del work-for-hire lasciando, forse, trasparire qualche ovvietà sul mercato videoludico internazionale che agli italiani appare sempre più roseo di quanto sia in realtà. Secondo Alessio Falsetti, infatti, noi italiani saremmo disorganizzati, tardivi nei pagamenti, vogliamo cambiare le cose ‘in corsa’ e non pagare le modifiche last minute e, per chiudere in bellezza, i budget che offriamo sarebbero ridotti all’osso.
Al contrario, all’estero, dove le rose sono in fiore e le caprette fanno “ciao” l’attenzione alla produzione è maggiore, sono precisi nei pagamenti, disposti a pagare per le modifiche da ultimo minuto e i budget sarebbero dignitosi.