Grid 2: guida arcade a un nuovo livello
Abbiamo provato in maniera esauriente la modalità single player del nuovo attesissimo gioco di guida arcade. Ne approfittiamo, quindi, per fornire una prima valutazione e per elencare le caratteristiche del gioco anche in fatto di multiplayer.
di Rosario Grasso pubblicato il 02 Maggio 2013 nel canale VideogamesTOCA Race Driver
Grid 2 conferma gli elementi vincenti del suo predecessore, Race Driver Grid, uscito ormai cinque anni fa. Come al solito, è un gioco di guida puramente arcade che punta tutto su un modello di guida che tende al sovrasterzo. Il tutto immerso in un contesto di grande spettacolarità in cui si verificano incidenti roboanti mentre impazza la distruzione. Un'orgia di collisioni fra lamiere senza alcun limite!
Tutti elementi, e lo possiamo dire dopo un primo approfondito hands-on, che sono stati portati alle estreme conseguenze con questo seguito. Soprattutto in fatto di distruzione: visto che il concetto che prevede di risparmiare il veicolo, perché meno collisioni equivalgono a dire meno danni alla vettura e più controllo, raggiunge, appunto, un nuovo livello. Ma non mancano migliorie al modello di guida, alla grafica (assomiglia molto a quella di DiRT Showdown), al parco macchine, al multiplayer e alle caratteristiche social.
E pensare che tutto ebbe inizio da TOCA Race Driver, un gioco che aveva qualche velleità simulativa e che si sarebbe affermato come uno dei primi titoli di successo del produttore britannico Codemasters. Uscito nel 2002 si avvaleva della licenza ufficiale TOCA, oggi di poco valore rispetto a qualche anno fa, e per questo riproducente in maniera fedele il British Touring Car Championship. Con il passare del tempo Codemasters ha rinunciato a quel livello di simulazione per aderire al mondo dell'arcade, e così nacque Race Driver Grid.
Un gioco che, nonostante la tendenza netta all'arcade, è stato molto apprezzato anche dal pubblico hardcore, perché permetteva di migliorare le proprie prestazioni nel corso del tempo, richiedendo molta dedizione per controllare il particolare modello di guida. Grid 2 non perde niente del fascino del suo predecessore: non è cambiato, ma forse quello che è cambiato è il pubblico videoludico di oggi. Riuscirà ad apprezzarlo?
Rispetto ai tempi del primo Grid, infatti, il mondo dei videogiochi è decisamente diverso. E Codemasters ha abbandonato il gaming inteso in senso lato per concentrarsi esclusivamente sull'universo racing. Questo ha permesso di continuare ad evolvere la serie DiRT, di avere un buon franchise sulla Formula 1 e di tornare a guidare come dei disperati in Grid 2. Molti di questi giochi, come vedremo nel corso dell'articolo, sono in realtà figli del modello di guida di Colin McRae Rally, che probabilmente è il punto più alto in assoluto mai toccato da Codemasters nella sua storia.
Grid 2, quindi, perde il nome Race Driver nel titolo, anche perché effettivamente la serie ha ormai ben poco da spartire con i vecchi TOCA. Ma, paradossalmente, per quanto abbiamo visto, si avvicina di più a TOCA rispetto al suo predecessore. Questo perché il nuovo motore grafico, Ego Engine 3.0, riesce a gestire in questo caso spazi di ampie dimensioni, mentre il precedente Grid portava i giocatori a correre in angusti vicoli, in cui l'unica cosa a cui badare era evitare le collisioni con gli oggetti a bordo pista.
Adesso, invece, abbiamo circuiti realistici, che si intervallano a quelli classici di Grid, in cui si può finire nell'erba se si ritarda una frenata e in cui bisogna sfruttare la pista fino all'ultimo centimetro. In certi frangenti, Grid 2 ricorda proprio il vecchio TOCA, anche per la presenza di tante vetture di Gran Turismo. E l'enfasi della frenata risulta ulteriormente corroborata, grazie a un nuovo effetto tilt che serve anche a migliorare la sensazione di velocità.