Starcraft II Heart of the Swarm: è il momento dello Sciame

Heart of the Swarm, l’espansione di Starcraft 2 che vede gli Zerg protagonisti assoluti, è finalmente uscita e i fan potranno sapere come prosegue la storia di Jim Raynor, Sarah Kerrigan e Zeratul. Ricorderete forse il finale, molto in sospeso, di Wings of Liberty: grazie all’artefatto Xel’Naga recuperato da Raynor, la Regina delle Lame è tornata umana ed è stata portata in salvo.
di Jonathan Russo pubblicato il 21 Marzo 2013 nel canale VideogamesLa storia: Kerrigan vuole vendetta
E’ difficile spiegare perché il giudizio sulla trama e la narrazione di questa espansione sia così severo senza entrare nei dettagli e quindi riempire la recensione di spoiler. Cerchiamo comunque di individuare dei punti generali senza così rovinare l’esperienza di gioco a chi ancora deve finire la campagna. Per prima cosa vanno distinti i due punti accennati sopra: la trama in sé e per sé e la narrazione, cioè il modo in cui questa trama viene sviluppata.
Una storia sulla carta banale o poco interessante può rivelarsi mozzafiato se ben raccontata (mi viene in mente Half Life come esempio nel mondo dei videogiochi), e allo stesso modo una trama originale può lasciare freddo lo spettatore se raccontata male. Nel caso di Heart of the Swarm, il soggetto è esattamente quello che il giocatore di Starcraft 2 può immaginarsi e che è stato più volte anticipato dagli sviluppatori: nonostante la sua depurazione avvenuta nel finale di Wings of Liberty, Kerrigan, per vari motivi su cui sorvoliamo, rimane determinata nei suoi propositi di vendetta contro Arcturus Mengsk e nel corso del gioco testimonieremo quanto quella determinazione sia refrattaria a ogni esitazione. L’ex Regina delle Lame non è più strettamente “malvagia” per definizione, ma è ancora pronta a tutto per punire a modo suo l’uomo che l’ha tradita molti anni prima.
Il soggetto insomma è quello che ragionevolmente ci si può aspettare viste le premesse che trovano radice fin dai tempi del primo Starcraft. Dove cominciano le lacune è l’esecuzione: un po’ come avveniva già in Wings of Liberty, il modo in cui questa storia viene portata avanti è piuttosto piatto, senza veri e propri momenti di pathos e nella totale assenza di colpi di scena convincenti (ce n’è in realtà almeno uno, ma si tratta di una scelta narrativa che ho trovato davvero ingiustificabile e su cui non mi esprimo solo per evitare spoiler, ma basti dire che avviene abbastanza presto nel corso del gioco, sul pianeta che raggiungiamo insieme a Zeratul). Chi ha giocato al titolo precedente ricorderà che la campagna era caratterizzata da una serie di missioni un po’ scollate l’una dall’altra, senza un vero e proprio crescendo narrativo se non proprio nelle ultimissime missioni. Qui la sensazione è grosso modo la stessa, con Kerrigan impegnata a risolvere vari problemi in giro per la galassia (fondamentalmente ricomporre lo Sciame, disgregatosi dopo la sua sconfitta su Char) per poi improvvisamente dirigersi su Korhal per un faccia a faccia con il suo nemico di sempre.
La storia di Heart of the Swarm era stata preannunciata come molto più cupa e dai risvolti morali complessi rispetto a Wings of Liberty: è generalmente vero, perché come dicevamo Kerrigan, pur avendo abbandonato il ruolo di Regina delle Lame, resta scatenata nel suo desiderio di vendetta, ma certi dialoghi un po’ faciloni fanno perdere questo senso di tensione morale e di ineluttabilità del male (esempio: Sarah che si prepara a invadere un pianeta con letteralmente miliardi di truppe Zerg, assicura ai suoi amici che farà il possibile per non uccidere i civili innocenti. E gli amici, rincuorati, ringraziano. Mah).
In sostanza, per valutare quanto potrà piacervi la scrittura di Heart of the Swarm, il mio consiglio è di basarvi su quanto vi è piaciuta quella di Wings of Liberty: siamo più o meno sullo stesso livello, anche perché volendo analizzare la narrazione in modo tecnico, lo sviluppo è più o meno lo stesso. Ultima nota che ho visto come una sgradita sorpresa: sono sparite le missioni a scelta multipla presenti in Wings of Liberty, quelle cioè in cui si poteva decidere se schierarsi da un lato o dall’altro e di conseguenza affrontare una missione piuttosto che un’altra. Un peccato, anche perché il risultato va a intaccare la longevità del gioco.