Metal Gear Rising Revengeance: quando Kojima incontra Devil May Cry

Metal Gear Rising Revengeance: quando Kojima incontra Devil May Cry

Metal Gear Rising: Revengeance è un capitolo del tutto particolare, nella continuity della grande saga scritta e diretta da Hideo Kojima. Per quanto l’eclettico game designer, negli ultimi anni, abbia inondato il mercato con spin-off più o meno ispirati e più o meno connessi con le vicende di Solid Snake, non si era mai avventurato così lontano dai ‘canoni’ della serie.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Mondo spento

C’è poi – in numerose fasi di gioco – un chiaro tributo all’anima stealth di Metal Gear. Attraversando i livelli, infatti, si potrà mantenere un basso profilo, per poi sorprendere alle spalle l’avversario uccidendolo all’istante. Un’alternativa semplicemente ‘strategica’ è quella di ‘fare fette’ parti dello scenario, per poter colpire nemici altrimenti irraggiungibili, magari sorprendendoli. Anche queste fasi, però, risultano approssimative: ci sono situazioni in cui passeremo inosservati anche quando sarebbe francamente impossibile. Altre in cui, soprattutto per questioni di telecamera, non riusciremo a renderci conto della posizione del nemico, finendo così per farci scoprire.

Il combattimento di MGR, comunque, non è ‘tutto da buttare’. Intendiamoci: ci sono situazioni intense e incalzanti. E la potenza di Raiden è sempre piuttosto galvanizzante. Lo zan-datsu, infine, per quanto non libero e totale come ci si sarebbe potuti aspettare, è comunque un ‘marchio di fabbrica’ sufficientemente carismatico e innovativo. Ci sono poi alcuni scontri con i boss decisamente meglio riusciti e più vari di altri. Queste fasi, unite come detto alla sensazione di poter ‘dominare’ i nemici minori, lasciano comunque belle sensazioni. Buono anche il costante senso di progressione degli avversari: con cadenza ben ritmata, infatti, i nemici di Raiden sapranno innovarsi e – adeguandosi alla crescita del nostro eroe – riusciranno a rappresentare sempre una sfida adeguata.

I livelli di gioco non brillano certo per la loro realizzazione. Tinte smunte e architetture monotone rendono MGR tutt’altro che una gioia per gli occhi. Spesso, poi, non convincono nemmeno le scelte stilistiche (per capirci: muoversi in una metropoli africana sarà praticamente come essere in una città della Mitteleuropa). Le animazioni dei personaggi, invece, sono assolutamente degne di nota: tutto si muove con fluidità e credibilità assolute. In particolare risultano impressionanti le animazioni facciali dei personaggi principali.

Dal punto di vista del sonoro, si registrano effetti di buon livello – ‘classici’ e spesso presi di peso dalla tradizione della saga – e un buon doppiaggio (inglese) dei personaggi. Poca cosa, invece, dal punto di vista della colonna sonora che non riesce a essere mai davvero coinvolgente o memorabile.

 
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