Port Royale 3: simulazione economica e territoriale nei Caraibi

Port Royale 3: simulazione economica e territoriale nei Caraibi

Dopo diverse sessioni di gioco al nuovo gestionale di Gaming Minds Studios ecco il nostro giudizio definitivo. Ripropone alcune caratteristiche "vecchio stampo" all'interno di uno scenario Caraibico ottimamente ricostruito. Alcune recensioni lo hanno stroncato: Gamemag conferma questi giudizi?

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Salpare per il Nuovo Mondo

Port Royale 3 è ambientato ai Caraibi tra il XVI e il XVII secolo e vede le quattro potenze marittime principali dell'epoca, Francia, Spagna, Inghilterra e Olanda, combattere tra di loro per la supremazia nel Nuovo Mondo. Come abbiamo detto, la mappa del gioco riguarda le Americhe Centrali e comprende circa 60 città, molte delle quali non visibili all'inizio della partita.

Inizialmente si gioca dalla parte della Spagna, e la città di riferimento è proprio Port Royale, ma nel corso del gioco si può far parte dei rapporti di forza fra le quattro superpotenze, attaccare i convogli di ciascuna di loro, allearsi con un'altra potenza che non sia la Spagna, e così via. In maniera dinamica, le quattro super-potenze si possono trovare in condizioni di pace o possono dichiararsi guerra, e questo potrebbe rendere momentaneamente inaccessibile una delle città o rallentare i nostri traffici.

Ogni città, infatti, appartiene a una forza coloniale, che la protegge dagli attacchi dei convogli militari. Se si diventa ostili nei confronti di una nazione, non è più possibile attraccare nel porto delle città appartenenti a quella nazione con uno dei propri convogli.

Le dimensioni delle città sono determinate dal numero di cittadini che si trovano all'interno della città, e conseguenzialmente dal lavoro disponibile nella città. I coloni in cerca di lavoro arrivano a cadenza regolare dall'Europa e sbarcano nelle città del vicerè e dei governatori, dalle quali poi possono essere smistati nelle altre città. Se c'è un'opportunità di lavoro in una città e quest'ultima ha almeno 4 coloni, è possibile soddisfare la richiesta. I 4 coloni rappresentano il lavoratore e la sua famiglia. Di conseguenza la popolazione della città aumenta di 4 cittadini.

In Port Royale 3, poi, la prosperità di una città è proporzionata alla quantità di merci che la città riceve dai traffici commerciali. La mancanza di merce, invece, abbassa il livello di una città e genera degli eventi imprevisti. Se il rango della città scende in maniera troppo repentina, i lavoratori devono lasciare il proprio impiego e i cittadini tornano a essere normali coloni.

Quanto alle nazioni, se una di esse è troppo forte rispetto alle altre tenderà a dichiarare guerra, mentre due nazioni deboli saranno spinte ad allearsi. Due nazioni in guerra tra loro si attaccheranno a vicenda con i loro convogli militari, oppure potranno essere le città ad essere attaccate. Nel corso del gioco, ogni nazione continua a ricevere convogli militari dall'Europa proseguendo, quindi, gli scontri senza sosta. Se il giocatore conquista delle città, sia in maniera ostile che in maniera economica, sarà in grado di fondare e accrescere progressivamente la propria nazione personale.

Sulla carta, poi, Port Royale 3 presenta una componente multiplayer giocabile su internet o in rete locale. Si può giocare con altri tre giocatori sia in maniera competitiva che cooperativa, alleandosi con loro. Si possono impostare le condizioni iniziali e gli obiettivi finali, in modo che le partite possano durare 30 minuti o anche 30 ore. C'è la funzione di salvataggio libero, visto che potrà essere salvata la partita in qualsiasi momento. Per riprenderla sarà necessario che tutti i giocatori della sessione precedenti tornino in-game e che ognuno di loro carichi la partita.

Dicevamo sulla carta proprio perché il multiplayer di Port Royale 3 è pressoché deserto. Purtroppo, ciò conferma quanto il gioco sia destinato a una nicchia, per cui o ci si organizza con gli amici e si gioca in LAN oppure fare affidamento al matchmaking online può diventare sensibilmente frustrante.

 
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