A chi interessa la psicologia di Lara Croft?
Il nuovo Tomb Raider, la cui uscita è prevista nel mese di marzo 2013, induce a una serie di riflessioni sui cambiamenti occorsi al media videoludico negli ultimi anni. È più vicino a Heavy Rain che ai vecchi Tomb Raider. Dobbiamo definitivamente rinunciare alla sfida?
di Rosario Grasso pubblicato il 03 Agosto 2012 nel canale Videogames
25 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl nuovo TR: Narrativa vs difficoltà? O rischio cambio di genere
Il punto secondo me importante sul nuovo TR è il rischio di cambio di genere. Nell'articolo vengono forse mischiete due tematiche diverse e indipendenti tra loro e che non sono la questione principale del nuovo TR:- L'approfondimento psicologico dei personaggi e quindi lo spessore narrativo che i giochi moderni stanno incarnando.
- Il livello di difficoltà e sfida che il trend attuale ha abbassato notevolmente rispetto al passato.
Secondo me sono due temi distinti e che spesso vengono collegati in presunti rapporti di causa effetto: non è vero che l'approfondimento narrativo comporti necessariamente una abbassamento del livello di sfida nel gamplay!
Entrambe le questioni meriterebbero dei doverosi approfondimenti (io personbalmente ho varie opinioni al rigurado) ma per me NON SONO IL RISCHIO di questo reboot. Quello che dalle anteprime si intravede è una svolta survaival con rimandi horror che insegue le mode del momento... e rischia di tradire la IP originale snaturandola del tutto.
Il media videoludico rende obsoleti gli altri comprendendoli?
Vorrei completare la mia considerazione precedente con l'esempio del gioco che stò facendo adesso: Dragon Age Origins.In questo gioco abbiamo un approfondimento psicologico dei personaggi, una storia con uno spessore narrativo maturo, credibile e coerente con il gameplay contrariamente all'ottimo esempio di Uncharted proposto da Rosario.
Al livello di diffcoltà facile il gioco è quasi una passeggiata in cui il fruitore è quasi più uno spettatore interattivo di una bella storia (con inizi e finali diversi da librogame).
Ai livelli maggiori di difficoltà c'è una componente action e strategica non indifferente che mette a dura prova anche il giocatore più smaliziato.
A questo punto potremmo spostare la discussione su una terza tematica: freeroming vs linearità (nel genere gdr fantasy tradizionale in questo caso DA potrebbe essere confrontato allo scopo con la meravigliosa serie The elder scroll). Anche su questo tema ho le mie opinioni e sarebbe interessante approfondirlo... ma è tutta un'altra 'storia' ;-)
Una conclusione mi sento di farla anche se può sembrare ardita: personalmente ritengo che già adesso il media videoludico non sia solo un media estremamente maturo e potenzialmente interessante per tutti... ma anche un meta/medium che stà INGLOBANDO parzialmente gli altri e in parte li stà rendendo obsoleti dando ai vari tipi di utenti/fruitori una ricca e profonda esperienza adattabile e personalizzata su misura!
Il sesto aveva problemi non da poco, ma a livello di plot narrativo non era malaccio.
Il terzo aveva un asso nella manica: potevi farlo quante volte volevi prendendo sempre strade diverse (+ o -).
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