L'ansia per Diablo III: console 1 - PC 1?

L'ansia per Diablo III: console 1 - PC 1?

Diablo III è finalmente tra noi. C'è chi lo ama e c'è chi lo odia, non ci sono vie di mezzo. Ma quali sono le emozioni che prova un videogiocatore quando aspetta un prodotto che gli sta particolarmente a cuore? Come si trasformano nel momento in cui può finalmente mettere le mani su quel gioco?

di pubblicato il nel canale Videogames
Diablo
 

Le ore che ti separano dalla prima sessione di gioco con un titolo che attendi con particolare ansia sono uniche. In termini Leopardiani potremmo richiamare Il Sabato del Villaggio, perché è una fase comunque molto emozionante, che ti dà sensazioni che poi non riesci ad avere neanche quando stai giocando. Molti giocatori si sono lasciati trascinare in questo vortice di sentimenti nelle ore che li separavano dal lancio, atteso per 12 anni, di Diablo III.

Diablo III

Mi vengono in mente i momenti dell'infanzia, in particolare quel giorno che aspettavo il corriere che avrebbe dovuto consegnarmi la copia di Grand Prix 4. Continuavo a guardare dalla finestra e scrutavo con attenzione massima ciascun veicolo che passava nella strada sotto casa mia. Suonano: non è lui! E così per interminabili ore, fino a quando, finalmente, il simulatore di Geoff Crammond è stato mio.

Quando abbiamo ottenuto da Blizzard il codice per scaricare la primissima versione review di Diablo III l'ho girato subito al mio collega, che è seduto nella scrivania accanto alla mia. Lo ha sbloccato da Battle.net e ha iniziato il download. Continuava a guardare imperterrito il monitor e, a voce alta, diceva ora "mancano 40 minuti", poi "mancano 35 minuti" e ancora "mancano 30 minuti". Insomma, un fervore che non ha nessun tratto di normalità, perché l'esperienza videoludica è in grado di catturare tutti i sensi, di trasportarti in una realtà, spesso più piacevole ahimé, di quella della vita reale, di farti sentire un super-eroe o uno dei più acclamati piloti di Formula 1.

Diablo III è alla fine arrivato, e ha catturato i fan della serie in una maniera attanagliante, assuefacente. C'è chi ci ha giocato ininterrottamente dalla mezzanotte del 15 maggio, c'è chi ha finito il primo "rush" in sole 6 ore, chi non riesce a staccarsi neanche adesso, quando sono passati ormai diversi giorni. E il mio collega di prima è fra questi.

Diablo III, come tutti i videogiocatori sanno, non offre un gameplay innovativo e non è in grado di immergere i giocatori in un'esperienza completamente coinvolgente come può fare un rpg con stile di narrazione cinematografico. Ci sono, inoltre, tantissimi altri videogiochi, mi vengono in mente Titan Quest e Torchlight, che hanno un gameplay pressoché identico. Allora, perché tanto successo? Riesco a spiegare la cosa solamente ricorrendo a quello che definirei "fascino Blizzard".

Blizzard è riuscita a creare una community di videogiocatori che condividono le stesse passioni, gli stessi sentimenti e che affrontano il videogioco nello stesso modo. Passare da World of Warcraft a Starcraft o a Diablo, benché si tratti di tre generi di videogioco differenti, è quasi naturale per un fan dei giochi Blizzard. La software house californiana non introduce novità significative come gameplay da moltissimo tempo, anzi costruisce i seguiti dei suoi giochi riproponendo pedissequamente gli equilibri del gameplay del passato.

Non concede spazi alla componente cinematografica: i suoi giochi devono coinvolgere al 100% per il gameplay. Sembrano dei fattori che rendono i giochi Blizzard anacronistici, ma non è così: anzi sono proprio i punti di forza dei vari Starcraft, Warcraft e Diablo. Poi c'è tutto il discorso riguardante la "sfida": chi è appassionato del mondo Blizzard, chi si fa travolgere dal "fascino Blizzard", ama potersi misurare contro altri giocatori, con altre situazioni appartenenti a un mondo alternativo, immaginifico. Blizzard conosce tutto ciò e ha deciso di costruire un impero su questa esigenza dei giocatori. Penso, ma non è l'unica cosa, alle Case d'aste a valuta reale di Diablo III.

Il successo travolgente di Diablo III fa bene, in un modo o nell'altro, al gaming su PC. Si tratta di un gioco che al lancio ha attirato le attenzioni dei giocatori come fanno i giochi per console, e ciò non si verificava da tempo. Blizzard ha venduto oltre 2 milioni di copie in fase di pre-order e la massa di giocatori che ha voluto accedere sin dal day one ha messo in grave crisi l'infrastruttura di server della software house californiana, richiedendo diverse sessioni di manutenzione con il blocco del servizio, cosa che oltretutto ha mandato su tutte le furie buona parte dei giocatori.

Secondo gli ultimi dati di mercato, inoltre, Diablo III è andato meglio delle versioni console di Max Payne 3, e i due giochi sono usciti praticamente insieme. Anche questo è un dato significativo: finalmente un gioco per PC riesce a battagliare ad armi pari con i "rivali" per console. Approfittando della fase calante del ciclo vitale delle console, Blizzard è così riuscita ad assestare un colpo non indifferente, in un momento in cui molte altre software house che hanno un glorioso passato su PC hanno deciso di dedicarsi quasi più al mondo mobile che a quello PC.

Come Blizzard è riuscita in questo intento? Sicuramente con il marketing sul suo prodotto e su quello che abbiamo definito "fascino Blizzard". Ma anche con due degli elementi più criticati di Diablo III: necessità della connessione a internet permanente per giocare anche in single player e Casa d'aste a valuta reale. Entrambe le cose sono state pensate da Blizzard per massimizzare i guadagni, e tutto ciò non è piaciuto alla gran parte della community.

Se andate a vedere su Metacritic, la media tra i voti degli utenti è di 4, a fronte di un 8 abbondante per quanto riguarda la media dei voti della critica specializzata. Gli utenti evidenziano su Metacritic un certo malessere: non vogliono che le software house pensino spietatamente al profitto, soprattutto quando devono rimuovere, per raggiungere gli obiettivi commerciali, delle caratteristiche di gioco che sono invece consolidate da diversi anni. Diablo III, come Mass Effect 3 (ricordate la polemica sul finale), pagano quindi dazio su Metacritic.

Però, a mio modo di vedere le cose, il successo di Diablo III dipende fortemente su connessione a internet permanente e Casa d'aste, al punto che Blizzard sembra poter individuare e collaudare un modello di business che può nel lungo periodo rendere più competitivo il gaming su PC e, forse, aiutarlo a riconquistare lo scettro a scapito del gaming su console, ormai predominante nella prospettiva dei vari produttori, che sono abituati a lavorare a braccetto con le varie Microsoft, Sony e Nintendo, anche e soprattutto sul piano del marketing.

Nel momento in cui scrivo Diablo III non è stato ancora bucato: non c'è un crack che consenta di giocarci senza acquistare regolarmente la propria copia. È questo il principale obiettivo di Blizzard: evitare la pirateria di massa del suo gioco al day one, e c'è riuscita. Vuoi giocare a Diablo III? Sei dipendente dal "fascino Blizzard"? Compra Diablo III! È stato il pensiero di Blizzard, che si è tramutato nella realtà. L'alto numero di copie vendute dell'action rpg con il diavolo come boss finale potrebbe far pensare che buona parte dei giocatori abbia accettato l'imposizione di Blizzard sulla connessione a internet permanente.

Poi la Casa d'aste. Alla base di questa funzionalità, c'è il desiderio dei giocatori di primeggiare sempre e comunque, di combattere con le armi e l'equipaggiamento migliore possibile in modo da superare gli altri giocatori. Da questo punto di vista Blizzard è estremamente vicina a Zynga, che proprio su un meccanismo di competizione analogo ha costruito il suo successo, diventando la seconda software house videoludica con maggiore capitalizzazione di mercato, subito dopo proprio ad Activision Blizzard. La Casa d'aste a valuta virtuale quindi può espandere considerevolmente la longevità di Diablo III, rendendo appetibile il prodotto anche sul lungo periodo per i fan più accaniti. Scambiare, personalizzare, creare una profondità sono tutti elementi che potenzialmente possono attirare le attenzioni dei fan: fare tutto ciò all'interno di un meccanismo alla Zynga manterrebbe gli utenti nell'ecosistema Blizzard e permetterebbe a quest'ultima di continuare a marginare anche sulle transazioni.

Ci sono dei limiti evidenti su queste transazioni per quanto riguarda il discorso fiscale. La vendita di beni virtuali, accomunati ai servizi dalle varie giurisdizioni internazionali, viene regolata da complesse procedure di tassazione, che si complicano ancora di più nel caso di transazioni tra nazioni differenti. Non c'è una legge internazionale comune e ogni nazione procede in maniera autonoma, e questo consente a Blizzard, da un certo punto di vista, di "lavarsene le mani" e di dire ai suoi clienti che devono fare riferimento alle regole locali.

La giovane età della materia e il fatto che coinvolge comunità di stati, come lo sono l'Ue e gli Usa, impedisce di avere delle procedure consolidate. Se anche un giocatore volesse pagare le tasse sui soldi che ha guadagnato con una transazione, come dovrebbe fare e a quale istituto comunitario dovrebbe rivolgersi? Non c'è risposta a domande come queste, ma per gli altri dettagli sull'argomento vi rimando alla nostra recensione di Diablo III.

Insomma, se Blizzard riuscirà a fare in modo che i suoi utenti accettino la connessione a internet permanente e la Casa d'aste a valuta reale potrà ridare vigore al mondo dei videogiochi per PC. Molti giocatori non vogliono, e si oppongono a gran voce, ma molti altri sembrano iniziare ad essere dispositi a queste, per certi versi, controverse e limitanti misure. Abbattere la pirateria, continuare a fare introiti anche dopo il lancio, dare profondità al gioco nel lungo periodo e creare una community che condivide l'esperienza di gioco e gli oggetti in-game, potrebbero rendere decisamente proficuo il business Diablo III.

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29 Commenti
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Capozz31 Maggio 2012, 18:30 #1
Partendo dal presupporto che PC > Console sempre e comunque (nel 2007 presi tutto contento una PS3, appena partì il gioco dissi subito "ma che è 'sta m..." e rivendetti il tutto dopo 3 mesi) questa è l'ennesima dimostrazione che il PC è tutt'altro che morto.
Nonostante il gioco in questione non mi faccia proprio impazzire, il gioco su PC ha troppi pro rispetto al gioco su console. La spesa iniziale per l'Hardware è chiaramente superiore e c'è bisogno di un minimo di conoscenza in più, però il tutto viene ripagato dal prezzo dei giochi inferiore già al day one, (per non parlare delle varie offerte che si trovano dopo qualche mese in Digital Download su Steam o altrove) dalla grafica e dal framerate assolutamente non paragonabili, dalla possibilità di utilizzare il sistema di controllo che si vuole, dalla migliore sperienza online ecc.
Tornando a Diablo III, lo sto provando grazie alla trial key datami da un amico, e mi sto facendo l'idea che tutto questo successo alla fine sia dovuto solo al nome, mi dà l'idea di essere un giochetto mediocre, con grafica non al passo con i tempi, estremamente facile e fin troppo breve.
La connessione ad internet permamente in via teorica non è che mi piaccia poi tanto, ma all'atto pratico non mi crea nessun problema. La casa d'aste invece è una pessima idea, è solo un modo come un altro per lucrare ancor di più su un gioco che non costa poco, ed inoltre incentiva fin troppo le pratiche del grinding e del gold farming, coste che sollevano anche qualche problema etico non trascurabile (vedi qui)
aldarev31 Maggio 2012, 18:36 #2
Originariamente inviato da: Capozz
La connessione ad internet permamente in via teorica non è che mi piaccia poi tanto, ma all'atto pratico non mi crea nessun problema.


Se vuoi giocare ora qualche problema lo crea, leggendo il forum di Diablo su battle.net

La prossima settimana mi arriva il gioco, spero risolvano questi assurdi problemi -.-
Eraser|8531 Maggio 2012, 19:26 #3
Guarda Rosario, io capisco il tuo punto di vista e le varie opportunità fornite a tutta l'industria del gaming PC da modelli di business alternativi etc.

Ma non è questo il modo, semplicemente.

Tanto per fare un esempio è da ieri che non riesco a loggarmi, mi da i famosissimi error 37 & 73. Ne ho le scatole piene. Non sono l'unico anzi, le lamentele si sprecano. In nessun modo il tuo DRM deve rompere le scatole a chi vuol giocare e ti ha dato i soldi per il gioco.

Lo stesso forte criticismo nei confronti dei vari rootkit deve essere applicato indistintamente a Blizzard perché, a conti fatti, rovina l'esperienza di chi ha pagato. Poco mi importa se il tuo DRM fa le cose di nascosto o se semplicemente mi chiedi di collegarmi e rimanerci connesso. Il risultato è lo stesso. Anzi non proprio, con un rootkit sono pur sempre libero di giocare quando ne ho voglia, con la Blizzard no.

E tutto questo viene proprio dalla compagnia che ha avuto anni e anni di esperienza con WoW. E' semplicemente ridicolo, vergognoso (per loro, sia chiaro!), incredibile. Le forti critiche su Metacritic sono pienamente condivise da me e da tanti altri giocatori.
Goofy Goober31 Maggio 2012, 19:30 #4
Link ad immagine (click per visualizzarla)


e c'è poco altro da aggiungere.

blizzard vince il guinnes dei primati come azienda più ridicola del 2012
Eraser|8531 Maggio 2012, 19:34 #5
Originariamente inviato da: Capozz
Tornando a Diablo III, lo sto provando grazie alla trial key datami da un amico, e mi sto facendo l'idea che tutto questo successo alla fine sia dovuto solo al nome, mi dà l'idea di essere un giochetto mediocre, con grafica non al passo con i tempi, estremamente facile e fin troppo breve.
La connessione ad internet permamente in via teorica non è che mi piaccia poi tanto, ma all'atto pratico non mi crea nessun problema. La casa d'aste invece è una pessima idea, è solo un modo come un altro per lucrare ancor di più su un gioco che non costa poco, ed inoltre incentiva fin troppo le pratiche del grinding e del gold farming, coste che sollevano anche qualche problema etico non trascurabile (vedi qui)


Diablo 3 eccessivamente facile? Paradossalmente la gente si lamenta che è fin troppo difficile a livello Hell. Per la semplicità nelle meccaniche ti do in parte ragione ma dopo averci giocato un po' ti rendi conto che non è affatto così. Hai talmente tante combo possibili che semplicemente la tua attenzione la sposti dalle stat (roba un po' da theorycraft) alle skill. Gli oggetti sono importanti ugualmente, ma non sono MAI più importanti delle skill.

Sostanzialmente negli RPG di questo tipo o ti concentri a trovare l'equip più figo (diablo2, wow, etc) o ti concentri più sulle skill (mi viene in mente quel giochino stupido per XBLA chiamato Arkadian Warriors). E' veramente difficile trovarne uno dove ti concentri su entrambi e su una effettiva combinazione delle skill per essere veramente efficace.. Secondo me Diablo 3 rappresenta un ottimo esempio di come fare le cose bilanciate.

Ma certe cose le noti solo dopo che hai finito almeno una volta il gioco a Normal e lo hai re-iniziato a Nightmare..
Eraser|8531 Maggio 2012, 19:35 #6
Originariamente inviato da: Goofy Goober
Link ad immagine (click per visualizzarla)


e c'è poco altro da aggiungere.

blizzard vince il guinnes dei primati come azienda più ridicola del 2012


THIS!
pWi31 Maggio 2012, 19:35 #7
Originariamente inviato da: Eraser|85
Guarda Rosario, io capisco il tuo punto di vista e le varie opportunità fornite a tutta l'industria del gaming PC da modelli di business alternativi etc.

Ma non è questo il modo, semplicemente.

Tanto per fare un esempio è da ieri che non riesco a loggarmi, mi da i famosissimi error 37 & 73. Ne ho le scatole piene. Non sono l'unico anzi, le lamentele si sprecano. In nessun modo il tuo DRM deve rompere le scatole a chi vuol giocare e ti ha dato i soldi per il gioco.

Lo stesso forte criticismo nei confronti dei vari rootkit deve essere applicato indistintamente a Blizzard perché, a conti fatti, rovina l'esperienza di chi ha pagato. Poco mi importa se il tuo DRM fa le cose di nascosto o se semplicemente mi chiedi di collegarmi e rimanerci connesso. Il risultato è lo stesso. Anzi non proprio, con un rootkit sono pur sempre libero di giocare quando ne ho voglia, con la Blizzard no.

E tutto questo viene proprio dalla compagnia che ha avuto anni e anni di esperienza con WoW. E' semplicemente ridicolo, vergognoso (per loro, sia chiaro!), incredibile. Le forti critiche su Metacritic sono pienamente condivise da me e da tanti altri giocatori.


Beh si ma deve anche esserci un modo per risollevare il gaming per PC. Se loro vogliono i nostri soldi diamoglieli, ma non vorrei in alcun modo che non ci sia un Half-Life 3 o che ci sia ma non riesca a darmi le stesse emozioni del secondo capitolo.

Insomma, penso che sia necessario uno sforzo da parte di tutti per difendere la "nostra" industria
Eraser|8531 Maggio 2012, 19:38 #8
Originariamente inviato da: pWi
Beh si ma deve anche esserci un modo per risollevare il gaming per PC. Se loro vogliono i nostri soldi diamoglieli, ma non vorrei in alcun modo che non ci sia un Half-Life 3 o che ci sia ma non riesca a darmi le stesse emozioni del secondo capitolo.

Insomma, penso che sia necessario uno sforzo da parte di tutti per difendere la "nostra" industria


E chi glieli vuol togliere i soldi! Solo che se vogliono fare le cose in un certo modo che siano disposti anche loro a spenderne! Della serie: non sottodimensionare i server! Se ne servono 100 non prenderne 60 che poi ti si blocca tutto!
pWi31 Maggio 2012, 19:41 #9
Originariamente inviato da: Eraser|85
E chi glieli vuol togliere i soldi! Solo che se vogliono fare le cose in un certo modo che siano disposti anche loro a spenderne! Della serie: non sottodimensionare i server! Se ne servono 100 non prenderne 60 che poi ti si blocca tutto!


Si hai ragione, non li voglio difendere né ho alcun interesse, credimi. Però, la fase di lancio di questi giochi è complicata. Se compri più server ti ritrovi con un sacco di macchine che sì ti servono al lancio, ma che poi diventano inutili perché gli utenti irrimediabilmente diventano sempre meno.

Cmq penso che risolveranno i problemi di connettività a breve.
Eraser|8531 Maggio 2012, 20:30 #10
Originariamente inviato da: pWi
Si hai ragione, non li voglio difendere né ho alcun interesse, credimi. Però, la fase di lancio di questi giochi è complicata. Se compri più server ti ritrovi con un sacco di macchine che sì ti servono al lancio, ma che poi diventano inutili perché gli utenti irrimediabilmente diventano sempre meno.

Cmq penso che risolveranno i problemi di connettività a breve.


Oggi tantissime aziende invece di comprare i server li prendono in affitto.. potevano affittare all'inizio i server e poi pian piano quando la situazione si calmava vedevano di quanti ne avevano effettivametne bisogno e finita lì..

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