Binary Domain: e se il confine tra robot e umani si azzerasse?

Binary Domain: e se il confine tra robot e umani si azzerasse?

In un futuro non lontanissimo i robot hanno raggiunto un livello tale di complessità da poter diventare addirittura indistinguibili dagli esseri umani. SEGA propone un nuovo shooter in terza persona che, pur ispirandosi a Gears of War, cerca di possedere un’identità propria.

di pubblicato il nel canale Videogames
 

Il multiplayer e la parte tecnica

La componente multigiocatore di Binary Domain si suddivide in due sezioni distinte. Da un lato la modalità Versus, che pone il giocatore in diretta competizione con il resto della community e dall’altro l’ Invasione, nella quale si dovrà collaborare per eliminare ondate progressive e crescenti di nemici. Le classi disponibili sono Soldato, Esploratore, Cecchino, Mitragliere Pesante e Artigliere, ognuna con un assetto differenziato per quello che riguarda l’armamentario.

Nei match competitivi esistono sette differenti tipologie di match disputabili. A fianco dei tradizionali deathmatch, in questo caso definiti ‘Tutti Contro Tutti’ e ‘Partita Mortale a Squadre’, esiste anche ‘Sopravvivenza a Squadre’, in cui i giocatori devono cercare di rimanere in vita il più a lungo possibile, non potendo rientrare fino al round successivo in caso di morte.

In ‘Operazione’ i giocatori vengono suddivisi in due team, uno d’attacco e l’altro di difesa. La prima formazione ha il compito di assumere il controllo di una bomba, mentre l’altra è incaricata della difesa, ovviamente entro un tempo limite. ‘Demolizione’ e ‘Recupero Dati’ prevedono rispettivamente la distruzione dei rifornimenti della squadra avversaria e la cattura di dati dalla base nemica. Infine è presente ‘Dominio Territoriale’, ovvero una sfida per il controllo e il possesso di alcune aree della mappa. Chi attacca dovrà occupare tutte le zone entro lo scadere del tempo, mentre coloro che difendono devono riuscire a mantenere almeno un punto di comando tra quelli disponibili.

Per quanto riguarda il versante cooperativo la struttura è pressoché analoga a quella della modalità Orda di Gears of War. Si seleziona una mappa di riferimento e si affrontano incursioni sempre più frequenti da parte dei robot. I round sono complessivamente 50, suddivisi in aree (un’area corrisponde al superamento con successo di cinque round). Le munizioni devono però essere dosate da tutta la squadra, dal momento che non dureranno per l’intero arco dell’area.

Dal punto di vista tecnico Binary Domain si avvale di un game engine costruito da zero, che ha permesso agli sviluppatori di adottare tutta una serie di accorgimenti diversamente non perseguibili. Come ha spiegato Nagoshi, nelle prime fasi dello sviluppo il team si è reso conto che l’engine esistente - il motore che è stato impiegato per Yakuza 3 e Yakuza 4 - non era adeguato ad un titolo di questo tipo. Uno degli aspetti basilari ha riguardato nello specifico il sistema di distruzione dei nemici robotici che si incontrano durante l’intero arco della campagna, con il progressivo danneggiamento della loro armatura o la distruzione di zone mirate come la testa o gli arti.

Anche i modelli poligonali del protagonista e del resto della squadra sono stati particolarmente curati, in modo tale da assicurare un grado di espressività sufficiente a poter sostenere la trama e i cambi di ritmo che si vivono nel corso dell’avventura. Minor attenzione è stata invece riposta nella caratterizzazione degli scenari, che risultano particolarmente spogli e privi del grado di dettaglio di cui godono altri prodotti concorrenti.

 
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