Bulletstorm: le armi non sono l'unico modo per uccidere
Bulletstorm è il nuovo sparatutto creativo e adrenalinico di Epic Games e People Can Fly, la software house artefice di Painkiller. Si rivela un buon prodotto con tante trovate originali e un multiplayer godibile.
di Rosario Grasso pubblicato il 09 Marzo 2011 nel canale VideogamesEpic
Attacco dirompente
Veniamo al gameplay vero e proprio. Ci sono tre modalità principali: campagna, echo e multigiocatore. Nella prima si segue una storia abbastanza affascinante attraverso la prospettiva di due personaggi che nel corso della storia non lesinano battute e mantengono un fare sempre altezzoso e canzonatorio. Bullestorm è dunque un fps a sfondo fantasy con una sorta da spy-story ma dai tratti comici e, in alcuni momenti, addirittura demenziali, soprattutto per la conformazione di alcuni dei mostri.
L'anima del gameplay riguarda l'uccisione dei nemici in maniera creativa, sfruttando le caratteristiche degli scenari. Ogni tipo di uccisione viene premiato con un certo numero di punti: se si compie quel tipo di esecuzione per la prima volta il numero di punti sarà maggiore, se non si è creativi invece si rischia di non avere il numero di punti sufficiente per migliorare e ricaricare le proprie armi.
Negli scenari si trovano piante grasse con aculei pronunciati, cavi elettrici scoperti, spuntoni, tornado, tritacarne, precipizi, piante carnivore, e molti altri strumenti di morte. Il giocatore può calciare i nemici o semplicemente sparare contro di loro, inducendoli a finire su uno degli strumenti di morte che abbiamo elencato. Far finire un nemico su una pianta con aculei, ad esempio, consente di avere la ricompensa colabrodo; mentre se questi finisce su degli spuntoni si ha la ricompensa bambola vudù.
I nemici in Bulletstorm vanno decisamente oltre il concetto di carne da macello tipico dei classici sparatutto in prima persona. Semplicemente sono a disposizione del giocatore, che li può sfruttare letteralmente come crede per accumulare la quantità più alta di punti possibile. Oltre a calcio ed armi in Bulletstorm c'è, dunque, il cosiddetto cappio. Si tratta di una sorta di frusta in grado di agganciare i nemici e trascinarli nei pressi della posizione del giocatore, che a quel punto può fare dei loro corpi praticamente ciò che vuole.
Ad esempio si può agganciare un nemico con il cappio mentre si trova in una posizione distante, ricondurlo alla propria posizione e prenderlo a calci, oppure semplicemente sparargli con le otto armi a disposizione. Per ogni arma inoltre c'è un fuoco secondario: nel caso del cappio si tratta del cosiddetto attacco dirompente. Basta lasciare premuto il bumper sinistro per qualche secondo e vedremo che il protagonista Gray lancerà verso l'alto il nemico di turno che, una volta in aria, rimarrà bloccato per qualche frazione di secondo, durante la quale potrà essere colpito come meglio si crede.
I punti ottenuti con le uccisioni creative vanno usati nei kit di rifornimento, che sono letteralmente disseminati nei vari livelli di gioco. Nei kit di rifornimento si possono comprare nuove munizioni per le armi, sbloccare nuove armi e ottenere il fuoco secondario di ogni arma, definito tiro caricato. Quest'ultimo è appunto una modalità di fuoco alternativo, decisamente più potente di quella principale. Per attivare il tiro caricato bisogna premere il bumper destro e aspettare qualche istante che l'arma si carichi: dopo di che si può sparare il potente colpo che può incenerire e ridurre a brandelli gli avversari.
Se ho descritto bene le meccaniche di gioco, avrete capito che Bulletstorm è un gioco decisamente vivace e adrenalinico, dove non c'è neanche un attimo per respirare, se non durante le comunque godibili sequenze di intermezzo. Un tourbillon di uccisioni di ogni tipo, sostanzialmente senza soluzione di continuità. Se da una parte il gioco rischia di essere un po' monotono a lungo andare, perché non si fa altro che uccidere mobs, dall'altra riesce sempre a sorprendere per le trovate geniali pensate dai ragazzi People Can Fly e per le battute divertenti dei protagonisti, oltre che per una storia che in un modo o nell'altro si fa seguire.