StarCraft II: Blizzard si accinge a riscrivere la storia degli RTS
Una presentazione con dettagli concreti sul gameplay e sulle meccaniche di gioco: non se ne vedevano così da tempo. Blizzard, dopo il successo di World of WarCraft, torna agli albori con il seguito di uno degli RTS più venduti e più giocati di sempre.
di Rosario Grasso pubblicato il 31 Maggio 2007 nel canale VideogamesBlizzardWorld of Warcraft
Grafica
StarCraft II è basato su una nuova tecnologia sviluppata internamente a Blizzard, che prende il nome di IK System. Questa è stata pensata principalmente per rendere gli scenari di gioco maggiormente dinamici rispetto a quelli, per forza di cose vetusti, del primo StarCraft. La presenza di meteoriti sullo sfondo e di altri dettagli, come pianeti e stelle, e la stessa possibilità di inclinare la visuale della telecamera e di eseguire zoom, rendono StarCraft II più coinvolgente da giocare e certamente più spettacolare da vedere.
Guardando i filmati rilasciati, ci hanno colpito le ottime ombre in tempo reale e le texture, dettagliate, pulite e azzeccate in riferimento all'ambientazione storica di StarCraft. IK System, inoltre, rende possibili scenari poligonalmente dettagliati, con elementi di corredo come antenne, tubi, ventole. Le unità, come dicevamo in una delle pagine precedenti, adesso interagiscono dinamicamente con le sconnessioni delle mappe: sono in grado, ad esempio, di scendere e di salire da un piano all'altro della mappa.
Un appunto potrebbe essere mosso alle animazioni, pur considerando che quanto abbiamo visto è ancora una versione non definitiva di StarCraft II. Da questo punto di vista non abbiamo notato sostanziali rivoluzioni rispetto a WarCraft III, il precedente RTS di Blizzard. Le animazioni ci paiono ancora legnose e poco armonizzate con tutto il resto; inoltre, le unità dello stesso tipo si muovono tutte allo stesso modo, il che non apporta certamente un contributo al realismo.
StarCraft II, stando a quanto dichiarato da esponenti di Blizzard, è compatibile con le librerie grafiche DirectX 10. La software house sta valutando l'opportunità di implementare funzionalità grafiche proprie delle librerie di nuova generazione. StarCraft II, comunque, punterà tutto sulla scalabilità della grafica, in modo da rendere il gioco adatto alla maggior parte delle configurazioni hardware. Il motore, inoltre, come accennato in precedenza, è pensato sia per renderizzare creature di enormi dimensioni sia per renderizzare ampi eserciti.
Veniamo alla fisica, dicendo innanzitutto che StarCraft II impiega il middleware Havok. Da questo punto di vista ci sembra che siano già stati raggiunti risultati ragguardevoli. Al momento delle esplosioni di unità e di edifici, infatti, questi si decompongono in maniera dinamica, con le varie componenti che vengono scagliate nei dintorni in tempo reale. Inoltre, i vari oggetti e le componenti esplose si adattano alle sconnessioni della mappa: se ad esempio un'unità viene distrutta in concomitanza di un pendio, noteremo come gli oggetti cadono realisticamente ai piedi del pendio, seguendo le sconnessioni.
Ovviamente, una componente fondamentale di StarCraft II è quella legata al supporto multiplayer. Blizzard non ha voluto rilasciare dettagli in proposito, se non che verrà ripristinata e ammodernata la storica piattaforma Battle.net. Il primo StarCraft è ancora oggi uno degli strategici più giocati in rete. Al di là della realtà professionale coreana, alcune ladder, come "PGTour" (Pro Gamers Tour) or "WGTour" (World Gamers Tour), sono incentrate proprio sul vecchio RTS di Blizzard.