XBox 360: Crackdown anticipa il debutto di Grand Theft Auto
E' ormai imminente il lancio in Italia di Crackdown, action/adventure creato sotto la supervisione dell'autore di Grand Theft Auto e di Lemmings. Stavolta, tuttavia, il giocatore sta dalla parte della polizia. Un altro clone del popolare titolo di Rockstar Games o prodotto realmente innovativo?
di Rosario Grasso pubblicato il 15 Febbraio 2007 nel canale VideogamesXboxRockstar GamesGrand Theft AutoMicrosoft
La struttura
Dopo aver conquistato un punto di rifornimento potremo qui ricaricare le nostre armi e respawnare in caso di decesso. Inoltre, una volta ucciso un avversario che è dotato di un'arma di cui non disponiamo, potremo raccoglierla e portarla al punto di rifornimento: solamente agendo così avremo l'opportunità di utilizzare quella determinata arma in futuro.
Visto che stiamo parlando di armi, restiamo in tema delineandone le caratteristiche salienti. La nostra avventura inizia con pistole, fucili a pompa e mitragliette veloci, ma in seguito avremo a disposizione armi ben più potenti come bazooka, lancia razzi a ricerca calorica, fucili di precisione, lancia granate e altri ammennicoli del genere. In Crackdown non dovremo impegnarci più di tanto nella mira: basterà agganciare l'avversario che intendiamo far fuori e premere il grilletto del fuoco. Una volta agganciato il nemico di turno potremo selezionare la parte del suo corpo in cui intendiamo sparare. Selezionando la testa, ad esempio, occorreranno meno colpi per ucciderlo ma il livello di mira del nostro alter ego decrementerà.
Tutto questo comporta un certo livello di pre-determinazione negli scontri a fuoco, considerato che non potremo sostanzialmente mai sbagliare mira e visto che anche i nemici sembrano beneficiare di un sistema simile. Insomma, le missioni spesso si riducono in folli incursioni nelle basi nemiche, dove l'unica nostra preoccupazione è quella di prendere meno colpi possibile. L'agente è dotato di una corazza, una volta distrutta dai nemici basteranno pochi colpi per farci fuori e per costringerci a raggiungere il punto di rifornimento più vicino.
Il fulcro del gameplay di Crackdown consiste, pertanto, nelle incursioni nelle basi dove si rintanano i boss delle tre fazioni nemiche dell'agenzia. Sostanzialmente, non vi è una struttura basata sulle classiche missioni, ma il giocatore è libero di impostare a piacimento il proprio modo di agire, pianificando autonomamente le modalità di incursione nelle basi. Possiamo provare un'incursione con i mezzi, oppure conquistare una posizione favorevole scalando un edificio o, ancora, attaccare via mare, il quale solitamente è meno controllato da chi difende i boss.
Dunque, al di là della conquista dei punti di rifornimento e dell'uccisione dei boss, in Crackdown sostanzialmente non c'è altro da fare. Ciò rende la struttura di gioco decisamente ripetitiva. E' vero che si può agire in maniera sempre differente, ma è altrettanto vero che a lungo andare non si fa altro che penetrare nelle strutture nemiche e uccidere i boss. Inoltre, è sostanzialmente impossibile raggiungere il proprio obiettivo al primo tentativo, perché le minacce nemiche sono troppe e spesso non è semplice averne la meglio senza conoscere a menadito la struttura del luogo. Questo contribuisce ad accrescere la sensazione di frustrazione in seguito ai diversi tentativi non riusciti.