I videogiochi (e non solo) presto si potranno controllare con il cervello
Il New York Times ha pubblicato un interessante articolo a proposito della ricerca sulle interfacce neurali e su come potranno modificare l'interazione con i videogiochi o i dispositivi protesici del futuro
di Rosario Grasso pubblicata il 30 Agosto 2017, alle 12:21 nel canale VideogamesI dispositivi indossabili per il monitoraggio elettroencefalografico già da qualche anno riescono a misurare l'attività elettrica del cervello e a trasporla in dati processabili dai computer. Ma i più recenti progressi in termini di capacità computazionale aprono a scenari del tutto inimmaginabili fino a poco tempo fa, per certi versi suggestivi per altri preoccupanti.
Il New York Times ha pubblicato un interessante articolo in proposito, che evidenzia lo stato dell'arte di queste tecnologie e come potranno essere sfruttate in campo ludico così come in campo medico. Anche se alcuni dei metodi più moderni ispirano scetticismo, in altri casi vengono usati per progetti degni di attenzione come Minddrive.
"Indossi il visore e adesso ti trovi in una piccola stanza con le pareti bianche", si legge nell'articolo. "Devi uscire dalla stanza, ma non puoi usare le mani. Non c'è un joystick o un gamepad, per cui devi usare esclusivamente il pensiero".
"Sul pavimento si trova una palla e il tuo cervello invia un comando al fine di raccoglierla. Poi scagli la palla su uno specchio per romperlo. Lo specchio nascondeva dei numeri, che vanno digitati mentalmente su un grande keypad che si trova sulla porta. Adesso sei finalmente fuori".
La Neurotecnologia sta per diventare il trending topic numero uno", ha dichiarato Ed BoydenIl New York Times fa riferimento a Neurable, una tecnologia già esistente approntata dall'omonima startup fondata da Ramses Alcaide, ingegnere e neuro scienziato. Perché il tutto funzioni serve un visore di realtà virtuale come HTC Vive e un sistema di elettrodi per rilevare l'attività elettrica del cervello e le onde cerebrali. Neurable ha infatti installato una serie di elettrodi sopra al caschetto di realtà virtuale di HTC.
Il sistema è ancora limitato sotto certi aspetti: serve, infatti, una sessione di training per associare un certo tipo di attività elettrica cerebrale a uno specifico pensiero. Una volta "allenata" la macchina ecco che è possibile vedere nella virtualità tramutati i pensieri effettivi dell'utente.
"Ma funziona", scrive il giornalista del New York Times. "Ho recentemente provato questo gioco, che ha il nome momentaneo di Awakening, quando il signor Alcaide e due impiegati di Neurable lo hanno portato al Siggraph di Los Angeles. E devo dire che funziona molto bene".
Tramite Elettroencefalografia (EEG), Neurable oggi può fornire metodi semplici per interagire mentalmente con un videogioco. Ma la ricerca sta facendo passi da gigante e diverse aziende tecnologiche stanno sperimentando metodi più sofisticati per convertire i pensieri in dati processabili dai sistemi informatici. In futuro, ad esempio, potrà essere possibile digitare rapidamente su uno smartphone servendosi unicamente del pensiero.
"La Neurotecnologia sta per diventare il trending topic numero uno", ha dichiarato Ed Boyden, professore di ingegneria biologica e scienze cognitive presso il M.I.T. Media Lab. Ma con quali ripercussioni? Continueremo ad essere in grado di svolgere le tradizionali attività quotidiane senza l'aiuto della tecnologia? L'uomo potrà ancora mantenere il proprio ruolo di superiorità rispetto alle macchine?
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl problema è raggiungere un livello di risposta del software corretto e senza lag solo dall'analisi delle onde cerebrali..
perchè il livello attuale osservando i video sperimentali è piuttosto scarso.
Qusti sistemi semplicemente associano dei pattern di attività elettrica rilevabile a livello della cute a delle risposte (virtuali in questo caso).
Ma il fatto che si usi l'attività presente sulla testa, frutto quindi della sottostante corteccia, è sostanzialmente una scelta arbitraria.
In sostanza, non c'è alcun collegamento di significato fra ciò che si pensa e l'effetto che si ottiene.
Sarebbe la stessa identica cosa se si sfruttassero allo scopo altre parti del corpo capaci di modulare un segnale elettrico sulla cute.
LOL
Presto potremo dirlo quindi?
beh, ma allora siamo già in ritardo di due anni...
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