Provato Wolfenstein II: ecco com'è
Nella sede londinese di Bethesda abbiamo avuto modo di provare per circa due ore e mezza il nuovo Wolfenstein II: The New Colossus, seguito dell'apprezzato The New Order e della sua espansione The Old Blood. Si conferma uno sparatutto veloce e andrenalinico, ma al contempo con alcuni interessanti spunti cinematografici sulla seconda guerra mondiale
di Rosario Grasso pubblicato il 27 Luglio 2017 nel canale VideogamesBethesda
Adattare il più classico degli sparatutto, padre fondatore del genere, ai canoni moderni non è stato facile nel 2014 quando Bethesda e la svedese MachineGames hanno tentato la fortuna con Wolfenstein The New Order. Ma hanno assolutamente centrato il bersaglio grosso, sfornando uno sparatutto veloce, ritmico e divertente, incastonato in una storia ora canzonatoria alla Duke Nukem ora profonda sulle atrocità del secondo conflitto mondiale, senza rinunciare a qualche momento sopra le righe in stile Quentin Tarantino.
Con Ucronia, si intende un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa che la storia abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello realeIl contenuto The Old Blood, per quanto breve (longevità di circa tre ore), poi, se possibile, migliorava ulteriormente quell'impostazione, con ritmi di gioco stellari e nemici ancora più convincenti di quelli del gioco originale. Il gameplay della serie punta tutto sull'immediatezza e la frenesia, con un dual wielding convincente, e al tempo stesso si preoccupa di citare quello che è stato il mito di Wolfenstein 3D.
Dopo aver giocato per circa due ore e mezza il nuovo The New Colossus, rivelato all'E3 e previsto per il 27 ottobre, possiamo dire che MachineGames, se possibile, qui ha accelerato ulteriormente i ritmi di gioco, sfruttando un motore grafico, id Tech 6, che riesce con disinvoltura ad andare oltre i 100 frame per secondo. Si tratta della stessa tecnologia del recente DooM e, con qualche adattamento, di Quake Champions: ottima per reggere gli sparatutto particolarmente veloci sui quali sembra volersi specializzare Bethesda.
Il gameplay della serie punta tutto sull'immediatezza e la frenesia, con un dual wielding convincente, e al tempo stesso si preoccupa di citare quello che è stato il mito di Wolfenstein 3DCosì come il gioco originale, Wolfenstein II The New Colossus vanterà anche una componente narrativa molto ricercata. Dopo questo primo test, si ha la sensazione che la parte canzonatoria sia stata ridotta ai minimi termini, con un seguito più serioso e triste che vuole evidenziare la disperazione prodotta dal conflitto. Per quanto riguarda il gameplay, invece, The New Colossus è pericolosamente simile al predecessore, con sole due novità di rilievo, al di là di armi e nemici nuovi. Si tratta della possibilità di potenziare le armi e della libertà concessa al giocatore in termini di personalizzazione del dual wield.
Abbiamo provato due sezioni di The New Colossus, una tratta dalla parte iniziale del gioco e l'altra prelevata da una parte avanzata. Le vicende, perlomeno inizialmente, sono contestualizzate nel 1961 con William J. Blazkowitz confinato su un U-Boot nazista da qualche parte nell'Oceano Atlantico. "Blazko" è notevolmente invecchiato e riporta i segni del conflitto: il suo volto, segnato, e con un'evidente cicatrice, è molto più realistico che in passato, vuole trasmettere qualcosa, sentimenti e non solo. Questa parte ricorda la sequenza dell'ospedale del primo gioco: Blazko, esausto, si mette su sedia a rotelle e, nonostante il suo fisico sia martoriato, prova a evadere dall'U-Boot.
Fin da queste prime battute, risulta evidenziata l'attenzione ai particolari riposta da MachineGames, con un prodotto sontuosamente rifinito in ogni dettaglio: dalle animazioni alla fluidità delle immagini, passando per il sistema di illuminazione. Nonostante Blazko sia su una sedia a rotelle, inoltre, il giocatore ha facilità di movimento e il tutto risulta immediato come al solito. Deve solo prestare attenzione per attraversare qualche passaggio e all'inerzia che la sedia acquisisce nelle discese, che potrebbe scaraventarlo contro un ostacolo o, peggio ancora, contro un nemico.
Torna il gameplay tipico della serie: il giocatore può cercare di agire in maniera stealth, usare ingegnosamente gli scenari per arrecare danni e problemi al nemico, oppure sparare a più non posso, rischiando però di esaurire i proiettili e di innescare troppi allarmi nell'installazione sottomarina. Nello specifico, in questa sezione ci sono delle trappole a microonde: se attivate friggono i nemici ma, attenzione, perché producono anche la morte istantanea del giocatore. Che deve quindi decidere se usare questo espediente, ma prestare attenzione a come si muove, oppure se rinunciarvi e procedere in altro modo.
Come nel gioco precedente ci sono i talenti, ma si ha la sensazione che ci sia una certa semplificazione rispetto al passato con tre rami invece che quattro. I rami hanno questi nomi nella versione in lingua originale che abbiamo provato: stealth, mayhem, tactical. Questo è un punto da verificare con calma una volta che si avrà il gioco a casa perché i talenti in The New Order non influivano in maniera adeguata sul gameplay, con una personalizzazione dell'esperienza che dava sempre la sensazione di essere aleatoria.
Come già in The New Order, inoltre, nei livelli di gioco sono stati disseminati tantissimi collezionabili, che ovviamente si trovano spesso nei posti più impensabili. Chi ama questo tipo di ricerca, quindi, sarà soddisfatto da come MachineGames ha lavorato in tal senso: coloro che invece non gradiscono esplorare senza un fine più nobile possono tranquillamente ignorare la presenza dei collezionabili perché non influiscono sulla progressione nell'esperienza di gioco.
Aggirate le guardie, Blazko, con l'aiuto dell'amata Anya, riesce a uscire dall'U-Boot, dove l'attende un altro personaggio iconico del gioco precedente, Frau Engel. Qui assistiamo a una lunga sequenza di narrazione che ci fa ben capire come sono cambiamente le cose, soprattutto a livello stilistico. MachineGames ha la necessità di stabilire un immaginario serio e articolato, presumibilmente per dare una base solida a una serie che potrà diventare anche di diversi capitoli. Gli americani sono diventati più efferati nella resistenza, e i nazisti adesso hanno l'onere di dirigere il mondo.
Due novità di rilievo: possibilità di potenziare le armi e personalizzazione del dual wieldFrau Engel non ha solo una connotazione paradossale: anche lei riporta i segni del conflitto. I dialoghi adesso sono più viscerali e convincenti, ed esaltano la disperazione e l'urgenza a intervenire tradizionalmente legati a un conflitto così tanto degenerato. Lo stesso Blazko, per evidenziare la sua iconicità, viene adesso chiamato Terror-Billy.
La seconda sezione provata, che nella versione definitiva si troverà più avanti nel gioco, è invece ambientata a Roswell, nel New Mexico. Qui lo scenario è molto particolare e suggestivo, perché la cittadina è in festa, è il 4 luglio, ma le autorità naziste pattugliano le strade e tengono sotto rigida osservazione i cittadini statunitensi.
Il 4 luglio, infatti, si organizza a Roswell la "Victory Day parade". Fra le strade della cittadina risaltano alcuni elementi che sottolineano come le culture tedesca e americana stiano tendendo a fondersi. I cinema trasmettono film intitolati "Come l'Occidente è stato salvato" e i bambini imparano il tedesco. I cittadini di Roswell vengono trattati come razza inferiore ma, soprattutto, si stanno abituando alla nuova realtà e ad accettare che la razza ariana è veramente quella superiore. Un'impostazione che ricorda, come succedeva anche nel primo capitolo, Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino: il Re del cinema è citato in vari modi, per esempio quando un soldato nazista fa rumore mentre beve un frullato alla fragola.
Questo livello di gioco è veramente impressionante, con una grafica dettagliata e illuminazioni e ombre molto precise. La parata vede marciare tantissimi soldati nazisti, mentre la folla li applaude e si finge entusiasta di tutto quello che sta accadendo. Fuochi d'artificio e bambini che strillano completano il quadro uditivo, mentre il giocatore procede a curiosare tra le bancarelle ornate a festa. Blazko indossa una tuta da vigile del fuoco e agisce sotto copertura, nonostante la sorveglianza nazista conosca bene le sue fattezze estetiche e sia sulle sue tracce.
Ora ci troviamo all'interno del ristorante di Papa Joe, che solo apparentemente è un tranquillo imprenditore di quartiere. Sotto al ristorante, infatti, custodisce un vero e proprio quartier generale della resistenza. Papa Joe spiega a Blazko che a Roswell si trovano varie basi collegate tramite un sistema di tunnel sotterranei che i tedeschi vogliono mantenere segrete. Sembra che queste basi custodiscano informazioni sull'arrivo degli alieni nel New Mexico. Lo scenario è questo: con la fine della guerra l'FBI ha dovuto cedere i segreti e le installazioni all'invasore, che ha preso il controllo di tutto estromettendo definitivamente i servizi segreti americani.
Papa Joe sa come infiltrarsi nel sistema di tunnel e suggerisce a Blazko come raggiungere l'Area 52. A quel punto entravamo di soppiatto nella vasta installazione, uccidendo le guardie naziste solo quando strettamente necessario servendoci della piccola ascia per gli abbattimenti silenziosi. Quando entravamo nella sala di controllo, pronti per colpire alle spalle il capitano dell'installazione ecco che un cane corazzato ci attaccava riducendoci a terra.
Un'impostazione che ricorda, come succedeva anche nel primo capitolo, Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino: il Re del cinema è citato in vari modi, per esempio quando un soldato nazista fa rumore mentre beve un frullato alla fragolaA quel punto eravamo chiamati ad affrontare dei soldati dagli occhi rosso fuoco, così rapidi nei movimenti da lasciare in certi momenti visibile solo la scia rossa emessa dagli occhi. Ecco che tanti soldati nazisti riempiono la stanza: a quel punto è impossibile combattere rimanendo fermi, con la battaglia che adesso si sviluppa in tutta la Area 52. Bisogna nascondersi quando possibile e sfruttare gli scenari per avere la meglio sul nemico, considerando anche che ogni tipo di avversario ha punti di forza e di debolezza.
I ritmi dell'azione sembrano ancora più rapidi che in passato, ricordando in certi aspetti il gameplay di Quake Champions. Dopo aver fatto fuori le guardie che sorvegliano l'Area 52, dovevamo rimontare un treno per raggiungere un secondo grande locale e installare una bomba nucleare nel reattore principale della struttura.
Come dicevamo, adesso si trovano in giro degli Upgrade kits che conferiscono risorse spendibili per migliorare le armi. Ad esempio si può dotare la pistola del dispositivo silenziatore, in modo da essere più efficaci nelle azioni stealth. E' uno dei più grandi cambiamenti al gameplay apportati da questo seguito, insieme alla configurabilità del dual wield.
Tra le armi, troviamo il Dieselkraftwerk, il quale spara piccoli barattoli pieni di combustibile che possono essere attaccati ai muri ed esplodono solo in concomitanza di una fonte di calore. Il Lasergewher, invece, emette un devastante raggio laser capace di sottrarre ai nemici molte risorse vitali. Queste armi possono essere combinate tra di loro, visto che il giocatore ha la libertà di selezionarne una per il braccio sinistro e un'altra differente per quello destro.
Si tratta quindi di un dual wield più tattico e profondo rispetto a quanto visto nel precedessore: ad esempio, si può far fuoco con un'arma a rapida cadenza e allo stesso tempo piazzare dei barattoli esplosivi nei posti strategici. Come nel gioco precedente, ovviamente, il dual wield riduce la precisione e aumenta la rumorosità. L'impostazione di Wolfenstein, infatti, permette al giocatore di trovare in qualsiasi momento l'equilibrio giusto con i due estremi che passano dalle azioni furtive con il silenziatore allo sparare tonnellate di proiettili con le due armi imbracciate.
Per il resto il gameplay è quello solito, incentrato su meccaniche di firing azzeccate, divertenti e cangianti a seconda dell'arma utilizzata. Il giocatore può sfruttare le coperture e sporgersi da esse utilizzando la modalità "ironsight" nel tentativo di individuare le combinazioni migliori per incassare meno colpi possibile (è praticamente impossibile vincere i duelli rimanendo fermi) e assesstarne il più possibile.
Wolfenstein II The New Colossus è basato su id Tech 6, il quale, come noto, poggia le sue radici sull'idea della MegaTexture partorita da John Carmack, e quindi al solito dobbiamo aspettarci download di ingenti dimensioni. Abbiamo notato durante la nostra prova qualche leggera difficoltà nel caricamento e nello streaming delle texture, ovviamente del tutto spiegata dallo stato di Alpha della build che abbiamo provato. Allo stesso tempo, come già detto, The New Colossus è molto interessante per composizione poligonale, illuminazioni, ombre e fluidità di gioco.
In definitiva, pur destando qualche preoccupazione per le scarse innovazioni a livello di gameplay rispetto a The New Order e a The Old Blood, Wolfenstein II The New Colossus promette di essere un'esperienza gratificante per chi ha apprezzato il predecessore, ovvero per chi ama i giochi adrenalinici, a tratti "caciaroni", che però allo stesso tempo non disdegnano una riflessione sulla seconda guerra mondiale, sulla devastazione che ha apportato e su come ha trasformato non solo chi ne è stato protagonista, ma un po' tutti noi.
9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAnche se credevo che [SPOILER]Blaszko fosse morto[/SPOILER].
Bellissimo ma si fà sentire molto il fatto che sia un gioco nato su console, nonostante abbia impostato tutto su ultra, la grafica è a tratti pietosa, le texture soprattutto.
Questo sembra decisamente meglio.
domanda
premetto che ho giocato 10 anni fa con il secondo o terzo capitolo ,non ricordo....ma in questi nuovi titoli di wolfestein si può prendere i nazisti e combattere contro gli altri?bello
ancora gioco spesso a the old blood ed è molto ben fatto.Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".