Tencent ha aiutato la polizia cinese ad arrestare 120 cheater di PUBG
Tencent si è assicurata i diritti di distribuzione del fortunatissimo titolo multiplayer per la Cina nello scorso mese di novembre
di Rosario Grasso pubblicata il 17 Gennaio 2018, alle 19:21 nel canale VideogamesPUBG
Dopo aver provato ad acquisire Bluehole/PUBG Corp, ovvero il produttore di PlayerUnknown's Battlegrounds, Tencent è riuscita ad assicurarsi i diritti di distribuzione per la Cina del popolare titolo multiplayer. Sebbene la distribuzione di questa versione inizierà più avanti nel corso del 2018, il colosso cinese ha già iniziato a collaborare con le autorità locali per fermare i cheater, una vera e propria piaga per PUBG in molti altri territori oltre che in Cina.
Secondo quanto riporta Bloomberg, Tencent ha lavorato con le autorità di polizia per assicurare alla giustizia 30 organizzazioni che si occupavano di sviluppare software di cheating, all'interno di un'operazione che ha comportato complessivamente l'arresto di 120 persone.
Questi software avrebbero consentito ai giocatori di operare in maniera illecita: per esempio, vedendo al di là dei muri o da un punto privilegiato sopra il campo di battaglia o, ancora, prendendo automaticamente la mira sui bersagli. I malintenzionati usavano le leaderboard interne al gioco per promuovere le applicazioni di cheating.
In attesa della versione di Tencent, che rispetterà i valori fondanti della cultura cinese, PUBG è giocabile attualmente in Cina tramite Steam. La Cina annovera circa 10 milioni di giocatori attivi di PUBG nelle ultime due settimane, un dato notevole se si considera che i giocatori attivi che risiedono nel resto del mondo sono 8 milioni, mentre 2 milioni e 1 milione abitano rispettivamente negli Stati Uniti e in Corea del Sud.
Proprio l'alto livello di adozione di PUBG in Cina spiega il dato circa la provenienza dei cheater del titolo multiplayer: nella quasi totalità dei casi, infatti, risiedono in Cina e sfruttano software sviluppati in Cina.
Non ci sono solamente dati incoraggianti a proposito di PUBG, e proprio il fenomeno del cheating rappresenta l'altra faccia della medaglia. PUBG conta infatti 5 milioni di vendite, ma i giocatori attivi quotidianamente sono in media 130 mila. Dunque, molti giocatori si allontanano dal gioco subito dopo averlo acquistato. Se si considera che BattlEye, partner di BlueHole che si occupa del software di anticheat interno a PUBG, ha provveduto a bannare 1,5 milioni di giocatori, ovvero circa il 6% della community complessiva del gioco rispetto alla versione Early Access introdotta nello scorso marzo, diventa evidente come proprio il cheating sia un fattore importante per spiegare questo elevato tasso di abbandono.
74 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoe tutti gli altri si devono vergognare. ma quanto si puo' far schifo ?
Si anch'io sono caduto dal pero, non avevo idea che si potesse essere arrestati per cose del genere... Ma allora come cavolo fa gta 5 ad essere ridotto così?
Stanno più che male tutti in particolare le autorità che permettono l'esistenza di "norme" che prevedano l'arresto per casi simili.
Incredibile
ci sono realtà come Cheathappens che vanno avanti da anni vivendo sui guadagni derivanti dai trainer.
e li producono anche per giochi dove è previsto il multiplayer, semplicemente specificando che se ti bannano dal gioco sono fatti tuoi.
Cosa ci sarebbe di strano?
Fosse per me arresterei pure chi li usa
Cosa ci sarebbe di strano?
Fosse per me arresterei pure chi li usa
stai dando ragione a un bel sistema repressivo come quello cinese? Ma la galera deve esistere solo per reati di tipo penale, e direi che questo è di tipo civile, e comunque il carcere si deve usare solo in caso di pericolo per qualcun altro, qui quale sarebbe? che uno non vince una partita a un gioco? ma stiamo scherzando? se uno viola dei termini di un contratto deve pagare delle multe, siamo alla follia più totale
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