Steam: in Cina bloccato l'accesso ad alcune parti

Steam: in Cina bloccato l'accesso ad alcune parti

Alcune componenti di Steam, come il forum, le pagine profilo e gli inventari, risultano bloccati da qualche ora in Cina. Continua, invece, a funzionare lo store tradizionale

di pubblicata il , alle 11:41 nel canale Videogames
Steam
 

Secondo quanto stanno riportando alcuni organi di informazione, e stando a quanto conferma Greatfire.org, un sito che monitora il livello di censura in Cina, le autorità locali avrebbero bloccato l'accesso ad alcune componenti di Steam inerenti la community. Nello specifico, il forum, le pagine profilo e gli inventari sarebbero tra le parti adesso inaccessibili per gli utenti cinesi.

Rimane attivo lo Store, e questo vuol dire che comunque gli utenti che risiedono in Cina possono continuare a giocare e a comprare nuovi giochi. Ma non è più possibile in alcun modo interagire con gli altri giocatori.

Steam China

Non sono ancora chiare le motivazioni che hanno portato al ban. Certamente PUBG è un gioco di grande successo anche in Cina, consentendo a Steam di crescere in popolarità in misura vertiginosa negli ultimi mesi. Questo potrebbe non essere gradito da altri protagonisti dell'industria dei videogiochi cinese, particolarmente legati oltretutto al governo, come Tencent.

PUBG in Cina viene giocato tramite Steam ma è arrivato proprio grazie a Tencent, dopo che il governo lo aveva proibito in una prima fase. Tencent ne ha creato una versione "in accordo ai valori fondamentali del socialismo" e il governo ha finalmente sbloccato la distribuzione del noto gioco di genere Battle Royale. Tencent garantisce server ufficiali cinesi e si incarica della lotta ai cheater. Ma la decisione potrebbe aver portato a conseguenze che sono sfuggite di mano alle autorità locali, al punto di decidere di limitare la popolarità di Steam.

Già in passato Tencent, che è fra i più grandi colossi del mondo della tecnologia con un valore di mercato di 500 miliardi di dollari, aveva tentato di acquisire Bluehole, il produttore coreano di PUBG, ma l'offerta è stata gentilmente rispedita al mittente.

Le autorità cinesi non vedono di buon occhio l'intromissione nel mercato interno di produttori provenienti dall'estero: se vogliono entrare in Cina devono essere affiancati da una società locale, ed è il caso anche di Bluehole/Steam e Tencent. Certi videogiochi, in particolare, sono considerati "a rischio" perché veicolano contenuti troppo distanti rispetto alla cultura locale.

2 Commenti
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kamon21 Dicembre 2017, 14:54 #1
Intanto la Cina continua a comprare mezzo mondo e nessuno pensa ad "affiancarli da una società locale", il che è ovviamente giusto in un ottica di libero mercato, ma solo se la cosa è reciproca, altrimenti siamo solo dei babbei messi a 90°... Così come per la questione dei brevetti e delle varie violazioni circa i diritti d'autore, loro se ne sbattono altamente, ma quando solo si sospetta che avvenga ai loro danni, apriti cielo...
Dark_Lord21 Dicembre 2017, 15:27 #2
Le autorità cinesi non vedono di buon occhio l'intromissione nel mercato interno di produttori provenienti dall'estero


e io non vedo di buon occhio i cinesi che hanno comprato il 99% dei locali/bar della mia città

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