Recensione Suikoden I&II HD Remaster: un ritorno epico per i fan dei jRPG

Recensione Suikoden I&II HD Remaster: un ritorno epico per i fan dei jRPG

Suikoden I&II HD Remaster offre una versione aggiornata di due classici jRPG, con migliorie grafiche e di gameplay. Nonostante alcuni elementi datati, la collezione brilla per la sua narrazione complessa, i 108 personaggi reclutabili e i sistemi di combattimento variegati.

di pubblicata il , alle 21:16 nel canale Videogames
KonamiNintendo Switch
 

Ora disponibile, Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars ripropone due classici del genere jRPG, portando con sé i tipici ritocchi che ci si aspetta da un trattamento remaster, ai quali si aggiungono ulteriori operazioni di svecchiamento.

La raccolta pubblicata da Konami si è rivelata senz'altro interessante, in particolare su Nintendo Switch, piattaforma scelta per il nostro test. Ecco le nostre impressioni a freddo.

Suikoden I&II HD Remaster: due capolavori senza tempo

Nata nel 1995 durante la fortunatissima stagione dei giochi di ruolo giapponesi intercorsa fra le generazioni 16 e 32 bit, Suikoden è una di quelle serie che non hanno ottenuto tutto il successo che meritavano.

suikoden remaster nintendo switch

Tanto cult per gli appassionati quanto sconosciuta al pubblico generalista, la proprietà intellettuale di Konami si ripresenta sul mercato con questa Suikoden I&II HD Remaster Gate Rune and Dunan Unification Wars che include i primi due amatissimi capitoli della saga, con la speranza di trovare nel mercato contemporaneo un'utenza più recettiva e curiosa, ottenendo finalmente il proprio posto al tavolo dei grandi jRPG.

Largamente ispirato al romanzo cinese Shui Hu Zhuan, il primo Suikoden nasce da un esperimento molto coraggioso. Considerato uno dei grandi classici della letteratura orientale, Shui Hu Zhuan racconta le avventure e le peripezie di un gruppo di 108 guerrieri, spietati in battaglia e inarrestabili nella loro lotta contro corruzione e soprusi dei despoti al governo. Allo stesso modo, Suikoden mette il giocatore nei panni di giovane cadetto dell'esercito della Luna Scarlatta, il grande impero di cui 'nostro' padre è un fedele generale.

Basta spendere pochissimo tempo controller alla mano per capire quanta violenza e marciume ci siano dietro la facciata dell'impero e ritrovarsi, quasi per caso, alla guida della rivoluzione contro il potere corrotto.

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Proprio come nel romanzo da cui prende ispirazione, in Suikoden ci sono 108 personaggi da poter incontrare e aggiungere alla propria legione, gran parte di essi giocabili in battaglia. Tali combattimenti, com'è da tradizione del genere, si svolgono a turni, disponendo i membri del party su due file: in quella davanti andranno i personaggi che combattono con armi a corto raggio, mentre quelli che usano le armi a media distanza possono essere disposti su entrambe le fila, con l'ultima deputata ai personaggi dotati di armi a lunga distanza.

L'offerta ludica di Suikoden, però, non si conclude qui. In diversi momenti del racconto, i personaggi si affronteranno in combattimenti 1 vs. 1, utilizzando un sistema di morra cinese per determinare l'esito dello scontro: Attacco, Difesa e Attacco Speciale.

Oltre a questo, poi, ci sono sessioni simil-strategiche simili a una versione ridotta di un Fire Emblem, pure queste costruite attorno a un sistema tripartito di comandi eseguibili. In questi frangenti, saremo chiamati a gestire le truppe e i loro generali, ognuno dotato di abilità particolari in grado di determinare l'esito dello scontro.

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Come detto poc'anzi, non tutte le 108 Stelle del Destino - questo il nome dei personaggi arruolabili - possono essere schierate sul campo di battaglia: molte di queste troveranno una ragione d'essere nella gestione della base dell'esercito, un castello abbandonato che diventerà centro logistico e militare per le fila della rivoluzione.

Messa così, il primo Suikoden sembrerebbe essere un gioco meraviglioso, sostenuto anche da una trama - per l'epoca d'uscita, quanto meno - complessa e sfaccettata, un racconto di guerra, vendetta e redenzione, ma non è così. Mancanza di level design nei dungeon, ripetitività di fondo e una fastidiosissima gestione dell'inventario pagano lo scotto di questi trent'anni trascorsi dall'uscita giapponese del titolo, arrivato in territori PAL soltanto nel 1997.

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Tutto ciò che c'è di buono nel primo capitolo trova modo di risplendere al meglio nel secondo titolo della serie, quel Suikoden II ambientato tre anni dopo la fine del primo capitolo e (casualmente?) uscito nel 1998, molto spesso ricordato fra i migliori giochi di ruolo giapponesi di sempre, al pari di mostri sacri come Final Fantasy VII o Chrono Trigger.

Tornano le 108 Stelle del Destino, tornano i combattimenti fra campioni, le battaglie campali fra eserciti, la componente gestionale del castello, la trama acquista ancora più spessore e coraggio, i finali si moltiplicano e cambiano in base alle scelte del giocatore e a quanti compagni siano stati arruolati durante l'avventura, mentre viene migliorata anche l'offerta in termini di mappa del mondo e pianificazione dei dungeon.

Inutile girarci attorno: se si è appassionati di jRPG, non si può non concedere un'opportunità a Suikoden II, soprattutto ora che arriva in Occidente su piattaforme diverse dalla sola PS1 e con traduzione in italiano – non perfetta, ma nulla che non si possa sistemare con una patch.

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A tal proposito, è giusto concentrarsi sui miglioramenti che questo remaster dal nome lunghissimo ha apportato ai titoli originali. Basata su una prima collection dei due capitoli uscita su PSP, la versione rimasterizzata di Suikoden I e II offre nuovi fondali ridisegnati da zero, nuovi sprite dei personaggi, un nuovo sistema di movimento sugli otto assi invece di quattro, una rimasterizzazione della bellissima colonna sonora e il tentativo di alleggerire un'interfaccia utente purtroppo figlia dei suoi tempi, che rende comunque complicato e farraginoso gestire l'inventario dei personaggi.

A questo, si aggiunge la possibilità di velocizzare le (tantissime) battaglie casuali, che ora possono essere risolte in automatico dal party schierato e a una velocità quattro volte maggiore rispetto a quella standard. Se questa cosa rende più snelle le porzioni del gioco originariamente pensate per il farming di punti esperienza, è il sistema di salvataggio a non essere stato aggiornato a dovere per essere in linea con i tempi.

È stato introdotto un sistema di salvataggio automatico, ma è bene non farci troppo affidamento: il gioco salva in automatico solo in alcuni punti della mappa, non è “costante” come ci si aspetterebbe da un gioco in uscita nel 2025.

suikoden remaster switch konami

Al netto di questi piccoli difetti, Suikoden I e II risplendono nella loro nuova forma, soprattutto grazie al nuovo sistema di illuminazione degli ambienti, che dà nuova vita ai fondali ridisegnati e alle ambientazioni - se poi, come noi, avete uno Switch OLED a disposizione, è facile capire quale piattaforma suggeriamo di scegliere. Se proprio non foste in possesso della console Nintendo, poco male: il gioco è disponibile anche su PC, PS5 e Xbox, anche in copia fisica.

Conclusioni: un must have per gli amanti dei jRPG

Suikoden I e II meritano di uscire dal cassetto dei ricordi in cui sono finiti. La volontà di Konami di rilanciare la sua IP, in un tentativo simile a quanto sta accadendo con Silent Hill e Metal Gear Solid sebbene con budget molto diversi, meriterebbe l'attenzione del grande pubblico e non solo di quegli appassionati di jRPG che hanno giocato i due capitoli qui presenti quasi trent'anni fa.

suikoden konami nintendo switch

Forse il prezzo richiesto (49,99 euro) potrebbe far storcere il naso, soprattutto per un'utenza più giovane non abituata a un'esperienza in 2D dal ritmo compassato e frammentato, piena di combattimenti a turni e lunghi dialoghi fatti solo di box testuali. Se si riesce ad andare oltre queste strutture di un'epoca che fu, però, allora chi vorrà giocarci troverà due dei jRPG più influenti nella storia del videogioco, in attesa del grande ritorno di una serie storica.

1 Commenti
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obogsic06 Marzo 2025, 22:41 #1
il difetto più grosso del primo era la lentezza nella camminata del personaggio che costringeva ad interminabili scarpinate esplorative.
Spero gli abbiano messo la corsa come nel 2.

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