Man of Medan: metti una serata al cinema...e su una nave fantasma!

Man of Medan: metti una serata al cinema...e su una nave fantasma!

Man of Medan aderisce alla definizione di "couch experience": cinque amici partono per una vacanza in barca. Dopo una tempesta, tuttavia, un evento sinistro li sorprende. Fa parte dell'antologia di The Dark Pictures

di pubblicata il , alle 18:01 nel canale Videogames
Bandai Namco
 

Man of Medan

Non sono mai stato un grande appassionato di cinema horror che, salvo casi sporadici, ha sempre faticato a impressionarmi e a coinvolgermi. Ma i videogiochi ‘paurosi’ mi hanno sempre attirato. E tanto. Privilegiando quelli ‘di atmosfera’ a quelli eccessivamente sguaiati e senza comunque disdegnare qualche sano ‘jump scare’. Poi, però, è arrivato P.T. e il mio entusiasmo per il genere è decisamente scemato: il progetto - ahimè in compiuto - di Hideo Kojima mi ha certamente segnato, rendendo il mio approccio ai giochi horror un po’ più difficoltoso.

Supermassive Games ha esortato gli utenti a “non giocare da soli” a Man of Medan
Sarà anche l’età che avanza, ma il ‘farmi spaventare’, dopo aver ripetutamente attraversato il corridoio infestato creato dal papà di Metal Gear, ha perso parecchio del suo fascino. Gli horror/thriller ‘d’atmosfera’ (a livello cinematografico, giusto per intenderci, ‘The Others’ è degno rappresentante di questa categoria di pellicole), per un certo periodo, insomma, mi sono risultati un po’ ‘indigesti’.

Eppure non mi ero fatto scrupoli nel tuffarmi a capofitto in Until Dawn che, con tutti i suoi limiti, mi era piaciuto non poco. Certo, il prodotto di Supermassive Games non faceva dell’atmosfera il proprio punto di forza, puntando tutto sullo spavento e sullo spargimento di sangue. Però innalzava l’interesse tramite la propria modalità di gioco che, seppur in modo ‘alleggerito’ e meno ispirato, strizzava l’occhio al capolavoro Heavy Rain (l’azione era incentrata sui quick time event e presupponeva la possibilità che alcuni personaggi morissero, senza impedire il prosieguo di storia e partita: in questo modo, ogni momento d’azione e ogni scelta potevano essere ‘decisivi’, generando una pressione maggiore rispetto alla maggior parte dei videogiochi).

Man of Medan

Più spaventoso che pauroso (e quindi meno ‘pesante’ anche per la mia fruizione), Until Dawn si però rivelato soprattutto un’esperienza godibile dal punto di vista dello spettatore: giocato durante le vacanze natalizie, aveva fatto sì che mio fratello - tutt’altro che appassionato giocatore - si interessasse alla vicenda. Le sessioni, così, erano divenute ‘a due’ e tutti i principali snodi della trama sono stati piacevolmente condivisi.

Fatte queste premesse - e passato anche per una bella e catartica esperienza con Resident Evil 7, non poco debitore, almeno nelle prime ore, a P.T. -, la mia attenzione non poteva non essere attratta dal progetto di The Dark Pictures Anthologies.

Man of Medan

Il nuovo ‘pargolo’ di Supermassive Games, infatti, è decisamente ambizioso: creare una serie di capitoli per una saga di avventure orrorifiche che, partendo da vicende che hanno un fondo di realtà, permettano di compiere una carrellata esaustiva di tutti i generi della narrativa ‘dello spavento’. Ogni capitolo, per quanto di durata limitata, ha la pretesa di coinvolgere i giocatori sia per modalità di gioco, sia per intensità narrativa. Il tutto garantendo una continuità di base tra le varie ‘puntate’, visto il ruolo de ‘Il Curatore’. Questa misteriosa e onnisciente figura sembra essere il custode di un grande archivio di volumi e documenti dedicati a storie del terrore. La sua azione è di raccordo, ma non solo. Durante i singoli capitoli, infatti, interverrà con commenti sull’operato dei giocatori e, se richiesto, con consigli su come proseguire nell’avventura.

Man of Medan

Per questa prima uscita di Dark Anthologies, Supermassive Games ha deciso di ispirarsi a una leggenda marinara: quella connessa alla nave fantasma Ourang Medan. Una ricerca in rete nemmeno troppo approfondita, consente di ricostruire i racconti legati a questo mercantile olandese che, alla fine degli anni ’40, ebbe un destino misterioso. Non vi sono prove certe dell’esistenza di questo vascello, ma più articoli di giornali del Sud-Est asiatico, nel 1948, hanno dato conto di questo singolare mistero. Per sommi capi - soprassedendo alle ‘classiche’ incongruenze che caratterizzano questo genere di cronache -: un mercantile battente bandiera olandese, nel giugno del 1947, si trovò in difficoltà mentre incrociava nelle acque indonesiane. Due navi statunitensi ricevettero le singolari richieste di soccorso provenienti dalla Ourang Medan e una di esse - la Silver Star - arrivò effettivamente a contatto con il mercantile olandese. Un gruppo di marinai americani salì a bordo della nave in difficoltà, che sembrava ormai procedere priva di controllo. Secondo i vari resoconti, gli esterrefatti soccorritori trovarono l’intero equipaggio della Ourang privo di vita. Tutti i cadaveri - benché senza ferite evidenti - giacevano in posture innaturali, con i volti deformati dal terrore. Un incendio improvviso costrinse i marinai della Silver Star a tornare a bordo della propria nave e, dopo pochi minuti, la Ourang Medan fu colpita da una fragorosa esplosione e si inabissò. Evidentemente, non fu possibile stabilire le cause dietro il sinistro incidente. Da segnalare come, in un resoconto successivo al 1948, la vicenda della Ourang Medan venne trasmesso da un misterioso superstite, incontrato da un missionario italiano (!) che riportò il tutto a un oscuro scrittore triestino.

Man of Medan

Supermassive Games pesca a piene mani da questo suggestivo background e - seppur con qualche ‘licenza poetica’ piuttosto evidente - poggia le basi del proprio racconto, sull’immaginario costruito dagli articoli dei quotidiani di fine anni ’50. Come risulterà evidente dal prologo - giocabile - dell’avventura, una delle principali modifiche riguarderà la tipologia di nave che risulterà essere l’Ourang Medan: non un mercantile olandese, bensì una nave da trasporto militare dell’esercito USA.

L’avventura di Man of Medan, dopo il prologo, si svolge ai nostri giorni. I protagonisti sono un gruppo di studenti americani che - guidati da una giovane capitana polinesiana - vanno alla ventura nelle acque del Pacifico in cerca di relitti risalenti alla Seconda Guerra Mondiale. Conrad, rampollo di una ricca famiglia della East Coast, è l’ingombrante leader della combriccola: il suo carattere, sempre sopra le righe, lo renderà centrale nel bene e nel male durante tutta l’avventura. Julia è la sorella di Conrad. Decisamente più pacata, cerca sempre di frenare l’esuberanza del fratello e coltiva il sogno di un’escursione da sogno con Alex. Quest’ultimo è uno studente di medicina, di origini decisamente più umili rispetto ai due fratelli di cui sopra, ma similmente determinato e ambizioso. In Julia ha trovato l’amore della propria vita e ha tutta l’intenzione di rendere la vacanza in barca un evento davvero indimenticabile. C’è anche Brad, il fratello introverso e timido di Alex. È lui l’anima del gruppo, l’esperto e appassionato della II Guerra Mondiale, che ha individuato la zona in cui effettuare l’immersione. Infine c’è Fliss, la giovane capitana. La ragazza polinesiana, a livello economico, non se la passa bene ed è ben decisa a far fruttare la mini-crociera.

Man of Medan

Prevedibilmente - e abbastanza rapidamente - l’entusiasmante avventura assumerà tinte fosche, prima per responsabilità umane, poi per un apparente intervento soprannaturale. Molto velocemente, i nostri 5 protagonisti si troveranno obbligati a lasciare la propria imbarcazione per mettere piede sui ponti antichi e tetri della Ourang Medan, improvvisamente e misteriosamente apparsa all’orizzonte.

Da più parti - nel materiale per la stampa, ma anche in quello pubblicitario -, Supermassive Games ha esortato gli utenti a “non giocare da soli” a Man of Medan. Da un lato, questo ‘avvertimento’ puntava certamente a creare una tensione maggiore nei giocatori, dall’altro voleva focalizzare l’attenzione del pubblico sull’innovativa modalità ‘Serata al Cinema’.

Man of Medan

Armatomi di coraggio - memore della spettacolarità di Until Dawn - ho messo assieme un ‘team’ per partire alla ventura. Nei giorni immediatamente precedenti alla serata prescelta, ho diffuso i dettagli sulla leggenda della Ourang Medan - linkando pagine web dedicate - e ho condiviso i profili dei 5 protagonisti del gioco, sollecitando i miei amici a scegliere chi (coerentemente) impersonare.

Alla fine il buon Rosario di HWU ha selezionato il timido Brad, il mio amico Jacopo si è preso Alex, sua moglie Sara ha logicamente optato per Julia, mentre mio cognato Giacomo si è trovato nei panni di Fliss. Il sottoscritto, infine, ha voluto utilizzare Conrad, l’inguaribile rompiscatole. Mia moglie Martina ha preferito assistere alla partita con le ‘mani libere’, per nascondersi in ogni frangente particolarmente pauroso.

Man of Medan

Devo dire che, opportunamente preparata, la serata ha generato un buon hype e adeguata curiosità. E così, dopo la canonica ‘pizzetta’ e qualche birretta (in perfetta linea con l’equipaggio del gioco), ci siamo tuffati a capofitto nell’avventura di Supermassive Games.

Il gioco chiede immediatamente di inserire dei nickname per ciascun giocatore e di associare gli stessi a uno dei personaggi. Dopodiché, all’inizio di ogni scena, dichiarerà a chi deve essere consegnato il pad per proseguire nella storia.

La struttura ‘a turni’ rappresentava una delle principali incognite del titolo: Supermassive avrebbe saputo gestire adeguatamente i ritmi di gioco, dando il giusto spazio a ogni utente e garantendo una corretta alternanza tra pause e momenti di attività?

Dopo aver terminato l’avventura dobbiamo registrare una parziale delusione, su questo fronte. Ci sono personaggi che restano in scena decisamente più a lungo di altri, così come si deve prendere atto di una turnazione che non è affatto regolare. Per quanto ciascun mini-capitolo non sia mai eccessivamente lungo, questo rappresenta un problema. Questa criticità potrebbe essere figlia delle scelte dei singoli giocatori, effettuate negli snodi di trama, ma il compito di Supermassive era certamente quella di ovviare a eventuali cali di interesse da parte degli utenti costretti a una prolungata inattività. Come vedremo, però, Supermassive, su questo fronte, non ha pienamente soddisfatto le attese.

Man of Medan

In ogni caso, l’attenzione del nostro team, soprattutto nelle prime ore di gioco, è rimasta alta e compatta, scemando solo in una seconda parte, quando i limiti più evidenti della trama e del sistema di gioco di Man of Medan si sono completamente palesati.

L'innovativa modalità ‘Serata al Cinema’ ha una vocazione multiplayer, offrendo a 5 giocatori la possibilità di prendere delle decisioni che hanno delle conseguenze
Uno dei principali problemi che si rilevano in Man of Medan è la mancanza di mordente. Il mistero dietro la nave fantasma si chiarisce fin troppo presto - e questo certamente non aiuta -, ma anche la tensione durante esplorazioni e Quick Time Event si riduce velocemente. Al di là di qualche banale jump scare - sempre prevedibili e poco efficaci - le scene ‘d’atmosfera’ ben riuscite e di impatto sono molto poche. Così, molto presto, le sessioni pad alla mano divengono sterili esplorazioni dei corridoi della nave, che nulla aggiungono alla trama e al coinvolgimento, ma fanno da intermezzo tra un QTE e l’altro. I collezionabili e gli indizi che andremo a raccogliere, infatti, lasciano spesso il tempo che trovano, non avendo alcuna utilità determinante.

Quanto ai QTE - il vero cuore del gioco -, anche su questo fronte si devono registrare delle perplessità. Generalmente sono piuttosto difficili - e non è un male -, ma troppo spesso risultano ‘poco equi’: c’è una tolleranza diversissima per gli errori, a seconda del frangente e/o del personaggio che li commette. Potrebbe così succedere che uno dei protagonisti perda la vita al primo - e quindi unico - fallimento, mentre altri sopravviveranno nonostante l’elevatissima maldestria del giocatore che li controlla. Difficile dire quanto queste differenze di severità siano connesse a esigenze di trama, ma per certo creano facili ed evitabili frustrazioni nel team in gioco.

L’elemento però più deludente dell’esperienza con Man of Medan, però, riguarda l’interazione tra i personaggi. Memore delle scelte morali e di sopravvivenza proprie di Until Dawn e incoraggiato dalla vocazione multiplayer della modalità ‘Serata al Cinema’, mi sarei aspettato una sfilza di situazioni ‘scabrose’, in cui un giocatore sarebbe stato chiamato a scegliere se favorire il proprio personaggio, un compagno o l’intera squadra. Invece, rispetto al precedente titolo della software house britannica, questi ‘snodi delicati’ sono presenti in numero molto inferiore. Difficile dire quanto questa situazione sia figlia delle scelte effettuate nella nostra run, così come dai fallimenti e successi realizzati da noi. Certamente, da questo punto di vista, Man of Medan è molto meno intenso del proprio predecessore. Intendiamoci: non è tutto banale e privo di interazioni - anzi -, ma la sensazione è che si sarebbe certamente potuto fare di più, soprattutto su questo fronte.

Bilancio finale dell’esperienza. La serata, insomma, dopo un avvio estremamente coinvolgente è scivolata via un po’ troppo monocorde. Ci sono comunque stati picchi di alta spettacolarità e intensità - in particolar modo legati alle vicende di Conrad - e un finale importante, collegato alle intuizioni e ai fallimenti di Alex.

Si può quindi dire che il primo capitolo di Dark Anthologies sia un successo solo parziale, fitto di buone idee ma fiaccato da una realizzazione un po’ troppo approssimativa. Si tratta comunque di una proposta ‘di gruppo’ che ha pochi eguali e che - con i compagni giusti - sa certamente divertire e coinvolgere per buona parte della propria durata.

Dal punto di vista tecnico, MoM si difende molto bene, vista una realizzazione decisamente ambiziosa. Su una ‘semplice’ PS4, però, qualche passaggio a vuoto, in termini di qualità grafica, dettaglio e fluidità complessiva, si notano.

PRO

  • Una buona atmosfera
  • Modalità 'Serata Cinema': idea intrigante
  • Rimando stuzzicante a un vero mistero navale

CONTRO

  • Qualche incertezza grafica
  • Poca interazione tra i vari personaggi
  • Mistero eccessivamente semplice
  • Rapida perdita di mordente: esplorazione troppo lineare e sterile
  • QTE dai risultati non sempre equilibrati
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