L'IA ci toglie la possibilità di sfamare i nostri figli: lo sfogo di una doppiatrice di videogiochi
Mentre lo sciopero degli artisti indetto dal SAG-AFTRA continua ormai da oltre un mese, la doppiatrice Jennifer Hale ha espresso le proprie preoccupazioni in merito all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nella produzione di videogiochi.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 02 Settembre 2024, alle 15:05 nel canale Videogames
83 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl mio babbo quando lavorava ha lavorato 46 anni come operaio in una nota ( notissima ) azienda italiana, lavorava in fabbrica con locali a 40°, a turni anche dalle 23 alle 7 del mattino e spesso faceva straordinari e soprattutto capitava spesso di dover lavorare anche il sabato.
Io sono stato più fortunato anche grazie ai loro sforzi e ho un impiego da ufficio dove non fatico nemmeno la metà e NON lavoro il sabato, quasi mai però almeno come minimo le 40 ore a settimana io me le faccio + poco meno di 2 ore di viaggio.
Quindi non mi venite a dire che un lavoretto di poche ore e quasi sempre occasionale come un "doppiatore" è un vero lavoro con la L maiuscola ?
Posso capire doppiatori famosi come Luca Ward o Accolla che effettivamente hanno una grande voce e una grande capacità interpretativa ma è altrettanto vero che questi ultimi sono anche attori di teatro e qualche volta pure cinematografici.
* Persone qualificate per gestirle, svilupparle, progettarle. Una nuova AI non nasce dal nulla, richiede anni di lavoro dietro.
* Stanno già nascendo nuove figure professionali, vedi "prompt engineer"
* Le AI richiedono grossi datacenter, quindi serve personale per gestirli
* Grossi datacenter, grosse richieste di energia, quindi investimenti nelle infrastrutture => nuovi posti di lavoro nel settore.
* Le AI richiedono tanta potenza hardware. Al momento c'è praticamente solo Nvidia, ma in tanti stanno provando a raggiungerla stimolando la ricerca e gli investimenti nel settore, quindi altri posti di lavoro.
Quindi, l'AI toglierà lavoro? si, quelli meno qualificati. Ma allo stesso tempo ne creerà altri. Magari il bilancio non sarà uno ad uno, ma c'è da dire che i posti di lavoro meno qualificati rischiano da sempre.
* Persone qualificate per gestirle, svilupparle, progettarle. U'AI non nasce dal nulla, richiede anni di lavoro dietro.
* Stanno già nascendo nuove figure professionali, vedi "prompt engineer"
* Le Ai richiedono grossi datacenter, quindi serve personale per gestirli
* Grossi datacenter, grosse richieste di energia, quindi investimenti nelle intrastrutture => nuovi posti di lavoro nel settore.
Quindi, l'AI toglierà lavoro? si, per quelli meno qualificati. Ma allo stesso tempo ne creerà altri. magari il bilancio non sarà uno ad uno, ma c'è da dire che i posti di lavoro meno qualficati hanno rischiato da sempre.
Io sono stato più fortunato anche grazie ai loro sforzi e ho un impiego da ufficio dove non fatico nemmeno la metà e NON lavoro il sabato, quasi mai però almeno come minimo le 40 ore a settimana io me le faccio + poco meno di 2 ore di viaggio.
Quindi non mi venite a dire che un lavoretto di poche ore e quasi sempre occasionale come un "doppiatore" è un vero lavoro con la L maiuscola ?
Posso capire doppiatori famosi come Luca Ward o Accolla che effettivamente hanno una grande voce e una grande capacità interpretativa ma è altrettanto vero che questi ultimi sono anche attori di teatro e qualche volta pure cinematografici.
...si te lo vengo a dire, invece.
Quello del doppiatore che tu ne dica è un Lavoro.
E ti svelo un altro segreto, il lavoro, quando è onesto, è sempre lavoro, qualche che sia la sua natura. Manuale, intellettuale, etc. etc. Anche se non sudi e non ti sporchi.
E bada bene che da giovane ho lavorato anch'io in una officina, a gelarmi di inverno e a soffocare d'estate con oltre quaranta gradi, come tuo padre.
Ho lavorato anche di notte, insomma non mi sono mai tirato indietro, l'importante era portare a casa lo stipendio, fare il mio dovere ed essere indipendente.
Adesso sto "comodamente" seduto ad una scrivania, visto che sono nel settore IT, non c'è più "sforzo fisico" ma "mentale". Ma sempre lavoro è.
Davvero non capisco perchè dobbiamo prendere di punta il mestiere di doppiatore, che in Italia siamo (o eravamo) maestri in tal senso.
Mah.
Potremmo arrivare al punto di avere una vita standard per tutti, e qualcuno che vuole di più, lavorare e ottenere di più...
Sento spesso parlare di questo utopistico futuro in cui passeremo il tempo sul divano pagati per fare nulla, e ancora nessuno mi ha spiegato come possa essere sostenibile.
Il primo problema é proprio quello di cui parli tu: qualcuno continuerá a lavorare.
Perché? Perché ci sono lavori che ancora non possone essere sotituiti, perché ha una idea e diventa quindi imprenditore, perché é un artista e l'arte é una esigenza dell'uomo, perché si annoia, perché vuole piú soldi etc.
E quelli che faranno questo non saranno pochi, garantito. Anche solo part time.
Il risultato é che tutti quelli che NON lo faranno, saranno piú poveri. Poveri ma con un sacco di tempo libero e niente risorse per poterlo impiegare. E allora che faranno? Rimugineranno sulla propria condizione fino a quando capiranno che anche loro, con il loro tempo libero, possono lavorare per guadagnare un pó di piú. Solo che non ci sará lavoro per tutti. E se a lavorare saranno abbastanza, anche ad acquistare saranno abbastanza, questo porerá ad una inflazione dei prezzi che renderá i senza lavoro, i "disoccupati", ancora piú poveri.
E non sará cambiato nulla rispetto ad adesso.
Davvero non capisco come un reddito universale possa funzionare in una societá comunque capitalistica. E se l'alternativa é il comunismo, beh, é un esperimento che abbiamo giá fatto.
A parte che il comunismo reale non è mai esistito.
Comunque che lavoro vorresti fare in un mondo che non richiede lavoro?
Se per ipotesi TUTTI i lavori potessero essere svolti meglio e a minor costo dalle macchine, che lavoro vorresti fare per guadagnare di più?
Se non esiste lavoro, non esistono nemmeno lavoratori.
Quello del doppiatore che tu ne dica è un Lavoro.
E ti svelo un altro segreto, il lavoro, quando è onesto, è sempre lavoro, qualche che sia la sua natura. Manuale, intellettuale, etc. etc. Anche se non sudi e non ti sporchi.
E bada bene che da giovane ho lavorato anch'io in una officina, a gelarmi di inverno e a soffocare d'estate con oltre quaranta gradi, come tuo padre.
Ho lavorato anche di notte, insomma non mi sono mai tirato indietro, l'importante era portare a casa lo stipendio, fare il mio dovere ed essere indipendente.
Adesso sto "comodamente" seduto ad una scrivania, visto che sono nel settore IT, non c'è più "sforzo fisico" ma "mentale". Ma sempre lavoro è.
Davvero non capisco perchè dobbiamo prendere di punta il mestiere di doppiatore, che in Italia siamo (o eravamo) maestri in tal senso.
Mah.
Ricordo che all'epoca del tratterore molti braccianti contadini persero il lavoro.
Con l'avvento di internet e l'era digitale molti biblioteche chiusero.
[B][COLOR="Red"]E spero che i prossimi ad essere soppiantati siano gli influencers[/COLOR][/B].
Sono io quindi a non capire così tanta comprensione per questi professionisti che in fondo fino ad ora hanno fatto la bella vita e di certo sono stati remunerati molto meglio di gente che ha fatto molte più rinunce nella vita.
Probabilmente qualcuno di loro finalmente conoscerà altri aspetti della vita.
Braccianti e buoi/cavalli?
D'altronde è difficile che uno che lavora in ufficio con il q al caldo capisca che i lavori di tipo più artistico sono sempre belli, ma mai certi...
la schiavitù non è neppure mai finita, noi "occidentali" ne siamo i principali fruitori.
Ci vuole immaginazione. Quello che è sempre stato, non vuol dire che sia l'unica possibilità semplicemente perché è sempre stato così. Prima di ogni cambiamento, si era sempre fatto in un solo modo.
Il lavoro retribuito e la moneta, per esempio, sono stati inventati dall'uomo ad un certo punto della storia. Prima si faceva senza, e si viveva ugualmente.
Poi è stata inventata la moneta, e il sistema ha funzionato bene da sempre.
Perché in futuro non si può inventare qualcos’altro che sostituisca il sistema attuale e lo migliori?
Questo non vuol dire che le classi sociali debbano sparire. Potrebbero sparire, oppure no.
Ma, ad esempio, puoi fare un confronto tra la classe più povera, in Italia, di 200 anni fa, e quella di oggi? Accesso a elettricità, acqua corrente, cure mediche, aiuti e sostegni, che i poveri di oggi hanno, e quelli di allora potevano solo sognare...
Che si possa lavorare tutti meno posso essere anche d'accordo, ma va tutto regolamentato e deve esserci la libera scelta.
Più si rinuncia ai propri diritti, meno diritti si ottengono. Si rischia di fare una gran brutta fine senza rendersene conto.
La macchina del tempo è un bel romanzo che tratta più o meno questi temi.
Beh, un accesso universale al cibo, anche se precotto, è già una gran cosa, in un mondo dove tanti non arrivano a mangiare.
Comunque, il livello diciamo "standard", non c'è scritto da nessuna parte debba essere un livello in cui si vive male, si mangia da schifo, ecc...
È un concetto più vasto.
Se il lavoro è completamente automatizzato, e l'energia gratis, abbiamo che tutti i prodotti, anche di qualità, sono gratis.
Dici che i ricchi andranno al ristorante. Perché?
Se il cuoco è un robot che lavora gratis, il cameriere e l'addetto alle pulizie anche, il cibo arriva da contadini e allevatori robot... dove sono le spese del ristorante?
Se non ci sono spese, e magari nessun imprenditore che vuole guadagnarci... cosa dovresti pagare al ristorante?
Potremmo arrivare al punto di avere una vita standard per tutti, e qualcuno che vuole di più, lavorare e ottenere di più...
Sento spesso parlare di questo utopistico futuro in cui passeremo il tempo sul divano pagati per fare nulla, e ancora nessuno mi ha spiegato come possa essere sostenibile.
Che cosa, teoricamente, non dovrebbe essere sostenibile?
Perché? Perché ci sono lavori che ancora non possone essere sotituiti, perché ha una idea e diventa quindi imprenditore, perché é un artista e l'arte é una esigenza dell'uomo, perché si annoia, perché vuole piú soldi etc.
E quelli che faranno questo non saranno pochi, garantito. Anche solo part time.
E anche se fosse, dov'è il problema?
La libertà di avere il minimo, anzi, di più, e poter decidere cosa fare del proprio tempo?
Girare il mondo, passarlo con la propria famiglia, inseguire la propria vena artistica, poltrire sul divano, fare volontariato, oppure... lavorare. Ma non lavorare per necessità, ma per scelta, perché vuoi costruire qualcosa, perché vuoi arricchirti (ma non so se ci riusciresti...), perché non riesci a stare con le mani ferme.
Non capisco dove questa realtà sarebbe un problema...
E non sará cambiato nulla rispetto ad adesso.
Ma dove sta scritto questo?
Prima di tutto, proviamo a pensare "praticamente": se ci fossero macchine che possono fare qualsiasi lavoro, che lavoro farebbe un uomo, sperando di essere retribuito?
Ho fatto prima l'esempio del divano: tutti possono avere un divano gratuito, ma qualcuno vuole quello fatto a mano dall'artigiano. Per quale motivo?
Diventerebbe solo una richiesta da ricco, solo per poter dire "questo divano è stato fatto interamente da un uomo". A che altro servirebbe? Se il divano fatto da una macchina fosse allo stesso livello, se non addirittura migliore di quello artigianale?
A quel punto, non avrebbe senso spendere soldi per un prodotto, se non solo per farne sfoggio per qualche motivo di orgoglio ed esibizione. Nessuna necessità, nemmeno qualitativa.
E l'artigiano, farebbe divani più per passione ed orgoglio, che non per ottenerne qualcosa...
Chissà se andremo in questa direzione, ma è una possibilità non irrealizzabile...
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