Infografica descrive volume di investimenti tra giochi casual e hardcore

Gli investimenti sulle compagnie dell'industria dei videogiochi sono destinati a crescere secondo uno studio di Digi-Capital.
di Rosario Grasso pubblicata il 20 Ottobre 2011, alle 10:39 nel canale VideogamesGli investimenti sulle compagnie videoludiche stanno nuovamente accelerando in base a uno studio realizzato da Digi-Capital, banca di investimenti con sede a Londra che si focalizza sulla crescita di compagnie che operano nel settore digitale. Se il trend corrente si confermerà, la quantità di soldi racconta dalle startup del mondo dei videogiochi attraverso investimenti risulterà doppia nel 2011 rispetto al 2010.
Nella infografica sottostante, inoltre, Digi-Capital evidenzia il settore di competenza per ciascuno dei protagonisti dell'industria dei videogiochi in base al tipo di giocatori a cui sono rivolti i prodotti, al formato e al tipo di fruizione.
"Come ci aspettavamo all'inizio dell'anno, gli investimenti nel settore dei videogiochi e le fusioni e acquisizioni sono di nuovo in crescita", dice Tim Merel, managing director di Digi-Capital. "Anche se il Q3 2011 non è ancora finito, il numero di investimenti globali nel settore dei videogiochi risulta raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le fusioni e le acquisizioni sono più del doppio rispetto al 2010".
I dati includono l'acquisizione di PopCap ad opera di Electronic Arts: il costo complessivo dell'operazione è stato di 750 milioni di dollari. Ma ci sono, a margine di questa operazione, una serie di accordi più piccoli che riguardano i mercati sociale, mobile, online e cloud. Molti investimenti vengono registrati anche in Cina, Giappone, Corea del Sud e in altri mercati emergenti.
Una delle azioni più seguite è l'attesa quotazione in borsa di Zynga, di cui se ne parla dallo scorso giugno. Ci sono dei ritardi dovuti principalmente all'instabilità dei mercati azionari. Secondo Digi-Capital, l'offerta pubblica iniziale (IPO) di Zynga avrà una valutazione che si aggira tra i 10 miliardi e i 20 miliardi di dollari.
Digi-Capital inoltre fa una serie di stime sul valore di mercato dei principali produttori. Activision Blizzard, secondo questi dati, ha una valutazione di 13,8 miliardi di dollari. Electronic Arts viene valutata 4,8 miliardi, GameStop 3,3 miliardi, Take-Two Interactive 1 miliardo, Nintendo 7,5 miliardi, Ubisoft 293 milioni di dollari, DeNA 5,7 miliardi, Gameloft 294 milioni.
"Mentre la situazione economica globale rimane critica, la rapida crescita del settore dei giochi online e mobile continua a far crescere gli investimenti nel settore dei videogiochi", conclude Merel. "Riteniamo che sia un grande momento per le società indipendenti per investire sulla propria crescita e su soluzioni innovative".
6 Commenti
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- croteam
- bethesda
Solo per citarne alcune ... DOVE SONO ??????????
Ma questi qua che seghe si fanno ?
Mettono in lista aziende sconosciute che fanno gioche del cazzo per bimbiminkia che giocano con flash o console e non considerano sviluppatori come quelli detti sopra!!!!
C'e' solo che da vergognarsi!!!!!
HARDOCRE GAMERS RAISE UP !!!!!!
BELARGH !!! il gaming oggi per noi harcore e' morto !!!!
Giusto ieri sono rientrato a cs !!! Miunkia che botta quel gioco spacca ancora oggi!! Ed e' uno degli fps online piu' giocati!!! GRANDE VALVE!!!!
Le aziende su quel grafico non sono confrontate tra loro in senso stretto per il semplice motivo che non avrebbe senso confrontarle. Che senso avrebbe confrontare yahoo con konami? solo un demente lo farebbe.
Ogni azienda è posizionata sulla base della [U]propria[/U] presenza in ognuno dei quattro ambiti. Ossia è confrontata con se stessa (non vi affaticate ad elaborare tale concetto).
Ad esempio:
Microsoft si trova a 3/4 dell'asse che va da Web/mobile a Console/pc. Cosa vuol dire ?
che 3/4 della stima totale dei prodotti o del fatturato dei prodotti di microsoft sono orientati verso il mercato delle console e dei pc.
Inoltre questi prodotti sono equamente distribuiti tra casual ed hardcore (asse orizzontale). ok?
Fine
Usare il cervello no?
E già, bisogna averlo.
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