Google: a Epic è stato offerto un accordo da 147 milioni di dollari per lanciare Fortnite su Google Play
Fortnite su Android è al momento disponibile tramite l'app di Epic Games e non è disponibile sul Google Play dal contenzioso con Apple, che ne ha visto la rimozione anche da App Store.
di Rosario Grasso pubblicata il 10 Novembre 2023, alle 15:18 nel canale VideogamesGoogleEpicFortnite
Google ha rimosso Fortnite dal Play Store nell'estate del 2020 in seguito alla diatriba che era nata tra Epic Games, il produttore del gioco, e Apple e che ha portato a un lungo contenzioso che ha visto una sentenza nel 2021 dove si stabiliva che Apple non gestiva l'App Store come un monopolio. La questione è ancora in tribunale negli Stati Uniti, dove sono emerse nuove informazioni a proposito delle presunte paure della rivale di Apple, Google, su una possibilità di "contagio", risalenti alla vigilia del lancio originale di Fortnite per dispositivi mobili, avvenuto nel 2018.
Pare che l'azienda, una volta saputo che Epic avrebbe lanciato il gioco autonomamente tramite il proprio sito, abbia proposto a Epic un accordo da 147 milioni di dollari affinché il lancio di Fortnite avvenisse sul Play Store. L'accordo, che secondo il vicepresidente delle partnership Play di Google, Purnima Kochikar, è stato approvato e presentato a Epic nel 2018 ma non accettato da quest'ultima, prevedeva che l'importo fosse spalmato su 3 anni con scadenza nel 2021. Aveva lo scopo di arginare un potenziale "contagio" per altre app popolari dal Play Store, che Google temeva in particolar modo in quella fase.
Nello specifico, che altri produttori di videogiochi come Blizzard, Valve, Sony e Nintendo avrebbero potuto rilasciare delle versioni Android dei loro giochi con sistemi di pagamento alternativi. Google avrebbe tentato di prevenire un fenomeno a cascata di questo tipo offrendo vantaggi speciali o addirittura acquisendo interamente Epic.
Come noto, la faccenda è nata nel 2018 quando Epic ha lanciato Fortnite per Android e iOS tramite il suo sito web aggirando il Play Store e l'App Store. Ciò gli ha permesso di vendere la valuta di gioco di Fortnite, i V-buck, senza pagare la commissione richiesta alle app dai due colossi del mondo degli smartphone. Una causa antitrust lanciata in quello stesso anno ha portato ad alcune sentenze, ma è ancora all'esame della giuria.
I documenti che evidenzierebbero i timori sul “contagio” sono arrivati in tribunale martedì quando è intervenuto Lawrence Koh, l’ormai ex capo dello sviluppo del business gaming di Google Play Store. Koh ha ammesso che Google era preoccupata del fatto che tutti i migliori sviluppatori di giochi avrebbero potuto abbandonare il suo store entro un paio d'anni dalla decisione di Epic, il che avrebbe portato a perdite per miliardi di dollari per Google. I documenti mostrati in tribunale prevedevano che l'assenza di Fortnite da Google Play avrebbe potuto comportare una contrazione nelle entrate tra 130 e 250 milioni di dollari e una perdita a valle più ampia fino a 3,6 miliardi di dollari se si fosse verificata la massiccia defezione prospettata dai dirigenti di Google.
"Volevamo solo che gli sviluppatori scegliessero Play" e creare le condizioni per cui non scegliessero di lanciare prima su iOS di Apple: è il senso delle dichiarazioni dei dirigenti di Google al processo. Al contrario, Epic fa perno su questi documenti per sostenere che Google temeva la concorrenza nella distribuzione di app Android e puntava a mantenere lo status di monopolio illegale per il suo Play Store. L'esistenza di questo accordo non lo dimostra, ma dà un'interessante prospettiva sulle strategie di Google verso il settore dei videogiochi.
10 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSeppur con l'obbiettivo di un interesse personale almeno hanno provato a fare qualcosa potenzialmente utile anche per sviluppatori e consumatori proponendo un'alternativa. Quello che affascina me è come tanti di questi ultimi daje a dargli contro al potenziale risparmio fino al 30%.
Chi è che diceva che le democrazie alla fine diventano dittature?
Chi è che diceva che le democrazie alla fine diventano dittature?
da anni uso spotify premium senza pagare il 30% a apple, ti colleghi da safari e fai tutto da lì. mi godo spotify su iphone e su carplay alla facciazza di apple. lo stesso vale per le altre app a abbonamento (pure su fortnite puoi prendere i vbuck da safari senza pagare il 30%).
tutto legale e semplice
tutto legale e semplice
Quindi? Non mi risulta che Spotify sia l'unico prodotto o servizio presente nello store di Apple, e non per tutti gli altri vale lo stesso discorso. Molti non venderebbero niente se ogni volta l'utente dovesse passare per il browser, al quale le regole dello store di Apple non permettono nemmeno link diretti sull'app.
Discorso già fatto comunque. Non mi interessa.
Epic ci ha provato. Poi i tafazzi sono tanti.
Discorso già fatto comunque. Non mi interessa.
Epic ci ha provato. Poi i tafazzi sono tanti.
non ti interessa ma hai iniziato la discussione te quotandomi e punzecchiandomi
Non ti stavo punzecchiando. È che a Silvano non so cosa dirgli
Comunque sì, le politiche economiche e le strategie di Epic sono alquanto discutibili anche per me... Spendono e spandono per promuovere un client e uno store che più li usi, più li odi.
Certo facevano meglio a fare causa ad Apple prima della "scenata"...È indubbio.
tutto legale e semplice
Forse non hai capito di cosa si parla. Tu paghi a spotify (o altra app) un abbonamento e poi é spotify che deve girare il 30% di quell'importo allo store.
Di tutto volume di transazioni generato dalla app il proprietario deve dare il 30% allo store. L'utente non ha visibilitá di questa transazione.
Di tutto volume di transazioni generato dalla app il proprietario deve dare il 30% allo store. L'utente non ha visibilitá di questa transazione.
o forse sei tu a non aver capito di cosa si parli. su spotify non puoi pagare il 30% a apple nemmeno volendo, è disabilitato abbonarsi dalla app
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