Game Pass ed Epic Games Store: il supporto agli sviluppatori indie appartiene al passato? La delusione degli studi
Alla GDC di quest'anno numerosi rappresentanti degli studi indie hanno lamentato una notevole riduzione del supporto da parte delle piattaforme di distribuzione digitale come Xbox Game Pass e Epic Games Store.
di Vittorio Rienzo pubblicata il 29 Marzo 2024, alle 14:38 nel canale VideogamesEpicSteamXbox
Alla GDC (Game Developers Conference) di quest'hanno ha parlato anche Casey Yano, co-fondatore dello studio Mega Crit autore di Slay the Spire. In un'intervista con PC Gamer, lo sviluppatore ha espresso tutta la sua delusione nei confronti dei possessori delle piattaforme per la distribuzione digitale dei videogiochi.
"Ho parlato con almeno 5 piccoli team, da 35 membri o meno, durante la GDC e sono tipo: 'tagli, tagli, tagli, finanziamenti cancellati, trattative che andavano avanti da un anno, cancellate'. Sembra un vero schifo. Noi siamo decisamente privilegiati ad essere in grado di autofinanziarci. [Altrimenti] Sarei davvero molto, molto, molto preoccupato in questo momento" ha spiegato Yano.
In buona sostanza, pare che dopo una fase iniziale di completo entusiasmo, da parte di realtà come Xbox Game Pass o Epic Games Store, i vantaggi per gli sviluppatori indie siano finiti. Queste piattaforme hanno rappresentato finora un perfetto compromesso per pubblicare agevolmente i propri giochi e allo stesso tempo acquisire risorse per continuare lo sviluppo, magari anche di altri progetti.
Non è un segreto che l'esclusività, magari anche temporale, sulle rispettive piattaforme ha rappresentato un'ottima strategia per acquisire nuovi fondi. Tuttavia pare che, complice anche la crisi dell'industria, il supporto agli sviluppatori minori sia venuto a mancare in favore dei grandi progetti.
In sostanza, tanto Epic quanto Microsoft hanno ridotto la portata dei loro finanziamenti rendendo la pubblicazione e il supporto dei giochi molto più complessa per le piccole realtà. Anche il co-fondatore di Red Hook Studio, sviluppatore di Darkest Dungeon, ha confermato quanto lamentato da Yano.
"La corsa all'oro è finita. Vengo dai Territori del Nord Ovest, la città da cui provengo è stata costruita sull'oro, poi hanno trovato i diamanti più a nord. Forse ci sarà un nuovo cambio di paradigma, ma è indubbio che la portata degli accordi di cui ho sentito parlare si è notevolmente ridotta rispetto ai tempi passati. Noi abbiamo certamente ottenuto l'accordo con Epic al momento giusto" ha detto Chris Bourassa.
Red Hook, infatti, ha pubblicato il sequel di Darkest Dungeon in esclusiva su Epic Games Store. Per quanto i giocatori abbiano più volte manifestato il loro dissenso verso questo tipo di strategie, in realtà – almeno finora – gli accordi hanno consentito agli studi di rientrare nell'investimento anche prima della pubblicazione. Si tratta, sostanzialmente, di una garanzia che consente alle piccole realtà di assicurare il futuro del proprio lavoro a prescindere dal successo ottenuto dal gioco.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMa la verità è che ormai l'industria videoludica è in crisi. Va avanti solo a forza di remake, remaster e sequel. Poche idee nuove e creative. Ormai il settore dei giochi non tira più. Tira il pelo oggi, quello va forte, Onlyfans, PH, Patreon, ecc...e lo dico con amarezza i giochi sono morti, siamo rimasti in 4 gatti nerds ancora entusiasti
Ma la verità è che ormai l'industria videoludica è in crisi. Va avanti solo a forza di remake, remaster e sequel. Poche idee nuove e creative. Ormai il settore dei giochi non tira più. Tira il pelo oggi, quello va forte, Onlyfans, PH, Patreon, ecc...e lo dico con amarezza i giochi sono morti, siamo rimasti in 4 gatti nerds ancora entusiasti
Non sono completamente d'accordo.
Di roba bella e valida ne è uscita parecchia nell'ultimo lustro.
Che poi c'è tanta merda in giro, pratiche discutibili e predatorie nei confronti dell'utente è vero.
Ma in mezzo alla melma fintanto che ti escono due o tre titoli all'anno buoni non si può dire che i VG sono morti.
non sono d'accordo, di titoli che spaziano fra buoni e ottimi ce ne sono tanti, il vero problema per me è la politica di saturare il mercato da parte dei publisher, si è arrivati al punto che coler produrre giochi ogni mese porta ad un abbassamento devastante della qualità dei giochi e non parlo di gameplay o fantasia o innovazione (ne parlo fra poco) ma proprio dal punto di vista tecnico, ad oggi non esiste un titolo di prima produzione che esca senza bug pesanti o errori tecnici che se si è fortunati vengono risolti in mesi dal lancio ma altre volte in titoli dove il successore è programmato neanche un anno dopo se ne fregano e puntano al successore, oltre questo le tempistiche praticamente insufficienti e sopra tutto il voler fare sempre utili ad infinito per via delle quotazioni in borsa che porta le SH e i publisher a fare annualmente le previsioni e se ne fai una dove annunci ricavi in perdita in automatico crollano le azioni, questo porta anche a non voler innovare perché se lanci un qualcosa che non viene recepito dal pubblico fin dal lancio per loro diventa un investimento buttato che alle condizioni di oggi significa chiudere baracca. I publisher devono capire che non è un ritmo sostenibile per i giochi ci vuole tempo non definibile per creare e lanciare un titolo e se si vuole sviluppare in ambienti sereni non devono esistere le sessioni dure di adesso o delle scadenze strette che portano a mettere ulteriore pressione inutile, una volta i giochi funzionavano meglio in parte perché le case erano tutte indipendenti e quindi si concentravano ai loro titoli con i loro tempi (famoso il trademark meme della vecchia blizzard "uscirà quando pronto" ) inoltre su base annuale i giochi in uscita erano di meno ma spalmati meglio e soprattutto c'era il tempo per farli giocare seriamente dal pubblico non come adesso che ogni mese escono giochi che in pratica vengono dimenticati subito (soprattutto i titoli SP) tempo fa ho letto di uno studio dove si evinceva che il 90% dei giocatori non hanno mai finito un videogame e di quelli che lo finiscono la maggior parte non lo ha più rigiocato e ancor meno quelli che li platinano, in pratica allo stato attuale si compra un gioco perché in voga quel momento ma come esce un nuovo titolo lo si abbandona senza pensarci, e questo si sente soprattutto con i game as a service che soprattutto con l'introduzione delle stagioni cercano di mantenere sempre alto il livello di attenzione sul lungo periodo. anche il discorso remake di base non sono affatto sbagliati sopra tutto se si riprendono titoli molto vecchi di cui con quelle caratteristiche sono ingiocabili sui sistemi di adesso esempi come diablo 2 resurrected, halo master chief collection o anche gli ultimi resident evil e final fantasy 7 permettono di rigiocare titoli che altrimenti giocati in originale non hanno lo stesso effetto dell'epoca o ancor peggio sono ingiocabili con gli standard di adesso, certo se poi si fanno aborti come the last of us su pc pieno di bug e simili e parliamo di un gioco relativamente recente comunque aggiornato fà gridare vendetta. per me il problema è la gestione dei titoli i publisher dovrebbero fare un passo indietro e capire che non possono guadagnare all'infinito e che devono dare un taglio sui costi di creazione di un gioco sopra tutto marketing che oramai prende più della metà di un titolo tripla a in media, lampante una dichiarazione di un ex blizzard che faceva il paragone fra prima e dopo la fusione con activision, prima il reparto marketing era un ufficetto con pochissime persone (lo paragonava ad uno sgabuzzino dove lavorava una sola persona) mentre tempo dopo la fusione il reparto marketing aveva più persone de team di sviluppa messi insieme e inoltre avevano guadagnato un peso enorme sulle decisioni dis viluppo dei vari titoli, ecco questo è il nocciolo della questione di titoli buoni ne escono e anche più di prima ma il marketing tappa le ali alla fantasia dei creatori in nome dei profitti
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