Diablo III: Blizzard spiega il funzionamento della Casa d'aste

Quando cresce l'attesa per la versione definitiva di Diablo III, ormai imminente, Blizzard spiega tutti i dettagli sul funzionamento della Casa d'aste a valuta reale.
di Rosario Grasso pubblicata il 02 Maggio 2012, alle 10:59 nel canale VideogamesBlizzardDiablo
80 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEcco allora in questo caso puoi fare qualcosa di concreto, non comprare il gioco. Fosse così facile anche in politica o per i propri diritti!
Comunque la tua preoccupazione sul pvp credo sia inutile, per il semplice fatto che secondo me D3 ripercorrerà le ombre di WoW, ossia pvp ZERO.
gli oggetti venduti avranno un corrispettivo sempre in gold giusto?
intendo...
il player trova un item... lo vende a 50.000 di gold, che corrispondono a tot euro, a tot sterline e a tot dollari... giusto?
oppure ci saranno le aste con compravendita solo in maniera dedicata in euro e oggetti solo in maniera dedicata in gold altrimenti diventa ovvio che nessuno + comprerà e venderà in gold e i pezzi si troveranno in vendita solo in valuta reale perchè la gente proverà a farci i soldi
prima di questa epoca storica di bolle finanziarie io coi soldi ci compravo beni (reali) o servizi che venivano prodotti da qualcuno, che per produrli comprava altri beni e pagava persone che li lavorasse.
era una sorta di circolo, insomma.. i miei soldi servivano al funzionamento del ciclo economico reale
Se coi soldi reali che guadagno mi compro spade dentro un gioco, ossia cose che di fatto non esistono, che nessuno produce, questa ricchezza sparisce dal ciclo produttivo/economico senza servire a niente, viene tipo vampirizzata..
Ora, io non sono un esperto di economia e di finanza, ma qui c'è qualcosa d'inquietante, quando soldi veri frutto di lavoro e di un ciclo produttivo reale finiscono spesi in... NIENTE.
Son risorse prodotte dal circolo economico reale che vengono sottratte al circolo economico reale..
Guarda che la regola da te esposta in principio si applica anche a questo settore, con i proporzionali margini di guadagno che da sempre sono legati a prodotti artistici. Poi che cosa credi che le SH siano composte da dieci persone che lavorano dentro una cantina e che producono un gioco che poi varrà milioni di euro? Il servizio che compri in ambito videoludico non dovrebbe, a meno che uno non sia proprio idiota, privarti del cibo sulla tavola o della possibilità di comprarti un indumento. Non è una prescrizione medica giocare ai videogiochi. Chiediamoci anche che cosa succede quando facciamo diventare ricchi sfondati quattro idioti che strimpellano una chitarra allora, o paghiamo 50000 euro per una statua composta da lattine creata da un "geniale" scultore non compreso da tutti, gia che ci siamo.
La regola numero uno dell'economia è che il denaro non si vaporizza. Passa solo da una tasca ad un'altra tasca.
http://www.youtube.com/watch?v=wdbHYHqTpAE
No davvero, lo sono.
Non capivo la logica di abbonarsi, pagando, a WoW, dopo aver già lautamente pagato il gioco (e espansioni).
Mi stupivo e mi indispettivo quando un mio amico che lavorava al Gam*S**p mi raccontava la logica nel creare il "giro" di giocatori, vendendo loro prodotti che, a parte le prime due settimane, poi trovavi ovunque e a molto meno; per poi ricomprare da loro l'usato (che ti avevano già pagato) per un tozzo di pane, quando su eb4y potevano guadagnare meglio; tozzo di pane che serviva inevitabilmente per "scontare" il gioco successivo che avrebbero comprato. E via così.
O quando l'ultimo sparatutto proponeva "ben" [U]10[/U] ore di gioco, con tanto di locandina. Single-player, è vero, ma io dopo 10 ore non ho nemmeno imparato il nome del gioco.
Ma sono un babbeo.
Quindi, ora, comprerei il gioco per poi trovarmi a competere con chi, oltre al gioco, ha speso 10-50-100 euro in equipaggiamenti. E' così da un po', ormai? Eh ma l'ho capito solo ora. Ho capito che non si disincentiva affatto questo aspetto. Pay for win e compagnia bella. Non si disincentiva, si cerca solo di farne un'altra fonte di guadagno. Marketing perfetto.
I miei genitori non mi compravano i videogiochi perchè pensavano fossero diseducativi. Sbagliavano. Ora, però, sono io che mi trovo nella loro situazione (a parte l'aver figli
Vabbè, fine dello sclero, è che a me piace il gioco proprio perchè è un gioco: svago e divertimento, magari un pizzico di intelligenza, passione e... Svago l'ho già detto?
prima di questa epoca storica di bolle finanziarie io coi soldi ci compravo beni (reali) o servizi che venivano prodotti da qualcuno, che per produrli comprava altri beni e pagava persone che li lavorasse.
era una sorta di circolo, insomma.. i miei soldi servivano al funzionamento del ciclo economico reale
Se coi soldi reali che guadagno mi compro spade dentro un gioco, ossia cose che di fatto non esistono, che nessuno produce, questa ricchezza sparisce dal ciclo produttivo/economico senza servire a niente, viene tipo vampirizzata..
Ora, io non sono un esperto di economia e di finanza, ma qui c'è qualcosa d'inquietante, quando soldi veri frutto di lavoro e di un ciclo produttivo reale finiscono spesi in... NIENTE.
Son risorse prodotte dal circolo economico reale che vengono sottratte al circolo economico reale..
facendo questo ragionamento qualsiasi cosa acquistata da steam.. o peggio, qualsiasi software sarebbe da "regalare". (o quantomeno da far pagare SOLO il prezzo della distribuzione.. dopotutto un software non è "tangibile" tanto quanto una spada rara in diablo...)
Se io "perdo" 8 ore a farmare un oggetto e poi lo volessi vendere a 40€ per me quello sarebbe "lavoro".
Se tu, che hai disponibilità compri a 40€ l'oggetto che io vendo, tu non compri l'oggetto, ma il servizio che io ti ho offerto evitandoti di farmartelo.
Ampliando il discorso anche una telecom che ti vende l'abbonamento a internet ti vende il "nulla".
Ovviamente è molto estremizzato un discorso di questo genere, ma ciò non toglie che fondamentalmente sia vero
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Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".