Causa Oculus/ZeniMax: la compagnia VR di Facebook deve pagare 500 milioni di dollari

Causa Oculus/ZeniMax: la compagnia VR di Facebook deve pagare 500 milioni di dollari

La giuria ha ordinato a Oculus VR di pagare una penale di 500 milioni di dollari, ma non per aver trafugato tecnologia a ZeniMax.

di pubblicata il , alle 09:41 nel canale Videogames
Oculus RiftBethesda
 

Oculus la considera una vittoria, perché la giuria ha lasciato decadere le accuse più importanti nei suoi confronti, ma deve comunque pagare 500 milioni di dollari a ZeniMax come conseguenza del processo per il presunto furto della tecnologia alla base di Oculus Rift. Secondo la giuria, i co-fondatori di Oculus VR, Palmer Luckey e Brendan Iribe, hanno violato l'accordo di non divulgazione che avevano con ZeniMax e per questo devono pagare una penale di 500 milioni. La giuria ha stabilito che il pagamento deve essere ripartito in questo modo: 300 milioni sono a carico di Oculus VR in quanto società, 150 milioni a carico di Iribe come privato e i rimanenti 50 dovranno essere versati da Luckey come privato. La giuria ha completamente scagionato John Carmack da ogni accusa.

Zune

Oculus, quindi, non è più accusata di furto di tecnologia. ZeniMax, infatti, inizialmente chiedeva danni per 2 miliardi di dollari accusando John Carmack di aver portato con sé documenti riservati nell'ultimo giorno di lavoro per Bethesda, società che fa parte di ZeniMax. Questi documenti, secondo la ricostruzione di ZeniMax, sarebbero stati poi alla base del dispositivo Oculus Rift.

La compagnia VR acquisita da Facebook ha già fatto sapere che ricorrerà in appello, ma allo stesso tempo vuole gettarsi il caso alle spalle e proseguire nello sviluppo dei suoi prodotti. ZeniMax, invece, sta valutando la possibilità di bloccare le vendite di Oculus Rift sulla base della decisione della giuria.

"Il cuore della causa riguardava il presunto furto di segreti commerciali ai danni di ZeniMax, e la giuria su questo si è espressa a nostro favore", si legge in un comunicato diramato da Oculus. "Siamo delusi da alcuni aspetti della sentenza di oggi, ma questo non vuole dire che ci fermeremo. I prodotti Oculus sono costruiti con tecnologia Oculus, e il nostro impegno a lungo termine per migliorare i dispositivi di realtà virtuale rimane lo stesso. La squadra continuerà a lavorare al fine di trasformare il modo di interagire e comunicare. Non vediamo l'ora di depositare il nostro appello, ma anche di metterci il contenzioso alle spalle".

"Siamo contenti che la Corte Distrettuale di Dallas ci abbia assegnato 500 milioni di dollari per la violazione illegale di copyright e trademark e per la violazione dell'accordo di non divulgazione con Oculus a proposito delle tecnologie VR che abbiamo sviluppato internamente e che ci appartengono", è la risposta di ZeniMax. "Inoltre, la giuria ha accolto la nostra denuncia a proposito del furto del codice sorgente di Rage da parte di John Carmack e di migliaia di file nei quali era contenuta la tecnologia VR tramite chiavetta USB. Ci dispiace aver dovuto ricorrere a un'azione legale per rivendicare i nostri diritti, ma è stato necessario prendere una posizione contro le società che svolgono attività illegali nel loro desiderio di ottenere il controllo su una tecnologia talmente importante".

ZeniMax si è rivolta al tribunale all'indomani dell'acquisizione di Oculus VR da parte di Facebook per 2 miliardi di dollari. Nel corso degli ultimi due anni, Luckey, Iribe e Carmack hanno ribadito la loro innocenza. In particolar modo, il guru della grafica ha più volte affermato di non aver mai usato codice di proprietà di ZeniMax. Nello scorso agosto, però, ZeniMax ha aggiornato la sua accusa tirando in mezzo le questioni legate alla violazione dell'accordo di non divulgazione firmato da Palmer Luckey.

"L'accordo prevede espressamente che la proprietà intellettuale di ZeniMax è confidenziale, di proprietà esclusiva di ZeniMax, e non può essere divulgata o usata da terzi senza previa autorizzazione scritta da parte di ZeniMax", si legge nel documento depositato da ZeniMax al giudice. "Gli imputati si sono ingiustamente impossessati delle proprietà intellettuali di ZeniMax e le hanno sfruttate commercialmente per realizzare dei guadagni. Gli imputati non hanno mai ottenuto una licenza per l'uso delle tecnologie di ZeniMax né dispongono di alcun diritto per venderle o trasferirle a terzi. Con questa azione, ZeniMax chiede danni tali da compensare il reato di contraffazione e appropriazione indebita di proprietà intellettuale".

È proprio in questo estratto che si trova, dunque, il fulcro dell'azione intentata da ZeniMax e costituisce la parte accolta dal giudice. Secondo la giuria, quindi, Luckey e la squadra di Oculus sono effettivamente arrivati a discutere idee e piani sulla base dei contenuti dei documenti di ZeniMax protetti da NDA, ma non li hanno poi usati in una maniera che può essere considerata illegale sulla base dell'accordo raggiunto. Abbiamo ricostruito l'intero caso, che ha convolto anche il CEO di Facebook Mark Zuckerberg, in questo contenuto.

1 Commenti
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calabar03 Febbraio 2017, 02:39 #1
L'articolo si contraddice.
Prima dice che John Carmack è stato scagionato da ogni accusa, poi si cita ZeniMax che afferma: "Inoltre, la giuria ha accolto la nostra denuncia a proposito del furto del codice sorgente di Rage da parte di John Carmack ... ".
Insomma, Carmack è stato scaglionato o no?

Ad ogni modo a mio parere il portare in giudizio oculus dopo l'acquisizione da parte di facebook è quantomeno sospetta... (ossia: "facebook è piena di soldi, perchè non cercare di prenderne un po' per noi?".

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