Caso sale eSport e LAN: ADM, chiuse perché prive di autorizzazioni e licenze
L'Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli ha fornito dei chiarimenti sul caso della chiusura delle sale eSport e LAN che ha tenuto banco nello scorso fine settimana. Solamente 3 sale sono state chiuse, e sempre per gravi irregolarità burocratiche
di Rosario Grasso pubblicata il 03 Maggio 2022, alle 10:55 nel canale VideogamesIn seguito a un esposto partito dal gruppo Led, una società che gestisce sale da gioco tradizionali, l'Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli ha messo sotto sequestro alcune delle più importanti sale eSport italiane, come abbiamo visto nel fine settimana. Secondo questa azienda, le sale in questione non rispetterebbero le normative vigenti per l'uso di apparecchi da gioco come PC e postazioni racing, assimilati ai normali dispositivi delle sale da gioco tradizionali, messi a disposizione della clientela previo un pagamento, accomunato alle più classiche gettoniere.
Il caso ha suscitato molto clamore sui social, e non solo, fino alla reazione ufficiale dell'Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli, con questa nota. "Giova evidenziare che le notizie diffuse in merito alla chiusura di tutte le sale Local Area Network (LAN) del territorio nazionale sono totalmente destituite di ogni fondamento".
"L'attività, a seguito di esposto/denuncia, è stata sviluppata al fine di verificare l'osservanza delle imposizioni tributarie in materia di gioco e con riguardo alla corretta applicazione della normativa volta alla tutela e alla salute dei minori" si legge ancora nella nota dell'ADM. "Ha interessato, esclusivamente, 4 esercizi commerciali all'interno dei quali, a titolo oneroso, venivano messe a disposizione del pubblico apparecchiature da intrattenimento tra cui rientrano anche i c.d. videogiochi".
In particolare, in uno dei casi "lo stesso operatore, all'atto della presentazione della segnalazione certificata d'inizio attività all'Ente comunale, dichiarava di installare videogiochi che, tuttavia, erano completamente privi di certificazione e titoli autorizzatori. In ragione di quanto sopra comunicato, ne deriva che tutte le manifestazioni di settore, comprese le fiere tematiche e l'esercizio del gioco nelle stesse sale LAN, non sono in alcun Ufficio eventi e relazioni esterne modo pregiudicate se svolte nel rispetto delle regole di settore e che le notizie diffuse non rispondono alla realtà dei fatti".
Dunque l'ADM evidenzia che non si tratta di un provvedimento a macchia d'olio rispetto a tutte le sale eSport e LAN italiane, ma solo per specifici casi in cui gli operatori sono risultati privi di certificazione e titoli autorizzatori. Inoltre, il provvedimento non si estende alle fiere e agli eventi come Milan Games Week, dove molte postazioni di gioco sono messe a disposizione dei visitatori.
Ma c'è un ulteriore risvolto a questa storia, decisamente inaspettato. L'azione dell'ADM è partita da un esposto di Sergio Vittorio Milesi della Led S.r.l., e lo stesso Milesi ha inoltrato all'ADM un ulteriore interpello in cui rivela la sua intenzione di dotare le proprie sale di giochi di "postazioni pc, simulatori di guida e altra attrezzatura messi a disposizione della clientela per praticare "esports" "sport elettronici" su videogiochi competitivi".
Il primo esposto del Gruppo Led nascondeva quindi solo l'intenzione di sondare il terreno in vista di un impegno più grande in termini di dotazioni eSport. Ecco qui l'interpello nella sua forma completa.
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9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLa solita "italianata" ...
Del tanto rumore per nulla ...Come ho scritto nell'altro thread, definire quel locale una sala giochi, è sminuire ciò che è.
Quindi preparatevi che questo è solo il principio.
Perché se è vero che c'è un vuoto normativo... quando qua si norma non è mai per il meglio ma sempre per il peggio e per il vietare e reprimere.
Per fare un parallelismo, in USA tutto ciò che non è vietato è permesso.
Anche in mancanza di norme specifiche.
Da noi è l'opposto, tutto ciò che non è permesso con specifiche norme è vietato.
Sicuramente le macchine non avevano installati giochi pirata perché sono le basi per giocare online, se no vieni messo fuori, quindi che spiegassero quali sono le fantomatiche autorizzazioni che mancavano?
Se alla fine sono andati lì a rompere e visto che non trovavano nulla si sono appellati ad una qualsiasi cosa burocratica per farli chiudere, non potevano tornare in ufficio facendo una figura barbina, che lo dicessero chiaramente... in italia purtroppo succede anche questo
Non credo che interessi molto, ad un qualunque organo deputato alla sorveglianza, di tornare in ufficio "a mani vuote". C'è un esposto, si fa un controllo; se è tutto a posto, il controllore è ben contento di chiudere la pratica con un rapportino che attesta la negatività. Se non è tutto a posto, procede, ed il sanzionato ha vari strumenti per opporsi, anche in tribunale.
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