Senua's Saga: Hellblade II è una delle migliori esperienze audiovisive del 2024
Con Senua's Saga: Hellblade II, Ninja Theory torna a raccontarci la storia della guerriera pitta che dà il nome a quest'opera e lo fa attraverso elementi sonori e visivi travolgenti. Raccontandovi la nostra esperienza nei pianni di Senua, vi spieghiamo perché Hellblade II è uno dei giochi più belli da vedere (e da ascoltare) attualmente disponibili sul mercato.
di Pasquale Fusco pubblicato il 13 Luglio 2024 nel canale VideogamesNinja TheoryXboxMicrosoft
Rilasciato prima su PlayStation e PC nel 2017 e solo successivamente su Xbox, al lancio Hellblade: Senua’s Sacrifice era stato accolto con grande entusiasmo da pubblico e critica per la ventata d'aria fresca che questo titolo aveva portato con sé. Ninja Theory propone e racconta con grande maestria la struggente storia di Senua, una guerriera pitta che ha appena perso il suo amato Dillion in seguito a un'incursione dei Norreni. Coraggiosa e determinata, la donna è disposta a tutto pur di salvare l'anima del compagno, al punto che intraprenderà un viaggio nel regno dei morti (l'Helheim) nel disperato tentativo di chiedere aiuto alla dea Hela.
Quello che all'apparenza sembrava l'ennesimo action/adventure ispirato alla mitologia norrena si è invece rivelato essere un coinvolgente viaggio introspettivo, uno dei pochi in cui il giocatore è davvero in grado di percepire le forti emozioni che investono la protagonista. Il merito non va solo alla narrazione, ma anche all'impressionante comparto tecnico alla base di quest'avventura narrativa, il quale ha messo in risalto l'espressività di Senua e quindi l'eccellente lavoro svolto in fase di motion capture; se con questa tecnologia James Cameron (Avatar) ha rivoluzionato il mondo del cinema, Ninja Theory lo ha certamente fatto per quello dei videogiochi.
Un successo davvero clamoroso per una produzione che non viene nemmeno classificata come 'tripla-A' e che non vanta, infatti, un budget da blockbuster. Così, dopo l'acquisizione da parte di Microsoft, Ninja Theory decide di portare avanti la saga della sua eroina portando il sequel su PC e in esclusiva su Xbox Series X|S. L'attesa è stata più lunga del previsto, ma è stata ripagata.
Mi sono voluto prendere tutto il tempo necessario per esplorare in maniera approfondita Senua's Saga: Hellblade II e assimilarne ogni minima sfaccettatura. Sì, il gioco della software house di Cambridge mi ha colpito molto, altrimenti non sarei qui a spiegarvi perché il nuovo Hellblade è una delle migliori esperienze audiovisive dell'anno, se non di sempre.
NB: l'articolo conterrà spoiler minori sulla storia del gioco.
Un videogioco bello da vedere...
Senz'ombra di dubbio, Senua's Sacrifice poteva già offrire un gran colpo d'occhio al tempo del suo debutto su PS4 e Windows. Il gioco sfruttava appieno la potenza dell'Unreal Engine 4 per renderizzare un mondo di gioco limitato nelle dimensioni ma estremamente dettagliato, nel quale Senua - e pochissimi altri personaggi - venivano animati in maniera realistica. Un risultato che non ci si aspettava da un team di sviluppo indipendente, il che mette ancora in più risalto il grande talento di Ninja Theory e quello dei suoi artisti. Con l'entrata in scena di un gigante quale Microsoft, le aspettative per il sequel non potevano che raggiungere livelli stratosferici.
Dopotutto, la casa di Redmond aveva scelto Hellblade II per mostrare, per la prima volta in assoluto, la potenza della sua nuova Xbox Series X. Perché proprio Hellblade II? La risposta era proprio davanti ai nostri occhi, in quel suggestivo trailer mostrato durante la cerimonia dei The Game Awards, nel 2019. È qui che rivediamo Senua, intenta a esibirsi in un irrequieto canto tribale mentre scorrono enigmatiche scene raffiguranti un rito pagano e la battaglia contro un gigante.
Quelle che potevano sembrare delle spettacolari cutscene erano, in realtà, sequenze di gioco catturate in tempo reale. Niente CGI, era tutto merito del motore grafico.
L'Unreal Engine 5 sarà anche mostruoso, oltre che versatile, ma va sicuramente sfruttato a dovere se si vuole ricavarne i risultati desiderati. Ne era ben consapevole Ninja Theory, che per il secondo capitolo della saga di Senua si era prefissata degli obiettivi molto ambiziosi sul fronte visivo. Con ogni probabilità, uno di questi obiettivi era quello di elevare ulteriormente l'asticella del fotorealismo, puntando ancora una volta sull'espressività dei volti e rivolgendo un'attenzione a dir poco maniacale ai dettagli; a tutti i dettagli.
Dopo aver mosso i primi passi in una mortifera - e al tempo stesso incantevole - rappresentazione dell'Islanda, nei panni di Senua mi sono ritrovato ad affrontare un gruppo di schiavisti norreni. Guerrieri di grande stazza, violenti e visibilmente feroci. Qui Senua's Saga svela le sue carte: non vuole essere un gioco d'azione, perché l'obiettivo è ancora quello di raccontare una storia e di farlo in modo efficace e, come vedremo, accessibile. Sarà stato questo il 'punto di rottura' per molti giocatori che speravano in una deriva più action, ma è chiaro che Ninja Theory non ha mai voluto deviare dal percorso scelto sin dal principio, sin dal concepimento di Hellblade.
Spada alla mano, premo pochi tasti e muovo la levetta analogica del controller verso le direzioni suggerite dai fendenti sferrati dal mio spaventoso avversario. Tanto è bastato per permettere a Senua di avere la meglio e di uscire indenne da quello scontro letale. Troppo facile? Va bene così.
Il livello di sfida più basso mi ha permesso di focalizzarmi su altri aspetti del gioco, piccoli dettagli che diventano improvvisamente giganteschi, per non dire fondamentali nell'ottica di un'avventura narrativa. Proprio durante quelle battaglie, i miei occhi erano puntati sui volti, su quello di Senua, ma anche su quello del nemico di turno; volti contriti per la fatica dello scontro, per il dolore causato dalle ferite appena subite, per la rabbia.
Gli sguardi, le smorfie, tutto contribuisce a trasmettere le emozioni della battaglia e a farti vivere in prima persona le sensazioni provate da Senua. Parliamo quindi di sofferenza, paura, rimorso, ma anche di determinazione e speranza. La speranza di sopravvivere, anche quando tutto sembra ormai perduto; la speranza di riuscire a superare i sensi di colpa, per ritrovare la fiducia in sé stessi e la forza di aiutare gli altri. L'impatto visivo è straordinario e contribuisce a rafforzare la narrazione, sia nelle scene più evocative e registicamente ricercate, sia in quelle più 'sporche', dove la più rozza e cruda violenza fa da protagonista.
Gli applausi vanno fatti anche a Melina Juergens, Performance Capture Artist di Ninja Theory e attrice di Senua, che dopo Senua's Sacrifice ci regala un'altra interpretazione magistrale, senza la quale non si sarebbe potuto ottenere il coinvolgimento emotivo di cui sopra.
In ogni caso, non stupiscono solo le espressioni facciali e la dettagliata modellazione dei personaggi. Ninja Theory ha davvero saputo 'spremere' l'UE 5 per trarne ogni possibile vantaggio, partendo dai numerosi strumenti messi a disposizione dal motore di Epic.
Ecco dunque che grazie a Lumen e Nanite è stato possibile realizzare un mondo di gioco realistico e, semplicemente, bellissimo. I vasti paesaggi islandesi, le fitte foreste, i villaggi devastati dai Draugr: tutti questi elementi reagiscono in tempo reale alla luce naturale con risultati incredibili - ma il gioco colpisce anche nelle sequenze ambientate di notte, dove fuoco e altri elementi più 'sovrannaturali' illuminano la scena in maniera suggestiva. Nanite offre il suo contributo sul piano del fotorealismo, elevando sensibilmente la resa del dettaglio e riducendo al minimo gli effetti di pop-in o la comparsa di eventuali artefatti grafici.
Ammetto di aver tremato un po' prima di poter mettere le mani su Senua's Saga, vista la bontà del suo comparto visivo, ma sono rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire che Hellblade II gode di una grande ottimizzazione su PC. La versione Windows supporta le più recenti tecnologie di upscaling, e non solo: troviamo il DLSS 3, il Frame Generation e anche il DLAA di NVIDIA, così come il super sampling di Intel XeSS (1.3) e l'FS3 di AMD. L'obiettivo è garantire la massima fluidità di gioco preservando la qualità dell'immagine e devo dire che il gioco ha centrato in pieno il bersaglio, offrendo ottime prestazioni anche su configurazioni meno 'high-end'.
Certo, dovrete accettare il fatto che tutto quello che vedrete in Hellblade II sarà 'incorniciato' dalle barre orizzontali che ricreano l'effetto letterbox, ma - viste anche le suddette premesse legate alla narrazione - personalmente ho apprezzato lo stile cinematografico di Senua's Saga.
...e, soprattutto, da ascoltare.
La ricerca di un colpo d'occhio sensazionale va di pari passo con uno studio ossessivo del suono.
Lo avevamo già visto in Senua's Sacrifice con la scelta della registrazione binaurale per le Furie, le 'voci' che tormentano costantemente Senua e che incarnano la psicosi che affligge la protagonista. Di fatto, anche Senua's Saga può essere goduto appieno giocando con un paio di cuffie - o, all'occorrenza, con un ottimo impianto home theater. Solo così sarà possibile calarsi nei panni della guerriera pitta e avvicinarsi maggiormente alla comprensione del suo personaggio.
Nel corso dell'avventura di Hellblade II scopriamo infatti come Senua riesce a tramutare il suo disturbo in un'arma, in una formula con cui plasmare la realtà e piegarla alla sua volontà. Un terzo occhio che consente alla protagonista di vedere ciò che gli altri non vedono - elemento che viene rappresentato anche sul fronte del gameplay, attraverso originali enigmi ambientali - e che le permettono di trovare una soluzione ai problemi che angosciano i suoi nuovi alleati.
Le voci delle Furie rimbombano nella mente di Senua mentre la guerriera rincorre la sopravvivenza. Ecco dunque che gli inquietanti sussurri si fondono con il suono metallico delle spade che si scontrano, con le esplosioni di fuoco, con le strazianti urla delle persone massacrate dai Draugr. Il comparto sonoro ci catapulta direttamente sul campo di battaglia per farci assaporare ogni suo più cruento aspetto. È l'incubo di Senua, è il nostro incubo.
Inevitabilmente, la soundtrack gioca un ruolo fondamentale in Hellblade II. Pesanti percussioni e canti gutturali riecheggiano nell'aria segnalandoci pericoli incombenti ed eventuali scontri. I canti si addolciscono e sono accompagnati da incantevoli archi mentre abbandoniamo una labirintica e claustrofobica caverna per ritrovare la luce. Una colonna sonora variegata e sempre coerente, che vede l'importante contributo degli Heilung, gruppo di musica folk sperimentale che da sempre si lascia ispirare dalla storia e dai testi delle prime popolazioni della civiktà europea.
In alcune sequenze particolarmente concitate dell'avventura, la musica diventa addirittura parte integrante del gameplay. Vi è un ritmo musicale specifico, composto intenzionalmente per guidare il giocatore verso il superamento di determinati ostacoli: in una 'boss fight', Senua deve raggiungere dei pilastri rocciosi per proteggersi dalle devastanti esplosioni di famme scatenate da un Gigante; le queste esplosioni vanno a tempo con la musica e il giocatore deve quindi ascoltare il gioco per capire quali saranno i momenti migliori in cui muoversi verso il riparo.
A modo suo, anche la canzone che è possibile ascoltare durante i titoli di coda assume grande importanza. Vi basti pensare che ho scritto di getto le prime parole di questo articolo solo dopo aver riascoltato casualmente questo brano. Sì, perché 'Animal Soul', della cantante norvegese Aurora, investe il giocatore con toccanti liriche e una dolce, malinconica melodia, abbracciandolo negli istanti immediatamente successivi al commovente finale del gioco. Siamo abbastanza lontani dalle sonorità tribali e spesso inquietanti della soundtrack: è come passare da un incubo a un sogno, il che potrebbe sintetizzare il duro viaggio che affronta Senua in questa nuova storia.
Anche le parole di questo brano si inseriscono con naturalezza nel contesto narrativo di Senua's Saga. Specifico, in ogni caso, che la canzone era stata eseguita da Aurora già nel 2015 e solo in occasione del lancio di Hellblade II ne è stata registrata una nuova versione, dopo essere stata scelta da Ninja Theory. Infatti, non si può fare a meno di notare degli evidenti punti di contatto con l'esperienza di Senua: "Mentre corro in giro in cerca di ogni risposta ('As I am running around looking for every answer'), mi muovo nella mia mente come una bellissima ballerina ('Moving across my mind like a beautiful dancer'), sono qui per distruggere ciò che mi rende vuota ('I am here to tear what makes me hollow') in un mondo di odio ('In a world of hate') [...]".
Hellblade II: un'opera incompresa?
Un gioco bello da vedere e da ascoltare può anche intrattenere, ma non nelle modalità che ci si aspetta, tendenzialmente, da un prodotto videoludico. Ninja Theory ha scelto una strada diversa e, come ho scritto più volte in questo editoriale, con il suo titolo vuole innanzitutto raccontare una storia. Quest'ultima rimane il cuore pulsante dell'intera produzione e tutte le componenti del gioco, siano esse visive o uditive, sono strettamente legate alla narrazione.
Sono sicuro che qualcuno condividerà il mio punto di vista e sono altrettanto certo che qualcuno non sarà d'accordo, ma per me è piuttosto facile dirlo. Senua's Saga: Hellblade II ha diviso il pubblico e anche la critica, al punto da spingere alcune testate ben note a 'bocciare' il lavoro svolto da Ninja Theory, là dove altri colleghi lo hanno promosso ed elogiato.
Visitando la pagina dedicata a Hellblade II su Metacritic si troverà una media-voto di 80/100, che di per sé rappresenta un ottimo risultato, anche se inferiore a quello ottenuto da Senua's Sacrifice (87/100). Sono due le testate che, in particolare, hanno scelto di dare un voto basso a questo sequel: Edge, una delle riviste più popolari al mondo per quanto riguarda il mondo videoludico, ha dato un sonoro 4/10 a Hellblade II, mentre GameCritics ha scelto un voto di 4,5/10. Non sono mancate altre recensioni che hanno ritenuto il gioco 'mediocre', spesso criticando la scarsa interattività con gli elementi ambientali o il combat system estremamente semplificato.
Dal mio punto di vista, sono tutti sintomi di un'allarmante incomprensione di quest'opera. Anche la limitata longevità del gioco vuole suggerire il differente target a cui punta Ninja Theory. Bastano poco più di 7 ore, forse anche meno, per portare a termine la storia di Hellblade II e anche una sola ora in più avrebbe compromesso gli equilibri della narrazione. Paradossalmente, Senua's Saga vanta persino una durata superiore alla maggioranza dei più recenti titoli tripla-A, gli stessi che possono presentare un gameplay più dinamico e coinvolgente, ma che sempre più spesso manifestano debolezze e altre criticità in comparti altrettanto importanti del gioco.
Il mio caloroso consiglio è quello di dare una chance Senua's Saga: Hellblade II e, soprattutto, di avvicinarsi a quest'avventura narrativa trattandola come tale. Come un'esperienza votata interamente alla narrazione, spesso influenzata da una visione cinematografica del prodotto videoludico e che trae vantaggio da questa visione con l'unico fine di 'catturare' il giocatore in modalità mai viste prima, tramite una resa straordinaria dell'immagine e anche del suono.
Vi ricordo inoltre che Senua's Saga: Hellblade II è anche incluso in Xbox Game Pass (PC e console). Insomma, non avete poi tante scuse.
30 Commenti
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[B][COLOR="Red"]Pessimo da giocare ![/COLOR][/B]
Trovo di pessimo gusto la trovata dell'autore a definire questo gioco come "esperienza audio visiva" per evitare di definirlo videogioco.
Ricordo con terrore Dear Esther, provato dopo aver letto della bontà del viaggio sensoriale (effettivamente la sensazione fisica di pesantezza dei testicoli era notevole).
Per me un videogioco deve divertire o comunque intrattenere e suscitare emozioni, come pure deve divertire un film o un libro, ma ogni medium ha il suo ambito, ogni medium può esprimere arte in un suo modo proprio.
...insomma non cerco da un videogioco le emozioni di un film, ma sono felice se le riesce a trasmettere all'interno del suo gameplay, quello sì imprescindibile
ormai l'hanno finito tutti, durava 4 ore scarse di gameplay
Dio se siete lenti
ormai l'hanno finito tutti, durava 4 ore scarse di gameplay
Dio se siete lenti
Non è una recensione
Vorrei capire come può una persona non apprezzare quest'opera, davvero è inconcepibile, forse giusto un ragazzino di 12-14 anni può non gradirla.
L'unico appunto forse è che per godere appieno dell'esperienza il gioco richiede rispetto.
Stanza buia, solo cuffie di alta qualità, Ultrawide Screen (perchè su ultrawide non ci sono le barre, il gioco è stato fatto apposta, tra l'altro con mod su pc si puo sistemare il tutto al canonico 16:9 senza barre). E' un esperienza intima, quindi no amici intorno, figli, mogli...
Se giocato nel giusto mood e setup è un gioiello.
Gli ultimi giochi che mi avevano lasciato la stessa soddisfazione sono stati frostpunk e portal 2
Bello da ascoltare
[B][COLOR="Red"]Pessimo da giocare ![/COLOR][/B]
Trovo di pessimo gusto la trovata dell'autore a definire questo gioco come "esperienza audio visiva" per evitare di definirlo videogioco.
[SIZE="7"]*[/SIZE]
Il gioco l'ho finito recentemente e mi ritrovo in tutto per tutto con quanto detto nell'articolo. Per me che sono amante del cinema è stata un'esperienza unica in ambito videoludico. Il consiglio che do a chi lo vuole provare è che fondamentale giocarlo con delle cuffie per potersi immergere veramente nella psiche di Senua.
See you space cowboys
Io sono d'accordo, poi sempre solito discorso, l'esistenza di esperienze come Hellblade mica toglie il resto, se uno preferisce il gameplay ne ha di alternative.
E si parla di Hellblade 2, seguito diretto del primo uscito anni fa, mi spieghi chi lo critica cosa si aspettava, forse chi critica è fan della serie final fantasy, che a ogni titolo regala sorprese
E si parla di Hellblade 2, seguito diretto del primo uscito anni fa, mi spieghi chi lo critica cosa si aspettava, forse chi critica è fan della serie final fantasy, che a ogni titolo regala sorprese
Se uno volesse vedere un film, ha l'imbarazzo della scelta, ma fra l'elenco di FILMS ! Non quello dei videogiochi.
Hellblade non toglie nulla agli altri giochi ma va valutato come un pessimo gioco, specie poi se consideriamo che stiamo parlando di un opera tripla A. Nessuno crede all'impostazione attuale come un qualcosa di voluto ma semplicemente un ripiego per un piccolo team che non sà mettere in piedi un gameplay accettabile, quindi si punta sulla famigerata "esperienza audio visiva", quando in realtà è un videogioco scarso.
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