The Last of Us Parte I: il ritorno di Ellie e Joel nel brillante remake per PS5

The Last of Us Parte I: il ritorno di Ellie e Joel nel brillante remake per PS5

Sony e Naughty Dog ripropongono la prima indimenticabile avventura di Ellie e Joel con The Last of Us Parte I. Il titolo originale è stato completamente rivisitato dal punto di vista tecnico, elevandosi persino al di sopra dell'apprezzatissimo sequel. Un semplice remake? No, è molto più di questo.

di pubblicato il nel canale Videogames
SonyPlaystation
 

A due anni dall'uscita dell'agognato sequel, The Last of Us torna ad intrattenere i giocatori PlayStation con un'inaspettata operazione 'remake', la quale ha già fatto discutere.

La mancanza di contenuti narrativi inediti, unita ad un costo piuttosto elevato, ha spinto diversi utenti a scagliarsi contro Sony e Naughty Dog per le controverse scelte commerciali. Come se ciò non bastasse, pochi giorni fa il colosso nipponico ha annunciato un aumento del prezzo di vendita di PS5, piattaforma che, tra l'altro, continua a patire le pene dello shortage.

Mettendo momentaneamente da parte le polemiche, abbiamo avuto l'occasione di provare in anteprima The Last of Us Parte I sull'ammiraglia Sony per saggiare la bontà del comparto tecnico, vero fiore all'occhiello di questo rifacimento. Le nostre aspettative non sono state tradite: i fan di vecchia data ritroveranno la stessa, emozionante avventura che nel 2013 ci aveva conquistati con i suoi carismatici personaggi e con una delle migliori sceneggiature che il mondo videoludico abbia mai visto. Questa volta, però, la veste grafica è del tutto nuova e catapulta il buon 'vecchio' The Last of Us sul podio dei titoli visivamente più strabilianti dell'attuale generazione.

NB: il remake di The Last of Us è atteso anche su PC. ma i giocatori di mouse e tastiera dovranno pazientare ancora un po', in assenza di una data di uscita ufficiale.

Joel ed Ellie contro l'apocalisse pandemica

Per i veterani, The Last of Us (2013) ha rappresentato un vero punto di svolta per quanto concerne la narrativa videoludica. Naughty Dog era riuscita nel difficile intento di fondere il gameplay con la narrazione, con una regia di livello cinematografico a fare da collante: il risultato è un'esperienza di gioco inedita, capace di catturare il giocatore sin dal primo minuto e di trasmettergli la sensazione di vivere in prima persona gli eventi rappresentati su schermo.

The Last of Us è la storia di due persone, un uomo di mezz'età segnato da un terribile passato e una ragazzina nata e cresciuta in un mondo che ha perso la sua umanità. Joel ed Ellie affrontano le conseguenze dell'epidemia generata dal Cordyceps, un fungo che ha subito un'imprevedibile mutazione e che può ora contagiare gli esseri umani, fino a trasformarli in fameliche creature prive di senno. Vent'anni dopo il primo contagio, i pochi superstiti sono riuniti in zone di quarantena e svolgono le più svariate mansioni, soprattutto quelle tipicamente illegali.

L'ultimo incarico da contrabbandiere di Joel, e della compagna in affari Tess, è quello di scortare la quattordicenne Ellie al palazzo del governo, dove la ragazza verrà affidata alle Luci - gruppo di rivoluzionari militarizzato che si oppone alla miliziia nelle zone di quarantena - per scopi tutt'altro che noti. In un primo momento il rapporto tra i due protagonisti è delicato, forse addirittura complicato, eppure Ellie e Joel diverranno ben presto inseparabili.

Complici le brillanti interpretazioni di Ashley Johnson (Ellie) e Troy Baker (Joel), quello di The Last of Us è un duo che emana carisma da tutti i pori, una coppia destinata a restare impressa nella memoria di tutti i giocatori. Entrambi i personaggi sono credibili e realistici nel surreale contesto in cui sono inseriti: Joel è tormentato dai suoi traumi e deve fare i conti con le atrocità commesse per sopravvivere in un mondo darwiniano, piegato alla volontà del più forte; Ellie è consapevole del terrore che la circonda, eppure riesce a preservare la sua ingenuità, guardando con occhi curiosi alle rovine della civiltà e volgendo lo stesso, intenso sguardo a Joel.

Il burbero contrabbandiere riscoprirà l'importanza dell'amore e trasformerà questo valore nella sua arma più forte. Il legame tra Joel ed Ellie è inscindibile e può superare ogni ostacolo, come dimostra l'emozionante finale. L'eccellente lavoro di scrittura ha generato una storia matura, commovente, a tratti difficile da digerire per la sua brutalità. I colpi di scena abbondano, i dialoghi ipnotizzano e l'adrenalina scorre a fiumi: il giocatore-spettatore prova tutto questo sulla sua pelle, condividendo le emozioni, positive o negative che siano, di Ellie e Joel.

Formula che vince... un po' si cambia

Con PlayStation 5, gli sviluppatori di The Last of Us hanno colto una preziosa occasione: poter sfruttare un hardware di gran lunga più potente di quello utilizzato una decina di anni fa per dar vita ad un affascinante e variegato mondo post-apocalittico. Come vedremo più avanti in questa recensione, ciò ha permesso a Naughty Dog di spingere il realismo grafico verso nuove vette, mantenendo come priorità assoluta il coinvolgimento del giocatore.

Se non si fosse già capito dal nome scelto per il remake, un enorme contributo è stato dato da The Last of Us Parte II, il punto più alto toccato da Neil Druckmann e soci sia sul fronte narrativo che su quello prettamente ludico. Dal secondo capitolo è stato preso in prestito l'intero motore tecnologico, il cuore pulsante di questo nuovo titolo PS5. 'Nuovo', perché - come afferma Naughty Dog - il gioco originale è stato riprogettato dalle basi per apparire come un'autentica produzione next-gen, come effettivamente dimostra in diversi frangenti.

The Last of Us Parte I non eredita solo il comparto visivo del sequel, ma anche alcune meccaniche che rinfrescano la formula di gioco in maniera piuttosto percettibile. Parliamo di modifiche più o meno evidenti per il sistema di controllo, reso leggermente più fluido e immediato, e in altri casi di veri e propri innesti che incrementano il grado di coinvolgimento.

Tra le novità che balzano all'occhio c'è una nuova interfaccia, la stessa che troviamo in Parte II e che offre una visione più chiara e pulita delle risorse a nostra disposizione. A tal proposito, il sistema di crafting e di modifica delle armi richiama quello del secondo capitolo, soprattutto sul fronte prettamente scenico, dove vediamo Joel utilizzare il banco da lavoro per applicare caricatori estesi, mirini e altri innesti alle sue bocche da fuoco, prendendosi i suoi tempi. Meno evidente è la rinnovata gestione dei documenti trovati in giro: lettere e note verranno lette all'istante e con grande naturalezza, invece di essere intascati direttamente nello zaino.

Più importante è il rework dell'intelligenza artificiale promesso da Naughty Dog con Parte I. L'IA rappresentava una delle poche debolezze del survival lanciato su PS3, motivo per cui il team ha deciso di rivisitare il comportamento dei nemici (e dei nostri compagni) per renderlo più realistico. Pad alla mano, durante i combattimenti ci siamo ritrovati ad affrontare avversari leggermente più reattivi e, per certi versi, più consapevoli dei rischi che corrono: i cacciatori sfruttano bene le coperture e scelgono lo scontro ravvicinato solo con le giuste condizioni, quando ad esempio stiamo ricaricando l'arma o quando escono dal nostro campo visivo.

Stesso discorso vale per gli infetti, che godono anch'essi di una maggiore reattività alle azioni e ai suoni prodotti da Joel, il che li rende ancora più pericolosi. Purtroppo non parliamo di un'IA perfetta e alcuni difetti persistono: talvolta i nemici, umani e infetti, faticano ad accorgersi della nostra presenza negli ambienti più ristretti, anche invadendo parzialmente il loro cono visivo. I clicker saranno anche ciechi, ma persino i cacciatori sembrano ignorare la luce della nostra torcia.

A spezzare ulteriormente l'immersività è una scelta di design che aveva già fatto discutere nel 2013 e che in questo remake non subisce alterazioni. Ellie e gli altri compagni di Joel non saranno visibili agli occhi dei nemici, anche quando gli NPC alleati invaderanno palesemente il campo visivo senza preoccuparsi dei pericoli circostanti - frutto, in questo caso, di un altro difetto dell'IA. Ciononostante, gli stessi alleati sembrano dimostrarsi più utili in battaglia, individuando i nemici senza troppe difficoltà e attuando strategie efficaci.

Gran parte del gameplay resta pressoché inalterato. Una buona notizia per i nostalgici che vorranno rivivere la stessa esperienza ludica che li aveva conquistati anni fa, ma per diversi utenti sarà anche una mancata occasione. Uno dei migliori pregi di The Last of Us Parte II è stato quello di aggiornare il moveset dei personaggi con le schivate e con la possibilità di stendersi in posizione prona per guadagnare una maggiore furtività. Nulla di tutto questo è presente in Parte I, nonostante le suddette novità (ludiche e scenografiche) innestate proprio dal sequel.

Altre piccole aggiunte coincidono con una serie di contenuti digitali sbloccabili nel menu principale. Parliamo di modelli 3D dei personaggi e delle scene più iconiche dell'avventura, così come bozzetti, tracce audio e altri collezionabili che rivelano gli interessanti retroscena di questa mastodontica produzione. Avanzando nell'avventura sarà possibile sbloccare anche dei costumi aggiuntivi per Ellie e Joel e persino delle nuove modalità di rendering. Ciliegina sulla torta, l'introduzione del permadeath, per i giocatori più audaci di The Last of Us.

Next-gen al 100 per 100: il comparto tecnico

Se è vero che le novità interessano anche il gameplay, è sul fronte tecnico che The Last of Us Parte I prende le distanze maggiori dalla sua controparte originale. Come anticipatovi, Naughty Dog ha scelto l'engine di Parte II al fine di riproporre la medesima eccellenza visiva e raccontare, attraverso essa, l'emozionante storia che ha dato inizio a tutto.

Chiariamo immediatamente che non parliamo di un semplice lavoro di restauro, quale è stato invece The Last of Us Remastered, bensì di un rifacimento grafico con tutti i crismi. Le animazioni sono state in parte ridisegnate, il comparto artistico è stato rinnovato e sono state adottate tecnologie di ultima generazione. L'intero lavoro è stato svolto perseguendo un unico, semplice obiettivo: regalare ai giocatori la migliore esperienza di The Last of Us di sempre.

Il mondo post-apocalittico gode ore di un maggiore fotorealismo, ottenuto non solo tramite il banale aumento di risoluzione, ma anche e soprattutto con lo stravolgimento adoperato da Naughty Dog: gli scenari sono stati completamente ridisegnati, la vegetazione è più rigogliosa e dettagliata e il nuovo sistema d'illumiinazione irradia l'ambiente in maniera realistica. L'immagine apparirà meno satura di quella vista in The Last of Us Remastered, ma sarà anche più convincente agli occhi dei giocatori, viziati dalle più recenti produzioni tripla-A.

Attenzione, questo non significa che il remake tradisca il materiale di riferimento. Al contrario, il risultato è un sorprendente omaggio all'opera originale, un'esperienza che, almeno per i fan della serie, riporta a galla i più bei ricordi che abbiamo legato a The Last of Us.

Soffermandoci sulle animazioni, i movimenti di Joel ed Ellie potrebbero sembrare inalterati a una prima occhiata, eppure sono stati migliorati grazie a una tecnologia chiamata Motion Matching. Di fatto, Naughty Dog ha registrato centinaia di animazioni per rendere ancora più naturali i gesti e le movenze dei protagonisti, adattando ogni animazione ai differenti ambienti del gioco. Ci avviciniamo così all'incredibile fluidità d'azione di The Last of Us Parte II, ma siamo ancora lontani dall'inarrivabile 'flow' che contraddistingue il combat system del secondo capitolo.

Molto più evidenti sono i progressi effettuati sulle animazioni facciali. Ancora una volta è Parte II il modello di riferimento e, pertanto, il personaggi del remake possono ora vantare una maggiore espressività, non solo nelle spettacolari cutscene, ma anche nel bel mezzo dell'azione. È un importante valore aggiunto ai fini dell'immersività, vista anche l'enorme attenzione che da sempre Naughty Dog rivolge alla regia e al montaggio delle sequenze narrative.

Per goderci al meglio tutte queste rivistazioni visive, Sony e Naughty Dog mettono a disposizione due modalità grafiche: Fedeltà e Prestazioni. La prima mette in primo piano la risoluzione, portandola a 4K nativi e limitando la frequenza dei fotogrammi a 30 fps; la seconda modalità fa l'esatto opposto, dando priorità al frame rate (60 fps) e accontentandosi della risoluzione 4K dinamica (o 1440p). Passando dall'una all'altra modalità - in diversi scenari - non abbiamo notato differenze percettibili in termini di resa grafica, il che ci ha portati a preferire i 60 fps. Segnaliamo ai possessori dei TV di ultima generazione che The Last of Us Parte I offre la possibilità di rimuovere il limitatore del frame rate per poter giocare a una frequenza sbloccata.

Trattandosi di un'esclusiva PS5, non potevano mancare delle feature inedite legate al DualSense e all'audio 3D. Il controller di nuova generazione viene supportato con un'ottima implementazione del feedback aptico, che ci permette di percepire tutta la fisicità dei colpi incassati da Joel durante i combattimenti e di immergerci ulteriormente nel gioco. Le sensazioni tattili si manifestano anche nei momenti di maggiore calma e derivano dalle interazioni con l'ambiente circostante, con gli altri personaggi e con altri elementi che compongono lo scenario.

Avremmo desiderato una maggiore presenza dei trigger adattivi, che in altri action game e sparatutto sono davvero in grado di fare la differenza. L'audio tridimensionale è invece presente e si dimostra estremamente efficiente nelle fasi stealth, consentendoci di rilevare i suoni più allarmanti senza troppe difficoltà e, al tempo stesso, aumentando il livello di tensione quando ci ritroviamo ad affrontare gli inquietanti infetti che si annidano negli antri più bui.

Sembra che Naughty Dog abbia leggermente rivisto anche il montaggio sonoro, che nell'opera originale e nella relativa versione Remastered soffriva di alcune imprecisioni. Queste sono state corrette e possono finalmente accompagnare l'eccellente doppiaggio italiano e quel capolavoro che è la colonna sonora composta da Gustavo Santaolalla.

Come abbiamo visto più volte nei primi trailer, gli sviluppatori hanno investito grandi risorse nell'accessibilità di The Last of Us Parte I. Molti più giocatori possono ora godersi l'esperienza confezionata da Naughty Dog senza troppe rinunce, avendo a disposizione una miriade di nuove opzioni dedicate sia al comparto grafico che a quello sonoro.

Colpisce, in particolare, la presenza di un sistema di descrizione audio per ogni singola cutscene del gioco. Grazie a questa feature - innovativa per il mondo dei videogiochi - le persone affette da patologie visive possono cogliere tutte le sfumature di questa meravigliosa storia.

Consigliato ai nostalgici, un must have per i neofiti

The Last of Us torna nove anni dopo il debutto su PlayStation 3 e, con Parte I, si rivolge ai giocatori con l'esperienza più completa mai progettata per questo capitolo. Per i neofiti è un ottimo biglietto da visita, il migliore punto di partenza per scoprire lo sfaccettato mondo di questo franchise e, all'occorrenza, un incentivo a recuperare il mai troppo lodato Parte II.

Per i fan di sempre, coloro che hanno sviscerato e amato l'avventura originale, il discorso cambia, non necessariamente in peggio. Abbiamo affermato che il remake per PS5 si dimostra un lodevole omaggio al titolo originale, un'opera che preserva il fascino dell'intramontabile survival e che riesce a perfezionare ulteriormente quella rara commistione tra elementi di gameplay e narrazione. Le novità sul fronte tecnico sono importanti e basterebbero a giustificare il secondo (o terzo) acquisto da parte dei veterani, se non fosse per il prezzo di vendita.

Passiamo dunque all'elefante nella stanza. Nel corso della recensione abbiamo spesso sottolineato quanto The Last of Us Parte I sia veramente next-gen, vista l'elevata qualità del comparto audiovisivo, ma sul fronte contenutistico le novità sono poche e tutt'altro che rilevanti. Certo, nel pacchetto ritroviamo l'espansione Left Behind (anch'essa restaurata), ma manca - senza troppe sorprese - la modalità multiplayer Factions. I 79,99 euro richiesti dal PlayStation Store sono francamente troppi per chi ha un ricordo ancora vivido del primo capitolo, mentre rappresentano una spesa accettabile (in linea con le ultime tendenze del mercato) per gli utenti che si avvicinano per la prima volta a quest'avventura, che, ricordiamo, vanta anche un'ottima longevità.

In ogni caso, Naughty Dog è riuscita ancora una volta a stregarci con il primo capitolo della storia di Ellie e Joel. La veste grafica di nuova generazione lascia a bocca aperta, in più di qualche semplice frangente, e colpisce il giocatore con spettacolari sequenze d'azione e panorami tanto decadenti quanto indimenticabili. Invitiamo chiunque possegga una PS5 a considerare The Last of Us Parte I, al lancio o, preferibilmente, alla prima riduzione di prezzo.

PRO

  • Una delle migliori storie mai scritte per un videogioco
  • Joel ed Ellie ancora più sbalorditivi su PS5
  • Migliorie percettibili per l'IA dei nemici
  • Il comparto tecnico è al top

CONTRO

  • Qualche occasione sprecata sul fronte del gameplay
  • L'IA dei compagni continua a non convincere del tutto
  • Prezzo troppo elevato per i veterani del franchise
47 Commenti
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Therinai31 Agosto 2022, 18:53 #1
Ma anche left behind è stato rifatto con grafica nuova??
jepessen31 Agosto 2022, 19:47 #2
Originariamente inviato da: Therinai
Ma anche left behind è stato rifatto con grafica nuova??


A quanto pare si, dato che e' incluso...
carloUba31 Agosto 2022, 20:13 #3
Comprai una ps3 per giocarlo dopo che tutti i ragazzini amici di mio figlio lo avevano proclamato capolavoro.
A me fece cagare perché era una sorta di film interattivo e non mi piacciono.
Il difetto più grande era la stupidità della AI che minava quel poco di gameplay che c’era.
A 9 anni di distanza e per soli 81 euri hanno solo cambiato delle texture. Incredibile

Sempre più convinto che non fosse stata un’esclusiva avrebbe avuto dei voti molto più oggettivi ma Sony a livello di marketing batte anche Apple quindi chapeaux
Marko#8831 Agosto 2022, 20:30 #4
80 euro? Sticazzi.
ningen31 Agosto 2022, 21:13 #5
Mi sembra giusto che costi 80 euro il remake della remastered di un gioco del 2013 con grafica aggiornata e poco altro.
Ma voi non lo sapete che la qualità si pagah
gospel01 Settembre 2022, 08:04 #6
la stampa continua a spacciarlo per un remake anche se non lo è dato che praticamente aggiorna solo il comparto grafico. Un remake aggiunge anche nuovi scenari, introduce nuovi controlli e magari anche qualche pezzo di storia in più, cosa che questa versione non fa. E' una remastered della remastered e viene venduta a prezzo pieno anche se il lavoro fatto è stato di gran lunga inferiore
Zappz01 Settembre 2022, 09:05 #7
È tutta un operazione commerciale fatta per sfruttare al massimo l'hype per la serie tv. Poco lavoro, tanto guadagno.
FirstDance01 Settembre 2022, 09:19 #8
Io non posso credere che editore e autore dell'articolo non sappiano distinguere un remake da una remastered, perciò questo articolo lo considero una marchetta.
Perché è evidente che si tratta di una remastered. Si migliorano le textures, qualche animazione qua e là che vengono quasi a gratis e basta. IA migliorata? E come la giudico? L'articolo stesso dice che rimangono problemi di IA che già c'erano prima e si parla di "avversari leggermente più reattivi e, per certi versi, più consapevoli".
Leggermente... per certi versi....
Poi continua "...non parliamo di un'IA perfetta e alcuni difetti persistono..."
Insomma, non ce ne accorgeremo di questo miglioramento.
L'autore si salva alla fine dicendo che 80 cucuzze sono troppe. E meno male che l'hai detto.
Ma tanto mi interessa relativamente: mi ci sono annoiato già su PS4 con questo gioco, non intendo ripetere l'esperienza.
Fos01 Settembre 2022, 11:20 #9
Originariamente inviato da: FirstDance
Io non posso credere che editore e autore dell'articolo non sappiano distinguere un remake da una remastered, perciò questo articolo lo considero una marchetta.
Perché è evidente che si tratta di una remastered. Si migliorano le textures, qualche animazione qua e là che vengono quasi a gratis e basta. IA migliorata? E come la giudico? L'articolo stesso dice che rimangono problemi di IA che già c'erano prima e si parla di "avversari leggermente più reattivi e, per certi versi, più consapevoli".
Leggermente... per certi versi....
Poi continua "...non parliamo di un'IA perfetta e alcuni difetti persistono..."
Insomma, non ce ne accorgeremo di questo miglioramento.
L'autore si salva alla fine dicendo che 80 cucuzze sono troppe. E meno male che l'hai detto.
Ma tanto mi interessa relativamente: mi ci sono annoiato già su PS4 con questo gioco, non intendo ripetere l'esperienza.
Ma no, ma cosa vai a pensare, è solo l'ennesima recensione tempo zero su PS5 su un sito che una volta era quasi solo PC.

Dovevi vedere Spider-Man che roba era, il remaster sopra i remake, roba mai vista, pure Uncharted remaster sfondava l'eccellenza (identico alla versione di anni prima su PS4 con solo più res. e 60fps), Ghost of... era fenomenale, GT-7 aveva il Ray Tracing per certi versi (sempre quelli) meglio di tutte le RTX messe assieme, anche se con una risoluzione ridicola e non in game, ma che problema era, volendo in game senza a 30fps bastavano pure quelli...

Roba da siti consolari di basso livello, insomma.

L'AI è cambiata di 2 virgole, le animazioni idem, nei siti consolari 100 articoli che sottolineano che è un remake con i controsoffitti, 9 politico e se costa 80€ è un difetto che non può entrare nel voto.

Il riciclo è pesante, soprattutto considerando gli asset ecc... presi di peso dal 2. Un video mostrava un interno paro paro...


Non si salva per la relativamente piccola critica al prezzo, visto che lo considera accettabile per i novelli, pur essendo un mezzo riciclo venduto a prezzo pieno. Poi parlare di seconda e terza run come se fosse normale rigiocarsi uno story driven simile, e mettendo il prezzo alla fine dopo un quintale di lodi. L'elefante trattato come un vitello...

Il bello è la differenza dal 1440p al 4K che non si vede, in un ex sito tecnico non notano più del doppio della densità che si vede benissimo su un video a 1440p.
Ah, i 1440p sono fissi, altro classico importato dai siti che fanno disinformazione quando c'è da pompare.
Come Marvel e co... Qualcuno è riuscito a non notare differenze effettiva con i 60fps che scendono a 1080p, scalano in dettaglio e toccano pure i 40fps.


Console upgrade ha colpito ancora, se e quando usciranno le mid gen, l'upgrade avrà un minimo di senso...
StIwY01 Settembre 2022, 11:48 #10
A proposito si "AI migliorate" stiamo ancora aspettando videogiochi moderni che abbiano una IA dei nemici degna di nome. Non ci sono più scuse sulle risorse hardware perchè quelle non mancano...perchè dobbiamo ancora sorbirci nemici che si tirano addosso le granate per sbaglio ?

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