Super Mario Odyssey è il miglior gioco di piattaforme di sempre?

Super Mario Odyssey è il miglior gioco di piattaforme di sempre?

Ogni volta che Nintendo sforna un nuovo capitolo della saga di Super Mario fa notizia. E non solo tra gli appassionati di videogiochi: Mario, infatti, è ormai un personaggio mainstream, perfettamente riconoscibile anche da chi non è avvezzo alla pratica videoludica

di pubblicato il nel canale Videogames
NintendoSuper MarioSwitch
 

Si pensi al ruolo prioritario assegnato a Mario nel filmato di ‘lancio’ delle Olimpiadi di Tokyo 2020: non solo Mario era uno dei personaggi più importanti del video, ma persino il Premier nipponico Abe ha aperto il filmato vestendo proprio l’inconfondibile cappello rosso dell’eroe di origine italiana.

Ma non solo: si pensi anche al ‘martellamento’ operato da Apple per sbandierare l’esclusiva (temporanea) di Super Mario Run o alla partnership tra la Grande N e Mc Donald’s per far sì che i gadget di Mario siano regalati a chi consuma i famosi Happy Meal della catena di fast-food più diffusa nel mondo.

Non c’è niente da fare: Mario funziona. È colorato, simpatico e immediatamente riconducibile ai videogiochi, visto che ogni capitolo della saga (per certo tutti quelli principali) sono riuscitissimi game, che non hanno la pretesa di sconfinare in altre tipologie di intrattenimento: con Mario si gioca, prima che raccontare o prima di mostrare i muscoli in termini tecnologici. Quello che conta sono divertimento e abilità pad alla mano, all’interno di un mondo simpatcio, accogliente e immediatamente riconoscibile.

Bowser e Peach: oggi sposi!

Come prevedibile, la trama che muove la vicenda di Odyssey non è certamente complessa, anche se, rispetto al solito, c’è qualche approfondimento sul tema. Bowser ha rapito Peach, solo che questa volta sta facendo davvero sul serio: il Re Koopa, infatti, sta organizzando le proprie nozze con la Principessa del Regno dei Funghi!

Il pretesto dietro ad Odyssey, dunque, è tutto sommato lineare, anche se - soprattutto nelle fasi finali - l’intrigo prenderà una svolta abbastanza inaspettata, arrivando a un esito meno scontato del solito.

Usare la testa: ecco Cappy

La principale novità di Odyssey è rappresentata da Cappy, che sarà la spalla di Mario nel corso di tutta la sua avventura.

Cappy è un abitante del Regno dei Cappelli, prima tappa sul percorso di Bowser verso il proprio matrimonio. Assieme a Peach, infatti, il Re Koopa porterà con sé Tiara (la sorellina - a forma di coroncina - di Cappy): da qui la decisione dello ‘spiritello dei cappelli’ di seguire Mario nell’inseguimento alla nave volante di Bowser.

Cappy, con le sue abilità, rappresenta anche la peculiarità distintiva di Odyssey. Tramutatosi nel cappello di Mario, la ‘spalla’ dell’idraulico potrà essere lanciato per molteplici scopi.

Anzitutto, gettando Cappy su nemici dalla testa scoperta (ma anche su elementi dello scenario), se ne acquisirà il controllo.

Cappy, con le sue abilità, rappresenta la peculiarità distintiva di Super Mario Odyssey. Tramutatosi nel cappello di Mario, la ‘spalla’ dell’idraulico potrà essere lanciato per molteplici scopi
A quel punto, il ‘posseduto’ (identificabile per i baffoni che immediatamente gli spunteranno) sarà sotto il diretto controllo del giocatore, che potrà sfruttarne tutte le capacità e poteri per farsi strada nei livelli.

Mario potrà ‘entrare’ nei classici Goomba, nei coriacei Bullet Bill o negli Hammer Brothers, ma Cappy eserciterà il proprio potere anche su tutta una gamma di nuovi nemici (come un gigantesco t-rex o i carrarmati viventi alleati di Bowser) e su personaggi neutri o su elementi statici del livello (alberi o bistecche giganti).

Ma non finisce qui: Cappy sarà anche un utile strumento d’attacco, di raccolta e di avanzamento visto che, una volta lanciato, potrà abbattere nemici, raccogliere monete ed essere usato come trampolino per estendere la portata dei nostri salti.

Una scelta coraggiosa, che porta un’evidente ventata di freschezza. La ‘possessione’, infatti, fa sì che, all’interno di un livello, la nostra prospettiva possa cambiare completamente e più volte, visto che ci saranno delle enormi differenze tra l’avanzare come Mario, come un t-rex o come un millepiedi in grado di allungarsi e piegarsi a piacimento.

Da segnalare anche la possibilità di affidare Cappy a un secondo giocatore che, di fatto, potrà operare liberamente rispetto a Mario (seppur dovendo condividere l’unica telecamera con il giocatore che impersona l’idraulico).

Usare la testa: non solo Cappy!

Come risaputo, approcciarsi a un titolo di Super Mario significa mettersi alla prova con un platform in cui precisione e destrezza la faranno da padrone. Sin dalle sue prime incarnazioni in 2D, Mario ha sempre richiesto al giocatore di impegnare anche la testa: solo così, infatti, si sarebbero potuti risolvere enigmi e scoprire percorsi segreti, in grado di premiare l’utente con scorciatoie, potenti risorse, aiuti vari o vite addizionali.

È però con la ‘deriva 3D’ della serie che la componente di enigmi e puzzle ha assunto un peso ancora più preponderante, in particolare nelle fasi - sempre più diffuse - in cui Mario si farà giocare liberamente, come un titolo sandbox. Odyssey - da questo punto di vista - rappresenta un picco altissimo.

I singoli livelli - assimilabili a delle grandi isole - sono delle arene di gioco abbastanza vaste e decisamente complicate, in cui il giocatore sarà chiamato a raccogliere quante più Lune possibili. Questi elementi d’energia, infatti, sono la sostanza con cui si potrà riparare la Odyssey (l’areonave a forma di cappello con cui si condurrà l’inseguimento a Bowser e che, nel corso dell’avventura, verrà danneggiata più volte), rendendola in grado di avere energia sufficiente per trasportarci verso il prossimo Mondo.

I singoli livelli sono delle arene di gioco vaste e complicate, in cui il giocatore sarà chiamato a raccogliere quante più Lune possibili
Se, come vedremo, ci saranno Lune immediatamente individuabili - ma da raggiungere attraverso sezioni di platform puro o di combattimento -, nella maggior parte dei casi dovremo ragionare su cosa fare e dove andare per recuperare il prossimo ‘contenitore energetico’.

Spesso saremo chiamati a sfruttare le peculiari abilità degli esseri che potremo possedere sfruttando Cappy: perfettamente studiati per adattarsi ai singoli livelli, i poteri dei nemici potranno diventare la via più rapida - spesso anche l’unica - per raggiungere i nostri traguardi.

Oltre alla dinamica della possessione, l’intelligenza del giocatore dovrà essere utilizzata anche in fasi esplorative o di decrittazione di indizi. In questo senso, sovente, la parola d’ordine sarà ‘sperimentare’: quel sentiero irto e poco visibile non può non avere un senso, così come l’indicazione fornitaci da quel personaggio non giocante… Tutto spinge il giocatore ad esplorare ed osare, rendendo ogni livello di Odyssey molto più ampio e profondo rispetto a quello che le sue dimensioni fisiche sembrerebbe concedere.

In questo senso è certamente significativo che in Mario Odyssey non ci sia un vero e proprio game over: quando Mario muore perde una decina di monete e - come massima ‘punizione’ - dovrà ripercorrere un tragitto più o meno ampio. Anche questa decisione, come ovvio, spinge il giocatore a ‘provare’ e ‘osare’ senza eccessivi patemi.

Usare le gambe: il platforming di Odyssey

Come detto, Mario non può mai rinunciare al proprio cuore platform. E non lo fa nemmeno in questa ultima incarnazione. In Odyssey, con ogni probabilità, ci troviamo alle prese con il più ampio arsenale di mosse mai visto in un gioco di Mario.

Ed è qui che l’ultima fatica della Grande N cala l’asso. Più che per quanto riguarda i poteri di Cappy e le ‘possessioni’, è attraverso la potenza di movimento dell’idraulico italico che la profondità e la libertà di Odyssey si esaltano.

Se si escludono le Lune ‘principali’ - quelle maggiormente connesse alla flebile trama, che sono immediatamente visibili e individuabili - e quelle che richiedono l’utilizzo del potere di qualche nemico, gli altri obiettivi sono realmente conseguibili in tantissimi modi differenti: basterà esplorare e provare, forti delle grandi e molteplici doti atletiche di Mario. Il platforming, in questo senso, si rivela eccellente.

Il giocatore si imbatterà in situazioni varie e intriganti: per superarle dovrà mettere in campo tutte le mosse in dotazione all’idraulico e, molto spesso, dovrà scegliere la linea di condotta che più reputerà adatta alle proprie capacità.

Quando - per esempio - ci imbatteremo in una serie di piattaforme esposte al fuoco dei Bullet Bill (e per questo via via in sgretolamento), potremo decidere (oltre a possedere i ‘proiettili’ alleati di Bowser) se attraversare l’area correndo sullo stretto sentiero principale, se utilizzare il ‘salto lungo’ per approfittare dei piloni più ampi sospesi nel vuoto oppure se avanzare con ripetuti salti, corti e precisi, approfittando delle piattaforme più ravvicinate, ma di dimensioni più ridotte.

Questa libertà e intuitività sono il cuore dell’esperienza esplorativa di Odyssey, che sa essere decisamente divertente, ma prestano anche il fianco a una sensazione di disorientamento e di poca incisività sugli equilibri generali, di cui parleremo più avanti.

Ogni livello, a conti fatti, si rivelerà comunque essere un gustoso ‘parco giochi’ (più complesso che ampio), dove sbizzarrirsi in evoluzioni e corse a perdifiato alla caccia della prossima Luna.

Alla sezione ‘gambe’ appartengono tutta una serie di mini giochi (molti dei quali si attiveranno dopo aver completato l’avventura principale o corpose sezioni di essa) che vedranno Mario alle prese con dei Koopa corridori, con dei Koopa marciatori oppure con degli abitanti dei vari mondi dediti a svariate attività ginniche. In molte di queste situazioni l’asticella della difficoltà si alzerà un pochino, richiedendo al giocatore non solo di conoscere l’arsenale atletico di Mario, ma anche di padroneggiarlo sul serio (una delle vere sfide di Odyssey).

Non vanno dimenticati nemmeno i passaggi in 2D che, tramite la grafica simil 8-bit, musiche e situazioni, strizzeranno l’occhio alle origini della saga. Peccato che un po’ tutti questi momenti siano decisamente troppo facili e brevi per risultare un elemento davvero incisivo nell’economia complessiva di Odyssey.

C'è vita dopo la Luna

La rincorsa verso Bowser rappresenta solo la punta dell’iceberg dell’offerta del nuovo Super Mario. Raggiunta la Luna (il luogo scelto dal Re Koopa per celebrare le proprie nozze con Peach) si giocherà e vivrà l’epilogo della trama principale (che, come detto, sarà un po’ meno lineare del solito), ma il viaggio di Mario sarà lungi dal considerarsi concluso.

Anzi, la vera Odissea del baffuto ‘sturalavandini’ comincerà proprio in quel momento.

Fino al confronto finale con Bowser, infatti, al giocatore era stato richiesto di ‘continuare ad avanzare’, con una certa urgenza, verso la nave volante del Re Koopa. Per quanto nulla impedisse di tornare sui propri passi e di soffermarsi maggiormente in una singola location, la narrazione, la curiosità e - soprattutto - il ridottissimo numero di Lune necessario per passare di Mondo in Mondo, favorivano con forza il continuo incedere dell’utente.

Alla fine della main quest, quando il quadro complessivo dell’Universo di Odyssey risulterà chiaro e le possibilità e le capacità di Mario saranno rivelate in toto, l’utente sarà in pieno controllo e potrà davvero viaggiare senza preoccuparsi di null’altro che della propria voglia di esplorare le mappe, di provare ogni aspetto di Odyssey e di conquistare sempre più Lune.

Anche perché, dopo i titoli di coda, in ogni Mondo di gioco, si ‘sbloccheranno’ tantissime nuove Lune, precedentemente rinchiuse in grandi cubi con cui era impossibile interagire: questi nuovi obiettivi si sparpaglieranno immediatamente in tutto il mondo di gioco e diverranno da subito inseguibili.

Naturalmente, essi saranno svincolati da qualsiasi legame con la trama principale e non avranno una disposizione ‘logica’ rispetto al percorso naturale di Mario. Di contro, però, verranno indicate con delle X sulla mappa del livello. In poche parole, ancora una volta, si tratterà di sperimentare a più non posso. Le Lune (in particolare quelle addizionali, ma anche le ‘originali’) si troveranno un po’ dappertutto: in luoghi già visitati, ma nascoste; al termine di aree che si saranno aperte solo dopo aver compiuto qualche azione particolare; oppure saranno raggiungibili dopo aver colloquiato con qualche PNG (interessante, a tal proposito, la dinamicità delle varie popolazioni dell’universo di Odyssey: dopo il confronto finale tra Mario e Bowser, infatti, l’emergenza diffusa tra i vari mondi verrà considerata conclusa. Ecco, allora, che gli abitanti dei differenti Regni cominceranno a viaggiare anche in altre aree, aprendo così a nuove sfide e ulteriori possibilità).

Va ricordato come esistano alcuni personaggi - presenti in ogni livello - che si prodigheranno in suggerimenti al giocatore (gratuiti o a pagamento e più o meno esaustivi) per rendere più semplice la ricerca di Mario. Potenzialmente, quindi, dopo la tutto sommato rapida ‘run’ connessa con la trama principale, Mario Odyssey non farà che crescere, almeno dal punto di vista ludico.

Resta però da capire cosa potrà spingere il giocatore all’esplorazione estensiva ed esaustiva di ogni livello, in caccia dell’ultima Luna.

Senza mordente

Il rischio più grosso che si corre giocando ad Odyssey è proprio la perdita di mordente dell’avventura.

Come già detto, la trama principale scorre via molto rapidamente: non è caratterizzata da una durata particolarmente rilevante, né da una difficoltà molto elevata. Le Lune richieste per ‘andare avanti’ sono sempre poche e il giocatore sarà spinto a recuperare quelle più ‘scontate’: anzitutto ci sono le Lune connesse ad obiettivi legati alla trama (boss fight, esplorazioni principali…), verso cui saremo indirizzati in modo quasi forzato; poi un discreto numero di Lune verrà raccolto ‘per caso’, semplicemente esplorando i dintorni dei ‘sentieri più battuti’; infine, gli ultimi contenitori di energia per la Odyssey verrano, con ogni probabilità, selezionati tra quelli più intuitivi da individuare e meno difficili da raggiungere.

Paradossalmente, la vera sfida comincia dopo il faccia a faccia tra Mario e Bowser: le Lune addizionali, infatti, sono davvero numerose e sicuramente più probanti (sia in termini di ragionamento, sia di esplorazione, sia di destrezza) rispetto a quelle raccolte durante la ‘campagna principale’.

Il problema è che il mettersi alla prova, ricercando questi ‘satelliti’ addizionali, è solo una sfida con noi stessi, direttamente proporzionale a quanto ci piace interagire Mario.

Ora, come detto, confrontarsi con i mondi di Odyssey è sicuramente piacevole e godibile, per cui è pressoché certo che l’utente si cimenterà anche nella caccia alle Lune addizionali. Però questo lungo e complesso ‘inseguimento’ non garantirà praticamente nessuna ricompensa di rilievo, nessuno sblocco premiante i nostri sforzi.

Gli stessi costumi di Mario, su cui è stata posta parecchia enfasi, non conferiscono nessuna abilità particolare all’idraulico: sono un mero divertissement, una curiosità e nulla più. È comunque un peccato che la loro unica funzione concreta sia consentire l’accesso ad alcuni ‘club esclusivi’ (dove potremo trovare una Luna), tipici della mappa in cui saranno stati acquistati. E allora anche la raccolta delle monete (che siano quelle gialle, classiche, valide in tutto l’universo o che siano quelle viola, spendibili solo nei mondi in cui saranno raccolte), per quanto impresa tutt’altro che semplice, risulta fine a sé stessa.

Cercare tutte le Lune può essere divertente e non sempre facile, ma non ci consentirà di conoscere qualche aspetto nuovo dell’Universo di Odyssey, né premierà Mario con una qualche evoluzione.

Free roaming. O no?

Un’altra caratteristica certamente presente in Odyssey è la libertà concessa al giocatore, che - come detto - avrà modo di attraversare mappe piuttosto ampie, esplorando e sperimentando, sempre in cerca delle Lune d’energia.

Le poche informazioni ricevute fanno sì che, in molte occasioni, questa sensazione di ‘caccia grossa’ sia molto forte e anche le grandi differenze tra un Mondo di gioco e l’altro alimentano curiosità e voglia di ‘provare’. Però non ci si deve illudere.

Odyssey non è un gioco dotato di ‘grande respiro’ e, per certi aspetti, consente qualche libertà in meno anche rispetto ai classici titoli della saga di Mario.

Mario ripropone tutto il suo arsenale di mosse atletiche - lo abbiamo detto -, ma non porta con sé nessuno dei propri poteri classici (palle di fuoco, volo…), sacrificati in nome della ‘possessione dei nemici’ attraverso Cappy.

Mario ripropone tutto il suo arsenale di mosse atletiche, ma non porta con sé nessuno dei propri poteri classici (palle di fuoco, volo…), sacrificati in nome della ‘possessione dei nemici’ attraverso Cappy
In questo modo è chiaro che, numericamente, le possibilità di azione per Mario crescano notevolmente - possedendo oltre 50 nemici o elementi dello scenario, dona all’idraulico quasi altrettante caratteristiche diverse -, ma da questo non scaturisce un’altrettanto importante libertà di condotta.

Troppo spesso, infatti, il nemico - con il suo potere - è posizionato al posto giusto, per essere sfruttato al fine di raggiungere una Luna nel modo più logico possibile. Escludendo la possibilità di ‘portare con sé’, in altri mondi, il potere di un avversario, va anche registrato, in troppi casi, un utilizzo estremamente circoscritto, anche all’interno del singolo livello.

Questo fa sì che molta della varietà connessa ai tanti poteri rubati ai nemici, goda in realtà di un respiro molto ristretto e sia inserita in situazioni quanto mai pilotate.

Anche la dimensione dei livelli non deve essere sopravvalutata: per quanto ciascun Mondo sia complicato e molto ben pensato, i Regni di Odyssey sono ‘a tenuta stagna’ e sono più vari che estesi.

Le sessioni di gioco a Mario Odyssey, partendo da questi elementi, danno la sensazione di essere brevi ma intense immersioni nell’universo di gioco. Mai troppo complicate o articolate, ma molto remunerative (visto che, procedendo verso una Luna individuata, non di rado capiterà di imbattersi in parecchi altri ‘satelliti energetici’ da raccogliere). Questa impostazione si sposa perfettamente con il concetto di portabilità di Switch, perché rendere Odyssey perfettamente fruibile anche nei pochi minuti del viaggio in metropolitana o in treno.

Di certo, però, si sacrifica un po’ di epicità e varietà.

Character Design rivedibile

Un altro aspetto che non mi ha personalmente convinto appieno, in questo Odyssey, è il character design dei personaggi. Escludendo i personaggi ‘classici’, che ritornano nelle vesti abituali e gradevoli (unica eccezione, forse, gli Hammer Brothers), le nuove creature che Mario incontrerà sono spesso troppo bizzarre e sguaiate perché possano conquistarsi un posto fisso nell’immaginario del Regno dei Funghi o nel cuore dei videogiocatori.

In questo senso, la parte del leone ‘al contrario’ la fanno senza ombra di dubbio i Broodals - quattro squinternati fratelli che ricoprono il ruolo di aiutanti di Bowser -: i malefici conigli sembrano la brutta (!) copia dei Rabbids, rispetto a quali sono ancora più sgradevoli e sinistri.

Sensori di movimento: un incomprensibile dazio

In conclusione va segnalata la scelta - quantomeno singolare - di deputare ai sensori di movimento di Joycon una serie di azioni addizionali collegate al lancio di cappy, alle scalate o a tutti i poteri dei nemici posseduti. In buona sostanza, un’azione in più - spesso potente - potrà essere effettuata solo agitando i Joycon. Questo fa sì che l’impugnatura più consigliata sia quella con i due controller separati: non propriamente la più comoda e, soprattutto, non praticabile in condizioni di gioco mobile.

Al di là dell’indubbia scomodità, la scelta di Nintendo risulta ancora più incomprensibile se si pensa che numerosi tasti dei controller di Switch restano pressoché inutilizzati. Un inutile dazio che il giocatore dovrà pagare.

Conclusioni

Mario Odyssey rappresenta una degnissima tappa nel lungo cammino di Mario.

Le capacità di movimento dell’italico idraulico non sono mai state così ricche ed approfondite e, complice un ottimo design dei livelli di gioco - ampi, complessi, ma non propriamente enormi -, Odyssey risulta con evidenza uno dei migliori platform degli ultimi anni.

La parola chiave, nell’approccio proposto da Nintendo, è sperimentazione. L’incedere di Mario non è quasi mai lineare o monodimensionale: le Lune di energia (l’obiettivo a cui tendere sempre , sia per riparare la navetta Odyssey, sia per proseguire nel viaggio), se si escludono quelle più immediatamente connesse alle missioni ‘principali’ dettate dalla trama, non sono intuitivamente raggiungibili.

Lo scopo del giocatore è proprio quello di ragionare ed esplorare: solo così si potranno individuare nuove Lune e si capirà come poterle raggiungere. Il pezzo forte di Odyssey sta proprio in questa ricchezza di obiettivi, raggiungibili tra l’altro in modo molto differente di volta in volta. Si passa da boss fight a sessioni di platforming, per poi poter ottenere lune attraverso mini-giochi di destrezza o la risoluzione di semplici enigmi, a corpose sessioni di esplorazione.

La trama di Odyssey, come prevedibile, non è propriamente complessa o innovativa, però parte da presupposti un po’ più articolati del solito - questa volta Bowser sta facendo le cose in grande, visto che sta organizzando realmente le nozze con la prigioniera Peach - e giunge a delle conclusioni meno scontate di quanto abituale per la saga.

Odyssey ha sicuramente molto da offrire, ma l’approccio che richiede e consente è certamente meno articolato e profondo di quello tipico della saga. La run principale, che porta al confronto con Bowser, è molto breve e poco pretenziosa in termini di Lune da recuperare per procedere. Ma non solo: le stesse singole sessioni di gioco risultano come una serie di attività circoscritte e sperimentali, più che una ampia ‘avanzata’. Questo è dovuto dalla struttura free roaming del gioco, dalla diffusione delle Lune (che, una volta terminata la quest principale, diverranno ancora più numerose) e dall’utilizzo di Cappy per ‘possedere’ nemici ed elementi dello scenario, per sfruttarne i poteri. Proprio l’elemento Cappy è il tratto maggiormente distintivo di Odyssey: Mario non ha più i suoi poteri classici (volo, palle di fuoco), ma può controllare una cinquantina di nemici o elementi dello scenario, acquisendone le capacità.

Questo, come si può intuire, apre a tutta una serie di variabili mai esplorate prima d’ora, ma sacrificando una libertà nell’approccio complessivo ai livelli. Ogni nemico può essere posseduto all’interno del suo Mondo e, spesso, solo in zone limitate del livello stesso. Questo significa che il nostro comportamento risulterà forzatamente indirizzato dal game designer, visto che certe Lune si potranno raggiungere solo ‘possedendo’ dei nemici e che, in altre situazioni, dove sarebbe stato agevole avanzare grazie alle abilità di un rivale, non sarà possibile avvalersene.

Complessivamente, l’offerta di Odyssey funziona e assomiglia maggiormente a un approccio creativo a un parco giochi, effettuato a ‘spizzichi e bocconi’ (ideale per la portabilità di Switch), piuttosto che a un’avventura ampia e corale. I due limiti maggiori dell’ultima avventura di Mario riguardano il sistema di controllo e il mordente del gioco.

Da un lato, la scelta di Nintendo di affidare ai sensori di movimento dei joycon l’attivazione di numerosi poteri speciali (utili, sebbene non fondamentali) è certamente infelice e inspiegabile, vista la presenza di pulsanti sottoutilizzati.

Dall’altro il rischio più pressante in Odyssey è la perdita di interesse per la ricerca delle Lune. Dopo aver completato la main quest, infatti, ci saranno tantissimi ‘satelliti di energia’ da recuperare (spesso i più ardui da raggiungere e i più gratificanti da scoprire), ma, aldilà di voler continuare la divertente esplorazione dell’Universo di Odyssey, non avremo nessun’altra vera ricompensa concreta. I tanti abiti collezionabili di Mario, infatti, non portano ad alcuna miglioria dei poteri o delle abilità dell’idraulico.

Il rischio, quindi, è che girovagare tra tanti mini obiettivi, ma in Mondi che, seppure ampliati, già conosceremo, non dia sufficienti motivazioni per accanirsi fino in fondo con Odyssey.

Una volta di più, insomma, a Mario si gioca ‘per giocare’. Questa volta, però, un po’ troppo per ambire alla perfezione.

PRO

  • Un grande impianto platform
  • Estrema varietà di poteri ‘rubati’ ai nemici
  • Enigmi molto diversificati
  • Offerta ludica estremamente ampia e che favorisce sperimentazione e creatività
  • Longevità molto elevata
  • Livelli realizzati con rara maestria
  • Trama meno scontata del solito
  • Tributi ‘marieschi’ numerosissimi
  • Ottimo approccio ossequioso della portabilità di Switch
  • Divertimento assicurato, senza pretese

CONTRO

  • Rapida perdita di mordente
  • Difficoltà complessiva troppo bassa
  • Utilizzo dei poteri troppo ‘obbligato’
  • Ricompense per l’avanzamento minime
  • Character design poco ispirato
  • Utilizzo dei Joycon improvvido
  • Divertimento assicurato, ma senza pretese
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40 Commenti
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alexbilly18 Dicembre 2017, 15:39 #1
Povero Mario, non è all'altezza di Fallout 4
Rinha18 Dicembre 2017, 16:44 #2
Prevedo una guerra termonucleare con alcuni dei più concitati fan Nintendo. Da parte mia non mi esprimo non possedendo Switch ma molti appunti mi sembrano sensati e calzanti.
Personalmente ho deciso di "abbandonare" Nintendo dopo aver fatto tutti i passaggi generazionali fino alla Wii. Non perchè fossi deluso ma se Super Mario 64 mi aveva esaltato, ancora di più lo aveva fatto Sunshine da Galaxy in poi ho perso il mordernte. Stessa cosa per Zelda dove Twilight Princess proprio non mi ha preso (anche se Breath of the Wild mi attira decisamente!)
StIwY18 Dicembre 2017, 17:27 #3
Per me, Nintendo è morta dopo il Gamecube. Mi chiedo quand'è che Nintendo sarà capace di smetterla di campare con le solite IP, mario, zelda....e compagnia. E' da quarantanni ormai.....sempre la stessa solfa di stampo bambinesca-fisher-price-chicco, dai su. Ma veramente alla gente piace giocare con un personaggio che ad ogni movimento fa tutti quei versi da ritardato mentale "yuhuu yaahahaha oooooh mamma mia....yeeee" ??. Però del resto, finchè vendono......è grasso che cola.
Gyammy8518 Dicembre 2017, 17:35 #4
Originariamente inviato da: StIwY
Per me, Nintendo è morta dopo il Gamecube. Mi chiedo quand'è che Nintendo sarà capace di smetterla di campare con le solite IP, mario, zelda....e compagnia. E' da quarantanni ormai.....sempre la stessa solfa di stampo bambinesca-fisher-price-chicco, dai su. Ma veramente alla gente piace giocare con un personaggio che ad ogni movimento fa tutti quei versi da ritardato mentale "yuhuu yaahahaha oooooh mamma mia....yeeee" ??. Però del resto, finchè vendono......è grasso che cola.



Eh ma questo è openworld quindi è bellissimo a prescindere.
E questo è niente, mancano ancora gli spin off di luigi, la principessa, bowser e toad, con questi 4 openworld la nintendo andrà avanti per 100 anni buoni
Luxor8318 Dicembre 2017, 19:16 #5
Originariamente inviato da: StIwY
Per me, Nintendo è morta dopo il Gamecube. Mi chiedo quand'è che Nintendo sarà capace di smetterla di campare con le solite IP, mario, zelda....e compagnia. E' da quarantanni ormai.....sempre la stessa solfa di stampo bambinesca-fisher-price-chicco, dai su. Ma veramente alla gente piace giocare con un personaggio che ad ogni movimento fa tutti quei versi da ritardato mentale "yuhuu yaahahaha oooooh mamma mia....yeeee" ??. Però del resto, finchè vendono......è grasso che cola.


Vedi tu, io se smettesse di fare i "soliti" mario zelda e compagnia bella non la comprerei più.....

Preferisco di gran lunga un gioco scacciapensieri alla mario, che un gioco impegnativo fallout, darksiders. che comunque considero bellissimi.
sgress18 Dicembre 2017, 19:17 #6
l'intero articolo è uno spoiler del gioco intero, meglio scriverlo in testa.
la perdita di mordente è soggettiva e dipende molto anche da come si affronta il gioco nella fase iniziale, se si progredisce diretti verso la fine del gioco è ovvio come in qualunque gioco con struttura aperta che si rischia di perdere l'effetto "ricompensa" ad affrontare l'80% dei minigame dopo che siano scorsi i titoli di coda.
Comunque è bello perchè il gameplay ha un fine prettamente ludico e non perchè vogliamo arrivare ai titoli di coda.

L'ho finito al 100% e posso garantire che mi sono divertito e incarognito parecchio, altro che "difficoltà bassa...". Certo la storia si lascia completare facilmente, ma questo è perchè si adatta a diverse fasce di utenza.
Anche io ho storto il naso sul design di alcuni mondi ma quando li cominci capisci che sono dei labirinti intricati in uno spazio non poi cosi grande, ti perdi durante la ricerca delle lune: ogni mondo è una marea travolgente di segreti, sfide, richiami al passato e persino a frasi iconiche italiane..
la possibilita di usare i sensori di movimento è stata implementata per dare una direzione ai giochi di switch,non perchè sia fondamentale per il gameplay di questo gioco, deve essere chiaro che il gameplay non puo essere monotono, ogni aggiunta è di gradimento in questo ambito.
Per quanto riguarda la possibilita' di possedere i nemici per sfruttare i loro poteri piuttosto che implementarli direttamente in mario, bisognerebbe capire quanto questo ha influito sul gameplay, il gameplay è stato espanso non solo con le solite azioni : spara, vola, salta piu in alto, i vari alterego permettono di esplorare i limiti dei livelli in maniera totalmente inaudita (inedita sinora).
Oltretutto sorprende e diverte trasformarsi in questo o quel nemico, ognuno con i propri comandi ed abilità.
Per me batte mario64 su tutti i fronti, forse solo l'atmosfera di mario64 era meglio amalgamata, ma bisogna considerare che gli anni passano e che quello è stato il primo platform 3d, questo esaltò parecchio l'atmosfera del gioco.
amd-novello18 Dicembre 2017, 19:49 #7
per completarlo al 100% c'era da morire con sunshine e le maledette monete blu non oso immaginare questo. per ora niente switch che costa un occhio e spremo al massimo la wii u anche con giochi della wii che non avevo comprato. la switch la prenderò fra un po' quando cala di prezzo e mario è il primo che prendo. ora sto rigiocando al bel wind waker che rifatto è una gioia per gli occhi. tutti i titoli lego e nintendo da giocare in due col nipote li ho fatti.
alexbilly18 Dicembre 2017, 19:54 #8
Originariamente inviato da: StIwY
Per me, Nintendo è morta dopo il Gamecube. Mi chiedo quand'è che Nintendo sarà capace di smetterla di campare con le solite IP, mario, zelda....e compagnia. E' da quarantanni ormai.....sempre la stessa solfa di stampo bambinesca-fisher-price-chicco, dai su. Ma veramente alla gente piace giocare con un personaggio che ad ogni movimento fa tutti quei versi da ritardato mentale "yuhuu yaahahaha oooooh mamma mia....yeeee" ??. Però del resto, finchè vendono......è grasso che cola.


non so, mi sembra una analisi un po troppo superficiale. Campare sulle "solite IP" non mi sembra un dramma, l'importante piuttosto è non farsi prendere dal guadagno facile e smettere di sperimentare, riducendo i propri giochi ad un mero copia/incolla sfornando titoli a ripetizione dalle meccaniche uguali e aggiornando texture e ambientazione, che è grossomodo quello che descrive la situazione videoludica tripla A che stiamo vivendo attualmente. Poi, per carità, anche quelle vendono alla grande e quindi se il mercato c'è, giusto farle. Però non mi sembra la stessa cosa che sta facendo Nintendo con Mario. Bene o male, se è vero che il personaggio si ripropone, il gameplay e i generi che lo hanno visto protagonista hanno spaziato un pò ovunque. Poi perchè sempre Nintendo deve rischiare la baracca a creare nuove IP mentre gli altri è giusto che campino con Assassin Creed 857, resta un mistero , cioè mi sembrate sempre molto esigenti con i poveri giapponesi

Quello che proponi tu è troppo, è l'equivalente del proporre alla DC Comics di smetterla di campare da 100 anni su Batman e Superman, e se ti avessero ascoltato magari oggi non avremmo una trilogia di Nolan o una serie Tv come Gotham... non saranno epici come i film di Tim Burton ma non direi nemmeno che fanno schifo... certo, a furia di sperimentare c'è il rischio di trovarsi davanti George Clooney in calzamaglia, ma è un rischio che sono disposto a correre
sgress18 Dicembre 2017, 20:22 #9
io preferisco i batman di Nolan 😁
Frank West18 Dicembre 2017, 21:08 #10
Il miglior platform 3D è A hat in time che è molto migliore di questo, nintendo fa sempre gli stessi giochi da oltre vent'anni con una grafica vecchia e ridicola.

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