The Evil Within 2 è un horror molto particolare

The Evil Within 2 è un horror molto particolare

Le nostre impressioni sull'ultimo gioco di Tango Gameworks, già definito come uno dei titoli più promettenti alla scorsa GamesCom. Si passa da un'impostazione tipicamente orientale a una forte occidentalizzazione. The Evil Within ne ha beneficiato?

di pubblicato il nel canale Videogames
Bethesda
 

The Evil Within 2 cambia approccio alla narrazione, che adesso diventa più lineare e comprensibile secondo gli standard occidentali
Un nemico che ti spinge verso un percorso precostituito alla maniera di Bioshock, una componente cinematografica che ti porta ad andare avanti e le mai superate meccaniche di Resident Evil sono ancora una volta gli elementi principali di un The Evil Within 2 che ha come primo e costante scopo quello di ripulire il suo predecessore dai suoi innegabili limiti.

E se la sete di conoscenza del giocatore lo indurrà ad andare avanti assecondando inconsciamente il volere del nemico o cattivo di turno che dir si voglia, e nonostante l'opprimente atmosfera horror che, a differenza di quanto accadeva nel predecessore qui fa veramente paura, seppure a tratti, The Evil Within 2 riesce nell'obiettivo di tutte le produzioni artistiche horror, ovvero far pensare al giocatore "chi me lo ha fatto fare?"

Perché di incubo ancora si tratta: nonostante la perdita di Shinji Mikami alla regia, The Evil Within 2 è narrativamente ancora molto interessante per via soprattutto del gioco di inquadrature voluto dai suoi autori: ora automatico, nel senso squisitamente cinematografico del termine, ora manuale, perché la gestione dell'inquadratura da parte del giocatore, unita all'esigenza di individuare il bersaglio, crea delle interessanti suggestioni.

Dicevamo di Mikami: qui ha perso il suo ruolo di direttore (che aveva avuto per il primo The Evil Within) in favore di John Johanas, all'interno di un processo di occidentalizzazione di questa serie. Mikami rimane come producer ma questo cambiamento, come vedremo, modificherà in maniera sensibile l'impostazione della storia. The Evil Within 2 è stato tra i giochi più promettenti alla GamesCom, ma avrà mantenuto le premesse?

Ambienti di gioco che ricordano ancora una volta la tradizione Resident Evil, perché il personaggio interpretato dal giocatore, quel Sebastian Castellanos che avevamo già conosciuto nel capitolo precedente, si trova a dover perlustrare edifici come magioni, municipi, teatri e tetri corridoi per giungere alla verità sulla scomparsa della figlia lungo un percorso tracciato dalla sua nemesi. Il tutto servendosi di aspetti tecnici molto interessanti, con grafica realistica e un reparto audio sensazionale, posizionalmente rilevante e capace di farti fare quel balzo in più sulla sedia, con urla, lo sbattere di oggetti metallici, catene che stridono e tutto il comparto tipico delle produzioni horror.

Orfano di Shinji Mikami, che ricordiamo essere l'autore dell'originale Resident Evil, The Evil Within 2 cambia approccio alla narrazione, che adesso diventa più lineare e comprensibile secondo gli standard occidentali. All'impostazione da survival horror del capitolo precedente, che fondeva alcuni elementi di The Last of Us a Resident Evil, adesso si aggiunge l'open world: potremmo dire che nell'equazione Tango Gameworks ha inserito The Witcher.

All'impostazione da survival horror del capitolo precedente, che fondeva alcuni elementi di The Last of Us a Resident Evil, adesso si aggiunge l'open world: potremmo dire che nell'equazione Tango Gameworks ha inserito The Witcher
In un credibile grosso ambiente di gioco che rappresenta una cittadina americana, i giocatori si imbattono in una serie di situazioni surreali, mentre il protagonista, il Detective Sebastian Castellanos, è alla ricerca della figlia Lily. Può decidere l'ordine in cui affrontare le sfide all'interno di un approccio aperto con missioni principali e missioni facoltative. Fondamentale andare alla ricerca delle risorse per costruire oggetti di fortuna con cui mettere fuori combattimento gli zombi.

In giro per gli ambienti di gioco si trovano oggetti che, una volta combinati tra di loro, permettono di creare medikit, proiettili per le varie armi e potenziamenti per le armi stesse. Specularmente a quanto accadeva nel predecessore, il gel verde e quello rosso, una volta recatisi nell'ufficio di Sebastian, permettono di sbloccare abilità aggiuntive, che semplificano la vita al giocatore che deve affrontare gli zombi e gli altri combattimenti. Migliorano, ad esempio, la velocità di spostamento da accovacciati, la mira o la capacità di recuperare le risorse vitali dopo i colpi critici. Ancora, si potrà diventare più agili, di essere in grado di schivare i colpi dei nemici in maniera automatica (non c'è la schivata manuale in The Evil Within) o di reagire al tentativo di attacco con un colpo di risposta.

Come impostazione generale, questo seguito mantiene l'approccio del gioco precedente con un alto livello di tensione e il succedersi di momenti raccapriccianti. La cittadina di Union è ben riprodotta anche sul piano uditivo, contestualizzando in maniera molto efficace il giocatore, che è chiamato a esplorare una serie di edifici abbandonati e infestati, o delle magioni più o meno grandi.

The Evil Within 2 si basa sullo Stem Engine, evoluzione del motore grafico id Tech. Il motore grafico prende il nome di uno degli elementi della storia: infatti, la Mobius è un'organizzazione segreta che porta avanti gli esperimenti sullo Stem, una macchina che permette di condividere i ricordi delle persone in un'unica grande simulazione. Per alimentare lo Stem, ha però bisogno di una mente innocente, quella di una bambina, la figlia di Castellanos.

L'addio di Shinji Mikami si fa sentire, non necessariamente in maniera negativa. La storia di The Evil Within 2 perde la connotazione spiccatamente orientale del primo capitolo, contrassegnata da toni al di sopra delle righe, diventa più leggibile fin dall'inizio e costituisce un altro elemento in comune con The Last of Us, nella misura in cui c'è di mezzo il rapporto tra un padre e la figlia, tormentato e continuamente rimandato nel corso dell'avventura.

Lily è il Nucleo dello Stem, ma la Mobius perde il controllo su di lei e manda una squadra d'assalto all'interno della simulazione per recuperarla. Ma, senza Nucleo, la ricostruzione virtuale tende ad andare in frantumi e uno psicopatico ne prende il controllo. Per la Mobius diventerà sempre più difficile recuperare Lily, ma lo stesso varrà per Castellanos, introdotto all'interno dello Steam proprio per mettersi sulle tracce della figlia.

The Evil Within 2 è affascinante sul piano delle meccaniche di gameplay perché ripropone la legnosità tipica di Resident Evil. Questo potenzia la sensazione di limitatezza del personaggio rispetto allo scenario e l'urgenza di dover ricorrere a oggetti di fortuna per far fronte alle minacce esterne. Unito alle meccaniche stealth tipiche di The Last of Us, così come nel primo capitolo, costituisce un elemento di soddisfazione, perlomeno per il sottoscritto.

Certo, da un altro punto di vista, avere un alter ego così poco reattivo (ma comunque molto più fluido rispetto all'impacciatissimo Castellanos del primo capitolo) può essere frustrante, soprattutto nei combattimenti. È una scelta degli autori, che non hanno voluto svincolarsi troppo da Resident Evil, nonostante l'addio di Mikami, per cui a mio modo di vedere le cose non si tratta di una scelta completamente criticabile.

Più fastidioso il sistema di intelligenza artificiale. In The Evil Within 2 ci sono diversi avversari da affrontare, e a seconda delle loro caratteristiche bisogna usare una strategia d'assalto piuttosto che un'altra. Solo che l'IA è decisamente inefficace in certi momenti, e questo facilita, e di molto, l'operato del giocatore. Il primo The Evil Within è stato considerato un gioco difficile, questo seguito lo è molto meno.

Aspetti tecnici molto interessanti, con grafica realistica e un reparto audio sensazionale, posizionalmente rilevante e capace di farti fare quel balzo in più sulla sedia, con urla, lo sbattere di oggetti metallici, catene che stridono e tutto il comparto tipico delle produzioni horror
Dipende dalla rinnovata fluidità del sistema di movimento, ma in certi momenti è anche troppo facile "dribblare" gli zombi e proseguire senza consumare risorse, che è poi la più imminente urgenza per il giocatore. Non aiutano neanche i nuovi spazi aperti introdotti da Tango Gameworks in questo seguito: sono l'ennesimo elemento che snatura un equilibrio iniziale, quello del primo capitolo, che alla fine dei conti funzionava meglio.

Anche perché gli spazi aperti non sono così grandi rispetto ad altre produzioni di recente concezione, e tutto sommato non sufficienti ad ampliare in maniera sensibile l'esperienza di gioco né a prolungare la longevità dell'avventura (circa 17 ore per completarla). Il sistema di coperture è altresì insoddisfacente, perché impreciso negli agganci e nelle fasi in cui ci si deve spostare velocemente da una copertura all'altra.

Ma è proprio la storia a diventare fin troppo blanda nella seconda parte, ancora una volta a causa di un cambiamento di approccio che sbilancia certi equilibri congegnati per altri scopi. Se la maggiore leggibilità corregge l'eccessivo caos della narrazione del primo capitolo, allo stesso tempo rende il tutto troppo prevedibile nella seconda parte della storia, quando Castellanos si trova coinvolto in un piano complottistico ordito da donne contro la Mobius.

In fin dei conti, The Evil Within 2 si lascia giocare e, al di là dell'intelligenza artificiale, si caratterizza per un gameplay convincente. E, soprattutto, in certi momenti fa paura, eccome. Una volta, dopo aver affiancato l'occhio all'obiettivo di una macchina fotografica, Castellanos stava cercando di individuare l'inquadratura giusta per la sua fotografia. Tutto tace, il silenzio trionfa incontrastato. Solo qualche scricchiolio, evidentemente di una trave di legno tormentata come Sebastian. Ma ecco che improvvisamente una figura indistinguibile passa velocemente tra oggetto della foto e obiettivo della macchina: il cuore del povero giocatore sobbalza e si frantuma in pezzetti. Ci si allontana subito l'alter ego dalla macchina ma, a questo punto, intorno a lui non c'è più alcuna sagoma misteriosa.

Per questi motivi The Evil Within 2 è comunque un'esperienza da fare, anche se non si può dire che sia migliore del suo predecessore. Perché il tutto non va molto oltre il classico canovaccio del senso di colpa di un genitore che ha trascurato la famiglia, raccontato alla classica maniera dei videogiochi in cui il giocatore è costretto a percorrere una strada che qualcuno ha già predisposto per lui. E dove il passaggio da modo di raccontare orientale a modo di raccontare occidentale rischia di banalizzare troppo una storia che, invece, era partita con altri presupposti, mentre le meccaniche di gioco vanno a finire in un frullato che mira a reimpastare il tutto in maniera un po' troppo grossolana.

PRO

  • Buon gameplay
  • Contesto di tensione e paura ben ricostruito
  • Ottimo lavoro sul piano tecnico

CONTRO

  • Storia con alti e bassi
  • Intelligenza artificiale insufficiente
  • Perde il bilanciamento individuato per il primo capitolo
  • Sistema di controllo ostico
  • Articoli Correlati
  • Recensione The Evil Within: ci sarà del sangue Recensione The Evil Within: ci sarà del sangue Creato dall'autore di Resident Evil, Shinji Mikami, che per sviluppare questo videogioco ha fondato una software house apposta, The Evil Within è finalmente a disposizione dei giocatori. Mikami ha promesso un survival horror puro, che in qualche modo ricordi proprio il Resident Evil originale. Ma il suo team di sviluppo è riuscito ad adattare una tecnologia per certi versi ostica, come id Tech 5, alle meccaniche di gioco di Resident Evil?
10 Commenti
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nickname8821 Novembre 2017, 17:19 #1
Meglio tardi che mai
astaroth221 Novembre 2017, 19:03 #2
Domanda: Chi ci ha giocato lo paragonerebbe ai primi silent hill come giocabilità e trama? Sarei curioso
bagnino8921 Novembre 2017, 20:00 #3
Ottimo lavoro sul lato tecnico? Ma siete impazziti? E' un mattonazzo assurdo la cui resa grafica non giustifica in alcun modo le risorse necessarie. Ed è affetto da microstuttering su praticamente qualsiasi configurazione.

Come gioco in sé è carino, a me è piaciuto. Trama articolata bene ma decisamente più lineare del primo, e anche meno disturbante.

Una volta finito, però, difficilmente c'è lo stimolo a rigiocarlo, io l'ho disinstallato.
Dark_Lord21 Novembre 2017, 23:02 #4
Originariamente inviato da: astaroth2
Domanda: Chi ci ha giocato lo paragonerebbe ai primi silent hill come giocabilità e trama? Sarei curioso


Non direi, i vecchi silent hill erano dei capolavori, questo è un gioco carino, ma non si avvicina neanche a un silent hill 2.

in alcuni passaggi hanno sicuro preso ispirazione, anche nelle musiche, ma niente di più.
Max_R22 Novembre 2017, 13:42 #5

Si passa da un'impostazione tipicamente orientale a una forte occidentalizzazione

Se è vero.. non potrò che apprezzare, rispetto al precedente..
xveilsidex22 Novembre 2017, 22:02 #6
L'epoca dei resident evil o silent hill da horror puro ormai non c'è più perché la generazione è cambiata!
N altro pò manco tomb raider fanno uscire perché le mamme dei ragazzi dicono che le tette della croft deviano la loro prole.. figuriamoci se si tornasse all'horror puro!
Scruffy22 Novembre 2017, 22:56 #7
lo sto giocando ora e rispetto il primo seppur con grafica identica è piu esoso di risorse, poi fino ad ora i boss son stati facili da fare (ci sta sempre qualche escamotage che trovi per farli easy) e la storia è quella che è....
decisamente un salto in basso rispetto il primo capitolo, però meglio un tew2 che niente

come dicono anche altri, incontri spesso zombie, ma hai parecchie via di fuga per cui non sempre sei obbligato a doverli affrontare e uccidere. sono arrivato al 5° capitolo a livello sopravvivenze e di munizioni ne ho sempre avute in abbondanza anche per i boss....
Max_R23 Novembre 2017, 01:11 #8
Originariamente inviato da: xveilsidex
L'epoca dei resident evil o silent hill da horror puro ormai non c'è più perché la generazione è cambiata!
N altro pò manco tomb raider fanno uscire perché le mamme dei ragazzi dicono che le tette della croft deviano la loro prole.. figuriamoci se si tornasse all'horror puro!


Invidia!
Eress01 Dicembre 2017, 17:49 #9
Così sembra migliore
nickname8811 Dicembre 2017, 11:48 #10
Finito RE7 subito dopo questo.

Devo dire che in confronto TEW sembra una stupidata sotto ogni punto di vista, aldilà del confronto prima e terza persona, il resto è paragonabile ( l'open word di Tew è falso ) e RE è anni luce avanti sotto ogni punto di vista.

Chi sta pensando all'acquisto di quest'ultimo consiglio caldamente RE7.

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