Counter-Strike GO: perché i pro player giocano in 4:3
Abbiamo fatto un viaggio nel mondo di Counter-Strike Global Offensive e degli eSport, alla ricerca delle migliori configurazioni usate dai pro player, delle impostazioni che permettono di avere vantaggi competitivi e di ciò che vuol dire eSport oggi, tra pubblico in crescita e sponsorizzazioni sempre più forti. Per aiutarci a districarci in questo articolato mondo abbiamo contattato Guglielmo Carraro, in arte "GUGLi", leader del team di CS GO di TeS Gaming, e Mauro Lucchetta, psicologo dello sport e dell'eSport.
di Dorin Gega, Rosario Grasso pubblicato il 14 Aprile 2017 nel canale VideogamesReticolo di fuoco e spray
Un'altra componente molto importante è poi quella legata al reticolo di fuoco e alla diffusione dei colpi, che cambia di arma in arma in CS GO. Le raffiche di colpi devono essere controllate dal giocatore con opportuni movimenti del mouse, che anche e soprattutto per questo deve essere tarato opportunamente in termini di sensibilità, accelerazione e le altre componenti che abbiamo visto prima. Per fare qualche esempio, ecco come lo "spray", è così che gergalmente viene definita la diffusione dei colpi negli shooter competitivi, funziona nel caso dell'iconica arma della tradizione Counter-Strike, l'AK47. Grazie all'illustrazione proveniente dal sito wiki.teamliquid.net possiamo anche vedere il cosiddetto "recoil pattern", ovvero il movimento da impartire al mouse che viene richiesto al giocatore per evitare la dispersione e mantenere la mira precisa anche in condizioni di raffica.
Counter-Strike GO, alla fine, ha una simulazione della dispersione dei colpi piuttosto rudimentale, più arcade che simulativa, ma che comunque ha un preciso funzionamento che il pro player deve imparare e padroneggiare se vuole essere efficace anche con le raffiche. Il confronto con Battlefield, mostra, come nel titolo DICE la dispersione sia più imprevedibile e, quindi, meno facilmente leggibile.